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Sua Santità il Dalai Lama: Dialogo con l’United States Institute of Peace Youth Leaders, 2° giorno
Settembre 25th, 2022 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: Come far sentire la propria voce? Prima dovresti essere onesto e poi dovresti agire con compassione. Questa è la cosa giusta da fare. La cosa principale è perdonare e praticare la compassione.

23 settembre 2022. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina è ripreso l’incontro tra Sua Santità il Dalai Lama ed i leader giovanili dell’Istituto per la Pace degli Stati Uniti. David Yang, il moderatore, ha ricordato a tutti che ieri si era discusso di come i figli della guerra possano diventare leader per la pace e che la costruzione della pace è uno sforzo spirituale e che dopo ieri si erano trattato i temi dell’appartenenza e della compassione, i temi in discussione oggi sarebbero la pace interiore e l’impegno per l’uguaglianza e la giustizia.

Per cominciare, Angie dalla Colombia, una psicologa appassionata di sfide sociali, diversità e multiculturalismo, ha parlato del suo amore per l’istruzione e l’apprendimento. Nel suo lavoro cerca di rendere l’istruzione più attraente per più persone.

Esra dal Sudan è profondamente coinvolta nella creazione di contenuti e li utilizza per fare la differenza, aiutando individui ed organizzazioni a realizzare la loro visione. Cerca di avere un impatto positivo sulla società ed è attiva nell’educazione e nella costruzione della pace attraverso i suoi scritti e corsi educativi. È impegnandosi nell’istruzione che gli studenti di Esra imparano la pace interiore.

Patrick, del Sud Sudan, si interessa in modo particolare dei giovani, della pace e della sicurezza. Sostiene fortemente la partecipazione dei giovani allo sviluppo delle politiche ed al processo decisionale per un cambiamento positivo. Ha spiegato come nel 2016 si sia ritrovato arenato in un altro Paese e si sia reso conto di quanto fosse frustrato di non poter contribuire a salvare il proprio Paese. Questo lo ha spinto con altri giovani ad impegnarsi nella costruzione della pace.

Arij dalla Tunisia è un facilitatore del dibattito. Quando ha iniziato a parlare in pubblico era nervosa, ma ha acquisito forti capacità di parlare in pubblico che le hanno permesso di tenere seminari su diversi temi legati alla pace e di avere un’influenza positiva. Avendo acquisito fiducia in sé stessa, ha imparato ad addestrare anche gli altri a parlare. Ha osservato che alcune persone perdono la speranza che la Tunisia possa mai trovare la pace, ma è determinata a non disperare.

Hazhir è un curdo iracheno. È un analista politico ed economico e giornalista che si è occupato della guerra dell’ISIS. Da allora si occupa di fornire riparo e cibo ai rifugiati. Dice che quando si è chiesto cosa volesse, si è reso conto che, soprattutto, lui ed il popolo del Kurdistan volevano l’uguaglianza. Ha affermato che è difficile provare pace interiore quando gli altri abitualmente ti ingannano e negano i tuoi diritti. È in un tale contesto che i curdi stanno cercando di preservare la loro identità.

Roya dalla Libia, si concentra sulla guida ed il sostegno di progetti che promuovono la pace e la riconciliazione, l’impegno artistico e culturale, lo sviluppo, la stabilità economica e l’istruzione ed, avendo capito di avere la capacità di portare il cambiamento, si impegna ad incoraggiare anche gli altri a capire che ognuno di noi può aiutare gli altri. Possiamo fare la differenza.

Sophia, venezuelana, ha raccontato che lei e la sua migliore amica si sono candidate alle elezioni come segretarie generali della loro scuola, l’organizzazione delle Nazioni Unite. Gli studenti hanno inizialmente dato l’impressione che l’amica di Sophia sarebbe stata la più adatta e che lei sarebbe stata meno adatta al ruolo. Tuttavia, tutti sono stati colti di sorpresa quando è stata effettivamente eletta. Ha detto di aver imparato che se vuoi essere un leader devi essere fiducioso.

David Yang ha detto a Sua Santità di essere considerato un leader per quanto riguarda la pace interiore. Gli ha chiesto di descrivere come si sentiva quando ha dovuto lasciare il Tibet.

Prima di tutto c’era un pericolo per la mia comunità e per la mia stessa vita”, ha risposto Sua Santità. “Sono scappato perché la situazione era diventata urgente. Quando gli ufficiali dell’esercito cinese volevano sapere dove si trovava il Dalai Lama all’interno del Palazzo di Norbulingka, non sapevamo se intendessero fornire protezione dai bombardamenti, come sostenevano, o se fosse per potermi prendere di mira più facilmente. Una volta diventato un rifugiato, mi sono sentito più felice perché ero libero.

Nelle circostanze odierne, tutti i sette miliardi di esseri umani viventi oggi vogliono l’uguaglianza. Come ho detto, siamo tutti uguali. Nessuno è migliore o più meritevole di chiunque altro. L’ONU non dovrebbe coinvolgere solo i leader politici, ma anche i rappresentanti dei comuni esseri umani. Dobbiamo guardare realisticamente alla situazione in cui ci troviamo perché dobbiamo vivere tutti insieme.

Dobbiamo pensare di più quale sia l’interesse comune, proprio come l’Unione Europea. Abbiamo bisogno di una ‘Unione dell’Umanità”.

Nel rispondere alle domande che gli sono state poste dai leader giovanili, Sua Santità ha parlato del raggiungimento di decisioni. Ha spiegato che, nonostante si sia dimesso da ogni attività politica, ogni volta che c’è una decisione da prendere consulta sempre le persone coinvolte.

A Sua Santità è stato chiesto se qualcuno del suo popolo avesse voluto combattere contro i cinesi. Ha convenuto che alcuni lo hanno fatto. Tuttavia, l’ha descritto come una risposta emotiva piuttosto che il risultato di pensare le cose in modo realistico. Trent’anni fa, disse, l’opinione mondiale contava meno. Oggi può fare la differenza. Adesso, ha riaffermato, è un momento in cui i problemi devono essere risolti attraverso il dialogo.

Ha ribadito che è fondamentale nella natura umana essere compassionevoli. Ha detto che possiamo vederlo tra i bambini, che non si preoccupano delle differenze superficiali. Differenziare tra questa o quella razza, nazionalità o religione è un obsoleto modo di pensare.

Quando abbiamo lasciato il Tibet”, ha chiarito Sua Santità, “abbiamo pensato in termini di differenze tra tibetani e comunisti cinesi. Se avessimo considerato ciò che avevamo in comune come esseri umani e che la terra appartiene all’umanità in generale, il risultato sarebbe stato diverso.

Sento che non dovremmo concentrarci troppo su ciò che è passato. Dobbiamo guardare le cose da diverse angolazioni. Come si è scoperto, ho trovato utile essere diventato un rifugiato”.

Alla domanda se ci sarà un quindicesimo Dalai Lama e se ci sarà, dove nascerà, Sua Santità con una risatina ha risposto che erano affari suoi.

Ora ho 87 anni e penso di poter vivere per altri 15 o 20 anni, quindi se ci sarà o meno un quindicesimo Dalai Lama non è la mia principale preoccupazione in questo momento. Probabilmente nascerò su questo pianeta perché ho una connessione con questo mondo. Il primo Dalai Lama disse di voler nascere in Tibet per poter continuare a servire il popolo tibetano ed il Buddhadharma.

La mia determinazione è servire gli esseri senzienti, ma conosco particolarmente questo pianeta e la sua gente. Ma dove nascerò, non lo so. Ho una connessione con il Bodhisattva Avalokiteshvara. Sono qualcosa come il suo rappresentante, quindi potrebbe essere una questione di un suo desiderio.

C’è un famoso lago in Tibet e sulla sua superficie sono state rivelate tre lettere che indicavano dove ero nato. A per Amdo, Ka per Kumbum e Ma riferendosi al mio nome Lhamo Dhondup. L’impiego di forze così misteriose può aiutarci a vedere più avanti”.

David Yang ha presentato altri cinque leader giovanili che avrebbero parlato di uguaglianza e giustizia.

Gloria del Sud Sudan è profondamente preoccupata per i diritti umani e le questioni dei diritti civili. S’è impegnata per esenzioni fiscali sui prodotti sanitari per ridurre la disuguaglianza di genere, specialmente nelle scuole. Ha raccontato la storia di una compagna di scuola che è stata colta di sorpresa quando ha avuto il suo primo ciclo a scuola. Nonostante l’aiuto dei suoi amici, si vergognava dei commenti beffardi degli altri compagni di classe. Il giorno dopo non è venuta a scuola.

Gloria si chiese perché una funzione corporea naturale avrebbe portato tanta vergogna. Ha deciso che doveva fare qualcosa per aiutare le ragazze a capire il proprio corpo ed a ridurre lo stigma delle mestruazioni. Era perfettamente consapevole del fatto che anche le ragazze hanno diritto all’istruzione.

Sua Santità ha commentato che le decisioni non dovrebbero essere prese sotto la minaccia della forza o come risultato di atti di bullismo. Questo è un sorpassato modo di pensare. Ora, siamo tutti uguali ed abbiamo il diritto di decidere le cose da soli.

Mamdouh dalla Siria ha guidato due progetti di costruzione della pace e di sviluppo durante la guerra, aiutando vittime di guerra, persone con disabilità, comunità locali e rifugiati interni. Ha descritto di sentirsi frustrato nel tentativo di portare il cambiamento e d’aver bussato per dieci anni alle porte, che a volte si aprono, a volte no. Ci stiamo provando, ha dichiarato, e tutti possiamo aiutare.

Mohamed dalla Somalia ha esperienza pratica nei settori della giustizia postbellica, del governo locale e della costruzione della pace. Ha parlato d‘aver incontrato una donna la cui causa legale si trascinava da anni, vedendolo come un caso di giustizia procastinata che è stata negata. Ha osservato che sebbene i diritti siano stabiliti nella costituzione, le persone non possono esercitarli. Molti hanno lasciato il Paese alla ricerca di altre opzioni, ma sente che se non rimane, chi resterà per costruire una Somalia più pacifica?

Sua Santità ha osservato che il mondo sta diventando più democratico, così le persone possono alzare la voce e le loro voci possono essere ascoltate.

Isabela dalla Colombia si muove per difendere la dignità umana ed i diritti fondamentali. Ha raccontato del suo shock quando sua madre le ha detto che suo padre le aveva mostrato come usare una pistola quando aveva solo quattro anni e le aveva messo una pistola sotto il cuscino come difesa. Isabela si è chiesta perché le persone dovrebbero vivere con una paura del genere ed ha deciso di diventare un avvocato, preoccupandosi di proteggere la dignità umana e di garantire che tutti i bambini abbiano accesso all’istruzione.

Nissa dalla Libia ha annunciato di essere un’attivista per il cambiamento climatico. Ha descritto di essere stata commossa dal film, An Inconvenient Truth, che l’ha colpita profondamente con fatti reali sull’inquinamento e sul cambiamento climatico. Ha quindi deciso di insegnare questi soggetti ai bambini, rimanendo colpita scoprendo che i bambini possono facilmente capire ciò che i leader globali apparentemente non possono.

“Il cambiamento climatico è un fatto grave”, ha convenuto Sua Santità. “Dobbiamo adottare misure per rendere più verde il mondo piantando e prendendoci cura di più alberi. Di recente sono stato in Ladakh, dove l’ambiente secco e sabbioso sta cambiando perché ci sono più alberi. Di fronte ad una crisi come il cambiamento climatico non possiamo permetterci di combatterci tra di noi. Dobbiamo lavorare insieme”.

Rispondendo nuovamente alle domande, Sua Santità ha ripetuto che occorre

guardare le cose da una prospettiva più ampia. Per quanto riguarda il Tibet, ha menzionato il profondo patrimonio culturale dei tibetani, che include una profonda comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni. Questa cultura è stata mantenuta in vita. Al che ha fatto ironicamente notare che pochissimi tibetani erano diventati comunisti, ma un buon numero di cinesi era diventato buddista.

Sua Santità ha riferito che i professori delle università cinesi hanno letto libri pubblicati da tibetani in esilio sulla scienza e la filosofia nell’ambito della letteratura buddista. Essi hanno riconosciuto che il buddismo tibetano ha effettivamente preservato la tradizione di Nalanda, che adotta un approccio scientifico ed investigativo.

Alla domanda su come ottenere giustizia senza perdere la compassione, Sua Santità ha osservato che l’importante era evitare di fare del male. Ha aggiunto che aiutare gli esseri senzienti può essere fonte di grande soddisfazione.

Tutti noi”, ha aggiunto, “anche gli animali abbiamo dei diritti fondamentali che dobbiamo proteggere”.

Alla domanda su come far sentire la propria voce, Sua Santità ha risposto che prima dovresti essere onesto e poi dovresti agire con compassione. Questa è la cosa giusta da fare. La cosa principale è perdonare e praticare la compassione.

David Yang ha ringraziato i membri dell’ufficio di Sua Santità, i suoi assistenti ed il team audiovisivo. Ha ringraziato i 26 leader giovanili che rappresentano la speranza per il futuro. Infine, ha ringraziato Sua Santità per il suo contributo ispiratore.

Sua Santità ha risposto: “Grazie. Come parte dei sette miliardi di esseri umani vivi oggi, abbiamo la responsabilità di lavorare per creare un’umanità felice e un mondo pacifico”.

Ha quindi invitato i leader giovanili ed il personale di supporto dell’USIP a unirsi a lui per il pranzo.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15323#more-15323 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.

Guarda l’Insegnamento di Sua Santità in inglese https://www.dalailama.com/videos/dialogue-with-united-states-institute-of-peace-usip-youth-leaders, https://www.youtube.com/watch?v=IuUD8F7vy7I


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