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Sua Santità il Dalai Lama: Insegnamenti ai praticanti russi 2° giornata
Maggio 12th, 2019 by admin

Sua Santità il Dalai Lama al suo arrivo al Tempio Tibetano Principale, per il secondo giorno di insegnamenti a Dharamsala, India, l’11 maggio 2019. Foto di Lobsang Tsering

11 maggio 2019. Thekchen Chöling, Dharamsala, India. Dopo la recitazione del “Sutra del cuore” in russo, a cui hanno partecipato centinaia di praticanti presenti nel Tsuglagkhang e al suo esterno, Sua Santità il Dalai Lama ha aperto la sua copia del “Tre aspetti principali del sentiero” di Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942. Ha spiegato che il testo fu composto successivamente alle tre versioni – estesa, media e concisa – degli “Stadi del sentiero verso l’Illuminazione”, in risposta alla richiesta di Tsako Wönpo Ngawang Drakpa, discepolo e capo del popolo di Gyalmorong, nel Tibet orientale. In una nota introduttiva, Tsongkhapa esortava Ngawang Drakpa a praticare bene l’insegnamento che gli stava mandando assicurandogli che, qualora avesse praticato bene, sarebbe stato il primo a cui avrebbe dato insegnamenti una volta raggiunta l’illuminazione, manifestandosi come uno dei mille Buddha di questo eone fortunato.

I “Tre Aspetti Principali del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 a cui si riferisce questa breve serie di strofe, sono la determinazione ad essere liberi, la mente del risveglio di bodhicitta e la comprensione della saggezza della vacuità.

“Tutti gli esseri senzienti vogliono la felicità – ha esordito Sua Santità – e cercano di evitare sofferenze e avversità. Lo si capisce facilmente se si blocca il percorso di un insetto: si allontana e cerca una via alternativa. I praticanti spirituali nell’antica India identificavano le emozioni afflittive come la fonte di molti dei problemi. Il termine sanscrito è ‘klesha‘ reso in tibetano come ‘nyön-mong‘, si riferisce a stati d’animo che disturbano la nostra pace mentale, rendendoci infelici, nel momento in cui sorgono”.

“I praticanti non buddhisti dell’antica India consideravano le emozioni afflittive del regno del desiderio come imperfette e svantaggiose. Pur di superarle, hanno praticato qualsiasi genere di austerità, dal digiuno alla nudità. Si allontanarono dal regno del desiderio e coltivarono i quattro assorbimenti meditativi, alla ricerca dei quattro assorbimenti del regno senza forma – spazio infinito, coscienza infinita, vacuità e apice dell’esistenza ciclica, raggiungendo lo stato mentale più sottile”.

“Ho sperato più volte di avere l’opportunità di parlare con questi praticanti al termine dei loro ritiri solitari in occasione del Kumbha Mela. Vivendo in condizioni estreme, hanno chiaramente sviluppato la pratica del ‘calore interiore’, che conosciamo attraverso i “Sei Dharma” di Naropa https://www.sangye.it/altro/?p=10527. Vorrei imparare dalle loro esperienze, ma l’occasione non si è ancora presentata”.

“Nella sua ‘Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo’ https://www.sangye.it/altro/?p=9194 Nagarjuna chiarisce la natura imperfetta delle emozioni afflittive.

Attraverso l’eliminazione del karma e delle emozioni afflittive c’è la liberazione;
Il karma e le afflizioni mentali provengono da costrutti concettuali;
Questi, a loro volta, provengono da una costruzione mentale;
La fabbricazione cessa attraverso la vacuità.

“Desiderio, odio e ignoranza nascono da costrutti concettuali radicati nel considerare ciò che è bello o brutto come intrinsecamente esistente, il che significa adottare e prendere per vera una visione esagerata. Aryadeva https://www.sangye.it/altro/?cat=72 un discepolo di Nagarjuna, ha chiarito questo punto.

Proprio come la capacità di sentire è presente in tutto il corpo,
l’ignoranza abita in tutte le emozioni afflittive.
Quindi tutte le emozioni afflittive possono essere superate
attraverso il superamento dell’ignoranza.

Quando si comprende l’origine dipendente
l’ignoranza non può manifestarsi.
Così ogni sforzo è stato fatto
per spiegare l’origine dipendente
“.

“Questi maestri non si sono affidati alle citazioni scritturali per far valere il loro punto di vista, ma hanno usato il ragionamento”.

“L’obiettivo essenziale dei ‘Tre Aspetti Principali del Sentiero’ è la visione della vacuità. Per svilupparla, abbiamo bisogno di un metodo per superare le nostre ostruzioni cognitive, e questo metodo è la mente del risveglio di bodhicitta. Allo stesso tempo, dobbiamo capire in che modo le emozioni afflittive ci causano problemi e che gli ostacoli alla conoscenza possono essere eliminati. Una volta compreso che le emozioni afflittive possono essere superate, ci rendiamo conto che anche le oscurazioni alla conoscenza possono essere rimosse e che la realizzazione della vacuità è possibile. La pratica di bodhicitta, l’aspirazione altruistica all’illuminazione per il bene di tutti gli esseri senzienti, sostiene la realizzazione della vacuità. La determinazione ad essere liberi è l’obiettivo preliminare.”

Sua Santità ha detto di aver ricevuto la trasmissione di questo testo da ciascuno dei suoi principali insegnanti, Tagdag Rinpoché, Yongzin Ling Rinpoché e Yongzin Trijang Rinpoché. Nella sua pratica, recita e riflette sui “Tre aspetti principali del sentiero” piuttosto che sulle  “Canzoni dell’esperienza” https://www.sangye.it/altro/?p=1654. Quando medita quotidianamente su tutto il sentiero utilizza “Il fondamento dell’Eccellenza” e per la sua pratica di bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?cat=50 recita gli “Otto versi dell’addestramento mentale” https://www.sangye.it/altro/?p=27. Per meditare sulla visione della vacuità si basa invece sui “Tre aspetti principali del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489.

Leggendo il testo, il Dalai Lama si è soffermato sul titolo, sull’omaggio e sull’impegno dell’autore a comporre questi versi(V.1). Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 esorta gli ascoltatori e i lettori a prestare la massima attenzione (V.2). Poiché non c’è modo di porre fine alla continua ricerca di piaceri nell’esistenza ciclica, senza una pura determinazione ad essere liberi si domanda come si debba raggiungere questo obiettivo (V.3). Sua Santità ha sottolineato la necessità di comprendere la sofferenza pervasiva e per farlo è indispensabile comprendere la sofferenza del cambiamento e la sofferenza della sofferenza.

Questa rinascita umana, dotata di libertà e ricchezze, è difficile da ottenere e di conseguenza dobbiamo evitare l’attaccamento ai piaceri di questa e delle vite future. (V.5) La strofa successiva spiega che la vera rinuncia si realizza quando sorge il desiderio di essere liberi dal samsara, mentre quella seguente aggiunge che è necessario sviluppare la mente del risveglio del Bodhisattva. Abbiamo bisogno della bodhicitta se vogliamo davvero raggiungere lo stato di Buddha (V.6). Il processo che conduce alla generazione della mente del risveglio di bodhicitta è descritto nella settima e ottava strofa.

Travolti dalla corrente dei quattro fiumi potenti, completamente avvolti dall’oscurità dell’ignoranza, e incessantemente tormentati dalle tre sofferenze: tutti gli esseri, vostre madri, si trovano in questa condizione. Pensate a loro e generate la mente del risveglio“. 

“Anche se si realizza la rinuncia e si genera la mente del risveglio, senza saggezza, ovvero senza la realizzazione della vacuità, non è possibile tagliare la radice dell’esistenza ciclica. Pertanto, sforzatevi di comprendere l’origine dipendente. E’ interessante il fatto che Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 non menzioni l’assenza del sé, nonostante sia un principio comune a tutte e quattro le scuole di pensiero buddhiste, ma sottolinei invece il punto di vista filosofico di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?cat=9 che ha elogiato il Buddha per aver insegnato l’origine dipendente. Alla fine della ‘Saggezza Fondamentale’ Nagarjuna infatti scrive:

“Omaggio a Gautama
che, mosso da compassione,
ha insegnato il Dharma perfetto
che porta alla rinuncia a tutte le opinioni”.

Tsongkhapa continua: “Le apparenze sono tutte inevitabilmente di origine dipendente, la vacuità è libera da qualsiasi concettualizzazione. Finché considerate queste due visioni come separate, non avete realizzato l’intento del Buddha. Quando queste due visioni vi appariranno simultanee e non in alternanza, la conoscenza perfetta eliminerà il modo errato di percepire le cose e così in quel momento il discernimento della via sarà completo”. (V.11&12) Quando l’analisi è completa, la comprensione del sorgere dipendente conduce alla comprensione della vacuità e viceversa.

“Questo non vuol dire che la mente che realizza la vacuità e la mente che comprende il sorgere dipendente sono equivalenti: esse si completano a vicenda”.

“Quando vi guardo” ha aggiunto Sua Santità, “mi appare qualcosa. Vedo i vostri corpi, posso sentire le vostre parole. Mi apparite come qualcosa di solido, che esiste dalla sua parte, ma in realtà non esistete in questo modo. Allo stesso modo, quando voi guardate me e mi ascoltate potete dedurre qualcosa del mio pensiero da ciò che dico, eppure il mio corpo, la mia parola e la mia mente non sono io, così come il vostro corpo, la parola e la mente non siete voi. Entrambi i fenomeni possono avere un aspetto solido, ma non esistono nel modo in cui appaiono”.

“Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 ha detto che le cose non esistono indipendentemente, dalla loro parte, ma esistono a livello convenzionale e per spiegarlo cita l’analogia di un carro che è impossibile da trovare attraverso sette modi di analisi, ma che comunque esiste a livello convenzionale”.

“Quando si comprende l’origine dipendente, si comprende la vacuità così come, comprendendo che ogni cosa e fenomeno sono della natura della vacuità, si comprende l’origine dipendente. Le due comprensioni si completano a vicenda”.

“La strofa finale conclude dicendo che, nel momento in cui si saranno realizzati i tre aspetti fondamentali del sentiero, allora si dovrà dimorare in solitudine, generare il potere dello sforzo entusiastico e raggiungere l’illuminazione. (V.14). Il colophon recita: “Questo testo fu insegnato dall’erudito monaco Lobzang Drakpé Pal, al suo discepolo Tsakho Önpo Ngawang Drakpa.”.

Completato l’insegnamento, Sua Santità si è fermato per il resto della giornata e ha annunciato che il giorno successivo avrebbe condotto la cerimonia per la generazione della mente risveglio di bodhicitta. Salutati amici e praticanti mentre lasciava il tempio, il Dalai Lama ha fatto ritorno alla sua residenza.

Si ringrazia, per la sua amorevole gentilezza, la traduttrice Dr.ssa Carolina Lami.

http://it.dalailama.com/news/2019/insegnamenti-per-i-praticanti-russi-seconda-giornata


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