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Sua Santità il Dalai Lama: il Sutra del Cuore
Maggio 2nd, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: Abbiamo una meravigliosa intelligenza umana. Di fronte ai problemi, non lasciarti facilmente disturbare. Chiaramente, preghiamo per il benessere di tutti gli esseri senzienti nostre madri. La chiave consiste nell’essere motivati a portare loro la felicità. Le preghiere ed i rituali sono di secondaria importanza rispetto alla pratica principale di coltivare la mente del risveglio e la comprensione della vacuità. Quando sei motivato dall’altruismo, la tua mente è naturalmente aperta.

1 maggio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – I principali destinatari dell’odierno insegnamento online di Sua Santità il Dalai Lama si sono riuniti in una grande sala a Taipei, Taiwan, iniziando, nel momento in cui Sua Santità è apparsa sui loro schermi, con la recita in cinese del “Cuore della saggezza”, il “Sutra del cuore”, cui ha fatto seguito una breve offerta del mandala, dopo di che Sua Santità ha chiesto loro di cantare anche un ulteriore verso, che riassume la pratica del Dharma:

Possa io essere in grado di dissipare i tre veleni

Possa la luce della saggezza brillare intensamente

Possa io essere in grado di superare tutti gli ostacoli

Possa io essere in grado di impegnarmi nelle azioni dei Bodhisattva.

Oggi, oh miei amici del Dharma di Taiwan”, ha esordito Sua Santità, “siete dei discepoli che desiderano ascoltare l’insegnamento, quindi ho la responsabilità di conferirvelo e sono felice di poter parlare del ‘Sutra del Cuore ‘.

Il buddismo è una delle tante religioni del mondo. La differenza è che il Buddha consigliò ai suoi seguaci di non accettare ciò che diceva per il valore nominale, ma di esaminare le sue parole come un orafo analizza la qualità dell’oro. Tutte le tradizioni religiose insegnano l’importanza dell’amore, ma solo il Buddha incoraggiò i suoi seguaci ad esaminare attentamente ciò che insegnava. Quando comprendete l’insegnamento come ispirato dalla ragione e per voi di beneficio, solo allora seguitelo.

Il Buddha ha identificato le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 come: la sofferenza, la sua origine, la sua cessazione ed il sentiero. In quell’occasione spiegò di nuovo, in termini di funzione, come comportarsi. Nessuno vuole soffrire, quindi dobbiamo esplorare il motivo per cui soffriamo. È come quando ci ammaliamo e consultiamo un medico per scoprire cosa c’è che non va. Le cause della sofferenza risiedono nelle azioni che compiamo spinti da emozioni disturbanti od afflizioni mentali: come la rabbia e l’attaccamento. Il Buddha ha insegnato che questa origine – karma ed afflizioni – dovrebbe essere superata.

Riguardo al risultato, il Buddha ha insegnato che la sofferenza va conosciuta e, tuttavia, non c’è niente da sapere. Sebbene la sua origine debba essere superata, non c’è nulla da superare. Sebbene la cessazione debba essere raggiunta, non c’è nulla da ottenere e, nonostante la necessità di coltivare il sentiero, non c’è nulla da coltivare. Ha motivato queste negazioni in quanto la sofferenza, la sua origine, la sua cessazione ed il sentiero non hanno un’esistenza indipendente.

Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 ha spiegato a fondo la vacuità e Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 ha dimostrato la verità di quella spiegazione con la ragione e la logica. Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 si riferisce succintamente a ciò nella suaLode al Sorgere Dipendentehttps://www.sangye.it/altro/?p=9109.

49. Quando, grazie alla gentilezza dei miei lama, ho visto

questo tuo insuperabile veicolo che si lascia alle spalle

gli estremi dell’esistenza e della non esistenza,

chiarito dal profetizzato Nagarjuna,

50. il suo boschetto di loto illuminato dalla luce lunare

degli insegnamenti del glorioso Chandrakirti,

la cui sfera di inossidabile saggezza si mosse

liberamente attraverso il firmamento delle tue parole,

51. dissipando l’oscurità che comprende gli estremi,

eclissando le stelle dei falsi oratori:

fu allora che la mia mente trovò la pace.

Continuo a leggere e studiare ‘Entrare nella via di mezzo’ https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti e il suo autocommentario, così come le ‘Sei raccolte di ragionamenti’ di Nagarjuna. Nella “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” si afferma:

Nulla esiste

Che non sia derivato in modo dipendente.

Pertanto, nulla esiste

Che non sia vacuità.

Nei suoi “400 versi” https://www.sangye.it/altro/?cat=72 Aryadeva https://www.sangye.it/altro/?p=10173 osserva:

Come il senso tattile [pervade] il corpo

Così l’ignoranza è presente in tutte [le afflizioni mentali].

Vincendo l’ignoranza, anche tu

Supererai tutte le afflizioni mentali.

Tutte le visioni distorte sono radicate nell’ignoranza. Attraverso la comprensione del sorgere dipendente supereremo i due estremi del nichilismo e dell’eternalismo. Ciò comporta l’ascolto o la lettura delle istruzioni e la riflessione su di esse più e più volte, fino ad esserne convinti. Praticare il Dharma significa trasformare la mente: il solo ascolto degli insegnamenti non lo farà.

“Io stesso ho memorizzato, quando ero bambino, l’ ‘Ornamento per una chiara realizzazione’ e ‘Entrare nella via di mezzo’, ma la semplice memorizzazione non riesce a trasformare la mente. Ciò che è efficace è riflettere ripetutamente sull’insegnamento.

“La mente di bodhicitta del risveglio è una mente tesa all’illuminazione per il bene di tutti gli esseri senzienti, ma come dice Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=2340:

Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile – come potrebbe esserci anche la felicità nell’esistenza ciclica? 8/131 https://www.sangye.it/altro/?p=2418

“È necessario essere determinati per generare la mente del risveglio. Così facendo, ciò aiuterà a purificare le negatività accumulando meriti. Dobbiamo concentrarci, da un lato sulla mente del risveglio e, dall’altro, sulla comprensione della vacuità. Nel verso seguente Chandrakirti difende la posizione di Nagarjuna ed in effetti rimprovera Vasubandhu e Dignaga per non averlo capito e, pertanto, d’abbandonarlo.

Questa talità appena spiegata è molto profonda e terrificante,

eppure le persone con una consuetudine pregressa sicuramente la realizzeranno;

altri, invece, nonostante il vasto apprendimento, non riusciranno a comprenderla.

Quindi, vedendo quelle altre tradizioni come costruite dalle menti degli autori,

come simili ai trattati che espongono proposizioni sul sé,

rinuncia all’ammirazione dei trattati e dei sistemi contrari ad essa”. 11.55

Sua Santità ha citato tre versi dal sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” che menzionano le quattro assurdità logiche che derivano dall’affermare che le cose e gli esseri esistono intrinsecamente. Esse sono: (1) che la mente di un essere nobile, totalmente assorbita nella vacuità, sarebbe una distruttrice di entità; (2) che la verità convenzionale resisterebbe all’analisi di una mente razionale; (3) che la produzione assoluta di cose non può essere negata e (4) che l’affermazione del Buddha “i fenomeni mancano di autoesistenza” non sarebbe vera.

Sua Santità ha suggerito che, avendo riflettuto per molti anni su queste idee, sente di essere in grado di raggiungere una comprensione della vacuità.

Passando al “Sutra del cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 ha comunicato che non avrebbe dato un’intera trasmissione orale del testo. Ha aggiunto che, per provare la sua autenticità, inizia col titolo in sanscrito ed in tibetano. Ricordando che ci sono edizioni della Perfezione della Saggezza in 100.000, 25.000 e 8.000 versi, ha menzionato che il “Sutra del cuore” è anche conosciuto come la “Perfezione della saggezza in 25 versi”.

Sua Santità ha spiegato che il riferimento al Buddha “essendo entrato nell’assorbimento meditativo sulla varietà di fenomeni chiamati l’apparenza del profondo”, indica che le cose mancano di esistenza intrinseca, perciò esistono in dipendenza da molti altri fattori. Successivamente, Avalokiteshvara “ha visto che anche i cinque aggregati sono privi di esistenza intrinseca”. La parola “anche” implica che, non solo le persone sono vuote di esistenza intrinseca, ma anche gli aggregati psicofisici, che sono alla base della designazione di una persona, lo sono.

La “quadruplice vacuità”

“La forma è vuota, la vacuità è la forma, la vacuità non è altro che la forma, anche la forma non è altro che la vacuità” rivela che la forma, un oggetto fisico, è la base della vacuità. Non possiamo parlare di vacuità separatamente da un oggetto. Come ci appare un oggetto fisico? Sembra esistere in modo solido ed oggettivo, ma, in realtà, è vuoto di un tale modo di esistenza. La vacuità non è il nulla. La stabiliamo in relazione ad un oggetto. C’è qualcosa che possiamo indicare, la forma designata, ma è priva di qualsiasi esistenza indipendente od intrinseca.

Le cose esistono, ma quando cerchiamo la loro identità, non c’è nulla che possiamo individuare. Tuttavia, non possiamo affermare che non esista affatto. Poiché le cose ci influenzano e sono utili o dannose, non possiamo negare la loro esistenza in quanto tale. Non esistono in sé e per sé, dal loro lato, oggettivamente, ma esistono per dipendenza da altri fattori e per designazione. Se la forma non fosse vuota, non potrebbe subire modifiche. Poiché cambia, sappiamo che non ha esistenza intrinseca. Quando diciamo “la vacuità non è altro che forma, anche la forma non è altro che vacuità” indica che la forma e la vacuità – apparenza e vacuità – sono della stessa natura, ma differiscono concettualmente.

Sua Santità ha osservato che la visione della fisica quantistica, secondo cui le cose non esistono come appaiono, e che l’aspetto di un oggetto osservato dipende da una mente che osserva, è consensuale con la visione della Scuola della Solo Mente.

Anche se si afferma che le cose non hanno un’esistenza intrinseca, accettiamo di avere le mani, la testa e di poter parlare. Eppure, niente può essere individuato come ciò che “io sono”. Quando si tratta di riflettere sulla natura del sé, possiamo far riferimento anche ad un altro verso che troviamo nella “Saggezza fondamentale” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna.

Non è gli aggregati, né è diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono da lui (dipendenti), né lui (è dipendente) dagli aggregati.

Il Tathagata non possiede gli aggregati.

Cos’altro è il Tathagata? 22.1

Sua Santità ha aggiunto che spesso rielabora questa strofa per riferirsi a sè stesso e ci riflette di conseguenza:

Non sono né uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono (dipendenti) da me, né (dipendo) dagli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Che altro sono io?

Siamo afflitti da emozioni disturbanti che sono radicate in una sensazione innata di esistenza intrinseca. Se arriviamo a comprendere la vacuità, riflettendoci sempre di più, possiamo ridurre l’intensità di queste afflizioni. È così che percorriamo il sentiero. “

Sua Santità ha brevemente accennato al mantra che si riferisce alla progressione sul sentiero. “Gate gate paragate parasamgate bodhi svaha” significa “Procedi, procedi; procedi oltre; procedi completamente oltre, e  verso l’illuminazione”.

Sua Santità ha sottolineato ancora una volta l’importanza di ascoltare gli insegnamenti e di riflettervi sopra e di aver ricevuto le spiegazioni sugli stadi del sentiero e dell’addestramento mentale da Trijang Rinpoché. Ling Rinpoché, invece, gli ha insegnato i grandi trattati classici.

“Una volta, quando ho informato Ling Rinpoché della mia pratica, ha risposto: ‘Bene, tra non molto sarai uno yogi dello spazio‘. Perché vi sto dicendo questo? Per chiarire che, se riflettete sugli insegnamenti e vi familiarizzate con loro, sarete in grado di generare dentro di voi un’esperienza di vacuità. Ed i migliori libri da leggere su questo argomento sono la “Saggezza fondamentale” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna ed “Entrare nella via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti. Lo studio, la riflessione e la meditazione sono tanto importanti”.

Nel rispondere alle domande del pubblico, Sua Santità ha chiarito che, fin dall’inizio del suo insegnamento, il Buddha si riferiva alla vacuità. Quando sono emerse diverse scuole di pensiero, si sono presentate delle interpretazioni differenti. Infine, i Conseguenzialisti (Prasangikas) hanno dichiarato che le cose sono vuote di esistenza inerente od intrinseca.

Riguardo alla vacuità ed al sorgere dipendente, ha chiarito che se la vacuità implicasse il nulla, significherebbe cadere nell’estremo del nichilismo. Le cose sembrano avere un’esistenza solida, ma, in realtà, non esistono in questo modo, perché dipendono da una moltitudine di altri fattori. La vacuità significa che sono vuote di esistenza intrinseca. Sono vuote di esistere dalla loro parte.

Sua Santità ha citato Choné Lama Rinpoché dicendo: “La dipendenza non nega la talità; il sorgere non nega le convenzioni mondane”. Il Buddha insegnò l’origine dipendente e le due verità: convenzionale ed ultima. Le cose sembrano esistere, ed è la realtà convenzionale. La realtà ultima è come effettivamente esistono.

Sua Santità si è dichiarato scettico sul fatto che ci fosse una grande differenza tra i praticanti buddisti di oggi ed al tempo del Buddha. Convenzionalmente i monaci e le monache indossano degli abiti monacali, ma non c’è alcun motivo che v’impedisca di praticare se indossate un abito da laico. La pratica riguarda la trasformazione della mente, non come si sono sviluppate le apparenze esterne. Che si sia o meno in grado di praticare intensamente il Dharma, Sua Santità ha chiesto ai suoi ascoltatori di essere gentili con gli altri, aiutandoli in ogni modo possibile.

Se mediti sulla vacuità semplicemente per ottenere la liberazione”, ha chiarito, “ciò comporterà il percorso di un Uditore o Shravaka. Ma se la tua meditazione sulla vacuità è supportata dalla mente del risveglio, non solo sarai in grado di eliminare le afflizioni mentali, ma anche le loro impronte, e questa è la pratica tesa alla Buddità.

Abbiamo una meravigliosa intelligenza umana. Di fronte ai problemi, non lasciarti facilmente disturbare. Com’è naturale, preghiamo per il benessere di tutti gli esseri senzienti nostre madri. La chiave consiste nell’essere motivati a portare loro la felicità. Le preghiere ed i rituali sono di secondaria importanza rispetto alla pratica principale di coltivare la mente del risveglio e la comprensione della vacuità. Quando sei motivato dall’altruismo, la tua mente è naturalmente aperta.

Se puoi studiare i grandi trattati, la tua meditazione sarà più profonda ed estesa. Ma se puoi studiare solo un po’, dovresti almeno scoprire cosa significano Buddha, Dharma e Sangha. Quando capisci che il Buddha è un maestro, un essere completamente risvegliato, che il Dharma è l’insegnamento principale che conduce all’illuminazione e che il Sangha sono quelle persone che integrano dentro di loro l’insegnamento, sarai in grado di rifugiarti in questi Tre Gioielli. Quando Atisha https://www.sangye.it/altro/?cat=96 ha insegnato la “Lampada sul sentiero” ha riconosciuto che le persone hanno capacità diverse d’avvicinarsi al sentiero stesso.

“Come ho detto prima, gli insegnamenti sulla perfezione della saggezza esistono in volumi di maggiore o minore ampiezza, ma possono essere riassunti in un unico verso attribuito a Rahula, il figlio di Siddhartha Gautama:

Rendo omaggio alla perfezione della saggezza,

la Madre di tutti i Conquistatori dei tre tempi,

Che è al di là delle parole, inconcepibile, inesprimibile

Non prodotta e senza ostacoli: della natura dello spazio,

Il dominio oggettivo della saggezza autocosciente.”

Sua Santità ha consigliato che studiare con uno o più maestri è una questione di inclinazione personale, ricordando d’aver avuto più di venti maestri, ed ognuno di loro esprimeva una propria qualità speciale, che apprezzava. D’altra parte, c’era qualcuno come Milarepa che contava principalmente ed efficacemente su un unico insegnante: Marpa Lotsawa.

Infine, un interlocutore ha chiesto come essere meno irascibili e Sua Santità ha risposto che la rabbia è radicata in atteggiamenti egoistici. Ha raccomandato di tenere vicino a sé una copia di “Entrare nella via di un Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?cat=15 di Shantideva e di consultarla regolarmente. Il sesto capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2405 delinea i difetti della rabbia, mentre l‘ottavo capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2418 spiega i vantaggi di amare gli altri.

I rappresentanti del pubblico di Taipei hanno ringraziato Sua Santità per il suo insegnamento ed hanno espresso la speranza di poterlo accogliere a Taiwan il prossimo anno. Sua Santità ha poi annunciato che, prima di chiudere la sessione, avrebbe condotto una breve cerimonia per coltivare la mente di risveglio di bodhicitta, basata sulla ripetizione del verso comune:

Prendo rifugio fino all’illuminazione

Nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea,

Al fine di realizzare gli obiettivi miei e degli altri

Sviluppo la mente del risveglio.

Ha concluso con i versi di Shantideva che celebrano la bodhicitta:

Questo è l’elisir di lunga vita, nato per porre fine alla morte nel mondo.

Questo è il tesoro inesauribile, per alleviare la miseria del mondo.

Oggi invito il mondo alla Buddità e, nel frattempo, alla felicità mondana.

Alla presenza di tutti i Liberatori, possano gli dei, i titani e tutti rallegrarsi.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14725 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/the-heart-sutra-2 ed il video tradotto in italiano da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza  http://it.dalailama.com/videos/sutra-del-cuore-1


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