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Sua Santità il Dalai Lama: Abbracciare la speranza, il coraggio e la compassione in tempo di crisi
Dicembre 9th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Il nostro obiettivo è essere una persona felice con la mente in pace. Non sto parlando della prossima vita, o di qualsiasi cosa abbia a che fare con Dio, ma d’essere un individuo pacifico e felice qui ed ora.”

8 dicembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Il presidente di Mind and Life Susan Bauer-Wu ha aperto questa mattina un dialogo su “Abbracciare la speranza, il coraggio e la compassione in tempi di crisi” dando il benvenuto a Sua Santità il Dalai Lama, esprimendo gioia nel rivederlo e trovandolo in ottima salute. Ha continuato presentando i partecipanti al dialogo odierno.

La professoressa Elissa Epel è una psicologa della salute e vicepresidente del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California a San Francisco. Studia come la resilienza allo stress e l’addestramento mentale possono proteggere la salute e promuovere il benessere. Studia anche come sia possibile trasformare il disagio per il cambiamento climatico in responsabilizzazione ed in azioni per il clima. È anche co-presidente del Mind and Life Steering Council.

La professoressa Michelle Shiota è una psicologa e direttrice della Substance Use and Addiction Translational Research Network (Rete di Ricerca Traslazionale sull’Uso di Sostanze e le Dipendenze) presso l’Arizona State University. La sua ricerca indaga le emozioni positive, lil controllo delle emozioni, le strette relazioni personali ed i cambiamenti del comportamento.

John Dunne, che Sua Santità conosce bene, funge da moderatore. Dunne detiene il titolo di Distinguished Chair in Contemplative Humanities presso il Center for Healthy Minds dell’Università del Wisconsin-Madison, dove è anche presidente del dipartimento di Lingue e culture asiatiche. È anche un membro di Mind and Life.

Al gruppo si è unito anche Thupten Jinpa, interprete inglese di lunga data di Sua Santità, che ricopre il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione del Mind and Life Institute.

Nel suo discorso di apertura John Dunne ha menzionato quanto avesse personalmente appreso dai precedenti incontri di Mind & Life. Al momento, le persone in tutto il mondo stanno affrontando molteplici sfide e crisi, soprattutto in relazione alla pandemia di Covid-19 ed ai cambiamenti climatici. Chiedendosi quale sia il nostro modo migliore per andare avanti, ha invitato la prof.ssa Elissa Epel a porre la prima domanda: come possiamo sentirci più a nostro agio con l’incertezza?

Sua Santità ha iniziato affermando quanto si sentisse felice ed onorato di avere l’opportunità di discutere con gli amici.

Per quanto riguarda l’incertezza, i buddisti credono che le cose siano in continuo cambiamento e che il futuro sia imprevedibile. Alcuni dei problemi che affrontiamo sorgono naturalmente, ma alcuni, come il cambiamento climatico, sono il risultato delle nostre stesse azioni.

Tra gli altri mammiferi ci sono predatori come leoni e tigri che uccidono per nutrirsi. Tuttavia, uccidono solo quando hanno fame. Gli esseri umani, d’altra parte, praticano la violenza per malcontento, diffidenza e ristrettezza di vedute. Il secolo scorso ha visto due guerre mondiali ed ingenti somme di denaro spese per gli armamenti. Noi esseri umani non siamo dotati dei denti e degli artigli dei leoni e delle tigri. In effetti, la forma dei nostri volti indica che fa parte della nostra natura comportarci in modo pacifico.

Utilizzando la nostra intelligenza, possiamo sviluppare la pace interiore. Sia a livello individuale che comunitario possiamo condurre una vita pacifica se ci affidiamo alla nostra natura compassionevole, coltivando una prospettiva saggia.

In passato abbiamo limitato le nostre preoccupazioni alla “mia nazione”, alla “mia comunità”, ma ora dobbiamo considerare il mondo intero e l’intera umanità. Da quando sono diventato un rifugiato che vive in India, una società pluralistica e multireligiosa, ho capito che siamo tutti uguali nell’essere umani e che dobbiamo vivere insieme su questo pianeta.

In India godo della libertà di pensiero e di parola e sono in grado di condividere il mio pensiero con altre persone. Credo che non possiamo solo pensarci, possiamo effettivamente costruire un mondo più pacifico sulla base dell’unità dell’umanità. La nostra vita inizia con l’essere accuditi da nostra madre. Senza la sua compassionevole attenzione non saremmo sopravvissuti. Così inizia la vita, con l’esperienza della compassione.

Tuttavia, una volta che i bambini vanno a scuola, non ricevono istruzione alcuna per raggiungere la pace della mente. Imparano a sviluppare la loro intelligenza e ad impegnarsi in competizioni. Ciò che oggi manca a gran parte del nostro sistema educativo è come coltivare una mente pacifica. Non è qualcosa che cade dal cielo. Dobbiamo lavorarci e costruirlo, non facendo affidamento sulle armi, ma coltivando il buon cuore. È così che diventiamo più maturi. La base della speranza è avere un senso di fratellanza e sorellanza, consapevoli dell’unità di tutti e sette miliardi di esseri umani”.

John Dunne ha invitato la prof.ssa Michelle Shiota a porre la domanda successiva a Sua Santità, essa ha affermato che molte persone oggi sono profondamente angosciate e preoccupate per il mondo a venire. Voleva sapere come ridurre la sofferenza e la disperazione, ma anche come fare spazio alla gioia ed alla pace interiore nella quotidianità.

“La realtà è che il mondo sta diventando più piccolo”, ha risposto Sua Santità. “Il cambiamento climatico ci sta costringendo a riconoscere l’unicità dell’umanità e che dobbiamo lavorare insieme. Se ci aggrappiamo ad un atteggiamento egocentrico e ci affidiamo alle armi, il risultato sarà solo più sofferenza e più problemi. Non abbiamo altra alternativa che aiutarci a vicenda perché dobbiamo vivere insieme.

La rabbia non serve. La rabbia porta solo paura e la paura dà luogo alla violenza. Dobbiamo prestare attenzione a come possiamo sviluppare la pace della mente. Dobbiamo fare affidamento sulla ragione.

Noi esseri umani siamo fratelli e sorelle. La nostra pelle può essere di un colore diverso, possiamo appartenere a nazioni diverse o sottoscrivere fedi diverse, ma in fondo siamo uguali. Il fatto che persone di diverso colore, nazionalità e così via possano sposarsi ed avere figli sani dimostra che siamo tutti fondamentalmente uguali in quanto esseri umani. Quando visito paesi diversi, faccio sempre notare che siamo tutti uguali.

Ogni mattina, quando mi sveglio, ricordo a me stesso che sono solo un essere umano tra tanti e che siamo tutti uguali. Piuttosto che pensare agli altri in termini di “noi” e “loro”, trovo utile generare bodhicitta, la mente del risveglio, l’aspirazione a raggiungere l’illuminazione per tutti gli esseri senzienti.

Rifletto su dei passaggi dell’opera del maestro indiano Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=2340 che chiariscono che alla radice di molti dei nostri problemi c’è un’eccessiva focalizzazione su noi stessi. Le cose buone sono radicate nell’essere più orientati al benessere degli altri. Egli dichiara:

Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità. Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono per il loro desiderio della felicità altrui. 8/129 https://www.sangye.it/altro/?p=2418

Se ci concentriamo troppo su noi stessi, non saremo felici nemmeno in questa vita, mentre preoccuparci del benessere degli altri è la porta di una grande gioia. Se prendiamo sul serio la felicità a lungo termine, dobbiamo aprire i nostri cuori e concentrarci sugli altri e su noi stessi. Trovo questo molto significativo.

Se scaviamo più a fondo nella psicologia di questo concetto, scopriamo che la paura, lo stress, l’ansia ed il sospetto si verificano quando siamo sproporzionatamente concentrati su noi stessi. Se siamo in grado di aprire uno spazio di coraggio in relazione agli altri, possiamo essere più rilassati. Quindi, nel buddismo c’è un’enfasi sulla coltivazione di un atteggiamento altruistico, sull’apertura alla mente del risveglio. Unifichiamo tutto ciò con una visione più filosofica che incorpora un senso di interdipendenza e connessione con gli altri.

Questa idea di interdipendenza è radicata nella visione Madhyamaka https://www.sangye.it/altro/?p=3259 del sorgere dipendente, il rifiuto di una realtà oggettiva ed indipendente là fuori. Aiutando gli altri, aiutiamo noi stessi. Il nostro benessere si intreccia col benessere degli altri. Se riflettiamo su questo nella nostra mente, fa davvero la differenza.

Nella mia pratica, utilizzo il metodo di Shantideva di equalizzare e scambiare sé stessi con gli altri https://www.sangye.it/altro/?p=3661. Il sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=9109 fornisce il fondamento filosofico, perché dimostra che l’idea che le cose abbiano un’esistenza oggettiva e indipendente è insostenibile. Allo stesso tempo, ci impedisce di scivolare in una prospettiva nichilista cui nulla importa, erroneamente ritenendo che le cose non esistano affatto. Essenzialmente le cose esistono in relazione ad altri fattori. Ciò mina l’idea di divisione che si esprime in termini di “noi” e “loro”.

Le cose hanno un carattere simile ad un’illusione. Sembrano avere un’esistenza oggettiva, ma non è così. Della loro esistenza si può parlare solo in termini di relazioni e di interdipendenza. Questo mina le nostre ipotesi sulla separazione, la distinzione tra “noi” e “loro”.

Elissa Epel ha menzionato un sondaggio tra i giovani di tutto il mondo che chiedeva come si sentivano riguardo allo stato del mondo ed alla crisi climatica. Il 75% ha risposto che il futuro è spaventoso, mentre il 60% ritiene che l’umanità sia condannata. Ha chiesto come, in un tale contesto, possiamo continuare ad adottare una prospettiva positiva e mantenere la speranza.

Sua Santità le ha risposto che accanto alla speranza c’è bisogno di concentrarsi sul coraggio. Ha suggerito che, una volta che ci concentriamo su un problema, c’è una tendenza della mente a bloccarlo ed a vedere i problemi ovunque. Fissarsi solo sul problema non aiuta. Non lascia spazio alla speranza od al coraggio.

Sua Santità ha descritto l’aspirazione dei buddisti a seguire il sentiero verso l’illuminazione, che implica coltivare saggezza e compassione: che sono paragonate alle ali di un grande uccello che si libra nello spazio della realtà per raggiungere l’altra sponda dell’illuminazione. L’obiettivo è ambizioso, ma è radicato in ognuno di noi. Riconoscere qualunque progresso tu abbia fatto ti dà coraggio e fiducia. Pertanto, piuttosto che fissarsi sul problema, è meglio sviluppare il coraggio, la sensazione di poter fare qualcosa e la fiducia necessaria per realizzarlo.

“Questo mi aiuta”, ha detto, “e penso che da qui ne scaturisca una lezione generale”.

Elissa Epel ha osservato che abbiamo l’opportunità di condurre una vita propositiva e che è riconosciuto che piccoli gruppi di persone finalizzate a scopi precisi possono portare ad un punto di svolta sociale. Ha chiesto come incoraggiare l’azione pratica per rendere il mondo un luogo migliore.

Nel mio caso”, le risponde Sua Santità, “ciò che mi dà coraggio e fiducia è il continuo rinnovamento del buon cuore. Shantideva è chiaro su questo:

Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica? 8/131 https://www.sangye.it/altro/?p=2418

Procedendo in questo modo di felicità in felicità, quale persona pensante si dispererebbe, dopo essere salito sulla carrozza, la mente risvegliata, che elimina ogni stanchezza e fatica? 7/30 https://www.sangye.it/altro/?p=2412

Trovo che riflettere su questi versi sia molto utile. Ciò di cui abbiamo bisogno è un modo per rinnovare regolarmente la nostra intenzione positiva”.

Michelle Shiota ha ricordato che in un primo incontro di Mind & Life gli scienziati hanno chiesto cosa avrebbero dovuto studiare e che Sua Santità raccomandò loro di focalizzarsi sull’addestramento mentale. Ha quindi chiesto che cosa dovrebbero ulteriormente approfondire coloro che studiano la mente ed il comportamento umano: psicologi, neuroscienziati e scienziati clinici?

Sua Santità ha osservato che da una parte abbiamo esperienze sensoriali e dall’altra esperienze mentali. Le cose che vediamo, ascoltiamo e contattiamo danno origine al pensiero, ma il modo in cui le sperimentiamo è diverso. Felicità ed infelicità appartengono alla mente, non ai sensi. Allo stesso modo, l’addestramento mentale avviene a livello della mente. Sua Santità ha fatto riferimento ai dialoghi che ha avuto con dei neuroscienziati che hanno mappato nel cervello l’esperienza mentale, il che è molto interessante. Tuttavia, quando si tratta di comprendere la natura della mente, guardiamo alla ricchezza della tradizione buddista e della tradizione di Nalanda in particolare.

Ha sottolineato che i sostenitori della Tradizione di Nalanda come Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 enfatizzavano l’argomentazione razionale sull’autorità delle scritture. Ha suggerito che sarebbe meraviglioso realizzare una profonda ricerca collaborativa che coinvolgesse l’approccio basato sulla ragione della Tradizione di Nalanda con le risorse presentate dalla scienza della mente. A Nalanda c’era spazio per prospettive diverse, incentrate sulla centralità della ragione.

Michelle Shiota ha spiegato come le persone si sentano profondamente divise con punti di vista profondamente diversi su come rispondere alla pandemia, alla crisi climatica ed ai diversi comportamenti in relazione a questi temi. Ha notato che discutere con le persone con cui non sei d’accordo può spingerle a punti di vista più estremi. Di conseguenza, voleva sapere come possiamo generare compassione ed amorevole gentilezza verso le persone che crediamo stiano causando grandi danni nel mondo.

Uno dei problemi che affrontiamo”, ha risposto Sua Santità, “è che guardiamo ad una situazione e ci facciamo prendere dalle sue implicazioni a breve termine. Non ci apriamo, né guardiamo oltre ciò che abbiamo davanti. Dobbiamo trovare un modo per rilassare la mente. Se possiamo farlo, la considerazione e la compassione sorgono naturalmente. Ma dobbiamo anche trovare modi per rafforzare queste abilità.

Se creiamo spazio, la mente può rilassarsi. Questo è importante perché quando la mente è ansiosa ed irrequieta, non possiamo usare chiaramente la nostra intelligenza. La soluzione è lavorare per creare dentro di te un senso più profondo di pace.

Una delle cose più importanti è concentrarsi sul portare la compassione nelle nostre intenzioni quotidiane. Se riusciamo a farlo, aumenterà la nostra fiducia, che, a sua volta, ci aiuterà ad affrontare le sfide. Se invece cedi all’ansia, non puoi usare le tue risorse umane per riflettere sulle cose. Per esercitare la tua facoltà razionale, hai bisogno di rilassarti e trovare la pace. Coltivare pensieri compassionevoli favorisce questo atteggiamento. Adottare un approccio più ampio rispetto al modo in cui vedi gli altri può aiutare a portare il cambiamento”.

John Dunne ha invitato gli altri relatori ad offrire delle considerazioni finali. Elissa Epel ha menzionato l’importanza della gioia. Ha anche notato che i piccoli atti di gentilezza sono comuni e diffusi, ma non vengono riportati nelle notizie.

Michelle Shiota ha esposto tre punti. La gioia è corroborante e crea forza. È l’opposto della disperazione. Anche piccoli atti di gentilezza fanno la differenza. Riconosci la nostra comune umanità. Ha osservato che praticamente ogni atrocità umana inizia con la disumanizzazione dell’altro. L’importante è capire da dove vengono gli altri. Ascolta e forse sarà possibile trovare un terreno comune.

John Dunne ha espresso apprezzamento per il ricco dialogo che ha avuto luogo. “Confido che ci ha riempito di speranza”, ha osservato, “e che possiamo avere una visione più lunga e creare un mondo migliore”.

Susan Bauer-Wu ha ringraziato Sua Santità ed i membri del panel per aver preso parte alla discussione. Ha dichiarato che tutti di Mind & Life augurano buona salute a Sua Santità e non vedono l’ora di rivederlo l’anno prossimo, si spera di persona.

Nella sua risposta Sua Santità ha preso in considerazione il nome di Mind & Life. “Queste piante prima di me erano in vita, ma per quanto riguarda la mente: è più complicato”, ha osservato. “È la nostra mente che può creare problemi. Se pensiamo nel modo giusto possiamo trovare la pace interiore, ma se la mente è sopraffatta dalla rabbia e dal sospetto non saremo in pace. Non riusciremo nemmeno a dormire sonni tranquilli.

Il nostro obiettivo è essere una persona felice con la mente in pace. Non sto parlando della prossima vita, o di qualsiasi cosa abbia a che fare con Dio, ma d’essere un individuo pacifico e felice qui ed ora.

Prima guardavamo solo verso l’esterno, ma ora molte persone si preoccupano di come raggiungere la pace della mente. Apprezzo molto che Mind & Life abbia creato questa nuova consapevolezza e vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a ciò. Per favore continuate così.

Ci incontreremo di volta in volta in futuro e continueremo ogni giorno ed ogni notte a lavorare per coltivare la pace della mente, una mente compassionevole, in modo che ogni giorno ed ogni notte sarete felici. Grazie.”

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14988 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/embracing-hope-courage-and-compassion-in-times-of-crisis ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/abbracciare-la-speranza-il-coraggio-e-la-compassione-in-tempo-di-crisi con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.


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