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Sua Santità il Dalai Lama: Insegnamento sulla “Lode alla relazione dipendente” – 2
Ottobre 10th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: L’essenza dei voti del Bodhisattva è di non danneggiare gli altri e d’aiutarli quando e dove è possibile.

10 ottobre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – “Oggi, amici del Dharma, esamineremo la restante trasmissione dell’ ‘Elogio del sorgere dipendente’” Così Sua Santità ha annunciato, non appena fu completato il canto del ‘Sutra del Cuore’ ‘.

Come disse il Buddha nelle Domande delle Scritture Rashtrapala:

La via è vuota, pacifica e non creata.

Non sapendo questo, gli esseri viventi vagano.

Mosso da compassione, offre loro

Centinaia di motivazioni e procedure tecniche.

Uinoltre diversi mezzi per condurre gli esseri fuori dall’esistenza ciclica. Se fin dall’inizio avesse insegnato la vacuità, alcuni avrebbero temuto che stesse proponendo visioni nichiliste. Invece, insegnò le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 la loro natura, funzione e risultato, e rivelò la vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=4206 nel secondo giro della ruota del Dharma. Di conseguenza, tutti i seguaci della tradizione sanscrita del buddismo recitano il Sutra della Perfezione della Saggezza in 25 versi, meglio conosciuto come il “Sutra del Cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098.

Comprende le righe: ‘La forma è vuota; la vacuità è forma. La vacuità non è altro che forma; anche la forma non è altro che vacuità”, che riassumono la Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9995. Nulla, dalla forma fino alla mente onnisciente, può essere trovato quando lo si cerca, eppure le cose esistono comunque. Tuttavia, non esistono come appaiono: la forma è vuota. Se cerchiamo l’identità delle cose, non la troviamo.

La forma e così via non esistono dal loro lato, di per sé. Ma, quando le cause e le condizioni si uniscono, possiamo capire che la forma esiste come designazione dipendente. Come dice Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587, le cose sorgono in modo robusto dalla vacuità.

Medito quotidianamente sulla vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=5026 e l’ho fatto per molti anni”, ha rivelato Sua Santità. “Ho la sensazione che potrei avvicinarmi al sentiero della visione e spero di raggiungerlo. Forse in questo momento sono vicino al sentiero della preparazione.

L’insegnamento del Buddha è fondato sulla ragione e può davvero aiutarci a contrastare le negatività in noi.

C’è un verso che voi cinesi recitate alla fine del “Sutra del cuore”.

Possiamo noi essere in grado di dissipare i tre veleni

Possa la luce dell’intuizione risplendere brillantemente

Possiamo noi essere in grado di superare tutti gli ostacoli

Possiamo noi essere in grado di impegnarci nelle azioni dei Bodhisattva.

“In definitiva, la motivazione per dissipare i tre veleni, attaccamento, rabbia e ignoranza, e per coltivare la saggezza e superare gli ostacoli, è impegnarsi nelle azioni dei Bodhisattva. E lo facciamo per aiutare tutti gli esseri a raggiungere l’illuminazione. Per aumentare la nostra introspezione, dobbiamo studiare”.

Sua Santità ha ripreso la lettura del testo dalla strofa 22. Ha commentato che, sebbene i grandi maestri indiani da più di 2500 anni hanno invitato a non nuocere, a non fare del male, tuttavia molti di loro continuano ad aggrapparsi all’idea di un sé unico, separato ed autonomo. D’altra parte, il Buddha insegnò che, sebbene le cose sembrino essere intrinsecamente esistenti, in realtà sono sorte in modo dipendente.

Sua Santità ha ricordato che Jé Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 ha esaminato gli insegnamenti del Buddha per molti anni. Ha osservato che se leggi i suoi primi scritti, come il “Rosario d’oro” e lo confronti con opere successive come “Illuminare l’intento”, puoi vedere come si è evoluta la sua comprensione della visione.

Manjushri consigliò a Jé Rinpoche di andare in ritiro per impegnarsi in pratiche di purificazione e d’accumulazione. Lama Tzongkhapa rispose di sentire di dover adempiere alle sue responsabilità nei confronti dei molti studenti a cui insegnava. Manjushri ribatté che sapeva benissimo cosa sarebbe stato di beneficio per lui e per il Dharma.

A Wölkha eseguì pratiche di purificazione in associazione con i 35 Buddha della Confessione. Durante un sogno su Nagarjuna ed i suoi discepoli, vide una persona dalla carnagione scura farsi avanti e toccarlo con un libro sul capo. Il giorno seguente lesse il trattato intitolato “Buddhapalita” dal nome del suo autore. Mentre leggeva e meditava sul diciottesimo capitolo, “Analisi del sé e dei fenomeni”, all’improvviso tutto gli divenne chiaro. Tutti i suoi dubbi, soprattutto su ciò che è negato dalla vacuità e ciò che invece resta intatto, svanirono senza lasciare traccia.

Una volta terminata la lettura del testo, Sua Santità ha ricordato che, mentre era ancora a Lhasa, un giorno propiziò i protettori. Quella notte sognò di recitare il verso finale della Preghiera per la Dedica del Lam Rim:

Quando mi sforzo di raggiungere adeguatamente il veicolo supremo

Attraverso le dieci opere dell’insegnamento,

Possa io essere sempre accompagnato da coloro che hanno potere,

E possa un oceano di fortuna pervadere tutte le direzioni.

Da allora Sua Santità ha riflettuto che ciò potrebbe riguardare il fatto d’essere stato in grado di contribuire al benessere del mondo condividendo gli insegnamenti del Buddha.

Rispondendo alle domande del pubblico, Sua Santità ha osservato che, per quanto riguarda la disparità tra apparenza e realtà, oggi, anche i fisici quantistici evidenziano tale disparità in relazione agli oggetti esterni. Sebbene le cose sembrino avere una qualche esistenza oggettiva e sembrino esistere dal loro lato, questa impressione è semplicemente una nostra proiezione mentale. In relazione alla nostra mente, quando le cose ci appaiono, sentiamo che ciò che vediamo è la cosa migliore da fare. Ma la realtà è diversa. Come osserva Shantideva:

Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità.

Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono per il loro desiderio della felicità altrui. 8/129

Perché dire di più? Osserva questa distinzione: tra lo stolto che brama il proprio vantaggio e il saggio che agisce per il vantaggio degli altri. 8/130

Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica? 8/131

È stata posta una domanda a Sua Santità sull’affermazione paradossale nei “Tre aspetti principali del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 di Tsongkhapa: “Le apparenze confutano l’estremo dell’esistenza, la vacuità confuta l’estremo della non-esistenza”. Sua Santità ha risposto che quando cerchiamo un oggetto, che è comunque designato, niente può essere trovato, che sia autoesistente, così l’apparenza dissipa l’estremo dell’esistenza eterna o autoesistenza. Le cose non esistono come ci appaiono, sono semplicemente designate in dipendenza da altri fattori. Questo aiuta a dissipare l’estremo della non esistenza. Dire che le cose sono designate in modo dipendente, non nega la loro stessa esistenza.

Sua Santità ha aggiunto che man mano che la nostra comprensione della designazione dipendente si approfondisce, così s’incrementerà la nostra comprensione di come la vacuità dissipa l’estremo della non esistenza o nichilismo e l’apparenza dissipa l’estremo dell’esistenza indipendente o eternalismo.

Sua Santità ha ammesso che è bene che un maestro ed i discepoli possano incontrarsi di persona, cosa che gli eventi recenti hanno reso più difficile. Tuttavia, ha sottolineato che nessuno di noi ha incontrato il Buddha o Nagarjuna e, tuttavia, i loro insegnamenti ci sono stati effettivamente trasmessi e siamo in grado di studiarli.

Invitato a consigliare su come gestire le controversie, Sua Santità ha osservato che oggigiorno i disaccordi sulle opinioni filosofiche sono rari. È molto più probabile che le controversie siano correlate a questioni quotidiane relative ai mezzi di sussistenza e così via. Ha notato che mentre le diverse tradizioni religiose adottano diverse posizioni filosofiche, in ogni caso condividono un messaggio comune sul valore della compassione e d’aiutare gli altri.

Ha osservato che è più normale considerare i nostri parenti stretti per la gentilezza che ci hanno manifestato, piuttosto che per le sofferenze che possono provare. Ha sottolineato che l’essenza dei voti del Bodhisattva è di non danneggiare gli altri e d’aiutarli quando e dove è possibile.

Ha ricordato ai suoi ascoltatori che se vogliono eliminare i tre veleni (attaccamento, ira ed ignoranza) a cui si fa riferimento nella strofa che aveva menzionato prima, è necessario sviluppare la luce della saggezza. Ha ripetuto che quando si sveglia al mattino, innanzitutto genera bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=5464 quindi rinforza i suoi voti di Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=6252, https://www.sangye.it/altro/?p=6248. Quindi recita “Elogio del sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=9109 e versi correlati di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906, https://www.sangye.it/altro/?cat=9 prima di riflettere sulla natura della persona.

Ha consigliato a chi non capisce subito delle spiegazioni d’un Lama, di ascoltare e rifletterci sopra più e più volte. Può darsi, tuttavia, che ciò che è stato insegnato sia incoerente con ciò che viene spiegato nei grandi trattati. La chiave è non accettare ciò che qualcuno dice senza fare domande. Devi esaminarlo e vagliarlo con la ragione.

Alla fine della sessione, Sua Santità ha annunciato che avrebbe ripassato la “mente onnicomprensiva dello yoga” che ha insegnato ieri. Ha suggerito che i seguaci del Buddha non dovrebbero danneggiare gli altri e dovrebbero essere pazienti quando gli altri li danneggiano. Dovrebbero sforzarsi di coltivare bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=4127, aspirando a diventare un Buddha per il bene di tutti gli esseri senzienti. Questa bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=1666 focalizzata sull’illuminazione si trasforma in un bianco disco di luna al cuore.

Successivamente, ha incoraggiato ad esaminare chi è l'”io” che aspira a diventare illuminato. Ha raccomandato di riflettere su una strofa della “Saggezza Fondamentalehttps://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna:

Non é gli aggregati, né è diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non dipendono da lui, né lui dipende dagli aggregati.

Il Tathagata non possiede gli aggregati.

Cos’altro è il Tathagata? 22/1

Riflettendo sul fatto che tutto è vuoto d’esistenza essenziale, intrinseca, la mente che medita sulla vacuità si trasforma in un vajra bianco eretto sul disco di luna al cuore.

“Faccio questa pratica ogni giorno”, ha dichiarato Sua Santità, “e anche voi potete farla ogni volta che ne siete capaci”.

Sua Santità ha quindi recitato una preghiera di dedica, concludendo così la sessione della giornata.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14897 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/in-praise-of-dependent-origination-2 ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/lode-alla-relazione-dipendente-1 da Fabrizio Pallotti che ringraziamo. 


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