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Il viaggio di Wen Jiabao lascia l’India con l’amaro in bocca
Dicembre 23rd, 2010 by admin

Carta geopolitica dell'India

Carta geopolitica dell'India

di Francesca Marino

Il premier cinese ha visitato New Delhi e il Pakistan. Tanti accordi firmati, ma le questioni in sospeso con l’India non sono state risolte. L’alleanza con Islamabad è più solida che mai.

Ha lasciato come al solito un po’ di amaro in bocca all’India la visita del premier cinese Wen Jiabao a New Delhi e in Pakistan.

Le relazioni tra le due superpotenze economiche, finiti ormai i tempi dell’“hindi-chini bhai-bhai” di Nehru che cercava di inventare una pretesa fratellanza indo-cinese, sono da tempo piuttosto travagliate.

Due nazioni che hanno economicamente estremo bisogno l’una dell’altra per diversi motivi ma che non riescono a trovare accordi di nessun tipo sulle questioni politiche e, soprattutto, sulle dispute territoriali.

A Delhi, Wen Jiabao e la sua delegazione di quattrocento imprenditori di alto livello hanno riportato a casa contratti per circa sedici miliardi di dollari. I due governi hanno stabilito di aumentare entro il 2015 il volume degli scambi bilaterali tra i due paesi, portando la bilancia dagli attuali sessanta a cento miliardi di dollari.

Sono stati firmati tra New Delhi e Pechino circa cinquanta accordi che riguardano le telecomunicazioni, l’energia elettrica ed eolica, l’acciaio e via dicendo.

Il piatto, come facevano notare a New Delhi, è molto più ricco di quello messo in tavola da Obama e dai suoi, che hanno riportato a casa accordi per una decina di miliardi di dollari soltanto.

Wen Jiabao ha incontrato, per l’undicesima volta in cinque anni, anche il premier indiano Manmohan Singh.

I due hanno stabilito di aprire una hot line tra i rispettivi uffici, di stabilire un programma di regolari consultazioni e incontri bilaterali, di rafforzare insomma le relazioni tra le due nazioni, visto anche che la Cina, dal 2008, è il maggiore partner commerciale dell’India.

Wen e Singh hanno rilasciato dichiarazioni di circostanza sul contributo alla “pace, prosperità e stabilità” nella regione che la collaborazione tra India e Cina porterà all’intera regione ma, riguardo alle questioni politiche sul tappeto, si è registrato l’ennesimo nulla di fatto.

I due hanno dichiarato difatti di aver bisogno di più tempo per cominciare a risolvere le questioni territoriali in ballo tra i due paesi.

Come riportato dal quotidiano cinese The Global Times, i due leader hanno “preso in considerazione le rispettive preoccupazioni e cominciato a lavorare per risolvere le dispute in modo accettabile a entrambe le parti”.

Un modo tutto orientale per dichiarare che le questioni, che diventano ogni giorno più scottanti, sono ancora tutte sul tappeto. E che l’India, semmai, ha cominciato a muovere dei cauti passi indietro.

Non reiterando apertamente nelle dichiarazioni ufficiali, ad esempio, il riconoscimento del Tibet come parte integrante della Cina e il divieto posto ai residenti tibetani, al Dalai Lama e al governo tibetano in esilio a Dharamsala di fare politica attiva in territorio indiano.

La questione dei rifugiati tibetani, dell’accoglienza data al Dalai Lama e, soprattutto, del confine con la regione dell’Arunachal Pradesh in parte rivendicata dalla Cina è una delle più scottanti.

Così come il sostegno dato dai cinesi alle varie guerriglie del nord-est indiano, ad esempio, o le armi di fabbricazione cinese trovate in mano ai guerriglieri maoisti in Bengala e in altre regioni dell’India.

Ciò che fa infuriare New Delhi, però, e che maggiormente preoccupa gli analisti e gli strateghi militari indiani è l’annosa questione del Kashmir e del riconoscimento internazionale dei confini stabiliti dalla Loc, la Linea provvisoria di confine, tra Pakistan, India e Cina, che ha il controllo di una porzione del Ladakh.

Anzitutto, nei discorsi dei funzionari cinesi e sui giornali di regime, si parla di un confine conteso tra le due nazioni di “circa 2000 kilometri”.

Per gli indiani, il confine conteso è in realtà di circa 3.500, e la differenza tra le due cifre è data dal confine indo-cinese in Kashmir. Da un paio d’anni a questa parte, inoltre, Pechino non stampiglia più i visti di entrata e di uscita dalla Cina sui passaporti indiani dei cittadini residenti in Jammu&Kashmir.

Agli abitanti di Srinagar e dintorni viene rilasciato un visto su di un foglio di carta che viene spillato al passaporto. Un modo sottile e implicito, secondo New Delhi, di disconoscere la cittadinanza indiana degli abitanti del J&K e il loro diritto-dovere di esibire un passaporto indiano.

Tanto più che lo stesso tipo di trattamento non viene riservato agli abitanti del Kashmir pakistano, i cui visti vengono regolarmente apposti sul passaporto.

Secondo New Delhi, Pechino vuole discutere bilateralmente solo la questione dei confini del Nord-Est (Arunachal e dintorni), mentre cerca un tavolo delle trattative che coinvolga anche il Pakistan riguardo alla questione del Kashmir e del Gilgit-Baltisan.

Riconosciuti implicitamente dalla Cina come facenti parte a pieno titolo del territorio governato da Islamabad, evidentemente.

D’altra parte, immediatamente dopo essersi recato a Delhi Wen Jiabao è volato a Islamabad.

Qui ha firmato un contratto che, guarda caso, riguarda il rinnovamento e la costruzione di nuove porzioni della Karakhorum Highway che dalla regione cinese dello Xingjiang va a finire proprio in Gilgit Baltisan.

Ormai da mesi, come da più parti denunciato in Pakistan e fuori, il Gilgit-Baltisan è di fatto occupato da ingegneri, lavoratori e anche militari cinesi.

Islamabad, che ormai è campione nella lotta contro ogni genere di terrorismo, ha garantito alla Cina ampio sostegno contro la minoranza ribelle degli Uighuri (di religione musulmana) che lottano per l’indipendenza dello Xingjiang.

L’intelligence pakistana ha promesso di tenere sotto stretta sorveglianza la comunità uighuri che da anni cercava rifugio in Pakistan e le attività della Uighuri World Conference.

In fondo, i problemi degli abitanti del Gilgit-Baltisan (pakistani e non), il sottosviluppo e la povertà disperata in cui versano gli abitanti della regione, le numerose violazioni dei diritti umani perpetrate da Islamabad nella zona, non interessano proprio a nessuno, tantomeno alla comunità internazionale.

Wen Jiabao a Islamabad ha firmato ovviamente altri accordi commerciali, per un totale di circa dieci miliardi di dollari: per la Kharakorum Highway, ma anche per migliorare le disastrate infrastrutture pakistane e per la cooperazione nel settore agricole e della produzione di energia.

Silenzio sulla cooperazione in altri tre impianti nucleari ma, secondo fonti pakistane, la costruzione delle centrali è già cominciata. Pechino ha stanziato inoltre una serie di prestiti a Islamabad, ufficialmente per la ricostruzione nelle zone colpite dall’alluvione.

Non si è discusso neanche della costruzione di un oleodotto che dovrebbe unire il porto di Gwadar in Baluchistan, interamente costruito dai cinesi, allo Xingjiang.

Ci sono stati diversi incontri tra Wen Jiabao e i vertici dell’esercito e dell’intelligence militare pakistana, che erano il piatto forte della visita del premier cinese.

Ripetute dichiarazioni di fratellanza, di sostegno, di identità di vedute politiche tra i due paesi e reiterazione di trattati di cooperazione strategica e militare.

D’altra parte, l’economia e buona parte del nucleare pakistano dipendono così tanto dai cinesi che se domani Pechino decidesse di ritirarsi il Pakistan si sbriciolerebbe come un castello di carte.

Non succederà, ovviamente, perché Islamabad per la Cina è assolutamente strategica per l’espansione della famosa ‘collana di perle’ che arriva a fronteggiare Iran e Arabia Saudita.

E perchè le due nazioni sono unite, almeno per il momento, dal comune interesse nel fronteggiare l’India come potenza militare ed economica.

(23/12/2010) Carta tratta dall’editoriale “Il gigante buono” pubblicato in Limes 6/2009 “Pianeta India”

carta di Laura Canali tratta da Limes 6/2009 “Pianeta India“) http://temi.repubblica.it/limes/wen-fa-affari-in-pakistan-e-lascia-lindia-con-lamaro-in-bocca/18174


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