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Sua Santità il Dalai Lama: Le quattro nobili verità e le due verità
Aprile 9th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “E’ importante comprendere l’insegnamento del Buddha alla luce della ragione e della logica.”

7 aprile 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India. Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha salutato i suoi ospiti online, l’Unione Buddhista Italiana, ed ha preso posto. La sessione è iniziata immediatamente con una recita del ‘Sutra del Cuore’ in italiano. Al termine, il presidente dell’Unione Buddhista Italiana, Filippo Scianna, ha porto il benvenuto a Sua Santità a nome dell’Unione Buddhista Italiana, che ha spiegato comprende membri provenienti da una vasta gamma di tradizioni buddhiste. Oltre al loro interesse per il buddismo, i membri forniscono aiuto umanitario dove è necessario e coltivano relazioni amichevoli con altre tradizioni religiose. Il Presidente ha dichiarato che Sua Santità è la loro fonte di ispirazione e gli ha chiesto di conferire l’insegnamento.

“Oggi, voi italiani mi avete chiesto di parlare delle Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 e delle Due Verità”, ha risposto Sua Santità. “Ci sono molte diverse tradizioni religiose nel mondo. Possono differire da un punto di vista filosofico, ma condividono un messaggio comune sull’importanza dell’amore e della compassione. In India, la pratica di ‘ahimsa’, non-violenza o di non-danneggiare, e ‘karuna’, compassione, sono fiorite negli ultimi 3.000 anni circa. Inoltre, in India, tutte le grandi religioni del mondo convivono fianco a fianco pacificamente.“Da quando sono stati raggiunti migliori contatti tra Oriente e Occidente, sempre più persone si sono interessate agli insegnamenti buddisti appartenenti sia alla tradizione Pali che a quella sanscrita.
“Quando Shantarakshita fu invitato in Tibet dal re Trisong Detsen, introdusse la Tradizione
di Nalanda. Era un grande maestro di filosofia così come di logica ed epistemologia, come rivelato in due libri che scrisse: ‘Un Compendio della Realtà’ (Tattvasamgraha) e l’ ‘Ornamento della Via di Mezzo’ (Madhyamakalalamkara).
“Dall’ottavo secolo i tibetani hanno seguito la filosofia Madhyamaka o
della Via di Mezzo attraverso la logica e la ragione. Così facendo si sono ispirati al Buddha che consigliava: “Come i saggi testano l’oro bruciandolo, tagliandolo e strofinandolo, così, oh bhikshus, dovreste accettare le mie parole solo dopo averle testate e non solo per rispetto nei miei confronti”. Poiché la nostra tradizione è basata sulla logica e sulla ragione, oggi anche gli scienziati che ne mostrano interesse possono relazionarsi con essa.
“Le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=10772 sono il fondamento dell’insegnamento del Buddha. Tuttavia, subito dopo la sua illuminazione si dice che abbia detto:
“Profondo e pacifico, libero da elaborazioni, chiara luce e non composto.
Ho trovato un Dharma simile al nettare.
Tuttavia, se dovessi insegnarlo, nessuno lo capirebbe,
Quindi, resterò in silenzio qui nella foresta.

“Ma quando incontrò i suoi cinque vecchi compagni e questi gli chiesero di insegnare, le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=4371 sono ciò che egli insegnò loro.
“Secondo la tradizione sanscrita, il Buddha girò
per tre volte la ruota del Dharma, tre giri di insegnamento. Il primo riguardava le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=6194, che egli divulgò in termini di natura, funzione e risultato. Quando spiegò la loro natura, dichiarò che la sofferenza deve essere conosciuta, la sua origine deve essere eliminata, e la cessazione deve essere attualizzata coltivando il sentiero. E, l’origine da eliminare è il karma e le afflizioni mentali, che, oltre all’altruismo, sono state spiegate più dettagliatamente nel secondo e nel terzo ciclo di insegnamenti.
“Per quanto riguarda il loro risultato, il Buddha affermò che la sofferenza deve essere conosciuta e tuttavia non c’è nulla da conoscere. Il karma e le afflizioni mentali devono essere superate, ma non c’è nulla da superare.
“Possiamo intendere le parole ‘profondo e pacifico’ nel verso che ho citato sopra come riferite al primo ciclo degli insegnamenti del Buddha e
d alle Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=10182.

Libero da elaborazioni’ indica la perfezione della saggezza del secondo ciclo. La ‘chiara luce non composta’ si riferisce al contenuto del terzo ciclo di insegnamenti del Buddha, specialmente la natura del Buddha e il ‘Tathagatagarbha-sutra’. Durante il secondo ciclo egli trattò la chiara luce oggettiva, che si riferisce alla vacuità, mentre nel terzo ciclo insegnò la luce chiara soggettiva: la chiara luce della mente.
“Le afflizioni mentali sono concezioni distorte. Nagarjuna spiegò che l’ignoranza, che è alla loro radice, si riferisce alla concezione errata che le cose abbiano una vera esistenza. Il suo discepolo Aryadeva sottolineò che ‘come il senso
del tatto [pervade] il corpo, così l’ignoranza è presente in tutte [le afflizioni mentali]. Superando l’ignoranza, si superano anche tutte le afflizioni mentali”. Aryadeva osservò che l’ignoranza può essere eliminata comprendendo il sorgere dipendente”.
Sua Santità ha riconosciuto che è
grazie a Shantarakshita che i tibetani seguono l’insegnamento del Buddha affidandosi alla logica ed alla ragione. Ha notato che questo rende gli aspetti dell’insegnamento del Buddha, in particolare in relazione al funzionamento della mente, accessibili agli scienziati. Questo è rilevante perché c’è una crescente comprensione che i discorsi sulla pace nel mondo saranno soddisfatti solo quando gli individui dentro di loro avranno coltivato la pace della mente.
Una corretta comprensione delle Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=8380 dipende dalla comprensione delle Due Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3819. A questo proposito Sua Santità ha fatto riferimento a dei versi tratti da “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti
https://www.sangye.it/altro/?p=10587.
E proprio come da una cosa vuota come un riflesso
può sorgere una percezione che ne porta la forma, 6.37
allo stesso modo, sebbene tutte le cose siano vuote,
esse sorgono dal
la vacuità in modo robusto.
Poiché non esiste alcuna natura intrinseca in nessuna delle due verità,
i fenomeni non sono né eterni né annichiliti. 6.38
Poiché le azioni non cessano in modo intrinseco,
rimangono potenti anche in assenza di una coscienza fondan
te.
Infatti, in alcuni casi, gli atti stessi possono essere cessati da tempo,
eppure i loro effetti si verificheranno senza dubbio; questo dovresti saperlo. 6.39

Ciò che indica è che, sebbene non possa essere trovata l’esistenza indipendente delle cose s
e la sottoponiamo ad esame, esse esistono per convenzione o designazione. Un’errata concezione basata sull’ignoranza della vera od intrinseca esistenza delle cose può essere eliminata comprendendo la vacuità. Quando capirete che la cessazione può essere raggiunta dentro di voi, sarete in grado di verificare questa verità dalla vostra esperienza personale.

Sua Santità ha citato dei versi finali del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” che fanno luce sulla verità convenzionale e ultima, paragonandoli infine alle ali con cui il re dei cigni vola verso la riva lontana, incoraggiando i suoi ascoltatori ad ascoltare, riflettere e sviluppare l’esperienza di queste verità dentro di sé.

Così, illuminato dai raggi della luce della saggezza,
il
Bodhisattva vede chiaramente, come scorge un’acino di uva spina sul proprio palmo della mano,
che i tre regni nella loro interezza non sono nati fin dal loro inizio,
e
d attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. 6.224

Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,
genera anche compassione per gli esseri privi di protezione.
Avanzando ulteriormente, egli supererà anche attraverso la sua saggezza
tutti quelli nati dalla parola del Buddha e i Buddha intermedi. 6.225

E, come un re di cigni che vola davanti ad altri cigni realizzati,
con le ali bianche delle verità convenzionali e ultime spiegate,
spinto dai potenti venti della virtù, così il Bodhisattva naviga
verso l’eccellente riva lontana, le qualità oceaniche dei conquistatori. 6.22
6

Sua Santità ha ribadito l’importanza di comprendere l’insegnamento del Buddha alla luce della ragione e della logica. Ha citato il detto popolare che paragona la visione Madhyamaka o della Via di Mezzo e la ragione e la logica a due leoni uniti insieme da un giogo al collo. Queste due tradizioni furono introdotte da Shantarakshita e maestri tibetani come Chapa Chökyi Sengé (1109-69), l’abate di Sangphu, formalizzarono in seguito la modalità tibetana del dibattito.
Rispondendo alle domande del pubblico virtuale, Sua Santità ha toccato la tradizione Bön che esisteva in Tibet prima dell’arrivo a Lhasa della statua del Jowo di Buddha Shakyamuni, portata dalla principessa cinese che sposò il re Songtsen Gampo. Più tardi, Shantarakshita incoraggiò il re Trisong Detsen a tradurre in tibetano la letteratura buddista indiana. Il buddismo così si radicò, ma la tradizione Bön sopravvive ancora oggi.
Anche se oggigiorno la gente in Occidente sta mostrando interesse per il buddismo, è importante che le tradizioni giudeo-cristiane ivi prevalenti continuino ad essere rispettate. Sua Santità ha sottolineato ancora una volta che tutte le tradizioni religiose insegnano l’importanza dell’etica e della compassione.

Sua Santità ha osservato che il Buddha abbracciò una vita da senza dimora. Molti dei suoi seguaci fecero lo stesso. Il fondamento della loro pratica era il Vinaya ed i suoi precetti. Se si possono mantenere i voti, bene, ma non è necessario farlo per essere una persona di buon cuore.
Per quanto riguarda il futuro del buddismo nei prossimi cinquant’anni, Sua Santità ha detto che è difficile da dire. L’era del Buddha precedente, Kashyapa, è giunta alla fine. Gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni attualmente continuano a fiorire. Tuttavia, la minaccia
del riscaldamento globale alle riserve d’acqua fa comprendere che il futuro non è garantito.
Interrogato sull’insorge
nza delle emozioni distruttive, Sua Santità ha spiegato che sviluppiamo attaccamento ed avversione alle cose perché esse ci sembrano esistere solidamente per conto loro. Quando ci rendiamo conto che, in realtà, dipendono da altri fattori e condizioni, e non sono come appaiono, reagiamo ad esse in modo diverso.
Anche la fisica quantistica afferma che le cose non esistono come appaiono,
il che sembra anche contestare la loro esistenza esteriore. Questo ricorda l’affermazione della Scuola della Solo Mente secondo cui gli oggetti e la mente soggettiva che li percepisce sono della stessa natura. Questo punto di vista può allentare la presa delle afflizioni mentali, ma, per sradicare l’ignoranza, è necessario realizzare la visione consequenzialista che le cose non hanno alcuna esistenza indipendente: sono mere designazioni.
Sua Santità ha consigliato che la sofferenza può essere trasformata in un aspetto del sentiero, in particolare
nella pratica della bodhicitta, desiderando che attraverso questa sofferenza le nostre negatività possano essere purificate. Ha citato un verso della Guru Puja:

Perciò, o venerabili guru compassionevoli,
Beneditemi
affinché tutte le ostruzioni dei misfatti e le sofferenze
degli esseri madre maturino su di me in questo momento,
Che io possa offrire agli altri la mia felicità e le mie virtù
Affinché tutti gli esseri senzienti
conseguano la beatitudine.

Sua Santità ha sottolineato che un altro aspetto della bodhicitta, l’umiltà, espressa come il considerare stessi come inferiori agli altri, non va inteso con il sentirsi scoraggiati. Poiché è legata al desiderio di condurre all’illuminazione gli esseri dello spazio infinito, riflette un grande coraggio. E questo coraggio si rafforza con la pratica di avere a cuore gli altri, che, a sua volta, rafforza la grande compassione. Quando la si consegue, si genera la forza d’animo per aiutare gli altri a superare le loro sofferenze.

Invitato a paragonare il nirvana di un Arhat al corpo di verità di un Buddha, Sua Santità ha chiarito che, mentre per un Arhat che ha superato le afflizioni mentali, le oscurità alla conoscenza rimangono, il Buddha le ha tutte eliminate.
Alla richiesta di raccomandare dei versi che aiutino la comprensione del
la vacuità, Sua Santità ha citato uno dei versi della “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906,
Attraverso l’eliminazione del karma e delle emozioni afflittive c’è la liberazione.
Il karma e le emozioni afflittive provengono dai pensieri concettuali.
Questi provengono dalla fabbricazione mentale.
La fabbricazione cessa
con la comprensione della vacui,

Ha anche citato diversi versi del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti
https://www.sangye.it/altro/?p=10587

Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in modo dipendente,
le cose verrebbero distrutte negandole;
la vacuità sarebbe allora una causa della distruzione delle cose.
Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6/34

Così, quando si analizzano tali fenomeni,
non si trova nulla come loro natura, a parte il fatto che sono tali.
Quindi, la verità convenzionale del mondo quotidiano
non dovrebbe essere sottoposta ad un’analisi approfondita. 6/35

Nel contesto della realtà, certi ragionamenti non ammettono il sorgere
da sé o da qualcos’altro, e lo stesso ragionamento
li esclude anche a livello convenzionale.
Allora, con quali mezzi viene stabilito il tuo sorgere? 6/36

Sua Santità ha rivelato che ripete regolarmente a sè stesso questi versi e riflette sul fatto che, sebbene le cose, se sottoposte ad analisi non possano essere trovate, esse esistono per convenzione e designazione.
Nelle sue brevi parole di ringraziamento, Giovanna Giorgetti ha espresso l’augurio che Sua Santità viva a lungo
con la speranza che torni di persona a visitare l’Italia.
Sua Santità ha annunciato la sua intenzione di condurre una cerimonia per
generare la mente di bodhicitta del risveglio ed ha guidato la visualizzazione appropriata del Buddha e così via, ed ha invitato il pubblico a ripetere dopo di lui i tre classici versi.
Infine, Sua Santità ha pubblicato la traduzione italiana del primo volume della serie Scienza e Filosofia dei Classici Buddhisti Indiani – Il Mondo Fisico – e ha espresso la sua gratitudine al traduttore.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14698 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/the-four-noble-truths-and-the-two-truths, ed il video tradotto in italiano da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza http://it.dalailama.com/videos/le-quattro-nobili-verit%C3%A0-e-le-due-verit%C3%A0?fbclid=IwAR3j-UXM1PAmoYrYa6PdyFlyQGL8y8EkbcTsgTRQc3pu1DG53-OFUHxoykk , https://www.facebook.com/iltkpomaia/videos/540919593964363, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/896318314483409; Libro Scienza e Filosofia nei Classici Buddhisti Indiani: https://www.iltk.org/libro-sua-santita-il-dalai-lama-scienza-e-filosofia-nei-classici-buddhisti-indiani/?fbclid=IwAR2tHvNEQZ3B8KoXzIlDu8AQxrIwpMttfTRsTljp0rlECJyWtQgdw5vF1rI, Rivedi le Meditazioni di approfondimento dell’insegnamento di Sua Santità, col tutor dell’Istituto Lama Tzong Khapa Stefano Gaviglio: https://www.facebook.com/watch/live/?v=470226774069981&ref=watch_permalink, https://www.facebook.com/watch/live/?v=199333368369370&ref=watch_permalink


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