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Sua Santità il Dalai Lama: Lamrim breve ed Iniziazione di Avalokiteshvara Jinasagara
Giugno 14th, 2022 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: Quando diciamo che qualcosa è vuoto, si dice che la stessa cosa che stiamo analizzando è vuota di esistenza intrinseca o auto-natura.

13 giugno 2022. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina, 8500 persone provenienti da 56 paesi diversi, tra cui 700 monaci, monache e laici delle comunità Sherabling e Chango che avevano richiesto l’iniziazione, si sono riunite al Tsuglagkhang, il principale Tempio Tibetano, per accogliere Sua Santità il Dalai Lama, che, raggiante di gioia, salutava il pubblico mentre dalla soglia della sua residenza raggiungeva il tempio.

“Oggi Tai Situ Rinpoché è con noi”, ha annunciato dal trono. “Ha richiesto l’iniziazione di Chenrezig Gyalwa Gyatso (Avalokiteshvara Jinasagara). Avalokiteshvara può essere praticato secondo tutte e quattro le classi di tantra, ma Gyalwa Gyatso appartiene al più elevato Yoga Tantra.

Sua Santità si riferì ad Avalokiteshvara come alla divinità suprema della compassione e recitò due strofe in sua lode.

Hrih, estremamente lodato da tutti i Buddha

Hai accumulato tutte le sublimi qualità

A te è stato conferito il nome Chenrezig,

Al sempre compassionevole mi inchino.

Le tue 1000 mani rappresentano i 1000 Monarchi Universali,

I tuoi 1000 occhi rappresentano i 1000 Buddha di questo fortunato eone,

Appari a esseri diversi secondo ciò che li doma meglio,

Rendo omaggio al Venerabile Avalokiteshvara.

“Prima di iniziare i preparativi per l’iniziazione, mi è stato chiesto di dare una lettura deI Punti Abbreviati degli Stadi della Via dell’Illuminazione” https://www.sangye.it/altro/?p=1654#more-1654 di Lama Tsong Khapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772, cosa che farò ora, dopo aver recitato il ‘Sutra del cuore'” https://www.sangye.it/altro/?p=6098.

Tai Situ Rinpoché ha offerto un mandala e le tre rappresentazioni del corpo, della parola e della mente dell’illuminazione. Sua Santità ha osservato che tra lui e Rinpoché ricorre una lunga amicizia e che Rinpoché è sempre stato incrollabilmente leale.

Sua Santità ha menzionato che Jé Rinpoché ha composto trattati estesi https://www.sangye.it/altro/?cat=110, intermedi e concisi sulle Fasi del Sentiero verso l’Illuminazione, basati sulla “Lampada per il Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=81 di Atisha https://www.sangye.it/altro/?p=11767, che inizia rendendo omaggio a Manjushri, seguito da una strofa di lode al Buddha.

Mi prostro al più grande dei Shakya,

il cui corpo è formato da dieci milioni di virtù perfette,

La cui parola soddisfa le speranze degli infiniti esseri,

La cui mente percepisce tutto così com’è.

L’insegnamento del Buddha non dipende solo dalla fede, è basato sulla ragione. Ciò che disse il Buddha può essere messo alla prova della ragione. Più tardi, i maestri di Nalanda, come Nagarjuna, hanno mostrato quanto sia importante esaminare l’insegnamento del Buddha alla luce della ragione e stabilire che era un insegnante incomparabile.

L’India ha una buona e lunga tradizione di mostrare rispetto per tutte le tradizioni spirituali ed in questa terra sono fiorite molte e differenti tradizioni.

Sono un monaco buddista che ha studiato logica ed epistemologia. Ho imparato che punti di vista come quelli proposti dalla Scuola della Sola Mente riguardo alla non dualità di soggetto e oggetto possono essere messi alla prova della ragione. Oggi, anche gli scienziati ammirano la presentazione ampia e ragionata del buddismo sul funzionamento della mente e delle emozioni. Quando siamo bambini nei monasteri studiamo la mente e la consapevolezza; impariamo i 51 fattori mentali onnipresenti https://www.sangye.it/altro/?p=6510, determinanti https://www.sangye.it/altro/?p=6510, positivi https://www.sangye.it/altro/?p=6527, negativi principali https://www.sangye.it/altro/?p=6512, negativi secondari https://www.sangye.it/altro/?p=6547, variabili https://www.sangye.it/altro/?p=6507.
Quanto a me, ho studiato
la Raccolta degli Argomenti, la mente e la logica, così come la Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9194 e gli insegnamenti Madhyamaka. È importante studiare i testi classici, alcuni dei quali ho anche memorizzato”.

Sua Santità ha ricordato una strofa de “La Lode al Sorgere Dipendente

https://www.sangye.it/altro/?p=9109 di Jé Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=11772 che vale anche per lui.

Diventare ordinato nella via del Buddha

non essendo negligente nello studio delle sue parole,

e con la pratica yoga di grande determinazione,

questo monaco si dedica a quel grande dispensatore di verità.

Ha notato che in esilio i tibetani avevano cercato l’aiuto del governo indiano, guidato dal Pandit Nehru, prima per creare scuole separate dove i bambini tibetani potessero studiare nella loro lingua. Successivamente, nell’India meridionale furono ristabiliti i grandi monasteri che erano stati centri di apprendimento in Tibet.

Risalendo al settimo secolo, Sua Santità ha descritto come il re Songtsen Gampo, nonostante i numerosi stretti legami con i cinesi, scelse di modellare la scrittura tibetana sull’alfabeto indiano Devanagari. Un secolo dopo, quando Shantarakshita fu invitato in Tibet, riconobbe il potenziale della lingua e raccomandò fortemente che la letteratura buddista fosse tradotta in tibetano. Ciò ha portato agli oltre 300 volumi del Kangyur, le parole del Buddha, e del Tengyur, trattati successivi, a cui alla fine furono aggiunti 10.000 trattati di studiosi tibetani.

I comunisti cinesi hanno tentato senza successo di limitare la cultura buddista tibetana, ed è chiaro che la filosofia buddista tibetana è più profonda del comunismo cinese. In contrasto con tale ideologia, i tibetani esercitano una sorta di democrazia buddista nei loro monasteri e conventi. Le tradizioni del Tibet sono vaste e profonde ed hanno il potenziale d’armonizzarsi con la scienza moderna.

Sua Santità ha reso noto che poiché è lunedì, questa mattina ha consultato i suoi medici, che hanno valutato il suo polso, esaminato la sua urina e così via, giudicandolo completamente in forma. Sua Santità rise ed esclamò esuberante: “Lhamo Döndhup kyi ih ih”.

Mentre leggeva i versi de “I Punti Abbreviati degli Stadi della Via dell’Illuminazionehttps://www.sangye.it/altro/?p=1654 Sua Santità ha notato il rispetto devoluto ai lignaggi profondi ed estesi del sentiero verso l’illuminazione e ai loro pionieri: Nagarjuna e Asanga. La loro pratica soddisfa obiettivi a breve ed a lungo termine.

La strofa seguente delinea le quattro grandi qualità degli Stadi del Sentiero.

Saprai che gli insegnamenti sono privi di contraddizioni;

Come prendere tutte le scritture come istruzioni personali;

Scoprirai facilmente le intenzioni del Vincitore,

E sarà anche protetto dall’abisso del grande errore.

Quando il ritornello: ‘Io, uno yogi, ho praticato in questo modo; anche tu, che aspiri alla liberazione, dovresti fare lo stesso’, verificato per la prima volta, Sua Santità ha chiarito che questo è ciò che Tzongkhapa ha originariamente scritto. Tuttavia, quando il suo testo venne recitato come una preghiera, queste righe furono adattate per leggere: “Questo è ciò che ha fatto il mio venerato e santo maestro, e io, che cerco la liberazione, farò lo stesso”.

Non sorgerà una vera aspirazione alla libertà,

Senza lo sforzo di considerare gli inconvenienti della vera sofferenza;

A meno di non pensare alle sue fonti, le fasi del coinvolgimento

Nell’esistenza ciclica, non saprai come recidere la sua radice.

Questa strofa segna l’inizio del percorso di una persona di capacità intermedia.

Sua Santità ha osservato che se fosse rimasto in Tibet, non avrebbe potuto approfondire ed estendere la sua comprensione del mondo. Così com’è, in esilio ha incontrato tutti i tipi di persone di tutti i ceti sociali, imparando da loro. Inoltre, le innovazioni tecnologiche, come Internet ed i telefoni cellulari, gli hanno permesso di scambiare opinioni con persone ovunque.

Ha riferito i commenti fatti da Appa Pant, ex funzionario politico per l’India del Regno del Sikkim, quando lo visitò allo Swarag Ashram. Guardando lontano disse: “È molto positivo che Lei rimanga qui, dove la luce delle Sue parole si diffonderà in tutto il mondo”.

In un’altra occasione un rappresentante del Congresso negli Stati Uniti sottolineò che, sebbene l’Esercito Popolare di Liberazione cinese fosse composto da un milione di soldati, non poteva superare il solo Dalai Lama.

Con la strofa che inizia: “Donare è un gioiello che soddisfa le speranze degli esseri viventi”, il testo inizia a descrivere la pratica delle sei perfezioni. Queste includono il donare, la condotta etica, la pazienza e lo sforzo costante, che culminano nella concentrazione e nella saggezza.

La concentrazione è come un re che domina la mente.

Una volta posizionata, rimane immobile, come il re delle montagne.

Quando direzionata, si impegna con ogni tipo di oggetto virtuoso,

Ed induce la grande beatitudine di un corpo e di una mente malleabili.

La saggezza è l’occhio per vedere la talità profonda;

Il sentiero che sradica totalmente l’esistenza mondana,

Ed il tesoro della conoscenza lodato in tutte le scritture,

Rinomata come la migliore lampada per dissipare l’oscurità della confusione.

Sua Santità ha alluso alle quattro assurdità logiche https://www.sangye.it/altro/?p=11541 che, nel suo “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 spiega Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 sarebbero risultate se le cose avessero un’esistenza oggettiva. Ha rivelato di riflettere ogni giorno nella sua meditazione su questi quattro punti. Che tu pensi al sé delle persone, alla coscienza o altro, ha proseguito, tutto sembra avere una sorta di esistenza oggettiva ed indipendente. Quando alla tua mente appare l’oggetto di negazione e desideri confutarlo, stai conducendo un’analisi su come le cose esistono.

1) La mente dell’essere Arya, dopo aver analizzato l’affermazione che le cose abbiano delle caratteristiche intrinseche, è assorbita nella vacuità. Se le cose avessero queste caratteristiche intrinseche, la mente di un Arya le avrebbe riconosciute. Se le cose avessero un’esistenza intrinseca, l’equilibrio meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe un distruttore di quell’entità (il che è logicamente assurdo).

Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in modo dipendente,

le cose verrebbero distrutte negandole:

la vacuità sarebbe allora causa di distruzione delle cose.

Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6.34

2) Se le cose avessero un’identità intrinseca, senza dipendere da altri fattori, la realtà convenzionale dovrebbe resistere all’analisi ultima (il che è logicamente assurda). Se potessimo evidenziare un’identità, dovrebbe resistere all’analisi finale. Tuttavia, lo Yogi non trova nulla, né questo né quello, da indicare. Altre scuole dicono che un oggetto di cognizione valida deve essere qualcosa di oggettivo là fuori, ma una cognizione valida è una cognizione secondo la quale l’oggetto esiste come percepito.

Le scuole di pensiero inferiori affermano che dovrebbe esserci una cognizione valida con caratteristiche autodefinite. Se così fosse, quell’oggetto resisterebbe all’analisi finale. In effetti, non c’è oggetto che abbia un’esistenza intrinseca: è convenzionalmente designato.

Pertanto, quando si analizzano tali fenomeni,

nulla si trova come loro natura a parte la talità.

Quindi, la verità convenzionale del mondo di tutti i giorni

non deve essere sottoposto ad analisi approfondite. 6.35

Se le cose avessero un nucleo essenziale in sé e per sé, ciò porterebbe all’errore logico della realtà convenzionale resistente all’analisi finale.

3) Se le cose con un nucleo essenziale nascessero da una causa, la produzione ultima non potrebbe essere negata.

4) L’insegnamento del Buddha che i fenomeni sono privi di autonatura non sarebbe vero. Quando diciamo che qualcosa è vuoto, si dice che la stessa cosa che stiamo analizzando è vuota di esistenza intrinseca o auto-natura.

Nel contesto della talità, un certo ragionamento non consente il sorgere

da sé o da qualcos’altro, e lo stesso ragionamento

li disabilita anche a livello convenzionale.

Quindi, con quali mezzi allora il tuo sorgere è stabilito? 6.36

Cose vuote che dipendono dalle convergenze,

come riflessi e così via, non sono sconosciute. 6.37

Sua Santità ha concluso che, riflettendo ulteriormente sulle strofe che chiudono il sesto capitolo di “Entrare nella via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259, aspira a raggiungere il sentiero della visione.

Come il Bodhisattva, illuminato dai raggi della luce della saggezza,

vede chiaramente un acino d’uva spina sul palmo aperto della mano,

così percepisce che i tre regni nella loro interezza sono fin dall’inizio non nati,

e attraverso la forza della verità convenzionale, si dirige verso la cessazione. 6.224

Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,

genera anche compassione per gli esseri privi di protezione.

Avanzando ulteriormente, eclisserà anche attraverso la sua saggezza

tutti i nati dal discorso del Buddha e i Buddha di mezzo. 6.225

E, come un re dei cigni che si libra davanti ad altri cigni affermati,

dispiegando le bianche ali della verità convenzionale ed ultima,

così, spinto dai potenti venti della virtù, il Bodhisattva navigherebbe

all’eccellente riva lontana, le qualità oceaniche dei conquistatori. 6.226

Ha aggiunto che Chandrakirti avverte che la talità, come è stato spiegato, è molto profonda ed affascinante, tuttavia le persone con una familiarizzazione precedente se ne renderanno sicuramente conto, sebbene altri, nonostante la vasta cultura, non riusciranno a comprenderla.

Sua Santità ha intrapreso i preparativi per i riti preliminari dell’iniziazione di Avalokiteshvara che conferirà domani. Mentre lo faceva, i presenti recitavano “Om mani padme hung”, al che li ha incoraggiati ad entrare nel mandala assicurandoli che saranno accuditi, di vita in vita, da Avalokiteshvara.

I rituali preliminari includevano la generazione della mente del risveglio di bodhicitta, la distribuzione dell’acqua benedetta, corde di protezione e rametti corti e lunghi di erba kusha. I presenti sono stati incoraggiati a esaminare i propri sogni.

Mentre concludeva i lavori, Sua Santità ha assicurato all’assemblea: “Ci rivediamo domani”.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15142 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/concise-stages-of-the-path-to-enlightenment-avalokiteshvara-jinasagara-empowerment, https://www.facebook.com/DalaiLama/videos/430445435290491 ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/la-lampada-per-il-sentiero-dellilluminazione, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/602349321310503 tradotto da Fabrizio Pallotti che ringraziamo.


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