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Sua Santità il Dalai Lama: Elogio ai 17 Maestri di Nalanda
Marzo 13th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: L’etica oltre la religione implica prendere in considerazione l’intera umanità, perché tutti vogliamo sopravvivere. Pertanto, dobbiamo vivere qui e ora come buoni esseri umani. Abbiamo bisogno dell’etica per guidare il nostro pensiero ed il nostro comportamento, perché tutti abbiamo bisogno di vivere insieme in armonia.

12 marzo 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Non appena Sua Santità il Dalai Lama è apparso questa mattina, i monaci della Mongolia hanno iniziato a cantare il “Sutra del cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 seguito da un’offerta del mandala davanti ad un ritratto di Sua Santità sul trono nel monastero di Gandantegchenling.

Nelle osservazioni introduttive, il Khamba Lama ha reso omaggio a Sua Santità e gli ha porto i saluti a nome del monastero e di tutti i monaci e le monache della Mongolia. Ha osservato che la tradizione di Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 è fiorita in Mongolia dai tempi di Sonam Gyatso, il terzo Dalai Lama. Il Khamba Lama ha osservato che fin dalla prima visita in Mongolia nel 1979 Sua Santità ha incoraggiato la rinascita del Dharma proprio in quel Paese. Gli anziani monaci sopravvissuti furono molto commossi dalla sua preoccupazione.

Successivamente, i monaci mongoli sono stati in grado di andare in India per studiare ed alcuni hanno conseguito la laurea di Geshé Lharampa ed hanno continuato a completare anche i loro studi tantrici. La tradizione di Nalanda è stata ripresa in Mongolia, e per questo motivo il Khamba Lama ha espresso la sua gratitudine. Ha concluso chiedendo a Sua Santità di vivere a lungo e di continuare a girare la ruota del Dharma.

Sua Santità ha iniziato il suo insegnamento recitando il verso di saluto dalla fine della “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906.

Mi prostro a Gautama

Che per compassione

Ha insegnato l’Eccelso Dharma,

Il che porta all’abbandono di tutte le visioni (distorte).

“C’è un verso dalle Centinaia di Divinità della Terra Gioiosa – (Ganden Lha gya ma) che recitiamo tutti, che indica che, per quanto erudito tu possa essere, è un errore usare il tuo apprendimento per ottenere guadagno e fama. Non dobbiamo mescolare la nostra pratica con le otto preoccupazioni mondane (Attaccamento a: Guadagno, Piacere, Lodi, Fama; Avversione a: Perdite, Dolore, Biasimo, Cattiva reputazione).

Il Buddha le ha abbandonate completamente quando ha intrapreso il percorso verso l’illuminazione.

Allo stesso modo, Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?cat=10 ha studiato in diversi monasteri ed ha sostenuto gli esami senza pensare alle otto preoccupazioni mondane. È andato in ritiro a Wölkha semplicemente per esercitarsi. Poi a Lhading si dedicò alla meditazione sulla vacuità. Mentre era lì, ebbe una visione od un sogno di Nagarjuna con i suoi cinque discepoli principali. Tra loro sognò che Buddhapalita si fece avanti e toccò il capo di Jé Rinpoché col trattato che porta il suo nome. Il giorno dopo, leggendo quel libro, Jé Rinpoché si rese conto del sorgere dipendente, ossia che le cose sono prive di esistenza indipendente. Ed ottenne così una chiara realizzazione della vacuità. Tutti i suoi dubbi furono fugati.

“Se leggete i cinque trattati che Jé Rinpoché scrisse sull’argomento: ‘Oceano dei Ragionamentihttps://www.sangye.it/altro/?p=11191; “Delucidazione del pensiero”; la sezione speciale di approfondimento del “Grande Trattato sugli Stadi del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?cat=110, nella sezione speciale di approfondimento del “Trattato di media lunghezza sugli stadi del sentiero” e l’ Essenza della Eloquenza“, vedrete come Tsongkhapa comprendeva la Via di Mezzo “.

Sua Santità ha citato tre versi dal sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?cat=110 di Chandrakirti che menzionano le assurdità logiche che derivano se si afferma che le cose e gli esseri esistono intrinsecamente. Sono che la mente di un essere nobile, totalmente assorbita nella vacuità, sarebbe una distruttrice di entità; che la verità convenzionale resisterebbe all’analisi di una mente razionale; che non può essere negata la produzione assoluta di cose e che l’affermazione del Buddha “i fenomeni mancano di autoesistenza” non sarebbe vera.

Sua Santità ripete a se stesso queste righe e le riflette quotidianamente.

Ha osservato che Jé Rinpoché afferma nel suo “Grande Trrattato sugli Stadi del Sentierohttps://www.sangye.it/altro/?cat=110 che le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 sono il fondamento sia del veicolo di base che del grande veicolo. Queste verità formano la struttura per tutto ciò che il Buddha ha insegnato.

Sua Santità ha annunciato che avrebbe letto “Illuminare la triplice fede: un’invocazione ai Diciassette Grandi studiosi-adepti della gloriosa Nalanda” https://www.sangye.it/wordpress2/?p=1789, ma avrebbe iniziato con il colophon per fornire uno sfondo storico per le invocazioni. La frase che inizia: “Pertanto, analizzando da vicino i suoi insegnamenti, con una mente imparziale e curiosa …” ha spinto Sua Santità a notare che imparziale è menzionato anche nelle righe dei “400 Versi” di Aryadeva:

Un ascoltatore imparziale, intelligente ed interessato

è chiamato vaso.

Ha chiarito che se sei imparziale, vedrai cosè utile; se non puoi distinguere tra insegnamenti giusti e quelli sbagliati, dovrai essere intelligente. Oltre a questo, dovrai essere interessato, avere l’aspirazione a perseguire la strada. È necessario analizzare gli insegnamenti con una mente imparziale, indagatrice e senza pregiudizi.

Sua Santità ha ricordato che tra gli “aspiranti amici del Dharma che lo hanno incoraggiato” a comporre queste invocazioni c’era Kyabjé Trulshik Rinpoché.

Il primo verso offre lode al Buddha per aver impartito l’insegnamento. Nella suaLode all’Origine Dipendentehttps://www.sangye.it/altro/?p=1657 Jé Tsongkhapa scrive:

Diventare ordinato nella via del Buddha

senza negligenza alcuna nello studio delle sue parole,

e con la pratica dello yoga di grande risolutezza,

questo monaco si dedica a quel grande generatore di verità.

Per la gentilezza dei miei lama,

Ho incontrato gli insegnamenti dei più grandi maestri.

Esistono antidoti specifici a particolari afflizioni mentali, ma Sua Santità ha citato l’osservazione di Aryadeva, secondo cui l’ignoranza della realtà permea tutte le afflizioni mentali proprio come il senso del tatto pervade il corpo. Distruggendo l’ignoranza, tutte le afflizioni mentali vengono eliminate.

Il secondo verso invoca Nagarjuna che ha scritto le Sessanta stanze di ragionamenti https://www.sangye.it/altro/?p=1073. Sua Santità ha citato delle strofe dalla “Saggezza fondamentale” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 che li riassumono.

Ciò che è sorto in modo dipendente

Viene spiegato come vacuità.

Essendo una designazione dipendente,

È essa stessa la via di mezzo.

Non esiste alcunché

Che non sia derivato in modo dipendente.

Pertanto, non esiste nulla

Che non sia vacuità.

La terza strofa invoca il principale discepolo di Nagarjuna, Aryadeva, che consigliò:

Per prima cosa evita ciò che è privo di meriti,

Quindi evita (le idee di un)(grossolano);

Successivamente evita ogni tipo di opionione.

Chi lo sa è saggio.

La quarta strofa richiama alla mente Buddhapalita, mentre la quinta loda l’erudito Bhavaviveka che affermò una visione che aiutò quei discepoli che non erano in grado di accettare la mera designazione. La sesta invoca Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 i cui scritti tantrici includono la “Chiara Lampada” e che compose “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259, il suo autocommentario e “Parole chiare” per chiarire la visione della Madhyamaka.

Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15, invocato nella settima strofa, scrisse “Entrando nella via di un Bodhisattva”

https://www.sangye.it/altro/?p=2346.

La trasmissione di questo libro s’affievolì nel Tibet centrale”, ha osservato Sua Santità, “quindi ho fatto uno sforzo speciale per riceverlo da Khunu Lama Rinpoché. E, da quel momento, ne tengo sempre una copia e la leggo, soprattutto i capitoli settimo https://www.sangye.it/altro/?p=2412 ed ottavo https://www.sangye.it/altro/?p=2418“.

L’ottava strofa richiama alla mente Shantarakshita, che i tibetani devono ringraziare per aver introdotto in Tibet un approccio all’insegnamento del Buddha che combinava lo studio della filosofia con la logica. Il prossimo è Kamalashila https://www.sangye.it/altro/?p=1698, il suo discepolo, che mise in guardia contro i pericoli di fare affidamento esclusivamente sulla meditazione non concettuale.

I versi successivi invocano Asanga, Vasubandhu e Dignaga che scrisse il “Compendio della logica” che così si apre: “Saluto colui che è diventato una persona autorevole”. Seguono Dharmakirti, Vimuktisena, Haribadra, Gunaprabha, Shakyaprabha e Atisha.

Nagarjuna spiegò gli insegnamenti sulla perfezione della saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=2788 a cui si allude nelle prime due righe della ventesima strofa:

Attraverso la comprensione del significato delle due verità, la realtà fondamentale di come stanno le cose,

Attraverso le quattro verità accerto come gli esseri giungono e lasciano l’esistenza ciclica;

Le strofe 21, 22 e 23 rappresentano un’aspirazione allo studio ed alla pratica, mentre la 25° conclude: A causa di queste invocazioni, posso lavorare per gli esseri senzienti finché ci sarà lo spazio. Sua Santità ha commentato che quello che aveva dato era un breve insegnamento guida del testo che aveva composto vent’anni fa.

È seguito un breve intermezzo durante il quale il Direttore di “Achlalt khuukhduud”, un orfanotrofio e casa di riposo, ha rivolto i più cordiali saluti a Sua Santità. Ha spiegato che l’ONG che guida aiuta orfani, indigenti, anziani e disabili. Nel 2015 hanno lanciato un progetto per costruire un centro di cura per raggiungere questi obiettivi. Ha espresso grande gratitudine a Sua Santità per la sua donazione a sostegno del loro lavoro.

Sua Santità ha risposto: “In quanto esseri umani, tutti dipendiamo dalla comunità o dalla società in cui viviamo. Siamo nati soli, ma non possiamo vivere da soli. Siamo naturalmente connessi e dipendenti dagli altri, quindi dobbiamo essere compassionevoli e gentili nei loro confronti.

Una cosa per cui dobbiamo lavorare sodo è ridurre il divario tra ricchi e poveri. Dobbiamo considerare costantemente la felicità dell’intera umanità. Questo è il motivo per cui è così importante che ci prendiamo cura dei bisognosi, specialmente di quelli vecchi ed infermi “.

Nel rispondere alle domande del pubblico, Sua Santità ha consigliato che, se quando affrontiamo delle difficoltà, e cerchiamo una guida attraverso le divinazioni, è importante consultare una persona affidabile e qualificata.

Residenti e minatori della città di Erdenet hanno chiesto consiglio a Sua Santità in merito all’estrazione ed alla protezione dell’ambiente naturale, il quale ha risposto che le opere di scavo delle risorse naturali della terra va avanti da tempo immemorabile. Tuttavia, se è fatto in modo eccessivo, può portare ad uno squilibrio della natura. In questi giorni è evidente che, ad esempio, continuare a bruciare carbone provoca danni all’ambiente. Ci sono alternative. Possiamo invece fare affidamento sull’utilizzo dell’energia solare e delle turbine eoliche per generare elettricità, il che è più protettivo per l’ambiente.

A chi ha chiesto cosa fare quando gli sforzi per fare del bene provocano rabbia negli altri. Sua Santità ha raccomandato di coltivare l’umiltà, di considerarsi inferiore a tutti, di accettare la sconfitta e di offrire loro la vittoria.

Un altro interlocutore voleva sapere perché sembra che coloro che sono motivati dalla compassione e dalla verità diventino vittime, mentre coloro che sono ingiusti e violenti hanno successo. Sua Santità ha sottolineato che la parola chiave qui era “sembra”. La realtà è che coloro che abusano del loro potere non sono felici. La cattiva volontà ti rende infelice, mentre se sei onesto e sincero le persone si fideranno di te e ti sentirai appagato.

Alla domanda di paragonare i mongoli con le altre persone che ha incontrato, Sua Santità ha osservato che i mongoli sono buddisti che vivono in un paese buddista. Storicamente c’erano tra loro grandi studiosi che attraverso lo studio, la riflessione e la meditazione divennero dotti rimanendo umili e gentili. Ha notato che oggi scienziati e neuroscienziati sono sempre più interessati a ciò che il buddismo ha da dire sul funzionamento della mente.

Infine, Sua Santità ha spiegato che “l’etica oltre la religione” implica prendere in considerazione l’intera umanità, perché tutti vogliamo sopravvivere. Pertanto, dobbiamo vivere qui e ora come buoni esseri umani. Abbiamo bisogno dell’etica per guidare il nostro pensiero ed il nostro comportamento, perché tutti abbiamo bisogno di vivere insieme in armonia. Abbiamo bisogno di amore e compassione. Poiché il divario tra ricchi e poveri nel mondo sarà solo una fonte di problemi, dobbiamo trovare modi per garantire una distribuzione più equa della ricchezza.

Il coordinatore ha ringraziato Sua Santità per il suo insegnamento, augurandogli di vivere a lungo per beneficiare il Dharma e gli esseri senzienti. Ha annunciato che la sessione della giornata era terminata. Sua Santità ha dichiarato che domani insegnerà i “Tre Aspetti Principali del Sentiero” – “Ci vediamo allora” – e salutò con la mano.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14599 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/three-principal-aspects-of-the-path-praise-to-the-17-nalanda-masters,

ed il video tradotto in italiano da Fabrizio Pallotti http://it.dalailama.com/videos/i-tre-principali-aspetti-del-sentiero-e-lelogio-ai-17-maestri-di-nalanda,


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