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Convocazione dell’Università Gelukpa e consegna dei diplomi di Geshé Lharampa
Gennaio 5th, 2024 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Dobbiamo cercare le ragioni alla base dell’insegnamento. Non possiamo basarci soltanto sulle parole dei trattati classici, dobbiamo trasformare il loro significato in un’esperienza viva.

3 gennaio 2024. Bodhgaya, Bihar, India – Questa mattina, Sua Santità il Dalai Lama è stato invitato a presiedere alla convocazione dell’Università Gelukpa ed all’assegnazione dei diplomi di Gheshé Lharampa ai Gheshé che si sono laureati negli ultimi quattro anni. Sua Santità è stato accolto all’ingresso del Kalachakra Ground dagli abati delle grandi sedi monastiche della conoscenza nel sud dell’India – Ganden, Drepung e Sera – che lo scortarono sul palco. Sua Santità sedeva al centro con Ganden Tri Rinpoché alla sua destra e Jangtsé Chöjé Rinpoché alla sua sinistra.

I lavori si sono aperti con un verso di omaggio al Buddha:

Rendo omaggio al capo del clan Shakya,
che nacque nel lignaggio Shakya per compassione e mezzi abili,
che era invincibile e sconfisse le forze degli esseri malvagi
e
d il cui corpo era come una maestosa montagna dorata.

Il moderatore per l’occasione, Geshé Tulku Tenzin Sherab, ha dato il benvenuto sul palco a Sua Santità, così come ad altri ospiti e dignitari. Ha spiegato che dopo l’aggressione del 1959 che distrusse gran parte della tradizione buddista in Tibet, molti tibetani sono riusciti a raggiungere l’India grazie alle benedizioni di Sua Santità. I monaci si riunirono in un accampamento a Buxaduar, dove, sotto la guida di Sua Santità e dei suoi due tutori, fu istituita una commissione d’esame di Geshé Lharam. Intanto i monaci appartenenti alle tre grandi Università Monastiche mantenevano vive le loro tradizioni di studi. Il moderatore ha dichiarato che non può essere ripagata la gentilezza di Sua Santità nel condurre ed ispirare tutto questo.

Nel 1970 fu istituita una commissione d’esame Gelukpa, composta da abati e funzionari d’esame, che stabilirono procedure e regole. Da allora si sono diplomati più di 1.000 Geshé. Molti di loro servono il Dharma in diverse parti del mondo.

Ganden Tri Rinpoché è stato quindi invitato a parlare: “Il custode del Buddhadharma, Sua Santità il Dalai Lama, è oggi qui con noi, mentre ci riuniamo per celebrare la Convocazione dell’Università Gelukpa e la cerimonia di assegnazione dei diplomi. Coloro che oggi si laureano hanno studiato a fondo, hanno esercitato la logica ed il dibattito e si sono presentati agli esami. Di conseguenza, riceveranno i diplomi Lharampa. Come ha consigliato Jé Rinpoché, dobbiamo studiare, riflettere ed integrare ciò che abbiamo imparato interiormente.

Una volta conseguito il titolo di Geshé, è consuetudine entrare nel Collegio Tantrico di Gyudmé o Gyudtö per studiare i quattro commentari intrecciati di Guhyasamaja https://www.sangye.it/altro/?p=11213. Questa è una tradizione che è stata tramandata ininterrottamente dai tempi di Jé Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=11772. Ci sono altri testi da memorizzare per i Geshé neolaureati, ma ciò che è particolarmente importante è poter trasmettere la lettura del commentario di Guhyasamaja https://www.sangye.it/altro/?p=891. Invito tutti voi a impegnarvi in questo senso. Come diceva Serkhong Tsenshab Rinpoché, è essenziale mantenere viva questa tradizione.

Prego affinché Sua Santità il Dalai Lama e i leader di tutte le altre nostre tradizioni buddiste possano vivere a lungo”.

“Oggi si conclude il Mönlam Chenmo o Festival della Grande Preghiera”, ha annunciato Sua Santità. “Tutti noi qui riuniti siamo seguaci del Buddha. Dovremmo riconoscere che l’insegnamento del Buddha non riguarda la recitazione di preghiere e l’esecuzione di rituali. Si tratta principalmente di usare la nostra mente per coltivare la mente del risveglio di bodhicitta e la visione profonda della vacuità.

Come monaco buddista, nel momento in cui mi sveglio al mattino genero la mente del risveglio e la comprensione della vacuità, quindi la mia giornata è intrisa di questi principi. Generare bodhicitta mi consente di realizzare gli obiettivi miei e degli altri e chiamo tutti gli esseri senzienti come miei ospiti alla festa dell’illuminazione.

Faccio anche del mio meglio per combinare bodhicitta con la visione della vacuità, che è la via per superare le afflizioni mentali e le concezioni disturbanti. Per quanto potenti possano essere le afflizioni mentali e le concezioni disturbanti, sono radicate nell’ignoranza e quindi prive di solide basi. Bodhicitta e vacuità invece sono più potenti e sono supportate dalla logica e dalla ragione.

Jé Tsongkhapa ha consigliato:

All’inizio m’impegnavo molto nell’apprendimento.
Nel mezzo, tutti gli insegnamenti mi sono apparsi come istruzioni spirituali.
Alla fine, mi sono esercitato giorno e notte.
Ho dedicato tutt
e queste virtù affinché il dharma fiorisse.

Pertanto, più impariamo, più acquisiamo comprensione ed esperienza. Il Buddhadharma è logico e razionale. Come menzionato in ‘Entrare nella Via del Bodhisattva’ https://www.sangye.it/altro/?p=2346 di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=11776 non c’è niente che, con la familiarizazione, non diventi più facile. Più acquisiamo familiarità con la vacuità, più la nostra ignoranza si ridurrà.

Lavoro ogni giorno per integrare nella mia mente bodhicitta e la vacuità ed osservo l’impatto che ne deriva. Lo yoga della divinità è importante, ma essere in grado di coltivare la mente del risveglio di bodhicitta e la comprensione della vacuità lo sono ancora di più. Vi esorto a perseguire davvero queste pratiche, fiducioso che vi faranno sentire a vostro agio. Bodhicitta e vacuità sono ciò che dà significato alla vita. Impegnarsi nello yoga della divinità in assenza di bodhicitta e di vacuità sarà inefficace.

In questo giorno in cui ricevete i vostri diplomi Lharampa, possiamo riconoscere che studiare il Buddhadharma è un qualcosa di incredibile. È un qualcosa di particolare per il Tibet. Ho amici provenienti da molti altri paesi buddisti, ma pochi di loro studiano come noi. I miei studi sono iniziati quando ero un bambino piccolo. Come vi ho detto l’altro giorno, quando avevo circa tre anni, ho visitato il monastero di Kumbum e sono rimasto colpito dalla visione e dalle armonie dei giovani monaci che si prostravano mentre recitavano “Om ara patsa na dhih”. Mi sono sentito spinto ad imitarli. A tempo debito arrivai nel Tibet centrale per iniziare i miei studi formali. Questi includevano argomenti collettivi, la mente e la consapevolezza e lo studio della logica e della ragione. Ciò che effettivamente consolidò questi studi fu la pratica del dibattito.

Potremmo essere preoccupati per l’attuale situazione nel mondo. Potremmo essere preoccupati per le sfide ambientali che affrontiamo, ma Manjushri rafforzerà la nostra intelligenza per essere in grado di risolvere i problemi che affrontiamo. Questo è tutto quello che voglio dire per ora.”

Il moderatore ha spiegato che gli oltre 300 diplomati Gheshé sarebbero saliti sul palco dove Ganden Tri Rinpoché avrebbe consegnato loro i diplomi di laurea con sciarpe di seta bianca drappeggiate intorno al collo. Dopo aver ricevuto i diplomi di laurea, prima di lasciare il palco ciascuno dei Gheshé si è inchinato davanti a Sua Santità.

I Geshé diplomati in ciascuno degli ultimi quattro anni si sono riuniti a gruppi attorno a Sua Santità per una foto di gruppo.

Sua Santità ha espresso il desiderio di parlare ancora una volta ai presenti.

Jé Rinpoché ci ha esortato, qualunque cosa ascoltiamo o leggiamo, ad applicare il quadruplice ragionamento per capirla veramente. Potremmo chiederci in relazione a un qualcosa: “È una particella? O non è una particella? È sia una particella che una non particella? Oppure non è né una particella né una non particella?”

Dopo aver acquisito una certa comprensione, la esploriamo e la verifichiamo nel dibattito. È così che acquisiamo convinzione nell’insegnamento. Poi estendiamo la nostra comprensione riflettendo giorno e notte sul significato di qualunque cosa abbiamo studiato. Questo approccio appartiene soprattutto alla tradizione del Nalanda. Shantarakshita ed altri studiosi indo-tibetani rifletterono su ciò che avevano imparato e lo integrarono dentro di loro. È importante fare anche questo. Il punto è studiare, riflettere e praticare.

Dobbiamo cercare le ragioni alla base dell’insegnamento. Non possiamo basarci soltanto sulle parole dei trattati classici, dobbiamo trasformare il loro significato in un’esperienza viva.

Quelli di voi che hanno ricevuto i diplomi di Gheshé oggi hanno agito bene. Ora vi esorto a dare l’esempio agli altri, mettendo in pratica ciò che avete imparato. Attraverso lo studio, la riflessione e la meditazione potete integrare ciò che avete imparato.

L’altro ieri un forte terremoto ha scosso il Giappone. Molte persone ora sono in ansia per quello che accadrà dopo. Il Giappone è un paese buddista dove si recita anche il ‘Sutra del Cuore’ https://www.sangye.it/altro/?p=6098. Ogni volta che si verifica un disastro in qualsiasi parte del mondo, dovremmo provare compassione per le persone colpite. Quindi, oggi, recitiamo insieme il ‘Sutra del Cuore’ per il popolo giapponese, in particolare per le vittime del terremoto”.

L’intero assemblea dei presenti si è unita nel canto del “Sutra del Cuore” come Sua Santità aveva consigliato, completandolo con alcune recitazioni del mantra della Dakini dal Volto di Leone https://www.spreaker.com/episode/20180419-1930-ltz-dakini-dal-volto-di-leone—14582316, https://www.iltk.org/wp-content/uploads/2021/04/Preghiere_Insegnamenti..pdf, https://www.facebook.com/Singamukha/, https://www.iltk.org/wp-content/uploads/2022/05/PreghierePrimaDellInsegnamento.pdf.


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