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Sua Santità il Dalai Lama: Insegnamento sul Vesak ed I Tre Aspetti Principali del Sentiero
Maggio 30th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Da un punto di vista buddista, l’ostacolo principale a mostrare amore ed affetto per gli altri è la nostra predisposizione all’egoismo.”

26 maggio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Sua Santità il Dalai Lama tiene un breve discorso ed un insegnamento per i mongoli in occasione dell’osservanza nazionale ufficiale del Saka Dawa in Mongolia online dalla sua residenza di Dharamsala, HP, India il 26 maggio 2021 su richiesta del monastero di Gandantegchenlin, cui fa seguito un insegnamento su I Tre Aspetti Principali del Sentiero di Je Tsongkhapa e dal conferimento della Cerimonia per la generazione di Bodhichitta su richiesta della Geluk International Foundation e della Drepung Loseling Tulku Association.

Questa mattina, il giorno di luna piena di Saka Dawa, noto anche come Buddha Purnima, il giorno che commemora la nascita, l’illuminazione ed il mahaparinirvana del Buddha, Khamba Lama Gabju, leader dei buddisti mongoli, ha aperto i lavori offrendo un mandala nel monastero di Gandantegchenlin, Ulan Bator, Mongolia. “Con profondo rispetto per Buddha Shakyamuni.” Sua Santità il Dalai Lama ha esordito: “Farò un breve discorso ai miei fratelli e sorelle mongoli. La Mongolia ed il Tibet hanno un legame unico e la maggior parte dei mongoli sono seguaci di Jé Tsongkhapa.

Il Buddha disse: ‘Sii il tuo maestro. Il futuro è nelle tue mani.” Altre tradizioni religiose suggeriscono che il futuro è nelle mani di Dio, ma il Buddha ci disse che, se facciamo del bene, raccoglieremo buoni frutti, ma, se non lo facciamo, non c’è niente che lui può fare al riguardo. Quindi: sperimentare la felicità o la sofferenza dipende da noi.

Gli esseri umani sono intelligenti e possono rendersi conto delle loro menti. Se le nostre menti sono indisciplinate, tendiamo a fare del male ed a subirne le conseguenze. Se addestriamo le nostre menti, saremo felici. Tutte le tradizioni spirituali ci insegnano a disciplinare le nostre menti, ma il buddismo raccomanda non di pregare ma di lavorare con la mente e di pensare alle cose fino a farle.

A causa della loro non conoscenza della natura vuota, pacifica, non nata delle cose, gli esseri vagano nel ciclo dell’esistenza. Il Buddha, l’essere guidato dalla compassione, elaborò centinaia di differenti ragionamenti per condurre gli esseri erranti alla libertà.

Gli scienziati osservano che siamo animali sociali. Dipendiamo dalle nostre comunità, quindi l’amore e la compassione per gli altri sono importanti. Fin dall’inizio della nostra vita con cura ed affetto siamo nutriti dalle nostre madri, ma, in seguito, dimentichiamo che dipendiamo dagli altri e cerchiamo di avere la meglio su di loro. Le nostre vite sono sempre più indaffarate, e prestiamo meno attenzione di quanto dovremmo al semplice amore ed affetto per gli altri.

Da un punto di vista buddista, l’ostacolo principale a mostrare amore ed affetto per gli altri è la nostra predisposizione all’egoismo. Questo, a sua volta, si basa sulla nostra forte inclinazione a vedere le persone e le cose come intrinsecamente esistenti dal loro lato.

La fisica quantistica osserva che le cose sembrano esistere oggettivamente, ma che in realtà non è così. Inoltre, consideriamo alcune persone come a noi care ed altre ostili. Siamo attaccati a coloro che ci sono cari e, viceversa, ostili con gli altri. Tuttavia, queste etichette e categorie non esistono oggettivamente come sembrano.

Ciò che voglio trasmettere ai miei amici mongoli è che tutti noi vogliamo creare gioia e felicità per noi stessi e per gli altri, e, per farlo, dobbiamo coltivare la pace della mente. Molti di voi sono seguaci di Jé Tsongkhapa, che nelle “Centinaia di divinità della Terra Gioiosa” dice:

In questo tempo degenerato, hai lavorato per un ampio apprendimento e la sua realizzazione.

Abbandonare le otto preoccupazioni mondane per realizzare il grande valore

di libertà e fortuna; sinceramente, o Protettore,

Mi rallegro delle tue grandi gesta.

Anche noi dobbiamo studiare e mettere in pratica ciò che leggiamo ed ascoltiamo. Insegnando che le cose sono vuote, pacifiche e non nate, il Buddha ha condotto gli esseri senzienti alla libertà”.

Sua Santità ha citato un verso da “Parole di verità: un’aspirazione per la diffusione della nobile tradizione Gendenpa” di Gungthang Tenpé Drönmé:

Esteriormente pacifico e sottomesso attraverso la condotta degli Shravaka;

Pur possedendo interiormente la certezza dello yoga a due stadi;

Hai perfettamente riconciliato gli eccellenti sentieri del sutra e del mantra:

Possano gli insegnamenti del vittorioso Lobsang Drakpa fiorire e diffondersi!

Anche noi dovremmo impegnarci nello studio degli insegnamenti”, ha spiegato. “Quando venni in Mongolia, vi ho incoraggiato non solo a fare rituali, ma a studiare ed imparare. Quelli di voi che attualmente si stanno formando nei nostri Centri Monastici di Apprendimento nel sud dell’India, quando torneranno in Mongolia dovrebbero anche incoraggiare gli altri a studiare.

Molti di noi, fin dall’infanzia, hanno imparato a conoscere gli Argomenti Raccolti, la Mente e la Consapevolezza, oltre alla logica. Nella Tradizione di Nalanda che manteniamo, viene enfatizzato l’uso della logica. A tempo debito Chapa Chökyi Sengé ha formalizzato i metodi tibetani di dibattito basati su sillogismi e conseguenze logiche.

In passato, molti grandi studiosi mongoli hanno studiato nei nostri monasteri. Tra loro c’era uno dei miei assistenti al dibattito, Ngodup Tsognyi.

Oggi abbiamo bisogno di diventare buddisti del 21° secolo, non solo studiando filosofia, ragione e logica, ma anche essendo in grado di integrare dentro di noi ciò che impariamo, piuttosto che seguire semplicemente una fede cieca. Il punto importante è che la comprensione dell’insegnamento del Buddha non dipende dalla fede cieca, ma dalla ragione”.

Sua Santità ha ricordato che una delle prime cose che i tibetani hanno fatto quando sono giunti in esilio è stata quella di istituire delle scuole, in modo che i bambini tibetani potessero studiare nella propria lingua ed essere immersi nei propri valori. Più tardi, Sua Santità ha suggerito di aggiungere al curriculum le capacità di dibattito. Nei Centri Monastici di Apprendimento raccomanda di formare anche i laici al dibattito.

Ha parlato delle sue discussioni con gli scienziati.

Sebbene non siano molto interessati alle questioni religiose, si sono rivelati interessati alla psicologia buddista ed ai modi di coltivare la pace della mente.

“Ho grandi speranze in ciò che potete ottenere”, ha dichiarato Sua Santità al suo pubblico mongolo. “E credo che gli insegnamenti del Buddha prospereranno nel 21° secolo e nel futuro ed oltre. Il mondo sta cambiando: studiate il Dharma finché potete”.

Le telecamere si sono spostate sui grandi monasteri dell’India meridionale, dove il detentore del trono di Ganden poteva essere visto e sentito fare un’offerta del mandala.

Oggi, è il fausto giorno di luna piena di Saka Dawa ed i tre grandi monasteri rappresentati dalla Fondazione Internazionale Geluk, così come l’Associazione Drepung Loseling Tulku, mi hanno chiesto di spiegare i ‘Tre Aspetti Principali del Sentiero’ https://www.sangye.it/altro/?p=489 e di condurre una cerimonia per generare la mente del risveglio.

I Tre Aspetti Principali del Sentiero rappresentano l’essenza degli Stadi del Sentiero: la determinazione ad essere liberi, la mente del risveglio di bodhicitta e la corretta visione della vacuità. Le strofe 7 e 8 mostrano come generare la mente del risveglio.

Trascinato dalla corrente dei quattro potenti fiumi,

Legato da forti legami di azioni, così difficili da disfare,

Catturato nella rete di ferro dell’egocentrismo,

Completamente avvolto dall’oscurità dell’ignoranza,

Nato e rinato in un’esistenza ciclica illimitata,

Incessantemente tormentato dalle tre miserie (attaccamento, rabbia ed ignoranza)

Tutti gli esseri, vostre madri, sono in questa condizione.

Pensa a loro e genera la mente del risveglio.

Tuttavia, trovo utile anche applicare queste idee a me stesso, per osservare che sono preso nella rete di ferro dell’egocentrismo e sono incessantemente tormentato dalle tre miserie e generare una ferma determinazione ad essere libero.

Siamo avvolti in una fitta nebbia di ignoranza in cui le cose appaiono come se esistessero intrinsecamente dal loro lato. Quindi, quello che dobbiamo capire è che le cose non hanno un’esistenza vera o intrinseca.

Il Buddha insegnò per primo le quattro verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785. Più tardi spiegò la perfezione della saggezza. Nel “Sutra del Cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 troviamo descritto la quadruplice vacuità. Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 ha chiarito queste idee in modo così netto che Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 esprime la sua ammirazione nella “Lode al sorgere dipendente”https://www.sangye.it/altro/?p=9109.

49 Tu hai profetizzato che Nagarjuna avrebbe esposto

Correttamente le modalità del tuo più alto veicolo,

Evitando gli estremi dell’esistenza (eternalismo) e della non esistenza (nichilismo);

I suoi trattati, come un giardino di fiori di luna

(Kunda, un tipo di fiore; qualcuno dice un tipo di gelsomino, qualcuno un tipo di loto, che sboccia solo alla luce della luna).

50 Sono fioriti, illuminati dai raggi di luce bianca

Delle brillanti spiegazioni della gloriosa Luna [Chandrakirti],

Che sono una vasta sfera di immacolata conoscenza

Che si muove libera nel cielo delle scritture,

51 Schiarendo l’oscurità dell’afferrarsi agli estremi

E offuscando costellazioni di discorsi sbagliati.

Quando per la gentilezza del mio guru ho visto ciò,

La mia mente tormentata ha trovato una vera pace.

Nella sua ‘Saggezza fondamentale della Via di Mezzo’ https://www.sangye.it/altro/?p=9194 Nagarjuna si riferisce alle nostre idee sbagliate, inadeguate sul sé:

Attraverso l’eliminazione del karma e delle afflizioni mentali c’è la liberazione.

Il karma e le afflizioni mentali derivano da pensieri concettuali.

Questi provengono dalla fabbricazione mentale.

La fabbricazione cessa attraverso la vacuità.

Sua Santità ha alluso ai quattro errori logici che Chandrakirti spiega nel suo ‘Entrare nella Via di Mezzo’, ne deriverebbero se le cose avessero un’esistenza oggettiva. Sono che:

1) La mente di un essere Arya è assorbita dalla vacuità in seguito alla sua stessa analisi sul fatto che le cose abbiano delle caratteristiche intrinseche. Se avessero tali caratteristiche, sarebbero state trovate dalla mente di un Arya. Se le cose avessero un’esistenza inerente, l’equilibrio meditativo sulla vacuità dell’essere Arya sarebbe un distruttore di quell’entità – (il che è logicamente assurdo).

Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in modo dipendente,

le cose sarebbero distrutte negandole;

la vacuità sarebbe allora causa di distruzione delle cose.

Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6.34

2) Se le cose avessero un’identità intrinseca, senza dipendere da altri fattori, la realtà convenzionale dovrebbe resistere all’analisi ultima (il che è logicamente assurdo). Se potessimo indicare un’identità, dovrebbe resistere all’analisi finale. Tuttavia, lo Yogi non trova nulla, né questo né quello, a cui puntare. Altre scuole dicono che un oggetto di cognizione valida deve essere qualcosa di oggettivo là fuori, ma una cognizione valida è una cognizione secondo la quale l’oggetto esiste come percepito.

Pertanto, quando si analizzano tali fenomeni,

nulla si trova come loro natura a parte la talità.

Quindi, la verità convenzionale del mondo quotidiano non dovrebbe essere sottoposta ad un’analisi approfondita. 6.35

Se le cose avessero un qualche nucleo essenziale in sé e per sé, ciò porterebbe all’errore logico di resistere all’analisi ultima della realtà convenzionale.

3) Se le cose con un nucleo essenziale nascessero da una causa, non si p negare la produzione ultima. 4) L’insegnamento del Buddha secondo cui i fenomeni sono privi di auto-natura non sarebbe vero. Quando diciamo che qualcosa è vuoto, si dice che la stessa cosa che stiamo analizzando è vuota di esistenza inerente o auto-natura.

Nel contesto della talità, alcuni ragionamenti non consentono di sorgere

da sé o da qualcos’altro,

e lo stesso ragionamento

li vieta anche a livello convenzionale.

Allora, in che modo viene stabilito il tuo sorgere? 6.36

Cose vuote dipendenti da convergenze,

come riflessioni e così via, non sono sconosciute. 6.37

L’ignoranza che si aggrappa o fraintende la vera esistenza”, ha proseguito Sua Santità, “è contrastata dalla comprensione che le cose sono in realtà semplicemente designate. Alla fine del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 afferma:

Così, illuminato dai raggi della luce della saggezza,

il Bodhisattva, come vede chiaramente un’uva spina sul palmo della mano

così comprende che i tre regni nella loro interezza non sono nati fin dall’inizio,

e attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. 6.224

Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,

genera anche compassione per gli esseri privi di protezione.

Avanzando ulteriormente, per la sua saggezza eclisserà anche

tutti coloro che sono nati dalla parola del Buddha e dai Buddha di mezzo. 6.225

E come un re di cigni che vola davanti ad altri cigni esperti,

con le bianche ali di verità convenzionale ed ultima dispiegate,

spinto dai potenti venti della virtù, il Bodhisattva trasvola

all’eccellente riva lontana, le qualità oceaniche dei conquistatori. 6.226

Riprendendo le pagine dei “Tre aspetti principali del sentiero”, Sua Santità ha osservato che Ngawang Drakpa, il discepolo di Jé Tsongkhapa, era tornato a casa nel Tibet orientale. Da lì scrisse al Maestro, chiedendogli un insegnamento conciso. Al che Jé Rinpoché rispose:

O intelligente Ngawang Drakpa,

Segui le mie istruzioni

E pratica come ho fatto in tutte le tue vite

Nei fatti e nella preghiera. Poi, quando divento illuminato,

Condividerò prima con te il nettare del (mio insegnamento).

Il riferimento a “mio figlio” nell’ultimo verso può ugualmente applicarsi a tutti noi se studiamo e pratichiamo come consigliato.

Durante la lettura del testo Sua Santità ha chiarito diversi punti. Ha affermato che la prima riga, “Mi inchino ai venerabili Lama” non solo riconosce l’importanza del maestro, ma indica anche le tre capacità dei praticanti spirituali. Le parole di Tsongkhapa nel primo verso, “Spiegherò come posso”, sono un’espressione di umiltà.

I prossimi versi indicano le ragioni per sviluppare la determinazione ad essere liberi, come sviluppare tale determinazione ed in quale misura. La sesta strofa sottolinea che la semplice determinazione ad essere liberi non è una causa per lo stato onnisciente di un Buddha. La moralità, la concentrazione e la saggezza possono portare alla liberazione, ma, per raggiungere la Buddità dobbiamo coltivare la mente del risveglio. Tutti gli esseri senzienti sono uguali nel non voler soffrire, ma non possono nemmeno immaginare di essere liberi dalla sofferenza. Il testo ci consiglia di pensare alla loro situazione e generare la mente del risveglio.

Tsongkhapa scrive: “Anche se pratichi la determinazione ad essere libero e la mente dell’illuminazione, senza la saggezza, la realizzazione della vacuità, non puoi tagliare la radice dell’esistenza ciclica, quindi sforzati di comprendere il sorgere dipendente”. La comprensione del sorgere dipendente fa sorgere una comprensione della vacuità.

Sua Santità ha discusso del tentativo di identificare ed individuare il sé. Ha descritto di non essere in grado di trovarlo nel corpo, nelle parti del corpo, come le mani e le dita, e nemmeno nella mente. Ha menzionato il prima strofa del 22° capitolo della “Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna che rivela che il Tathagata non possiede gli aggregati, né si trova negli aggregati. A Sua Santità piace così rielaborare l’argomento da applicare a sè stesso.

Non sono né uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono (dipendenti) da me, né io sono (dipendente) dagli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Che altro sono?

Ha osservato che nella pratica tantrica c’è un resoconto delle tre visioni che portano alla mente di chiara luce. Ma nessuno di queste è nemmeno il sé. Ha aggiunto che nello Dzogchen la vacuità e la mente di chiara luce sono insegnate insieme e che ogni giorno riflette su questo. Ha rivelato di aver ricevuto i Sette Tesori di Longchen Rabjam da Trulshik Rinpoche e che Rinpoche gli ha dato l’impegno di leggere ogni giorno almeno una strofa del “Tesoro di Dharmadhatu”.

Come menzionato sopra, Jé Rinpoche scrisse ‘sforzati di comprendere il sorgere dipendente’. Choné Lama Rinpoche, nel suo commentarioo in versi allaLode al sorgere dipendente’ https://www.sangye.it/altro/?p=9109 ha osservato che ‘La dipendenza non nega la talità; il sorgere non nega le convenzioni mondane». Allo stesso modo, Drom-tön-pa ha osservato che il fuoco e la mano non hanno un’esistenza intrinseca, ma se metti la mano sul fuoco, si brucia. Quindi, anche se non c’è un’esistenza intrinseca, c’è una funzione.

Le cose sono vuote, poiché non possono essere trovate quando si analizza la loro identità, perché sono sorte in modo dipendente.

Il testo conclude: “O figlio, quando realizzi le chiavi dei tre aspetti principali del sentiero, dipenderai dalla solitudine e dal forte sforzo, e raggiungerai rapidamente la meta finale”. Sua Santità ha affermato che tutti possiamo sentirci inclusi in questo consiglio, aggiungendo d’avere un motivo in più per sentirsi vicino a Tzong Khapa, perché entrambi provengono dalla stessa regione del Tibet.

Sua Santità ha letto una strofa finale del colophon.

Io, che pure aspiro alla liberazione, metterò in pratica ciò che Guru Manjunath (Tsongkhapa) ha insegnato,

La cui gentilezza è più grande di tutti i Vittoriosi.

Possa io, tuo figlio, essere benedetto per raggiungerti (in esperienza).

Questa conclusione è in accordo con le tradizioni degli esseri santi del passato.

Sua Santità ha ribadito l’importanza dello studio nella tradizione tibetana, facendo risalire questo approccio all’introduzione della tradizione di Nalanda da parte di Shantarakshita nell’VIII secolo. Ha citato l’affermazione di Jé Rinpoché in “Destino Compiutohttps://www.sangye.it/altro/?p=6093:

All’inizio, mi sono molto dedicato all’apprendimento.

Nel mezzo, tutti gli insegnamenti mi sono apparsi come istruzioni spirituali.

Alla fine, ho praticato notte e giorno.

Ho dedicato tutte queste virtù affinché il dharma fiorisse.

Ripensandoci ora, come si è compiuto il mio destino!

Grazie, Nobile Signore, Tesoro della Sapienza!

Lo studio e la pratica”, ha sottolineato ancora una volta Sua Santità, “sono il modo migliore per commemorare il Buddha, i Diciassette Maestri di Nalanda e così via”.

Annunciando che avrebbe condotto una cerimonia per generare la mente del risveglio, Sua Santità ha citato il saluto di “Entrare nella Via di Mezzo” per illustrare l’importanza della grande compassione.

Gli Shravaka ed i Buddha di livello intermedio sorgono da saggi sovrani.

I Buddha nascono dai Bodhisattva.

La mente compassionevole e la cognizione non duale

così come la mente del risveglio: queste sono le cause dei Bodhisattva. 1.1

Dal momento che solo la compassione è accettata

come il seme del perfetto raccolto della Buddità,

come l’acqua che lo nutre ed il frutto che è a lungo fonte di gioia,

Loderò la compassione all’inizio di tutto. 1.2

Sua Santità ha commentato che Buddha Shakyamuni nacque come principe del clan Shakya nell’antica India circa 2600 anni fa. Le tradizioni pali e sanscrite dichiarano che raggiunse l’illuminazione all’alba del giorno di luna piena che chiamiamo Buddha Purnima. Non fu illuminato dall’inizio, ma incontrando le giuste condizioni e sforzandosi per molti eoni di accumulare le due raccolte di meriti e saggezza, divenne un Buddha. Secondo la tradizione sanscrita, ciò implicava da parte sua la manifestazione dei quattro corpi di un Buddha: il Corpo della Verità Naturale, il Corpo della Verità di Saggezza, il Corpo del Completo Godimento ed il Corpo d’Emanazione.

Il completo assorbimento di un Buddha nella meditazione sulla vacuità è il Corpo di Verità di Saggezza, dal quale si manifesta in diverse forme. Il Corpo di Completo Godimento appare agli Arya Bodhisattva, mentre il Corpo di Emanazione è visibile a tutti. Buddha Shakyamuni era un Corpo di Emanazione Supremo, la fonte di un flusso continuo di attività a beneficio degli esseri senzienti.

Sua Santità ha descritto come visualizzare il Buddha circondato da bodhisattva e maestri delle varie tradizioni. Ha quindi guidato il pubblico virtuale nella ripetizione dei versi per prendere rifugio e generare la mente del risveglio di bodhicitta.

Shakor Khentul Rinpoche ha ringraziato Sua Santità. “Le abbiamo chiesto di insegnare”, ha detto, “ed a nome di tutti i soggetti coinvolti vorremmo ringraziarLa. Preghiamo che ella viva a lungo e che continui a insegnarci ed a prendersi cura di noi in questa e in quelle future”.

Riferendosi alla pandemia di covid che si è diffusa in India, sebbene la situazione mostri qualche segnale di miglioramento, Sua Santità ha espresso preoccupazione per le persone di Mön, Ladakh e Nepal.

Per aiutare a pacificare gli effetti di questa pandemia”, ha chiesto, “per favore, recitate il mantra di dieci sillabe di Arya Tara. Ciò sarà vantaggioso sia per le persone che ne sono affette, sia per le nazioni colpite da questa malattia. Ogni giorno recito diverse centinaia di mantra di Tara con questa intenzione e dico anche un giro con la preghiera di non contrarre il covid. Potete fare anche questo».

In conclusione è stato offerto un mandala di ringraziamento, unitamente ad una preghiera per la lunga vita di Sua Santità.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14760 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/saka-dawa-teachings ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/insegnamenti-del-saka-dawa da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza.


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