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Sua Santità il Dalai Lama: Lo scopo della vita
Dicembre 17th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Siamo animali sociali. Dal momento della nostra nascita la nostra vita dipende dagli altri. Aiutare gli altri è in realtà il modo migliore per prendersi cura dei nostri stessi interessi. Prendersi cura degli altri è prendersi cura di noi stessi.”

15 dicembre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina, durante un evento organizzato nell’ambito del Techfest IIT Bombay, Sua Santità il Dalai Lama ha salutato a mani giunte i venti studenti sugli schermi di fronte a lui.

Namaste. Sono davvero felice di parlare con voi, perché l’India per migliaia di anni ha sostenuto i concetti di “ahimsa”, non violenza e “karuna”, compassione. Grandi pensatori indiani hanno promosso queste idee. Rispetto tutte le nostre tradizioni religiose e mi impegno a promuovere l’armonia interreligiosa: queste idee di non violenza e compassione hanno un senso logico e sono di beneficio pratico nel mondo d’oggi. Sono un’espressione fondamentale dell’etica laica. Se le persone, nella loro vita quotidiana, prestassero maggiore attenzione a queste idee, il mondo sarebbe migliore.

“È un grande onore per me parlare a persone che appartengono a questo paese, perché noi tibetani siamo seguaci dell’antico pensiero indiano. Più di mille anni fa, voi eravate i “guru” e noi eravamo i “chela” o studenti. Nel VII secolo il re del Tibet aveva stretti rapporti con la Cina. Ha sposato una principessa cinese, che ha portato con sé un’importante statua del Buddha e così ha introdotto il buddismo in Tibet. Tuttavia, quando si è trattato di commissionare una forma di scrittura tibetana, ha respinto i caratteri cinesi e ha scelto invece di basare l’alfabeto tibetano su un modello indiano.

Nel secolo successivo, l’allora re tibetano era incline a rivolgersi a fonti indiane per stabilire il buddismo in Tibet. Il grande monaco e studioso dell’Università di Nalanda, Shantarakshita, suggerì che, poiché i tibetani avevano la loro lingua scritta, dovevano tradurre in tibetano la letteratura buddista indiana.

La tradizione di Nalanda che in questo modo s’è stabilita in Tibet era basata sull’adozione di un approccio logico. Ciò era coerente col consiglio del Buddha ai suoi seguaci di non accettare meramente ciò che aveva detto, ma di esaminarlo e d’indagarlo. Oggi, “ahimsa” e “karuna” sono rilevanti e di beneficio universale per il mondo intero “.

Sua Santità ha sottolineato che l’India è una delle due nazioni più popolate del mondo, ma in generale la sua gente vive in pace e le principali religioni vivono in armonia tra loro. “Ahimsa” e “karuna”, ha detto, sono la base della felicità. Nel secolo scorso, il Mahatma Gandhi ha mostrato quanto possa essere efficace adottare una posizione di non violenza. Nel secolo attuale, l’India può dimostrare quanto possano essere efficaci la non violenza e la compassione nelle relazioni interpersonali.

Queste motivazioni possono essere combinate con l’intuizione filosofica che nulla esiste come appare. Sua Santità ha riferito che il fisico nucleare indiano Raja Ramana una volta gli disse che, sebbene in occidente la fisica quantistica sembrasse essere un qualcosa di nuovo, molte delle sue intuizioni erano anticipate nel pensiero di Nagarjuna. Sua Santità ha concluso il suo discorso introduttivo confermando che uno dei suoi impegni personali è incoraggiare in India la rinascita dell’interesse per l’antica conoscenza indiana.

Sua Santità ha invitato domande dal pubblico virtuale di studenti di tutto il mondo. Alla prima domanda sulla competizione, Sua Santità ha chiarito che, quando la concorrenza si traduce in un’espansione della conoscenza ed in un diffuso vantaggio, possiamo considerarla benefica, ma, quando si tratta di vincitori e vinti, il risultato è meno positivo.

Sua Santità ha richiamato l’attenzione sui legami tra benessere fisico e mentale, sottolineando che trovare la pace della mente significa che non sei soggetto ad ansia e paura, ma che tendi anche ad avere la pressione bassa. Quando la tua mente è a suo agio, provi meno stress fisico. La non violenza e la compassione portano alla pace della mente, che, a sua volta, ti porta un senso di benessere fisico. D’altra parte, un atteggiamento egocentrico attrae problemi, ma può essere contrastato coltivando l’altruismo.

Le cose sembrano esistere indipendentemente dalla loro parte, ma sembrano così a causa di diversi fattori, incluso il tuo punto di vista. La visione della “pratityasamutpada”, l’origine dipendente, mostra che le cose avvengono a causa di molti altri fattori.

Sua Santità ha sottolineato non solo l’importanza della soddisfazzione, ma anche il fatto che i valori interiori sono più importanti dell’aggrapparsi ai beni fisici.

Alla domanda su come conciliare la verità ultima con la verità relativa, Sua Santità ha chiarito che ciò si riferisce a come le cose sembrano esistere – indipendentemente dal loro lato – e come esistono realmente. Ha notato che alcune scuole di pensiero indiane si riferiscono ad un sé che esiste indipendentemente dal corpo e dalla mente come “atman”. Quando parliamo del “mio corpo”, della “mia mente” o della “mia vita”, implichiamo che esiste un “sé” o un “atman” che ne è il proprietario. Tuttavia, le scuole di pensiero buddiste non lo accettano. Affermano “anatman” – l’assenza di un “io” o sé esistente in modo indipendente.

Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587, un allievo di Nagarjuna, è stato schietto nella sua affermazione che nulla esiste come appare. Pensare profondamente a questo è un modo efficace per ridurre l‘ignoranza, il che, a sua volta, indebolisce le emozioni distruttive. Sua Santità ha affermato che nel momento stesso in cui al mattino si sveglia ripete le strofe di Chandrakirti che indicano la vera realtà e, nello stesso tempo, coltiva anche un senso di altruismo. Trova che questo sia un modo molto utile per iniziare la giornata.

Ha ribadito che la nozione di origine dipendente non è solo una questione di conoscenza, ma funziona come un’arma efficace per ridurre le emozioni negative.

Sua Santità ha ammesso che l’attuale pandemia è un grave problema, ma ha detto che le cose cambiano e nulla rimane lo stesso. Ha osservato che il riscaldamento globale è anche una seria minaccia per il benessere umano. Ha parlato della sua preoccupazione per l’ecologia del Tibet, perché i principali fiumi dell’Asia sorgono sull’altopiano tibetano e, se si prosciugassero, come alcuni scienziati avevano previsto, le conseguenze sarebbero di vasta portata per un gran numero di persone.

Ha elogiato gli sviluppi materiali e tecnologici che hanno avuto luogo in tutto il mondo. Ha messo tuttavia in guardia a non portare tali sviluppi all’estremo, con una scarsa attenzione per i loro effetti collaterali. Ha incoraggiato ad adottare un approccio più olistico.

Una domanda sul panico e l’ansia ha spinto Sua Santità a menzionare l’importanza di imparare maggiormente a conoscere il nostro mondo interiore. Ha osservato che è quando la paura è esagerata che ci causa problemi. Ha consigliato di leggere la “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?cat=15. Il sesto capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2405 esplora quanto può essere dannosa la rabbia e quanto sia positiva la pazienza. L’ottavo capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2418 esamina in dettaglio gli svantaggi dell’egocentrismo.

Dobbiamo analizzare i problemi che affrontiamo, indagando se possono essere risolti. Se lo possono, allora realizzare la soluzione è ciò che dovremmo fare. Se non c’è una soluzione e non si può fare nulla, dobbiamo accettarlo. Preoccuparsi non aiuta.

Ad uno studente, che riteneva che la sua inclinazione ad agire per compassione fosse troppo spesso contraria ai suoi interessi, Sua Santità ha risposto che siamo animali sociali. Dal momento della nostra nascita la nostra vita dipende dagli altri. Ha suggerito che, in questo contesto, aiutare gli altri è in realtà il modo migliore per prendersi cura dei nostri stessi interessi. Prendersi cura degli altri è prendersi cura di noi stessi.

Invitato a commentare l’esistenza di Dio, Sua Santità ha ammesso che musulmani, cristiani ed ebrei credono tutti in Dio, un Dio creatore caratterizzato dall’amorevole gentilezza. Ciò rende tutti noi, ha detto, figli di un Dio amorevole e quindi fratelli e sorelle.

Sua Santità ha riso ed ha ricordato un episodio accaduto quando era con il suo buon amico, l’arcivescovo Desmond Tutu. Tutu ha dichiarato che, come cristiano praticante, non vede l’ora di andare in paradiso quando morirà. Si è lamentato del fatto che quando sarà il momento, il Dalai Lama andrà da qualche altra parte. Sua Santità ha osservato che alcune persone hanno detto che dove va il Dalai Lama, sperano di andarci anche loro.

“Ho un grande rispetto per il cristianesimo”, ha aggiunto Sua Santità. “Ma non ho trovato una risposta al motivo per cui, in un mondo creato da Dio, ci sono così tanti problemi. Trovo più facile capire l’idea del karma, che ciò che ci accade è il risultato delle nostre azioni. Aiutare gli altri porta risultati positivi; danneggiarli è fonte di sofferenza. “

Gli organizzatori del Techfest Bombay hanno ringraziato Sua Santità per aver preso parte all’incontro. Sua Santità ha risposto che non vede l’ora che arrivi il momento in cui le restrizioni legate alla pandemia saranno allentate e potrà visitare diverse città e discutere con gli educatori indiani su come combinare le intuizioni dell’antico pensiero indiano con l’istruzione moderna.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14475 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. https://www.dalailama.com/videos/the-purpose-of-life, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/206910531064870, https://www.facebook.com/iltkpomaia/videos/853613925454283,


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