Il vaso del tesoro

vaso

Produce una inarrestabile pioggia di lunga vita e salute e prosperità per tutti gli esseri viventi che seguono puramente il Dharma. Nell’iconografia tibetana il vaso del tesoro (in sanscrito kalasa, in tibetano gter-chen-po’i bum-pa) si riconosce per avere in cima un gioiello. L’uso del vaso risale ai primi giorni del Buddhismo ed è legato agli auspici di esaudimento di desideri materiali. In realtà “il tesoro” si riferisce al “nettare dell’immortalità” che è custodito nel vaso: eternità della Dottrina, il nettare della Conoscenza, dell’acquisizione di poteri spirituali. Nel Tantrismo Tibetano si usano differenti tipi di vaso a seconda delle diverse pratiche rituali.

Patrul Rinpoche: Nine Considerations and Criteria for Benefiting Beings

Patrul Rinpoche

Patrul Rinpoche

Nine Considerations and Criteria for Benefiting Beings

by Dza Patrul Rinpoche

This concerns the ways in which bodhisattvas act to benefit beings.

Bodhisattvas who genuinely take the bodhisattva vow of ethical discipline do nothing but act for the benefit of beings, either directly or indirectly, but unless one is skilful in benefiting these beings, no matter how much one does, it might not benefit beings, but could actually be a direct or indirect cause of harm. Take account, therefore, of these nine considerations and criteria as you act for others’ benefit:

1. Consideration of the benefit to both oneself and others

  • Anything that would be of direct or indirect help and benefit to both yourself and others should be done.

  • Anything that would not benefit but harm both you and others, directly or indirectly, should not be done. Continue reading »

Patrul Rinpoche: Guide to the Stages of the Bodhisattvas

Patrul Rinpoche: When the path of no-more-learning is realized, the bodhisattva reaches the eleventh bhumi, ‘Universal Radiance’. (Potala, 1936)

Patrul Rinpoche: When the path of no-more-learning is realized, the bodhisattva reaches the eleventh bhumi, ‘Universal Radiance’. (Potala, 1936)

Patrul Rinpoche: A Brief Guide to the Stages and Paths of the Bodhisattvas

I pay homage to my master who is inseparable from Lord Manjughosha!

I will now set out the various stages and paths of the bodhisattvas in a way that is clear and easy to understand. There are five paths and ten stages (or bhumis). The five paths are as follows:

  1. The path of accumulation

  2. The path of joining

  3. The path of seeing

  4. The path of meditation

  5. The path of no-more-learning Continue reading »

Il loto

loto

Rappresenta la purezza spirituale e simbolizza le azioni immacolate di corpo, parole e mente che portano alla felicità e all’illuminazione. Il loto (in sanscrito padma, in tibetano padma) non cresce in Tibet. Questo dato è oltremodo interessante perché significa che nella cultura e nella religione tibetane il loto è un’acquisizione puramente simbolica che ha unito i popoli al di là e al di qua dell’Himalaya nel rappresentare la più alta visione di Purezza e di Bellezza: lo stelo del loto si erge infatti dalla melma degli stagni e dei laghi per fare sbocciare il fiore, incontaminato e incontaminabile, immacolato e perfetto, sopra la superficie dell’acqua. Il loto è l’unica pianta acquatica che grazie alla forza del suo stelo fa sbocciare il fiore con un numero di petali sempre regolare da otto a dodici, tutti uguali fra loro. Nella loro simmetria i petali hanno sempre rappresentato il simbolo dell’armonia del cosmo; in questo senso si utilizza il loto nel tracciare mandala e yantra. Continue reading »

Le Tre Tradizioni del Chöd di Machig

Macig Labdron

Macig Labdron

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd

di JERÔME EDOU

Le Tre Tradizioni del Chöd di Machig, la tradizione sütra, la tradizione tantra, Discendenti del Lignaggio di Machig.

Trasmissione

L’apertura dei cancelli del Dharma

Non è un’iniziazione di una deità trasmessa al corpo;

E’ un’iniziazione del significato ultimo trasmesso dalla mente.

Machig Labdrön

  1. Le Tre Tradizioni del Chöd di Machig

Tra le varie tradizioni del Chöd che si instaurarono in India e in Tibet, come L’Eliminazione della Confusione, secondo i Tesori Ritrovati di Padmasambhava, L’unico Sapore di Nāropa, le visioni del Mahāsiddha Thangtong Gyalpo (1361-1485),1, o il Chöd di Götsangpa (1189-1258),2 la tradizione del Chöd di Machig costituisce un originale e specifico sistema, sia da un punto di vista filosofico sia nei termini dei metodi di realizzazione. Confrontando le trasmissioni di lignaggio che ella ricevette, con quelle che passò ai suoi discepoli, diviene possibile determinare il suo ruolo nella codificazione degli insegnamenti. La prima e principale trasmissione per diventare parte della sua eredità spirituale è decisamente quella che provenne da Dampa Sangyé, direttamente o tramite Sönam Lama.3. Mentre Dampa non le diede nessun potenziamento reale, ma le trasmise i precetti della tradizione indiana dei mahāsiddha, oltre ai precetti del Chöd legati alla Prajñāpāramitā. … Continue reading »

Biography of Dza Patrul Rinpoche

tsocc88_patrul_rinpoche_1A Brief Biography of Dza Patrul Rinpoche (1808-1887)

by Alak Zenkar Rinpoche

za Palge Tulku or Dzogchen Patrul Rinpoche was born in the Earth Dragon year of the fourteenth calendrical cycle in Getse Dzachukha, in the nomadic area of northern Kham, to a family with the name of Gyaltok. He was recognized by Dodrupchen Jikmé Trinlé Özer as the incarnation of Palgé Samten Phuntsok and was given the name Orgyen Jikmé Chökyi Wangpo.

At an early age, he learned to read and write without any difficulty. He took ordination with Khen Sherab Zangpo. With Dola Jikmé Kalzang, Jikmé Ngotsar, Gyalsé Shenpen Thayé and other teachers, he studied the Trilogy of Finding Comfort and Ease, The Way of the Bodhisattva, Secret Essence Tantra and many other works related to sutra and tantra, as well as the ordinary sciences. Continue reading »

Patrul Rinpoche: Advice for Alak Dongak

Patrul Rinpoche

Patrul Rinpoche

Patrul Rinpoche: Advice for Alak Dongak

Before the holy nyagrodha, the very best of trees,
All alone, you tamed the hosts of Māra and his army,
Simply through the force of your loving kindness—
Supreme guide who attained full awakening, care for me!

O Protector, you renounced the kingdom of a universal monarch,
Casting it aside as if it were nothing more than poisoned food,
And, all alone, you departed for the quiet of the forest,
There to accomplish single-pointed meditation—thus we’ve heard.

Therefore, these delightful mountain solitudes,
Are like the family estate to the supreme guide’s heirs,
And, as the best of protectors himself has said,
To rely on solitude is indeed the pinnacle of joys! Continue reading »

Tich Nhat Hanh: L’indistruttibile seme del Risveglio

L’indistruttibile seme del Risveglio, scritto da Thich Nhat Hanh negli ultimi giorni del 2009 dal Monastero Fragrant Inner Sourc.

Ai miei figli del Bat Nha,

So che in questi momenti, voi dovete disperdervi in molti luoghi, e che non è possibile per voi vivere insieme e praticare, come comunità monastica, ma io confido che la mia lettera possa raggiungervi.

Nella 20° Domenica del 2009, fratelli e sorelle dei quattro monasteri Plum Village, si sono riuniti per fare il Giorno della Consapevolezza. E’ da sei mesi si organizzano delle giornate di consapevolezza nel Tempio ‘Dharma della Nuvola’ di Upper Hamlet, fatte all’aperto perché la sala di meditazione è in costruzione. L’ultima Domenica, la sala di meditazione ‘Still Water’ è stata completata, e quindi questa era la prima volta che la comunità poteva utilizzare la nuova sala di meditazione. La nuova sala di meditazione è molto grande e bella, molto più grande e più bella della vecchia sala di meditazione. Continue reading »

La conchiglia

conchiglia

Viene suonata come una tromba per annunciare l’illuminazione di Buddha al mondo intero. Simbolizza la capacità di tutti gli esseri di svegliarsi dell’ignoranza in risposta al richiamo del Dharma. La conchiglia con spirale destrorsa (in sanscrito daksinavartasankha, in tibetano dung gyas-‘khyl ), bianca, ovale, termina a punta, gradevolmente grande, non essendo un manufatto, è uno dei più antichi oggetti rituali. E’ presente come attributo o simbolo di divinità nella cultura brahmanica e induista, come simbolo di femminilità o come vaso o recipiente per il culto ovvero come strumento. Nel Buddhismo Tibetano è chiamata anche “tromba della vittoria” ed è particolarmente considerata per il suono potente; come oggetto rituale è usata sia come strumento che come recipiente che come offerta dei sensi. Conchiglie sono usate anche come ornamento per decorare troni, reliquiari, statue. La conchiglia simboleggia il profondo, omnipervadente, vittorioso suono dell’insegnamento del Dharma che raggiunge le differenti nature, predisposizioni e aspirazioni spirituali di ogni essere nei Tre Tempi della manifestazione e che risveglia dal baratro dell’ignoranza e della sofferenza e richiama a conseguire la liberazione dal samsara.

Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amithabha Luce infinita, come gli altri quattro Dhyani Buddha, è menzionato nella maggior parte dei sistemi tantrici e rappresenta vari aspetti fisici e mentali, combatte le illusioni del desiderio e lussuria e rappresenta la mente illuminata della saggezza discriminante, è connesso all’elemento fuoco, al senso del tatto, dal punto di vista del benessere fisico: al calore del corpo ed al fegato. In relazione con gli altri Buddha e Bodhisattva ha come Consorte Pandara, come Bodhisattva: Avalokiteshvara, come Buddha: Shakyamuni, è il rosso, la sua direzione è l’ovest, il gesto caratterizzante o (mudra): il dhyana o la meditazione, il simbolo della famiglia è padma (loto), la sillaba è HRIH, il suo veicolo è il pavone, il suo aggregato la percezione (in sanscrito: sanjna).

Buddha Amithaba, Alchi.

Buddha Amithaba, Alchi.

il suo colore

Amitābha Buddhasanscrito Amitābha (अमिताभ), letteralmente “Luce (ābhā) senza fine (amita)”; in cinese traslitterato 阿彌陀 (pinyin Āmítuó), tradotto 無量光 (pinyin Wúliángguāng); in giapponese Amida (阿彌陀, Amida?), a volte Amida Nyorai (阿弥陀如来, Amida Nyorai?) in quanto parte dei gochinyorai; coreano Amit’a (아미타); vietnamita A-di-đà; tibetano od-dpag-med — è un Buddha celestiale descritto in alcuni sutra della scuola Mahāyāna di Buddhismo, e particolarmente venerato nell’Amidismo. Continue reading »

Biografie di Machig

Machig Labdro

Machig Labdro

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd

di JERÔME EDOU

    Il Meraviglioso e l’Immaginario, La Saggezza Primordiale delle Dākini.

    Biografie di Machig

  1. Il Meraviglioso e l’Immaginario

E’ abbastanza sorprendente che la biografia presentata qui, in traduzione, sia chiamata lo rgyus in Tibetano, un resoconto o una cronaca storica di Machig, piuttosto che rnam thar, agiografia, come ci si aspetterebbe. Sebbene all’ultima pagina1 si faccia riferimento al testo, come al rnam thar, non c’è alcuna traccia di una simile designazione o sottotitolo nell’opera, mentre La Storia Concisa della Vita – la fonte della versione tradotta qui – usa questa espressione per indicare il titolo del lavoro.2 Strutturalmente e stilisticamente, questo testo può essere identificato con le classiche agiografie dei mahāsiddha dell?India e del Tibet. Infatti, i sei stadi che sembrano definire una struttura tipica di un rnam thar secondo Nathan Katz3 aderiscono perfettamente con il resoconto di Labdrön: – … Continue reading »

Il nodo senza fine

nodoIl Nodo-senza-fine (in sanscrito srivatsa, in tibetano dpal be’u) o Nodo dell’eternità è composto da linee chiuse intersecantisi ad angolo retto. Simbolizza il ciclo di esistenza senza inizio, il legame inestricabile di saggezza e metodo compassionevole dell’illuminazione di Buddha e l’infinito amore ed armonia.

E’ spesso associato al srivasta hindu. In origine sembra essere stato un simbolo delle divinità naga (in tibetano klu) divinità che governano i regni sotterranei, le acque, le rocce, i fiumi, i laghi, la pioggia, la fertilità e l’integrità della terra; alcuni di essi sono protettori del Dharma ma possono reagire negativamente contro chi non rispetta i luoghi che abitano; nell’iconografia e nella letteratura tibetana sono descritti come esseri per metà umani e per metà serpenti. Il Nodo-senza-fine è associato al nandyavarta una variante dello swastika, simbolo primordiale del divenire senza fine. Nella tradizione tibetana il nodo-senza-fine è simbolo anche del modo incessante della manifestazione, l’intersecarsi delle linee ci ricorda come i fenomeni sono interconnessi e dipendenti da cause e condizioni. Il nodo-senza-fine rappresenta l’unione della Saggezza e del Metodo (tibetano thab-shes zung-‘brel), tantricamente l’unione della energia femminile e di quella maschile, la loro armonica inseparabilità, rappresentando l’amore infinito, la vita infinita, la realizzazione della loro unione. Continue reading »

Padmasambhava

Mi chiamo Padmasambhava, il Nato dal Loto.

Mi chiamo Padmasambhava, il Nato dal Loto.

Guru Rinpoche, uno dei più grandi yogi dell’India buddhista, è il fondatore del Buddhismo tibetano. È conosciuto come Padmasambhava (tib. Pema Jung-ne), cioè “Nato dal Loto”, e come Guru di Oddiyana. In Tibet è famoso come Guru Rinpoche, il Maestro Prezioso; i Tibetani lo riveriscono come il Secondo Buddha” [1]. La storia della sua vita è una formidabile sequenza di prodigi e imprese sovrannaturali; è una delle più miracolose rintracciabili in qualsiasi tradizione spirituale del mondo. Per comprendere questo, bisogna considerare che davvero – al di là di ogni retorica – i normali cinque sensi di cui siamo dotati in quanto esseri umani, e i nostri schemi di pensiero abituali, non sono assolutamente capaci (con tutta la buona volontà) di cogliere le infinite possibilità contenute in tutto ciò che appare ed esiste.  Possiamo considerare Guru Rinpoche come uno di quegli esseri straordinari che irrompono di tanto in tanto nella nostra dimensione ordinaria, mettendo a soqquadro le consuete credenze abituali e le concezioni rigide. Molti di questi esseri straordinari si sono manifestati all’unico scopo di portare beneficio agli esseri viventi, in accordo con la mentalità e la cultura del luogo e del tempo in cui sono apparsi (e in accordo con le predisposizioni karmiche degli individui). Continue reading »

La Tradizione della Grande Esposizione

Machig Labdrön

Machig Labdrön

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd

di JERÔME EDOU

    La Tradizione della Grande Esposizione, Studio Comparativo delle Fonti Tibetane.

    La Tradizione della Grande Esposizione

I cinque testi principali usati in questo studio della vita di Machig rientrano in due categorie: le tre relazioni storiche condensate e le due biografie.27 Le relazioni storiche includono:

  1. Gli Annali Azzurri, di Gö Lotsāwa, composti alla fine del quindicesimo secolo, quattro secoli dopo la morte di Machig

  2. La Storia del Dharma: Un Banchetto per gli Eruditi, di Pawo Tsuglag Trengwa, il Secondo Nehnang Pawo Rinpoché, scritto nel 1550 ca.

  3. La Storia della Storia della Pacificazione e (il) Chöd, del Khamnyön del diciannovesimo secolo, che contiene una breve storia della tradizione del Chöd.

Le biografie includono:28 Continue reading »

La regina delle preghiere

Lo straordinaria aspirazione della pratica di Samantabhadra

Samantabhadracaryä pranidhäna

Phags-pa bzang-po spyod-pa’i smon-lam-gyi rgyal-po

Rifugio e Bodhicitta

SANG GHIE CIÖ DANG TSOG CHYI CIOG NAM LA

Prendo rifugio fino all’illuminazione

GIANG CIUB BAR DU DAG NI CHIAB SU CI

nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea. Continue reading »

Lo stendardo della vittoria

stendardo

E’ piantato sulla sommità del monte Meru, al centro dell’universo, per proclamare la vittoria del Dharma sulle forze dell’ignoranza. I concetti di “segno di vittoria”, “stendardo” e “bandiera” corrispondono a vari oggetti nella cultura tibetana che sono in relazione fra loro o per il nome o per la forma.Lo Stendardo della Vittoria (in sanscrito dhvaja, in tibetano rgyal-mtshan o dkyil-gdugs-ser-po nell’accezione monastica), come il parasole, è fatto di legno, stoffa e seta o riprodotto in metallo. I vari oggetti correlati al concetto di vittoria si differenziano, per esempio, dall’avere o meno in cima all’asta delle figure di animali simbolici, oppure se la bandiera è curva oppure diritta ecc. Classicamente lo Stendardo della Vittoria è di forma cilindrica, di struttura lignea, composto da tre livelli con più veli di seta e adornato da nastri dei cinque colori (blu, verde, bianco, rosso e giallo), solitamente è posto al centro del soffitto della sala delle assemblee del monastero. Il grande stendardo è come una bandiera arrotolata che simboleggia la vittoria di corpo, parola e mente di ognuno di noi nella pratica del Dharma, attesta la potenza e la vittoria della Dottrina contro ogni ostacolo e ogni forza negativa, la vittoria della conoscenza sull’ignoranza e la paura, il conseguimento in corpo, parola e mente della felicità ultima.

1 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci parla della Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche col Dott. Luciano Villa e l'Ing. Alessandro Tenzin Villa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche col Dott. Luciano Villa e l'Ing. Alessandro Tenzin Villa in udienza a nome del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling in pellegrinaggio in Ladakh agli insegnamenti di Sia Santità il Dalai Lama nell'agosto 2009.

Nell’ambito dei nostri Pellegrinaggi in India agli Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama, abbiamo avuto il grande onore e piacere di farci ricevere più volte in udienza da Sua Santità Drikung Kyabgön Chetsang Rinpoche, Könchok Tenzin Kunzang Trinlay Lhundrup, il 37° Drikungpa. Il capo della Scuola Kagyu ci ha ricevuti inudienza sia nella sua residenza ufficiale di Dera Dun nell’ottobre del 2008 che nel monastero di Pyang in Ladakh nell’agosto del 2009 e nel luglio del 2014. Sono stati momenti intensissimi e profondi, segnati dalla grande generosità di Sua Santità che ci ha fornito meravigliosi consigli ed incommensurabili insegnamenti di saggezza, che ci hanno permesso di stabilire una grande connessione con lui e che ha voluto farci dono di una sacra statua del Buddha, come oggetto di meditazione.  Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe per favore introdurre al grande lignaggio Dakpo Kagyu della Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Nel grande lignaggio Dakpo Kagyu, “il lignaggio benedicente”, ci sono due sistemi di pratica Mahamudra: il sistema dei sutra ed il sistema del tantra. Continue reading »

La meravigliosa vita di Machig Labdrön

Machig Labdrön.

Machig Labdrön.

LA MERAVIGLIOSA VITA DI MACHIG LABDRÖN

Capitoli I e II di

Un’Esposizione della Trasformazione degli Aggregati

In un’Offerta di Cibo, che Illumina il Significato del Chöd

Phung po gzan skyur rnam bshad gcod kyi don gsal byed

VII La Vita Precedente di Machig, la Sua Nascita e i Primi Anni, Labdrön.

Al guru, alle deità yidam e all’assemblea di dākini, io porgo omaggio

Con prostrazioni intere.

Ai Tuoi piedi, Grande Madre, dākini non-umana di saggezza primordiale

Io mi prostro.

Ho composto questo trattato d i trasformare gli aggregati in

un’offerta di cibo, in accordo con le parole pronunciate da Machig.

Ma prima seguirà un breve resoconto storico della stessa Machig.

  1. La Vita Precedente

Machig fu una dākini di saggezza, Vajradākima, appartenente al gruppo di emanazioni della Mente di Yum Chenmo, Colei che dà la nascita a tutti i Buddha dei tre tempi. Animata dall’intenzione di lavorare per il beneficio degli esseri senzienti, Machig nacque come il figlio principesco del Re Śrīsura Ārya di Kapila, in India. Al bambino fu dato il nome di Pranidhāna Siddhi. –

Continue reading »

2 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La verità della Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche L'unità tra soggetto ed oggetto è lo stato di Mahamudra, l’unità di tutti gli opposti e la realizzazione della non-dualità.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche L’unità tra soggetto ed oggetto è lo stato di Mahamudra, l’unità di tutti gli opposti e la realizzazione della non-dualità.

Sua Santità Drikung Kyabgön Chetsang Rinpoche ci introduce alla verità della Mahamudra.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci vuole per favore illustrare qual’è la verità della Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

L’Uttaratantra afferma che la natura del Buddha non è macchiata da alcuna oscurazione. L’inseparabile natura di tutte le qualità del Buddha equivale a dire che queste sono sempre tutte presenti. La loro natura è chiara, calma, libera da ogni oscurazione, qualunque cosa accada, non può essere macchiata. Questa è la verità della Mahamudra. Continue reading »

Corrado Pensa: Equanimità e fiducia

Corrado Pensa

Corrado Pensa

Equanimità e fiducia di Corrado Pensa

L’equanimità è l’opposto dell’attaccamento, è non-attaccamento. È una dimensione determinante del sentiero interiore. Ovviamente, esistono diversi gradi di equanimità, ma anche un’aspirazione, una sincera aspirazione verso di essa è già un inizio di vera equanimità. Dunque, l’equanimità è l’anima del lavoro interiore, il cuore del sentiero, il cuore della realizzazione e dell’adempimento. L’equanimità è l’anima della presenza mentale che chiamiamo consapevolezza non-giudicante, cioè una consapevolezza che tende all’equanimità. L’equanimità è il cuore della saggezza, non si può guardare in profondità senza l’intimo equilibrio dell’equanimità. E l’equanimità è anche il nucleo più profondo dell’amore, della compassione, della gioia empatica. Continue reading »

Ven. Rizong Rinpoche: Bodhicitta and Emptiness.

Ven. Rizong Rinpoche: The root of suffering should be fully understood.

Ven. Rizong Rinpoche: Bodhicitta and Emptiness.

Brief teaching conferred on August 28, 2009 by Ven. Rizong Rinpoche at Rizong Labrang, Leh, Ladakh, JK, India. Transcription and editing by Dr. Luciano Villa and Eng. Alessandro Tenzin Villa for Free Dharma Teachings Program for the benefit of all sentient beings. Treanslation by Mr. Tenzin Tzepag.

Ven. Rizong Rinpoche

These two subjects are very important. They represent very high teaching. For beginners teachings about sunyata or emptiness could brought craziness, as it is mentioned in the text. Especially we have Lam Rim by Atisha https://www.sangye.it/altro/?cat=14 and later by Lama Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?cat=22, both suitable for beginners. Is very important to practice Lam Rim step by step. The main teaching of the Lam Rim is Lam Tso Sum: Continue reading »

3 – S.S. Drikung Chetsang Rinpoche: i preliminari alla Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche prosegue nella conversazione dandoci delle preziosissime informazioni sui preliminari alla pratica della Mahamudra.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci può per favore parlare dei preliminari alla Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

I preliminari sono divisi in tre categorie: Continue reading »

Preghiera per il ritorno del Ven.Ghesce Yesce Tobden

Ven Ghesce Yesce Tobten all'interno dell'eremo di Boll Dharamsala India

Ven Ghesce Yesce Tobten all'interno dell'eremo di Boll Dharamsala India

Preghiera per il ritorno del Ven. Ghesce Yesce Tobten

Vi prego, ascoltatemi Rifugi Supremi :

incomparabile Maestro Sakyamuni,

Maitreya e Manjusri, grandi tesori di compassione e saggezza,

Tzong Khapa, secondo Buddha, insieme ai vostri Figli spirituali.

Amico spirituale dal nome Yesce,

la tua grande gentilezza é difficilmente misurabile.

Ti prego mostrati al più presto con una manifestazione suprema dal volto di luna,

dopo che le aspirazioni della Tua santa mente

si saranno spontaneamente realizzate.

MAUA DAME SCIAKIE TOG

KIEN ZEI TER CEN CIAM GIAMYANG

GHIELUA GNIPA TZONG KHAPA

SE CE KIAB CIOG GONG SU SOLSCELUAR KAUE DRIN PO CE

SCEGNEN YESCE ZEN CEN GHI

THUG CHI SCEDON LHUNDRUB NE

CIOG TRUL DASCEL GNUR TON SOL

Dampa Sangyé

A quel tempo si sparse la voce che un atsāra17 indiano era arrivato al Tempio dei Conquistatori. Si diceva che fosse dotato di una percezione soprannaturale. Stava indagando su dove si trovasse un pandita indiano che in precedenza aveva meditato nella Grotta di Bhadra nel Potari e che presumibilmente ora era nato in Tibet sotto il nome di Labdrön.

Una notte Machig sognò una dākini bianca che le disse: “E’ arrivato un atsāra nero dall’India. Domani verrà a trovarti.”

Machig chiese: “Questo atsāra chi è?”

Si chiama Dampa.”

Il giorno successivo Machig si svegliò con i primi raggi del sole e si chiese: “I sogno di solito ingannano. Ma tutto questo può essere vero?”

Non appena uscì dal cancello, alla colonna di pietra, improvvisamente si trovò faccia a faccia con l’atsārā. Cominciò subito a ringraziarlo con rispetto e con una prostrazione intera, ma lui non volle. Invece toccò la sua fronte con quella di Machig.18

Dampa Rinpoché, che meraviglia che siate venuto in Tibet!” disse la ragazza. Al che lui replicò: “E’ molto più straordinario che voi, Signora Labdrön, Dākini di Saggezza, siate venuta in Tibet per amore degli esseri. Ciò mi riempie di gioia!” Continue reading »

4 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: I primi passi nella pratica di Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche riceve in udienza per la prima volta la delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche nell'ottobre 2008 riceve per la prima volta in udienza nella sua residenza a Dhera Dhun in India la delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling col Dr. Luciano Villa, l'Ing. Alessandro Tenzin Villa, in pellegrinaggio a Dharamsala agli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche prosegue nella conversazione offrendoci dei preziosissimi consigli sui primi passi della pratica vera e propria della Mahamudra.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Quali sono i primi passi della pratica vera e propria della Mahamudra ?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Dopo i preliminari, possiamo procedere ad impegnarci nella pratica vera e propria di Mahamudra. Continue reading »

5 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Come superiamo l’attaccamento?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche illustra come abbandonare anche l'attaccamento più sottile.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche illustra come abbandonare anche l'attaccamento più sottile.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche s’addentra a spiegare come superare anche l’attaccamento più elevato nella Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: L’attaccamento è uno dei tre veleni da abbandonare sebbene si tratti di attaccamento a realtà superiori. Quindi, come superiamo questo attaccamento?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Per liberarci da questo attaccamento più elevato, Continue reading »

6 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Diversi tipi di Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La pratica di Mahamudra dipende dalla capacità del discepolo, dalla nitidezza delle sue facoltà e dalla sua diligenza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La pratica di Mahamudra dipende dalla capacità del discepolo, dalla nitidezza delle sue facoltà e dalla sua diligenza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche illustra, tra l’altro, i diversi tipi di Mahamudra secondo le qualità del praticante.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: quindi in successione pratichiamo prima lo Yoga della divinità, poi il Guru Yoga ed a seguire?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Il terzo aspetto della pratica di Mahamudra (il primo è lo Yoga della divinità, il secondo il Guru Yoga) è la meditazione vera e propria su Mahamudra Continue reading »

Lama Zopa: Rendere significativo ciò che possedete.

Lama Zopa Rinpoche: Tutto il denaro che avete raccolto è sorgere dipendente.

Lama Zopa Rinpoche: Tutto il denaro che avete raccolto è sorgere dipendente.

Lama Zopa Rinpoche: Rendere significativo ciò che possedete.

Avete trascorso nove mesi nel ventre di vostra madre ed ella ha sperimentato un incredibile dolore alla vostra nascita. Poi, per così tanti anni, i vostri genitori hanno sacrificato la loro vita e si sono preoccupati di voi. Quando non eravate obbedienti, si arrabbiavano e vi picchiavano creando karma negativo a causa vostra. Vi hanno mandato a scuola perché riceveste un’istruzione, in modo da avere una buona qualità della vita. Hanno speso così tanto per così tanti anni per il vostro alloggio, il cibo e le spese in generale. Poi avete trascorso così tanti anni istruendovi, dall’asilo alla scuola elementare fino all’università. Alla fine vi siete laureati e avete trovato un lavoro e quindi sopportato difficoltà per risparmiare per così tanti anni. Con i soldi avete comprato una casa ed altre cose.

Tutto il denaro che avete raccolto è sorgere dipendente. Non è venuto solo dal vostro sforzo, ma è dipeso dai vostri genitori ed dai loro anni di duro lavoro e fatiche fisiche e mentali, dall’istruzione che avete ricevuto, dai vostri molti anni di duro lavoro, sopportando molte avversità. Continue reading »

Il Ritorno a Latö di Machig

Macig Labdron yab yum

Macig Labdron yab yum

Il Ritorno a Latö di Machig – Zangri, la Montagna di Rame – Ārya Tārā

Quando aveva ventiquattro anni, Machig partorì un maschio. Siccome ora tutte le profezie si erano compiute, ella lo chiamò “Compiuto”.

Ma presto la famigliola divenne oggetto di calunnie in tutto l’Ü e lo Tsang. “La gente ci evita sistematicamente,” disse Machig e così si spostarono nella regione del Dagpo. Rimasero un anno in un luogo chiamato Nyangpo, poi andarono a Kongpo e all’età di venticinque anni Machig diede alla luce un altro figlio a cui diede il nome di Drupsé che divenne conosciuto anche col nome di Kongpo Kyab, “Protettore del Kongpo.”

Poi, all’età di trent’anni, subito dopo che avevano assistito ad un ganachakra in un luogo chiamato Tradölgo, sul Passo di Nga, con numerose dākini che si erano riunite là, Machig diede alla luce una figlia e le diedero il nome di Drupchungma, “Piccola Realizzazione”. E siccome era nata a Ngala, nel luogo di riunione delle dākini, la chiamarono anche Ladüma, “Passo della Ragazza che si Riunisce”.

Quando Machig aveva trentaquattro anni, si trasferì di nuovo e si sistemò nell’area del Langtang, nella regione di Penyul. Un anno dopo, le dākini fecero numerose predizioni e (Machig) mostrò i segni di essere stanca dell’esistenza samsarica.4 Lasciandosi alle spalle anche la figlia, (Machig) tornò a Latö a trovare i suoi due Lama.

A Sönam Lama chiese la pratica del cuore delle cinque deità di Varāhi. Come preliminare all’iniziazione, offrì al Lama la preghiera a otto rami, nei seguenti versi spontanei:  – Continue reading »

Spiegazione dei benefici del Vajra Guru Mantra

Padmasambhava nato dal loto. SPIEGAZIONE DEI BENEFICI E DEI VANTAGGI DEL VAJRA GURU MANTRA
Dal grande terton Karma Lingpa (14th secolo)
IL COMMENTARIO SILLABA PER SILLABA

Il Vajra Guru Mantra, è il mantra associato a Guru Rinpoche, noto anche come Padmasambhava. Questo testo è la traduzione di un tema che spiega il Vajra Guru Mantra. Fu originariamente nascosto durante il tempo di Padmasambhava in Tibet e poi riscoperto da Karma Lingpa (14th secolo ) che lo trascrisse su risme di fogli d’oro. Continue reading »

Ven. Khenrab Rinpoche: Introduzione al Buddismo

Ven. Khenrab Rinpoche

Ven. Khenrab Rinpoche

Ven. Khenrab Rinpoche: Introduzione al Buddismo
Corso tenuto dal Ven. Khenrab Rinpoche il 27 – 28 febbraio 2010 al Centro Ghe Pel Ling di Milano. Traduttore: Norbu Lamsang.

Questo è il primo incontro del 2010 e, per motivi di buon auspicio, il tema sarà l’introduzione al Buddhismo. Parlerò di due aspetti del Buddismo: aspetto filosofico e pratico e i quattro pilastri del Buddhismo.

Sappiamo che nel mondo esistono differenti insegnamenti spirituali e religiosi, che dipendono dalle diverse aspirazioni della gente. Continue reading »

I figli di Machig, gli Āchārya indiani

illignaggio di Macig

il lignaggio di Macig

I Figli di Machig – Gli Āchārya indiani

Quando Machig stava andando a Zangri, il Protettore Nero, avvolto in un’ampia tunica di seta nera, e il dio-roccia protettore Dralha Gompo andarono a darle il benvenuto circondati dal loro seguito. In loro compagnia ella raggiunse la Fortezza Rossa.

Una notte, quando Machig aveva quarantadue anni, fece un sogno: “Mentre stavo camminando in un grande giardino, in cima a un fiore con mille petali che aveva la natura della luce multicolore, vidi Kyotön Sönam Lama. Il suo corpo era bianco e simile ad un arcobaleno. Dampa Sangyé era sulla corona del suo capo, e a incoronare il capo di Dampa c’era Vajradhara. Alla sua destra c’era Mañjuśri Rosso e alla sua sinistra, Āryadeva. Dietro di lui c’era Sukhasiddhi e Sua Maestà la Signora Tārā era di fronte. Liberi da una natura inerente, essi mi apparvero nei loro corpi di godimento. Mi diedero le loro benedizioni e i siddhi di corpo, parola e mente. Continue reading »

Ven Ghesce Gendun Tharchin: Meditazione di Māhamudhrā

Ven Ghesce Gendun Tharchin: Tutta la pratica è istante per istante.
Ven Ghesce Gendun Tharchin: Tutta la pratica è istante per istante.

Geshe Gedun Tharchin: Meditazione di Māhamudhrā

La ragione del nostro incontro è la ricerca del significato della vita, un passaggio affatto scontato e spesso problematico, in quanto tendenzialmente riteniamo obiettivi primari, da conquistare con qualsiasi mezzo, gli ottenimenti materiali e la soddisfazione dei desideri mondani.

A volte incontriamo persone a cui apparentemente non manca nulla per avere felicità, sono sani, agiati, in una condizione di benessere generale, eppure vivono in perenne stato di smarrimento e di incertezza verso un futuro che temono e preferiscono ignorare, rimuovono tutto ciò che non cade materialmente nel cerchio della loro comprensione, decidono di eliminare ogni dubbio e negano drasticamente qualsiasi possibile continuità.

Se non si muore improvvisamente a causa di un incidente, ma si sperimenta nell’agonia il processo della fine è possibile avere nell’ultimo istante la percezione della vita futura, però è ormai troppo tardi, manca il tempo per riflettere e allora si è assaliti da una disperata tristezza. Continue reading »

Canzone ai 25 discepoli di Padmasambhava

Padmasambhava

Padmasambhava

CANZONE AI 25 DISCEPOLI DI PADMASAMBHAVA

Il Re (Trisong Detsen) e i 25 discepoli chiesero al prezioso maestro di Oddyana (Urgyen):

“Per favore concedi di offrirci un insegnamento profondo che tocchi il punto essenziale, che includa tutto e che sia semplice da praticare”.

Padmasambhava cantò in risposta:

“Meraviglioso!

O Re, Principi, e tutti voi altri miei discepoli,

il vero significato non e’ di dominio di tutti.

Se udito da qualcuno che non sia un degno ricettacolo,

esso può divenire causa di calunnie, fraintendimenti e samaya infranti.

Vi ho lasciato importanti profezie per il futuro,

ma i cattivi governanti del Tibet

per quanto le ascoltino, non credono a ciò.

Diffondendo falsità, perseverano nei discorsi inutili. Continue reading »

La preghiera a Guru Rimpoche che dissipa gli ostacoli sul sentiero

Padmasambhava, raffigurazione del 14° sec.

Padmasambhava, raffigurazione del 14° sec.

La preghiera a Guru Rimpoche che dissipa gli ostacoli sul sentiero

OM AH HUNG BENZA GURU PEMA SIDDHI HUNG
Darmakaya Amithaba io vi supplico
Sambogakaya grande compassionevole io vi supplico
Nirmanakaya Padmakara io vi supplico
Maestro mio meraviglioso Nirmanakaya nella terra dell’India voi siete nato avete studiato e meditato.
Avete viaggiato di persona in Tibet avete sconfitto le forze demoniache.
Avete vissuto in Uddiyana avete agito per il bene degli esseri.

Con la vostra benevolenza concedetemi la vostra energia trasformatrice
Con il vostro affetto guidate me e gli altri sul sentiero.
Con la vostra realizzazione concedetemi le siddhi.
Con il vostro potere dissipate gli ostacoli miei e degli altri . Continue reading »

Padmasambhava: Instructions on Dreaming

Padmasambhava: Instructions on dreaming

Padmasambhava: Instructions on dreaming

Padmasambhava: Night-time Instructions on Dreaming and the Natural Liberation of Confusion

Here there are three parts:

  1. apprehending the dream-state,

  2. emanation and transformation, and

  3. dispelling obstacles to dreaming.

Apprehending the Dream-state

Dreaming is induced by latent predispositions, so regard all daytime appearances as being like a dream and like an illusion. Acquire penetrating insight according to the statement in the Perfection of Wisdom, “All phenomena are like a dream and like an illusion.” Continue reading »

Preghiera in sette versi a Padmasambhava

Padmasambhava

Padmasambhava

Preghiera in sette versi a Padmasambhava

Nel nord-ovest della terra di Orgyen,
Nel cuore di un fiore di loto ricco di polline,
realizzazioni sorprendenti, le supreme conquiste spirituali.
Sei conosciuto per essere nato da un fiore di Loto,
Circondato da un corteo d’innumerevoli dakini.
Emulare te, è la mia pratica.
Per favore vieni ad elargire benedizioni.

The Seven Line Prayer to Padmasambhava
“HUNG – ORGYEN YUL GYI NUB JANG TSAM
In the north-west of the land of Orgyen,
PEMA GESAR DONGPO LA
In the pollen heart of a lotus Continue reading »

S.S. Karmapa: il rifugio.

XVII Karmapa: "Vi sono tre precetti relativi al Bodhicitta: astenersi dal commettere azioni negative, accumulare azioni positive e adoperarsi per il bene degli altri".

XVII Karmapa: "Vi sono tre precetti relativi al Bodhicitta: astenersi dal commettere azioni negative, accumulare azioni positive e adoperarsi per il bene degli altri".

Il primo insegnamento di Sua Santità il 17° Gyalwa Karmapa, Monastero di Tsurphu, Tibet, luglio 1998.

Oggi vorrei presentare un breve insegnamento sul RIFUGIO.

Non si è Buddhisti finché non si prende Rifugio. E’ la comprensione e l’osservazione degli impegni del Rifugio che definisce una persona come Buddhista. Continue reading »

Padmashambava: La liberazione

Guru Padmashambava: “Questa realizzazione estremamente profonda, Sia luogo di investigazione verso il quale tendono tutte le tue capacità!”

Guru Padmashambava: “Questa realizzazione estremamente profonda, Sia luogo di investigazione verso il quale tendono tutte le tue capacità!”

La liberazione attraverso la visione nuda della natura dello spirito

di Guru Padmashambava

Lo spirito unico che penetra ogni vita e ogni liberazione,

Non viene riconosciuto nonostante sia la nostra stessa natura fondamentale.

Il suo flusso è costante ma noi lo ignoriamo.

La sua intelligenza luminosa e senza incrinature non viene percepita

Benché essa emerga da ogni cosa.

Gli eroi hanno proclamato l’inconcepibile

E la totalità degli insegnamenti i più segreti

Non parlano di null’altro che di questa suprema realizzazione. Continue reading »

Benefits of the Vajra Guru Mantra

Le otto manifestazioni di Guru Rinpoche
8 Manifestations of Guru Rinpoche

The Syllable by Syllable Commentary Explaining the Benefits and Advantages of the Vajra Guru Mantra

By the great tertön Karma Lingpa (14th century)

The Vajra Guru Mantra is the mantra associated with Guru Rinpoche, also known as Padmasambhava. This is a draft translation of a treasure text which explains the Vajra Guru Mantra. It was originally concealed during the time of Padmasambhava in Tibet and later rediscovered by Karma Lingpa (14th century) who brought it forth from its place of concealment and copied it down on reams of gold. It is simply known as “The Syllable by Syllable Commentary Explaining the Benefits of the Vajra Guru Mantra.” It begins with an invocation and then goes into a dialogue between Yeshe Tsogyal, the spiritual consort of Padmasambhava, and Padmasambhava himself.
And so, Yeshe Tsogyal begins:

I, the woman Yeshe Tsogyal, having offered to you the inner and outer mandala on a vast scale, have the following request. Continue reading »

Tilopa’s Mahamudra Instruction

Naropa

Naropa

Tilopa’s Mahamudra Instruction to Naropa in Twenty Eight Verses

Homage to the Eighty Four Mahasiddhas!
Homage to Mahamudra!
Homage to the Vajra Dakini!

Mahamudra cannot be taught. But most intelligent Naropa,
Since you have undergone rigorous austerity,
With forbearance in suffering and with devotion to your Guru,
Blessed One, take this secret instruction to heart.

Is space anywhere supported? Upon what does it rest?
Like space, Mahamudra is dependant upon nothing;
Relax and settle in the continuum of unalloyed purity,
And, your bonds loosening, release is certain.

Gazing intently into the empty sky, vision ceases;
Likewise, when mind gazes into mind itself,
The train of discursive and conceptual thought ends
And supreme enlightenment is gained.

Like the morning mist that dissolves into thin air,
Going nowhere but ceasing to be,
Waves of conceptualization, all the mind’s creation, dissolve,
When you behold your mind’s true nature. Continue reading »

7 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Cos’è la Mahamudra?

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche s’addentra nei particolari della pratica della Mahamudra spiegandoci, tra l’altro, le modalità in cui può essere suddivisa.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: qual’è l’esatto significato del termine Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Per capire cosa si intende per Mahamudra, guarderemo per prima cosa la parola stessa e diremo qualcosa sul suo significato. Il termine in tibetano è Chak-GYA Chenpo, in sanscrito, Mahamudra. L’ordine è invertito in modo che Chak-GYA significa mudra e Chenpo significa maha. In primo luogo, Chak-GYA in questo contesto, si riferisce a tutti i fenomeni senza eccezione, a tutto ciò che rientra nel samsara e nirvana senza tralasciare od omettere alcun fenomeno. Quindi significa l’insieme di ogni cosa. Continue reading »

The Mahamudra Dohakosa

Mahasiddha Saraha

Mahasiddha Saraha

Homage to Sri Vajradakini.
Homage to innate union of Gnosis and Great Bliss.

This exposition is in three parts: The Mahamudra of ground, of path, and of the result.

Part One: The Ground of Mahamudra

A. Establishing an understanding of Reality

Being and non-being, appearance and emptiness, the moving and the abiding, the substantial and insubstantial embracing the whole of time and space, never departs from the sky-like original nature.

In referring to Ultimate Reality (dharmata) as the sky-like original nature, understand that to be sky-like is to have no intrinsic nature at all. It is completely beyond objectification and beyond all concepts such as “is” or “is not;” both “is” or “is not” or something other that “is” or “is not.” Between “sky”,”mind” and “Ultimate Reality” no distinction should be made. All these terms should be taken as mere designations and concepts. Everything is one’s own mind. Not so much as an atom exists outside of mind. Whoever realizes that from the very beginning there has been nothing other than mind, has acquired the realization of all the Buddhas of the three times.

Continue reading »

Maitripa: the Song of Mahamudra

Maitripa

Maitripa


Sanskrit title: Mahamudra-sanca[ya]-mitha

Tibetan title: Phyag-rgya chen-po tshig-bsdus-pa

Homage to Great Bliss!

Mahamudra is knowing that

all things are one’s own mind.

Seeing objects as external is just noetic projection.

The whole of “appearance” is as empty as a dream.

The mind as such is merely a flow of awareness,

without self-nature, moving where it will like the wind.

Empty of an identity, it is like space.

All phenomena, like space, are the same. Continue reading »

Maitripa: Essential Mahamudra Verses

Maitripa

Maitripa

To innermost bliss, I pay homage!

Were I to explain Mahamudra, I would say —

All phenomena? Your own mind!

If you look outside for meaning, you’ll get confused.

Phenomena are like a dream, empty of true nature,

And mind is merely the flux of awareness,

No self nature: just energy flow.

No true nature: just like the sky.

All phenomena are alike, sky-like.

Continue reading »

1 Dharmarakshita: The Wheel of Sharp Weapons

Dharmarakshita, The Wheel of Sharp Weapons: Our pleasure and happiness come from the Buddhas.

Dharmarakshita, The Wheel of Sharp Weapons: Our pleasure and happiness come from the Buddhas.

Dharmarakshita: The Wheel of Sharp Weapons (1)

A Mahayana Training of the Mind

The name of this work is

The Wheel of Sharp Weapons Effectively Striking the Heart of the Foe.

I pray heartfelt homage to you, Yamantaka;

Your wrath is opposed to the Great Lord of Death.1

1 In jungles of poisonous plants strut the peacocks, Continue reading »

Le Ultime Istruzioni di Macig

Dakini Chod

Dakini Chod

Le Ultime Istruzioni di Macig

Allora Machig parlò:

Per novantanove anni, ho lavorato per il bene degli  esseri.

Ora questo lavoro è quasi completo.

Non rinascerò di nuovo in questo reame umano in una forma fisica,

Né lascerò dietro di me resti o reliquie.

Ma le mie emanazioni nel mondo saranno innumerevoli;

E molti le riconosceranno.

Esse saranno percepite in diversi modi,

Dipendenti dal karma, pure o impure.

Capite questo, miei figli.

Fortunati figli, custodite (tutto) ciò nel vostro cuore.

Le mie istruzioni sul Chöd

Sono l’autentico insegnamento di Mahāmudrā (phyag rgya chen po).

Questa Mahāmudrā non può essere spiegata a parole.

Non può essere spiegata, ma è così:

Phyag è la natura della vacuità (della mente). … Continue reading »

8 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra e lo Yoga della Divinità

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La causa fondamentale del nostro essere bloccati nell’esistenza ciclica, nel samsara, è il nostro eccessivo attaccamento a vari oggetti.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La causa fondamentale del nostro essere bloccati nell’esistenza ciclica, nel samsara, è il nostro eccessivo attaccamento a vari oggetti.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche s’addentra ulteriormente nei particolari della pratica della Mahamudra spiegandoci, tra l’altro, lo scopo di yoga della divinità.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Quando si realizza Mahamudra attraverso lo Yoga della Divinità, quella realizzazione è diversa dal Mahamudra che si realizza attraverso la Vipashyana? Continue reading »

The 37 practices of a Bodhisattva

Thogme Zangpo

Thogme Zangpo

The 37 practices of a Bodhisattva

(Rgyal-sras lag-len so-bdun-ma)
By Thogme Zangpo

I pay heartfelt homage to you, Lokesvara; You have true compassion extending to all.
To those who in every coming and going have seen that each thing is inherently void, and thus can devote both their time and their efforts with one aim in mind – “Let me benefit all!”

To such foremost Gurus and you, Lokesvara, All- seeing protector, with utmost respect I bow down before you in constant obeisance, and turn to your service my thoughts, words and deeds. Continue reading »

9 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: il Lama radice nella Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Una volta che abbiamo imparato a conoscere la natura dei concetti, la realtà dietro di loro, ne saremo meno disturbati e arriveremo al punto di non doverli eliminare.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Una volta che abbiamo imparato a conoscere la natura dei concetti, la realtà dietro di loro, ne saremo meno disturbati e arriveremo al punto di non doverli eliminare.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche risponde alle domande sullo scopo dello yoga della divinità nella Mahamudra, sul “lama radice” e come eliminare i pensieri disturbanti nella meditazione.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: In molte delle visualizzazioni si usa il termine “lama radice”.Talvolta il lama radice è identificato come una divinità particolare, altre volte si dice che è il nostro personale lama radice. Che cosa si intende per “lama radice”?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Esistono vari tipi di lama radice, a seconda del contesto. Continue reading »

10 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Il respiro Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Questa è la procedura Mahamudra che vi raccomando quando vi alzate al mattino prima di qualsiasi preghiera o meditazione.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Questa è la procedura Mahamudra che vi raccomando quando vi alzate al mattino prima di qualsiasi preghiera o meditazione.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ora ci spiega la pratica del respiro Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe spiegare la pratica d’incanalare il respiro?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

La pratica speciale di incanalare il respiro è una meditazione in tre gruppi di tre inspirazioni ed espirazioni da ciascuna narice, cioè da ogni narice separatamente e quindi con entrambe le narici. Ciascuno dei tre gruppi è lo stesso, tranne che per origine. Il primo gruppo consta di tre inspirazioni attraverso una narice e tre espirazioni attraverso l’altra, il secondo gruppo di tre inspirazioni attraverso la seconda narice e tre espirazioni attraverso la prima narice e il terzo gruppo sono tre inspirazioni ed espirazioni con entrambe le narici.

La prima espirazione di ogni gruppo è forzata e anche molto lunga e prolungata. Anche la seconda è forzata, ma breve.

La terza è dolce e prolungata, naturale, senza particolare sforzo. Fate questo per tre volte da una narice, e poi dall’altra, poi di nuovo con entrambe. Continue reading »

11 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: la giusta postura.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: È molto importante sapere cosa fare con il corpo mentre siamo impegnati in diversi tipi di meditazione Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ora ci spiega la disposizione del corpo ed i benefici della postura di Vairochana, la funzione dei cinque venti nel corpo nella pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe spiegare la corretta disposizione del corpo?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

In genere, gli insegnamenti sulla Mahamudra Continue reading »

12 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e Shamatha

 Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La meditazione Shinè è solo semplice consapevolezza, focalizzata in modo determinato ma calmo su un oggetto.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La meditazione Shinè è solo semplice consapevolezza, focalizzata in modo determinato ma calmo su un oggetto.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la meditazione Shamata ai fini della pratica Mahamudra.

Appunti a cura del Dr. Antonio Busi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe illustrare la meditazione Shamatha ai fini della pratica Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

In questo testo, shamatha e vipashyana sono trattati nel loro ordine di addestramento. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cosa sono le Quattro Nobili Verità?

La nostra infelicità e felicità di breve durata non sorgono semplicemente dal nulla, ma provengono da un vasto assortimento di cause e condizioni.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cosa sono le Quattro Nobili Verità?

Le Quattro Nobili Verità sono fatti essenziali che delineano un sentiero per superare i nostri problemi. Questo è il primo insegnamento del Buddha, il quale offre la struttura per tutti gli altri insegnamenti buddhisti.

La Prima Nobile Verità: vera sofferenza

Continue reading »

13 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: ancora meditazione Shamata e Mahamudra

 Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: L’equilibrio corretto può essere paragonato al filo di del cotone filato, che non va teso troppo, altrimenti il filo si romperà; ma se è troppo molle, il filo non si formerà propriamente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: L’equilibrio corretto può essere paragonato al filo di del cotone filato, che non va teso troppo, altrimenti il filo si romperà; ma se è troppo molle, il filo non si formerà propriamente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche prosegue nell’illustrare la meditazione Shamata ai fini della pratica Mahamudra.

Appunti a cura del Dr. Antonio Busi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità,ci potrebbe parlare delle ulteriori strategie sull’oggetto di meditazione?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Ci sono molte strategie che si possono adottare riguardo l’oggetto di focalizzazione meditativa. In diversi insegnamenti, sono menzionati diversi oggetti, come una lampada al burro od una candela. Questi vanno bene, ma non è necessario preoccuparsi riguardo il tipo di oggetto. Il punto è che questo tipo di meditazione è finalizzato ad addestrare la mente focalizzandosi su un oggetto, univocamente e senza distrazione, per conseguire il potere della concentrazione univoca che esclude tutti i kalpana. Non importa quale sia l’oggetto, purché evitiate un oggetto che, per sua propria natura, distragga la vostra mente. Se si è impegnati nello stadio di generazione della pratica tantrica, allora è bene usare lo yidam come oggetto di meditazione, ma solo se si riesce a fare questo senza essere distratti. Continue reading »

14 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e Vipashyana

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando guardiamo la mente, la prima sostanza essenziale, o entità che si incontra è la chiarezza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando guardiamo la mente, la prima sostanza essenziale, o entità che si incontra è la chiarezza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, inizia ad illustrare la meditazione Vipashyana: analisi della natura della mente.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare del processo di addestramento Vipashyana?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Il prossimo è il processo di addestramento vipashyana Continue reading »

15 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la realtà ultima

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Guardiamo il modo in cui mente risponde ai fenomeni.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Guardiamo il modo in cui mente risponde ai fenomeni.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, continua ad illustrare la meditazione Vipashyana: la natura ultima di tutti i fenomeni.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della distinzione tra realtà convenzionale e realtà ultima?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

La mente è ciò che non può essere isolato o localizzato o definito attraverso l’analisi logica. Tutti i fenomeni esistono in modo convenzionale. Ma, quando sono sottoposti ad un’analisi tesa a trovare la propria sostanza essenziale, non può essere trovata. Questa è la sua realtà ultima.

Ecco quindi la distinzione tra realtà convenzionale ed ultima. Tutti i fenomeni, tra cui la mente, esistono convenzionalmente. Ma, quando li si cercano per quello che in realtà sono, non troviamo nulla. Questo è la loro vacuità, o realtà ultima. La natura della mente, allora, non è diversa in questo senso dalla natura di tutti i fenomeni del samsara e nirvana. Continue reading »

16 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la natura della mente

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Lo scopo di questa analisi consiste nel determinare la natura della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Lo scopo di questa analisi consiste nel determinare la natura della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, continua ad illustrare la meditazione Vipashyana: la natura della mente.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della distinzione tra realtà convenzionale e realtà ultima?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Quindi, il processo di meditazione ci consente di partire qui dalla comprensione superficiale intellettuale per interiorizzarla, facendo così in modo di realizzarla effettivamente. L’unico modo che può essere fatto è quello di farlo da noi stessi: intraprendendo personalmente tutti questi passi per la realizzazione della natura della mente e di tutti i fenomeni. Continue reading »

17 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la mente

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Dov'è la mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Dov'è la mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, continua ad illustrare la meditazione Vipashyana: dov’è la mente?

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Se qualcosa esiste, allora deve avere una posizione, deve potersi trovare. Così, successivamente cerchiamo dove si colloca la mente. Facciamo delle domande ed analizziamo se è all’interno del corpo o fuori del corpo. E’ in parte all’interno ed in parte all’esterno? Dove esattamente esiste? Dove dimora? Dimora nell’oggetto? Se guardiamo un fiore: è la mente nel fiore o la mente esce dal fiore per tornarvi? Quando sentiamo un suono: la mente esce per afferrare il suono? È la mente all’esterno, dove è il suono? E’ la mente una parte dei poteri sensoriali? Dove esattamente si colloca la funzione della mente? Continue reading »

18 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e kalpana

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: come affrontare i kalpana.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: come affrontare i kalpana.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustrare i Kalpana.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare dei Kalpana?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Nel corso di questa ricerca, sorgono i vari tipi di Kalpana. I Kalpana, ancora una volta, sono tutta la gamma di pensieri concettuali che concepiscono oggetti e soggetti o fanno qualsiasi tipo di ipotesi dualistica. Abbiamo già visto questi kalpana nel processo di meditazione stabilizzativa. Quando cerchiamo di concentrarci in modo univoco su un oggetto, a volte sorgono questi Kalpana. Si comincia cioè a pensare a qualcosa, e sorgono dei pensieri concettuali. Così osserviamo questi Kalpana e cerchiamo di scoprirne qualcosa. Come sono? Qual è la loro origine? Dove si formano? Dove vanno? Quali sono le loro diverse caratteristiche? Continue reading »

19 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: gli oggetti di consapevolezza della Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche e Sua Santità il XVII Karmapa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche e Sua Santità il XVII Karmapa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustrare gli oggetti di consapevolezza .

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare degli oggetti di consapevolezza?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

In questa pratica, ci concentriamo su ciò che in genere si presume essere oggetti esterni per l’ambiente. Questi sono come i tipi d’oggetti che sono stati utilizzati nelle fasi iniziali di addestramento alla quiescenza mentale shinè. Continue reading »

Lama Zopa: Coltivare uno spirito di servizio per gli altri

Lama Zopa Rinpoche: "Ogni essere senziente ha la natura di Buddha. Persino una zanzara può raggiungere l’illuminazione e la liberazione dall’oceano della sofferenza samsarica se pratica il Dharma".

Lama Zopa Rinpoche: "Ogni essere senziente ha la natura di Buddha. Persino una zanzara può raggiungere l’illuminazione e la liberazione dall’oceano della sofferenza samsarica se pratica il Dharma".

Lo scopo di un centro di meditazione e’ di prendersi cura delle menti degli altri, di mantenere la mente nella virtù quanto più possibile. Questo significa mantenere la vostra stessa mente nella virtù. Dovete provare. E’ veramente ottimo provare. Se non potete farlo, non potete aiutare gli altri. La vostra motivazione dovrebbe essere quella di usare il vostro corpo, parola e mente al fine di creare anche la più piccola felicità negli altri. Molte persone nel mondo sprecano le loro vite. La gente cerca di scalare le montagne, non importa a quale rischio espongano la propria vita. Alcuni usano sé stessi come proiettili, vengono lanciati da cannoni, e così via, cose incredibili, mettendo a repentaglio le loro esistenze per ottenere una felicità insignificante in questa vita. La cosa più importante per la felicità di questa vita, specialmente per gli esseri senzienti che incontrate, e’ avere il pensiero: “Sono il servitore ed essi sono il maestro, sono il servitore e loro sono i re, sono i maestri e io sono come il cane. Gli esseri senzienti sono coloro dai quali ho ricevuto tutta la mia felicità. Sono i più cari e gentili. Sono coloro dai quali provengono tutte le opportunità, in relazione ai quali ho l’opportunità’ di purificare tutto il mio karma negativo, creare tutti i meriti e ottenere l’illuminazione. In questo modo essi sono i più gentili tra tutti. Dovrei usare il mio corpo, parola e mente per servire gli altri, specie le persone del centro, così come gli animali e gli insetti.” Questo e’ anche l’atteggiamento che si dovrebbe tenere con la propria famiglia, o se siete un insegnante o il direttore di un azienda, etc.Continue reading »

20 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra ed il movimento della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: il movimento della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: il movimento della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra il movimento della mente.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare del movimento della mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

In terzo luogo, si indaga se la mente è un qualcosa che rimane ed esiste in un punto, o se si tratta di un qualcosa che fuoriesce e si muove da una cosa all’altra. Ora, possiamo vedere che quando coltiviamo quiescenza mentale, la mente volutamente si concentra solo sul suo oggetto. Non vacilla su tale oggetto e rimane stabile su tale oggetto per un certo periodo di tempo. Così in quel momento, sembra che la mente sia immobile e stabile.
Tuttavia, quando pratichiamo vipashyana, in cui coltiviamo l’intuizione perfetta, la mente va da un oggetto ad un altro, si muove intorno agli oggetti vicini e lontani. Continue reading »

21 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la natura essenziale della mente

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: la natura essenziale della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: la natura essenziale della mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra la natura essenziale della mente.

Appunti a cura del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della natura essenziale della mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Quindi, ora osserviamo con più attenzione la natura essenziale della mente. La mente ha la qualità della chiarezza che sembra essere una caratteristica definente. Un’altra caratteristica è la sua vacuità. La mente ha un vacuità come lo spazio che può contenere fenomeni come i Kalpana. Quindi, è allora la mente della natura della chiarezza o della vacuità? E’ una combinazione di questi due? Quando abbiamo sentito queste domande, possiamo arrivare ad una sorta di comprensione del perché ce le siamo poste. Siamo in grado di giungere a delle decisioni preliminari su alcune di esse: in che modo si potrebbe pensare che le cose in realtà esistono e, attraverso questo, arrivare ad un certo livello di comprensione. Continue reading »

22 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la HUNG

La sillaba HUNG

La sillaba HUNG

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra la funzione e come meditare con la sillaba HUNG.

Appunti a cura del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Abbiamo sentito parlare di diverse meditazioni con la sillaba Hung, Santità, ce la potrebbe descrivere?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche. Si tratta di visualizzare tutte le cose nella forma della sillaba HUNG mentre cantate la sillaba. Qualunque cosa sorga, sia interna che esterna, diventa HUNG. Tutti i pensieri diventano HUNG. Tutte le cose diventano HUNG, una piccola pietra diventa una piccola HUNG, un grande albero diventa un grande HUNG. Quando cantiamo la HUNG, facciamolo senza stringere i denti. Dovrebbe esserci sempre spazio. In questa pratica tre cose sono limitate nella HUNG: il vento (le energie dinamiche interne), la coscienza, e le apparenze. Eseguite questa pratica per circa dieci minuti. Cantate la sillaba HUNG mentre visualizzate in questo modo. Visualizzate l’intero universo, vicino e lontano, tutti i suoi elementi nella forma della sillaba HUNG. Continue reading »

2 Dharmarakshita: The Wheel of Sharp Weapons

Dharmarakshita, The Wheel of Sharp Weapons: By practising this way the two Bodhichittas, Of the ultimate and the conventional truth..

Dharmarakshita, The Wheel of Sharp Weapons: By practising this way the two Bodhichittas, Of the ultimate and the conventional truth..

Dharmarakshita: The Wheel of Sharp Weapons (2)

71 We seek to have homes in monastic seclusion,

Yet drawn by distractions, we venture to town.

Discourses we hear teach us most noble practice,

Yet we spend all our time telling fortunes with dice.

Trample him, trample him, dance on the head

Of this treacherous concept of selfi sh concern,

Tear out the heart of this self-centered butcher

Who slaughters our chance to gain final release. Continue reading »

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd: NOTE

Prefazione

  1. Phung po gzan skyur rnam bshad gcod kyi don gsal byed (Un’Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo che Fa Luce sul Significato del Chöd). I Capitoli 1 e 2 costituiscono la biografia sacra tradotta qui come La Vita Meravigliosa.

  2. Phung po gzan skyur ba’i rnam par bshad pa las ma gcig lab sgron ma’i rnam par thar pa mdor bsdus tsam zhig (Una Storia Concisa della Vita di Machig Labdrön, Derivata da Un’Esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo). Questo lavoro più ampio, che sembra essere la fonte del Trasformare gli Aggregati, si dice nel suo colofone che è tratta dalla Grande esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, una versione che non esiste più. Continue reading »

23 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: come concentrare la mente nella Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Shamatha e Vipashyana occupano un posto molto importante nella pratica.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Shamatha e Vipashyana occupano un posto molto importante nella pratica.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra come tenere la mente concentrata, evitare le distrazioni, la funzione delle pratiche Vajrayana come la visualizzazione e le preghiere.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Qual è l’antidoto al vagare della mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – Questo non è stato discusso, ma è ciò che in realtà facciamo negli esercizi con la “Hung”. L’antidoto al torpore è aprire maggiormente gli occhi, aprire i sensi ed aumentare l’attenzione. Poi applichiamo un antidoto alla dispersione, alla tendenza della mente a perdere il controllo, tramite il rilassamento del corpo dall’interno. La postura non è rilassata, ma l’attenzione si raccoglie al centro e si rilassa. Questo riporta la mente di nuovo sotto controllo. Continue reading »

24 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: consigli su come meditare nella Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Saggezza e compassione vengono sviluppate separatamente e si uniscono nella pratica per ottenere la buddità che si realizza solo attraverso la loro unione.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Saggezza e compassione vengono sviluppate separatamente e si uniscono nella pratica per ottenere la buddità che si realizza solo attraverso la loro unione.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra il pensiero buddhista sulla fisica moderna, su vacuità e compassione e sull’importanza della sillaba HUNG nella meditazione.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Alcuni scienziati occidentali ritengono che la mente sia composta solo di reazioni chimiche ed impulsi elettrici che risiedono nel cervello e che possa essere misurata con apparecchiature molto elaborate. Quella visione può conciliarsi con la visione buddista della mente?

Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche –

La visione buddista della mente ha tre caratteristiche:

(1) la sostanza essenziale della mente, che è vacuità;

(2) la natura della mente, che è chiarezza, e

(3) l’aspetto o la qualità della mente, che è libera da ostruzioni, nel senso che non sorge, né dimora, né cessa.

Di questi tratti distintivi della mente, il primo sembra andare d’accordo con quello che voi dite riguardo alla scienza occidentale. Continue reading »

25 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: Il consiglio di Tilopa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Il consiglio di Tilopa è che se il discepolo desidera vedere Mahamudra, deve andare oltre la mente convenzionale.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci esorta a seguire il consiglio di Tilopa, che diceva: “Se il discepolo desidera vedere Mahamudra, deve andare oltre la mente convenzionale ed abbandonare il coinvolgimento mondano”.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, su quale oggetto si focalizza la meditazione Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Una volta, Tilopa consigliò al suo discepolo di ritirarsi in un rifugio isolato evitando qualsiasi meditazione. Ora, questo può sembrare un po’ inusuale per un ritiro di meditazione. Ma lui spiegò che, in genere, quando andate a meditare, prendete qualcosa su cui meditare. Quella cosa, e pertanto quella meditazione, è necessariamente artificiale. Continue reading »

26 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Come eliminare i Klesha, le afflizioni mentali.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando realizziamo la chiara luce della realtà, tutte le macchie scompaiono completamente senza lasciare alcun residuo nella mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando realizziamo la chiara luce della realtà, tutte le macchie scompaiono completamente senza lasciare alcun residuo nella mente.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci spiega ora come eliminare i Klesha, le afflizioni mentali e realizzare la natura essenziale della mente.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, come possiamo eliminare i Klesha, le afflizioni mentali ?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

La tecnica per dissiparle è la pratica di Shamatha. Continue reading »

27 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Gli insegnamenti di Tilopa nella Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando siamo coinvolti dal mondo e crediamo che sia qualcosa di reale, ci comportiamo in modi che inevitabilmente ci conducono alla sofferenza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Quando siamo coinvolti dal mondo e crediamo che sia qualcosa di reale, ci comportiamo in modi che inevitabilmente ci conducono alla sofferenza.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci spiega ora gli insegnamenti di Tilopa all’interno della Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: quale posto hanno gli insegnamenti di Tilopa all’interno della Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Le istruzioni fondamentali di Tilopa sono gli insegnamenti essenziali, paragonati alla radice ed al tronco dell’albero della pratica Mahamudra. Così dovrebbero essere ascoltati con molta attenzione e sempre tenuti in mente. La Mahamudra del Gange è così chiamata perché Tilopa l’insegnò sulle rive del fiume Gange ed è il testo radice, il testo di base di Tilopa. (Disponibile su https://www.sangye.it/altro/?p=1264) da cui sono originati importanti commentari, ma questo insegnamento proviene dallo stesso testo radice in sanscrito, la Mahamadra Upadesha. Mahamudra, in tibetano: Chak-Gya Chenpo, Upadesha significa insegnamenti essenziali, o precetti. (Una traduzione completa del testo originale di Tilopa si può trovare in “The mith of freedom and the way of meditation” di Chogyam Trungpa, Continue reading »

28 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Per una pratica efficace della Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Tutto ciò che abbiamo è un concetto e, quando cerchiamo di afferrare che cosa sia realmente, questo concetto non ci porta molto lontano. Eppure abbiamo la sensazione di sapere cosa sia.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Tutto ciò che abbiamo è un concetto e, quando cerchiamo di afferrare che cosa sia realmente, questo concetto non ci porta molto lontano. Eppure abbiamo la sensazione di sapere cosa sia.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche continua nella spiegazione degli insegnamenti di Tilopa all’interno della Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Dopo questa descrizione sull’impermanenza sarebbe utile un esempio concreto di come essa operi.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Il commentario include una storia narrata da Tilopa a Naropa per illustrare questo insegnamento sulla mancanza di qualsiasi essenza del mondo e su come le attività determinino sofferenze, anche quando le cose vanno relativamente bene. La storia racconta di un cacciatore in Tibet. La caccia era l’unico modo per guadagnarsi da vivere. Partì per catturare una preda e portarla a casa. Camminò per molti giorni, attraversando passi di alta montagna, diventando sempre più affamato e assetato, senza incontrare neppure un animale da uccidere. Le cose andarono avanti così finché vide un animale, un cervo di montagna che colpì con le sue frecce ferendolo. Così seguì la scia di sangue. Finalmente dopo aver cercato a lungo trovò l’animale morto, ma solo dopo aver sperimentato tutta questa ulteriore sofferenza. Continue reading »

29 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: la pratica del sentiero.

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci spiega la pratica del sentiero Mahamudra: i tre aspetti necessari.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, allora cosa dobbiamo fare per smettere di specificare, di puntualizzare cosa sia la mente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Occorre smettere di ipotizzare Continue reading »

30 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Shamatha e Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Con il potere della grande compassione pratichiamo i precetti essenziali dell’insegnamento del Buddha ed otteniamo la piena comprensione della realtà ultima, che ha luogo quando la mente si stabilizza in Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Con il potere della grande compassione pratichiamo i precetti essenziali dell’insegnamento del Buddha ed otteniamo la piena comprensione della realtà ultima, che ha luogo quando la mente si stabilizza in Mahamudra.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci spiega in che modo la meditazione Shamatha è collegata al raggiungimento di Mahamudra e che rapporto hanno le pratiche preliminari con Mahamudra .Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, in che modo la meditazione Shamatha è collegata al raggiungimento di Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche. La pratica in cui ci impegniamo per raggiungere questo risultato finale, ovviamente, comporta sforzo sul sentiero della quiescenza mentale. Continue reading »

31 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: gli insegnamenti di Gampopa

Il grande Maestro della Mahamudra Gampopa

Il grande Maestro della Mahamudra Gampopa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra le qualificazioni dell’insegnante e de”allievo secondo gli insegnamenti di Gampopa.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

DOMANDA: Santità, oltre agli insegnamenti di Tilopa abbiamo sentito parlare consigli del Maestro Gampopa sulla Mahamudra, ce ne vorrebbe parlare?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

I consigli del Maestro Gampopa riguardano l’affrontare i diversi problemi che si presentano nella pratica della meditazione Mahamudra. Innanzitutto, per evitare errori, dobbiamo affidarci ad un lama completamente qualificato, ad un maestro che ha effettivamente sperimentato la realizzazione di Mahamudra.

Il Maestro non deve essere solo di nome, ma aver realizzato questo sentiero, avere conoscenza ed esperienza, ed essere quindi in grado di guidare gli altri. Continue reading »

32 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: come evitare gli errori

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche con Sua Santità il XVI Karmapa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche con Sua Santità il XVI Karmapa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra i Quattro modi di allontanarsi dal sentiero primncipale della meditazione Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

DOMANDA: quali sono i possibili errori che ci fanno deviare dal corretto sentiero?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Allontanarsi dal sentiero, deviando dal percorso corretto della meditazione che conduce al Mahamudra, può essere visto principalmente in quattro modi: Continue reading »

33 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: oltre ogni apparenza.

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Chetsang Rinpoche

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra i tre risultati che possiamo conseguire in base alla qualità del nostro impegno e pratica della Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

DOMANDA: oltre questi stadi di estrema beatitudine, esistono altri stadi prima di realizzare Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Se pratichiamo la meditazione Mahamudra e andiamo al di là di questi stadi di grande beatitudine, giungeremo alla fase della vacuità. Continue reading »

34 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: i tre livelli yogici

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità il Dalai Lama con Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche s’addentra a spiegare i quattro livelli di pratica del sentiero yogico Mahamudra in base alle capacità del praticante.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, questi livelli sono conseguibili da tutti i praticanti indistintamente?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Questi tre livelli si distinguono secondo il tipo di praticante Continue reading »

35 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La prima fase della pratica Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Le tappe di questo percorso sono state illustrate da Phagmo Drupa in conformità con gli insegnamenti del maestro Gampopa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Le tappe di questo percorso sono state illustrate da Phagmo Drupa in conformità con gli insegnamenti del maestro Gampopa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la prima delle quattro fasi della  pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare delle fasi della pratica Mahamudra ?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Questi quattro livelli possono essere correlati con le precedenti categorie di praticante superiore, medio, inferiore. Continue reading »

36 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La seconda fase della pratica Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Il pericolo è che il praticante pensi ancora una volta di essere arrivato al traguardo finale quando, in realtà, c’è ancora un lungo cammino.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la seconda delle quattro fasi della pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, in cosa consiste il secondo livello o fase della partica Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

(2) Il secondo livello di raggiungimento yoga è lo stadio di essere libero da proiezioni. Continue reading »

37 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Conclusione della seconda fase della pratica Mahamudra

Il maestro Gampopa insegnò tutto ciò ai suoi discepoli, il che è stato scritto da Nampopa, uno di quei discepoli.

Il maestro Gampopa insegnò tutto ciò ai suoi discepoli, il che è stato scritto da Nampopa, uno di quei discepoli.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche conclude la spiegazione della seconda delle quattro fasi o livelli della pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, concludendo il secondo livello o fase della pratica Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Il più alto praticante che raggiunge questa seconda fase Continue reading »

38 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La terza fase della pratica Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche in ritiro.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche in ritiro.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la terza delle quattro fasi o livelli della pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci parlerebbe del secondo livello o fase della pratica Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

(3) La fase successiva di realizzazione yoga è chiamato “il livello d’un unico gusto”.

Per Il livello inferiore di praticante esiste un gusto unico per oggetto e soggetto. La mente ed i suoi oggetti, interni ed esterni, sono realizzati nella loro unità. Nel primo stato la realtà convenzionale e quella ultima, apparenza ed esistenza reale non erano integrate. Continue reading »

39 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La quarta parte della pratica Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Questa breve spiegazione è stata presentata secondo la tradizione del maestro Gampopa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Questa breve spiegazione è stata presentata secondo la tradizione del maestro Gampopa.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra ora l’ultima delle fasi della pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe spiegare l’ultima delle quattro fasi della pratica Mahamudra. ?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Successiva è la più alta delle quattro fasi di realizzazione yogica.

Questa è la fase non-meditativa in cui è stato compiuto tutto lo sforzo di apprendimento. Si chiama “non-meditazione”, perché la meditazione non è più separata da niente, è uno stato in cui non distinguiamo la pratica di meditazione e non meditazione (ossia il tempo tra una seduta e l’altra di meditazione). Continue reading »

40 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Come integrare la Mahamudra nella vita quotidiana

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: I praticanti commettono anche l’errore di separare la loro pratica dal resto della loro vita. Questo è un grande errore.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: I praticanti commettono anche l’errore di separare la loro pratica dal resto della loro vita. Questo è un grande errore.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra come integrare la pratica Mahamudra nella vita quotidiana.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Sembra che tutto questo sia così elevato e così lontano. Posso, da parte mia personalmente, farlo davvero?

Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche

Tutti noi possediamo la natura innata di illuminazione Continue reading »

41 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: i Bhumi e la Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Nella fase di quiescenza mentale, impediamo alla mente di collassare nello stato di torpore o sonnolenza, in ogni tipo di pensieri, in ogni pensiero concettuale. In tal modo otteniamo il controllo sulla mente e siamo capaci di utilizzarla nella pratica vipashyana.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Nella fase di quiescenza mentale, impediamo alla mente di collassare nello stato di torpore o sonnolenza, in ogni tipo di pensieri, in ogni pensiero concettuale. In tal modo otteniamo il controllo sulla mente e siamo capaci di utilizzarla nella pratica vipashyana.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la meditazione Shamata e come si collegano ai Bhumi dei bodhisattva le fasi della pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: potrebbe darci delle indicazioni sul sonno, se coricarci sul fianco destro o sinistro?

Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche

La postura del Buddha dormiente è sul lato destro. Questo è di buon auspicio per avvicinarsi alla pratica, mentre si dorme. Quindi, concentrare la mente in meditazione o in qualche visualizzazione, andando a dormire, è molto valido. Potete sviluppare questo ed estenderlo a tutta la notte mentre dormite. Continue reading »

42 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: la Mahamudra e la meditazione di Vajirasattva

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La meditazione di purificazione di Vajirasattva.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La meditazione di purificazione di Vajirasattva.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la meditazione di Vajrasattva.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

La meditazione di purificazione di Vajirasattva

Visualizzate un loto sulla sommità del vostro cao. E’ importante in questa meditazione pensare a voi stessi nella vostra forma ordinaria, non in una condizione trasformata, ma proprio nella forma del vostro sé ordinario, con tutte le impurità accumulate da tempo senza inizio. Pensate a voi in questo modo e visualizzate un loto bianco sulla parte superiore della vostra testa. Al centro del loto bianco, sopra i petali, vi è un disco lunare bianco. Questo è l’inizio della visualizzazione: questo loto è sulla corona stessa del capo.

Il loto ha otto petali e non deve essere necessariamente bianco. Può essere rosso od un altro colore, ma deve avere otto petali con il disco lunare sopra al centro. Continue reading »

29 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: La verità della Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Ricordate le attività non-virtuose del passato .

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Ricordate le attività non-virtuose del passato .

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra come praticare i quattro antidoti che neutralizzano ed eliminano la non virtù, o karma negativo.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, come dobbiamo praticare i quattro antidoti per eliminare il karma negativo?

La potenza degli illuminati è dare benedizioni a tutti gli esseri. Continue reading »

43 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Le conclusioni sulla Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Entrambe le parti sono assolutamente necessarie: le benedizioni degli esseri illuminati e la nostra ricettività.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Entrambe le parti sono assolutamente necessarie: le benedizioni degli esseri illuminati e la nostra ricettività.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche giunge alle conclusioni sulla pratica Mahamudra.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, potrebbe trarre delle conclusioni a quanto ci ha illustrato sulla Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Questo è il mio consiglio personale per la pratica. Le contemplazioni e meditazioni sulla impermanenza e la morte sono di importanza essenziale in queste pratiche. Se siete capaci di generare una chiara consapevolezza della transitorietà e della morte, l’intera pratica assumerà significato e sarà positiva. Continue reading »

44 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: il commiato.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Affinché la vostra pratica abbia successo.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Affinché la vostra pratica abbia successo.

Il commiato di Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Lasciate andare tutte queste speranze e paure. Invece, tenete a mente impermanenza e morte e e generate sempre più fede nei lama del lignaggio. Poi, se intraprendete la pratica dopo aver praticato questi aspetti preliminari, la vostra pratica sarà davvero efficace, avrà successo e sarà utile in tutti gli aspetti. Continue reading »

Lama Tzong Khapa, biografia

Je Tzong Khapa, chiamato familiarmente Je Rinpoche, nacque nel 1357 nella regione di Amdo, nella parte orientale del Tibet allora vicina al confine cinese.

Je Tzong Khapa, chiamato familiarmente Je Rinpoche, nacque nel 1357 nella regione di Amdo, nella parte orientale del Tibet allora vicina al confine cinese.

Lama Tzong Khapa.

Verso la fine del XIV secolo, in Tibet si potevano distinguere quattro correnti buddhiste principali, formatesi durante le due prime fasi di sviluppo del buddhismo e tutte collegate direttamente con alcuni famosi maestri indiani: la Nyngma con Padmasambhava e Shantirakshita, la Sakya con Dharmapala e Virupa, la Kagyu con Naropa e Maitripa, la Kadam con Atisha. Vi erano anche numerose sottoscuole e, nella pratica individuale, intrecci di differenti lignaggi. In quel periodo visse il grande Lama Tzong Khapa, guru del primo Dalai Lama. Je Tzong Khapa, chiamato familiarmente Je Rinpoche, nacque nel 1357 nella regione di Amdo, nella parte orientale del Tibet allora vicina al confine cinese. Continue reading »

Vipallasasutta: le quattro distorsioni

Budddha: Gli esseri presi da false opinioni, dalla mente confusa e vittime di una falsa percezione, percepiscono nel non permanente il permanente, nel dolore il piacere, nel non sé il sé, nell'impuro il puro!

Budddha: Gli esseri presi da false opinioni, dalla mente confusa e vittime di una falsa percezione, percepiscono nel non permanente il permanente, nel dolore il piacere, nel non sé il sé, nell'impuro il puro!

Quattro o monaci sono le distorsioni della percezione, della mente, dell’opinione. E quali sono queste quattro distorsioni? Queste quattro distorsioni della percezione, della mente e dell’opinione sono, o monaci,

il prendere per permanente quello che è impermanente,

il prendere per piacevole quello che è doloroso,

il credere all’esistenza di un sé per qualcosa che non ha sé,

il prendere per puro quello che è impuro.

Queste, o monaci, sono le quattro non distorsioni della percezione, della mente e dell’opinione.

E quali sono queste quattro non distorsioni?  Continue reading »

Lama Zopa: Vedere il Guru come Buddha

lama Zopa: "Le qualificazioni necessarie per insegnare il sentiero del Piccolo Veicolo sono l'aver realizzato i tre addestramenti superiori: moralità, concentrazione e saggezza.

lama Zopa: "Le qualificazioni necessarie per insegnare il sentiero del Piccolo Veicolo sono l'aver realizzato i tre addestramenti superiori: moralità, concentrazione e saggezza.

Il guru che vi conduce alla liberazione ed all’illuminazione è un essere rispetto a cui pensate “Con costui, posso praticare la devozione al guru”. Quindi prendete la decisione di stabilire una relazione guru-discepolo e di ricevere insegnamenti da lui. Una relazione guru-discepolo non dipende dal fatto che voi stessi siate andati da una certa persona a domandargli di diventare il vostro guru; per esempio, migliaia di persone ricevono insegnamenti da Sua Santità il Dalai Lama, e non è che ciascuno di loro vada da Sua Santità a chiedere: “Volete essere il mio guru?”. Tradizionalmente, la prima volta che si ricevono insegnamenti da un guru si può chiedergli il permesso di ricevere gli insegnamenti, casomai ci fosse qualche ragione di rifiuto – ma solo se c’è il tempo. Più che altro, dipende da voi. Prima di ricevere insegnamenti sulla devozione al guru, può darsi che l’idea della relazione gurudiscepolo sembri un po’ scomoda e di difficile approccio; però, dopo aver accettato la relazione ed ascoltato insegnamenti, può darsi che cambiate idea. Se da parte vostra praticherete la devozione al guru, non manterrete più le vostre opinioni precedenti, e il vostro modo di pensare cambierà completamente. Moltissimo dipende dal modo di pensare del discepolo e dalla sua comprensione degli insegnamenti. Continue reading »

Lama Zopa: La gentilezza del Guru

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Quello che vi voglio dire, lo dirò rapidamente, visto che non abbiamo molto tempo. Lama Yeshe ha detto di cercare di generare una grande forte volontà per ottenere la felicità per voi stessi e per gli altri, ma non so in che modo parlarne perché sono pigro ed io stesso non ho volontà di conseguire la felicità per me stesso e per gli altri. Quindi, spero di parlarvi un po’ della gentilezza.

Un modo molto efficace per suscitare la volontà è ricordare la gentilezza degli esseri senzienti profondamente, proprio dal cuore; questo aiuterà la vostra volontà di praticare il Dharma e di adoperarvi per la felicità, specialmente quella degli altri. E’ molto importante ricordare la gentilezza del guru; ricordandosene ripetutamente, i pensieri errati non sorgono più così spesso, anzi smetteranno di sorgere. Più penseremo alla gentilezza e la sentiremo dal profondo del cuore, più svilupperemo la perseveranza ed una forte volontà di sopportare difficoltà, obbedire gli ordini e seguire completamente le indicazioni del guru. Basandoci sulle spiegazioni del lamrim e su quanto viene detto in questi insegnamenti, e sulla nostra stessa esperienza della bontà e gentilezza del guru, siamo più capaci di mantenere la nostra mente calma e chiara, sempre meno simile all’acqua sporca. Allora nasce la devozione. Continue reading »

Lama Zopa: Le benedizioni del Guru

Lama Yesce e lama Zopa

Lama Thbten Yesce e Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Riflettendo sulle qualità del guru gentile, origine di tutte le realizzazioni, e non vedendo in lui alcun errore, possa io completare senza ostacoli questa promessa”.

Ho pensato di citare alcuni versi che possono essere di qualche beneficio per alcuni; sono tratti da un testo che mi è stato trasmesso da Gomchen-la, un meditatore Nyigma che abitava a Solu Khombu, e che, credo, è morto l’anno scorso. Gomchen-la è considerato la reincarnazione dello yogi Tangtong Gyalpo; in ogni modo, somigliava moltissimo ad un ritratto di quello yogi. Gomchen Rimpoche mi ha dato questo testo, che è stato scritto dal suo guru radice che era anche il guru radice di Sua Santità Trulshig Rimpoche. Il testo contiene alcuni versi che mostrano come si dovrebbe pensare per stabilire la comprensione del fatto che l’essenza del guru è Buddha. Con questa comprensione, potrete ricevere ispirazione a diventare il guru; altrimenti il guru rimane come un insegnante, qualcuno a cui ci si rivolge per avere una conoscenza intellettuale, nulla più.

I precedenti lama Kagyu praticavano in questo modo: Qualunque azione sia compiuta dai preziosi, qualificati guru, è buona; qualunque azione sia compiuta, è (di superiore) qualità. Continue reading »

Sangye Khadro: Affrontare le Emozioni Negative

Ven. Sangye Khadro

Ven. Sangye Khadro

Ven. Sangye Khadro: Consigli pratici per affrontare le emozioni negative.

Tutti noi sappiamo di provare sia emozioni positive che emozioni negative. Non appena sentiamo le parole amore, gentilezza, generosità, le riconosciamo subito come emozioni positive, mentre quando sentiamo parlare di odio, collera, gelosia, depressione, le riconosciamo subito come emozioni sgradevoli.

Dal punto di vista del Buddha è possibile trasformare le nostre menti. Possiamo apprendere a conoscerci meglio, ad osservare la nostra mente e ad acquisire una grande familiarità con ciò che vi si trova. Continue reading »

Il sutra del cuore

Buddha Sakyamuni, Il Sutra del Cuore: “Perciò, Shariputra, nella vacuità non c’è forma, né sensazione, né discriminazione, né fattore di composizione, né coscienza. Non c’é occhio, né orecchio, né naso, né lingua, né corpo, né mente”.

Buddha Sakyamuni, Il Sutra del Cuore: “Perciò, Shariputra, nella vacuità non c’è forma, né sensazione, né discriminazione, né fattore di composizione, né coscienza. Non c’é occhio, né orecchio, né naso, né lingua, né corpo, né mente”.

IL SUTRA DEL CUORE DELLA NOBILE VITTORIOSA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA

Così una volta udii.

Il Bhagavan dimorava a Rajghir, sulla montagna Picco degli Avvoltoi, assieme a un vasto sangha di monaci e a un vasto sangha di bodhisattva. In quell’occasione il Bhagavan era assorbito nel samadhi sulle categorie dei fenomeni chiamato ‘percezione profonda’.

Contemporaneamente, il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara stava applicandosi proprio nella pratica della profonda perfezione della saggezza, e vide anche i cinque aggregati come vuoti di un’intrinseca natura.

Poi, tramite il potere del Buddha, il venerabile Shariputra così disse al bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara: “Come deve addestrarsi ogni figlio del lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda perfezione della saggezza?”

Così egli parlò, e il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara rispose allora al venerabile figlio di Sharadvati:

“Shariputra, ogni figlio o figlia del lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda perfezione della saggezza dovrebbe applicarsi in essa nel seguente modo, apprendendo correttamente e ripetutamente anche i cinque aggregati come vuoti di un’intrinseca natura. Continue reading »

Il sutra del diamante Prajnaparamita Mahayana Sutra

Buddha Sakyamuni, Il Sutra del Diamante: Il Bhagavan rispose: “ Subhuti, colui che è entrato correttamente nel sentiero del bodhisattva dovrebbe generare la mente pensando questo: ‘Farò in modo che tutti gli esseri senzienti passino completamente oltre il dolore, nel reame del nirvana senza residuo di aggregati.

Buddha Sakyamuni, Il Sutra del Diamante: Il Bhagavan rispose: “ Subhuti, colui che è entrato correttamente nel sentiero del bodhisattva dovrebbe generare la mente pensando questo: ‘Farò in modo che tutti gli esseri senzienti passino completamente oltre il dolore, nel reame del nirvana senza residuo di aggregati.

In sanscrito: Arya Vajracchedika Nama Prajnaparamita Mahayana Sutra

In tibetano: ‘phags pa shes rab kyi pha rol tu phyin pa rdo rje gcod pa zhes bya ba theg pa chen po’i mdo

In inglese: The Exalted Mahayana Sutra on the wisdom Gone Beyond called “The Vajra2 Cutter”

In italiano: Il supremo sutra mahayana sulla perfezione della saggezza detto “che recide come il diamante

Rendo omaggio a tutti i buddha e bodhisattva.

Così udii una volta. Il Bhagavan dimorava a Shravasti, nel boschetto del principe Jeta, nel parco di Anathapindada3, insieme a una vasta assemblea di milleduecentocinquanta bhikshu e di una vasta moltitudine di bodhisattva mahasattva.

Allora, un mattino, dopo avere indossato le vesti del Dharma inferiori e superiori e dopo aver preso la ciotola delle elemosine, il Bhagavan si recò nella grande città di Shravasti per la questua. Quindi, dopo essere stato nella grande città di Shravasti per la questua, il Bhagavan in seguito gustò il cibo elemosinato e, compiuta l’attività del cibo4, lasciato in seguito il cibo rimanente della questua5,ripose la ciotola da mendicante e la veste superiore; lavò i piedi, sedette sul cuscino preparato [per lui] e, dopo aver assunto la postura a gambe incrociate, drizzò la schiena e concentrò la consapevolezza. Continue reading »

S. S. Dilgo Khyentse Rinpoche: Liberare la mente e le emozioni.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Non c’è un’entità che è intrinsecamente ”il tuo nemico”.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Liberare la mente e le emozioni.

Vostra Santità, le emozioni sembrano essere onnipotenti, e ci seducono facendoci credere che esse siano reali. La prego, ci può dare un insegnamento su ciò?

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche – Le emozioni oscuranti: odio, gelosia, orgoglio, ignoranza e desiderio non sono altro che pensieri. Ma cosa sono i pensieri? Quando osservi un pensiero, cerca di vedere se esso ha una sostanza o solidità. Se ha un colore o una forma. Riesci a trovare il posto da cui sorgono? Puoi scoprire il posto dove dimorano? Puoi scoprire dove vanno dopo che scompaiono dalla tua mente? Quando sorge un pensiero negativo come la rabbia, cerca di capire se il pensiero stesso e il motivo da cui sorge sono identici o sono differenti. Sono due cose differenti? In generale, quando si hanno molti pensieri che si rincorrono nella mente, questo si chiama “movimento”. È l’aspetto in movimento della mente. Ogni tanto ci sono meno pensieri e la mente è più quieta. Questa si chiama “quiescenza”, l’aspetto acquietato della mente. Quando sei consapevole di avere sia molti che pochi pensieri, questa si chiama “consapevolezza”. Dovresti cercare di praticare sempre avendo cognizione se i tuoi pensieri sono in movimento o acquietati, e così via. Cerca di osservare la tua mente in questo modo. Successivamente, continuando la ricerca, il conoscere e colui che conosce, l’oggetto di questa ricerca e colui che sta ricercando, sono due cose distinte o la stessa? Medita sulla natura della tua mente. Tra qualche giorno torna a riferirmi cosa hai scoperto. Fino ad allora avrai una risposta. Continue reading »

Sua Santità Kyabje Dilgo Khyentse Rinpoche: La fonte di tutti i fenomeni di samsara e nirvana.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Tutta l’energia che normalmente impieghiamo per badare a noi stessi, il Bodhisattva la impiega per occuparsi degli altri.

Sua Santità Kyabje Dilgo Khyentse Rinpoche: La fonte di tutti i fenomeni di samsara e nirvana.

La fonte di tutti i fenomeni del samsara e del nirvana è la natura della mente vuota, luminosa, che tutto pervade, vasta come il cielo. Quando sei in questa condizione di apertura simile al cielo, rilassati nella sua ampiezza; rimani in questa condizione molto aperta, fonditi con questa condizione simile al cielo: naturalmente, si diventerà sempre più rilassati. Eccellente! Se divieni esperto in questo metodo di integrazione della mente con la visione, la tua realizzazione diverrà naturalmente vasta, e come il sole spontaneamente illumina lo spazio in ogni parte, la tua compassione non potrà mancare di risplendere su tutti i soggetti irrealizzati. La mente, dividendo l’esperienza in soggetto e oggetto, dapprima si identifica con il soggetto “Io”, successivamente con l’idea di “mio” e comincia ad aggrapparsi al “mio corpo”, “la mia mente” e “il mio nome”. Man mano che il nostro attaccamento a queste tre nozioni diventa sempre più forte, diventiamo sempre più preoccupati unicamente del nostro benessere. Tutti i nostri sforzi per creare agiatezza, la nostra intolleranza verso le circostanze irritanti della vita, la nostra preoccupazione per il piacere e il dolore, ricchezza e povertà, fama e discredito, elogio e biasimo, sono dovuti all’idea di “Io”. Siamo, abitualmente, così ossessionati da noi stessi che raramente pensiamo al benessere degli altri, siamo interessati agli altri non più di quanto lo sia una tigre a mangiare erba. Questo è esattamente l’opposto della visione di un Bodhisattva. L’Ego è realmente una semplice creazione del pensiero e, quando realizzi che l’oggetto e la mente che si aggrappa all’oggetto sono vuoti, è facile vedere che gli altri non sono differenti da te. Continue reading »

Kirti Rinpoche: Lam Rim

Ven. Ghesce Kirti Tsenshab Rinpoche

Insegnamenti conferiti a Graz, Austria settembre 1999 dal Ven. Ghesce Kirti Tsenshab Rinpoche sul tema: Lam Rim, il percorso graduale per l’illuminazione. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, di Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings del Centro Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in inglese di Peter Roberts.

Kirti Tsenshab Rinpoche

Questi insegnamenti, che in tibetano costituiscono il Lam-Rim, rappresentano le istruzioni del percorso graduale per l’illuminazione. Proprio negli insegnamenti del Buddha troviamo questo Percorso Graduale: sono innumerevoli insegnamenti, dati a diverse persone in base alle loro differenti capacità. A causa di queste, fu proposto questo percorso graduale d’insegnamenti. Il nome di questo percorso graduale, il Lam-Rim, è stato coniato da Atisha nel suo testo “Lampada per il sentiero dell’illuminazione”. Continue reading »

Lama Zopa: Antidoti alla recessione

Il ven. Lama Zopa Rinpoche

Lama Khabje Tubten Zopa Rinpoche: “Potreste collezionare vasti meriti ma, senza pazienza, tutto può venire distrutto”.

E’ ovvio che l’economia mondiale stia peggiorando… ma anche quando l’economia mondiale migliora, ci sono ugualmente molte persone nel mondo il cui livello di vita scende. Questo succede è la spiegazione del karma, la sua descrizione. E anche quando l’economia mondiale peggiora, ci sono singole persone le cui condizioni migliorano, a causa del loro karma.
…Se avete molti meriti, non soffrite questo è quello che voglio dire.
Non conosco nulla di economia, ma riguardo a come spendete il vostro denaro , dovete decidere cosa sia significativo. Per quello che ha un vero valore potete spendere. Per le cose senza significato, dovete tagliare le spese.


In questo modo, gli altri esseri senzienti hanno molti benefici, e anche voi ne avete molti . (Facendo offerte ai Tre Gioielli) raccoglierete meriti incredibili, felicità in questa vita e nelle vite future, fino alla liberazione e all’illuminazione. Continue reading »

Lama Zopa: Rinunciare agli otto dharma mondani

Lama Zopa Rinpoche: "Quando le falene vedono la luce di una candela pensano che sia un buon posto dove andare".
Lama Zopa Rinpoche: “Quando le falene vedono la luce di una candela pensano che sia un buon posto dove andare”.

Il filosofo e pandit Mandhyamaka Nagarjuna, che aveva raggiunto la suprema realizzazione e che aveva riportato gli insegnamenti dei sutra e del tantra della tradizione Mahayana in India dopo un periodo di degenerazione, affermò: “E’ meglio non avere il prurito che avere il piacere di grattarsi.”

Nell’esempio egli vuole dire che se non si ha prurito non si ha bisogno di grattarsi e di danneggiare la pelle. Significa che è meglio non desiderare oggetti mondani che possederli.

Nell’esempio egli vuole dire che se non si ha prurito non si ha bisogno di grattarsi e di danneggiare la pelle. Significa che è meglio non desiderare oggetti mondani che possederli.

Il punto è che se la vostra mente è libera dal desiderio, non avete alcun problema con gli oggetti, come per esempio l’attaccamento che sorge quando venite a contatto con un oggetto del desiderio. Il conflitto sorge perché c’è del desiderio nella vostra mente. Se non esiste alcun desiderio nella vostra mente, nessun problema sorge quando venite a contatto con un oggetto.

Continue reading »

Lama Zopa: La liberazione degli animali

Lama Zopa Rinpoche: La liberazione degli animali non è una pratica limitata solo a voi stessi..

Lama Zopa Rinpoche: La liberazione degli animali non è una pratica limitata solo a voi stessi..

La liberazione degli animali

Liberare gli animali è un metodo pratico ed efficace per prolungare la vita quando si è minacciati da una morte prematura. Si può anche fare la pratica di Tara Bianca, Namgyalma o un altro essere illuminato che concede una lunga vita. Si riceve l’iniziazione di una divinità di lunga vita da un Maestro qualificato e quindi si pratica la meditazione, recitando i mantra associati a quella divinità. Per assicurarsi una vita lunga, è anche normale fare la pratica di purificazione degli tsa-tsa.

Le morti vengono chiamate “premature” quando si muore improvvisamente, anche se si hanno sufficienti meriti per vivere più a lungo. Grazie al karma positivo delle vite passate, si è creata la causa per avere una vita più lunga; Continue reading »

Lama Yeshe: Mai cadere nel settarismo!

Lama Yeshe: E' estremamente importante rifiutare ogni tipo di concezione settaria.

Lama Yeshe: E' estremamente importante rifiutare ogni tipo di concezione settaria.

Lama Yeshe: la ricchezza delle scuole Buddhiste tibetane.

Lama Tzong Khapa o Je Rimpoce, il fondatore della scuola Gelug-pa o Ghelug-pa, “passò gran parte della giovinezza, e in realtà il resto della vita, studiando con i più grandi Lama appartenenti alle diverse tradizioni buddhiste tibetane:
– Nyingma,
– Kadam [da cui la scuola Gelug o Ghelug],
– Kagyu,
– Sakya.
Se per fare riferimento a queste tradizioni mi fossi servito della parola “setta”, avreste probabilmente ricevuto l’impressione erronea di una differenziazione totale e perfino di una certa opposizione tra queste tradizioni. Infatti molti libri occidentali alimentano questo tipo di idee, portando a credere ad una lotta continua tra esse. Continue reading »

Lama Yesce: Ego, attaccamento, impermanenza

Lama Yesce: "La saggezza del Dharma, comprendendo la natura della mente, è la mia sola protezione".

Lama Yesce: "La saggezza del Dharma, comprendendo la natura della mente, è la mia sola protezione".

LAMA YESCE: Ego, attaccamento e impermanenza, rinuncia, superstizione.

I due settori dell’ego e dell’attaccamento lavorano insieme nella vostra mente e, fino a quando lo faranno, qualsiasi piacere sensoriale voi possiate sperimentare, ovunque voi possiate andare, per quanti amici possiate avere, niente di tutto ciò durerà. Il vostro ego crea una proiezione sbagliata su un oggetto e, senza esitazione, ad esso segue il vostro attaccamento che si afferra, si lega completamente a quell’oggetto. Ciò divide e agita seriamente la vostra mente. Continue reading »

Alexander A. Berzin: La trasformazione di sé stessi attraverso gli stadi graduali del Lam-rim

Dr. Alexander Berzin: Questi, come sottolineato da Tsongkhapa, sono i tre aspetti principali delle menti-sentiero: rinuncia, bodhichitta, e comprensione della vacuità.

Dr. Alexander Berzin: La trasformazione di sé stessi attraverso gli stadi graduali del Lam-rim

Gli insegnamenti tradizionali tibetani di lam-rim presentano metodi dettagliati per ottenere obiettivi spirituali via via più avanzati: rinascite migliori, la liberazione dalla rinascita, e la piena illuminazione. Qui prenderemo in considerazione l’ampia portata degli insegnamenti di lam-rim, iniziando con una spiegazione del modo in cui i tre livelli di motivazione si accordano con le quattro nobili verità. Continue reading »

Lankavatara Sutra cap. 1 – 3

Lankavatara Sutra: "Il mio insegnamento è basato sul riconoscimento che il mondo oggettivo, come visione, è una manifestazione della mente stessa; esso insegna la cessazione dell’ignoranza, del desiderio, dell’azione e della causazione; esso insegna la cessazione della sofferenza che deriva dalle discriminazioni del triplice mondo.

Buddha Sakyamuni, Lankavatara Sutra: “Il mio insegnamento è basato sul riconoscimento che il mondo oggettivo, come visione, è una manifestazione della mente stessa; esso insegna la cessazione dell’ignoranza, del desiderio, dell’azione e della causazione; esso insegna la cessazione della sofferenza che deriva dalle discriminazioni del triplice mondo.

LANKAVATARA SUTRA

Lankavatara Sutra capitoli 1 – 3

Auto-Realizzazione della Nobile Saggezza

Capitolo 1°

La Discriminazione

Così io ho udito. Il Bhagavan (Beato) apparve una volta nel Castello di Lanka che si trova sulla cima del Monte Malaya nel mezzo del grande Oceano. Molti grandi Bodhisattva-Mahasattva si erano miracolosamente riuniti arrivando da tutte le Terre del Buddha, ed anche un gran numero di ‘bhikshu’ si radunarono in quel luogo. Continue reading »

Ven. Ling Rinpoche: Insegnamenti sul “Lam Rim Chen Mo”

Ven. Ling Rinpoche: Riflettiamo su come tutti i fenomeni sono vuoti di esistenza intrinseca.

Insegnamenti Ven. Kyabje Yongzin Ling Rinpoche dal 10 al 17.05.18 all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (PI) sul “Lam Rim Chen Mo” il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero per l’Illuminazione di Lama Tzong Khapa. Appunti del Dott. Luciano Villa, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore ed omissione.

H.E. il 7° Kyabje Yongzin Ling Rinpoche è nato a McLeod Ganj, Dharamsala, Himachal Pradesh, India, il 18 novembre 1985.  Continue reading »

Lankavatara Sutra cap. 4 – 7

Il Buddha rispose: “L’Intelligenza Trascendente è lo stato dell’auto-realizzazione interiore della Nobile Saggezza. Essa è realizzata intuitivamente all’improvviso appena avviene la "rivoluzione" nel luogo più profondo della coscienza; essa non è qualcosa che entra dentro o esce fuori – è come la luna vista nell’acqua”.

Il Buddha, Lankavatara Sutra: “L’Intelligenza Trascendente è lo stato dell’auto-realizzazione interiore della Nobile Saggezza. Essa è realizzata intuitivamente all’improvviso appena avviene la "rivoluzione" nel luogo più profondo della coscienza; essa non è qualcosa che entra dentro o esce fuori – è come la luna vista nell’acqua”.

LANKAVATARA SUTRA

Lankavatara Sutra capitoli 4 – 7

Auto-Realizzazione della Nobile Saggezza

Capitolo IV°

Perfetta Conoscenza o Conoscenza della Realtà.

Allora Mahamati chiese al Bhagavan: “Prego, o Beato, puoi parlarci dei cinque Dharma, così che noi possiamo capire pienamente la perfetta Conoscenza?”

Il Beato rispose: “I cinque Dharma sono: apparenza, nome, discriminazione, retta-conoscenza, e la Realtà. Per apparenza si intende ciò che rivela se-stessa ai sensi ed alla mente discriminante, ed è percepita come forma, suono, odore, gusto, e tatto. Da queste apparenze, si formano idee, come creta, acqua, vaso ecc. per cui si dice: questa è tale e tale cosa, e nient’altro, – e questo è il nome. Quando le apparenze si contrappongono e si paragonano i nomi, come quando diciamo: questo è un elefante, questo è un cavallo, un carro, un pedone, un uomo, una donna, oppure, questa è la mente e ciò che le appartiene, – si dice che le cose così chiamate siano discriminate. Siccome queste discriminazioni vengono viste come reciprocamente condizionantesi, come non-nate, come prive di auto-sostanza,  e quindi vengono ad essere viste come esse veramente sono, ovvero, come manifestazioni della stessa mente, – questa è la retta conoscenza. Da ciò, il saggio cessa di considerare apparenze e nomi come realtà. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: La Lode al Sorgere Dipendente

Possa io passare giorno e notte a riflettere: “In che modo posso valorizzare con intensa applicazione per innumerevoli eoni questi insegnamenti ottenuti dal saggio supremo?”

Possa io passare giorno e notte a riflettere: “In che modo posso valorizzare con intensa applicazione per innumerevoli eoni questi insegnamenti ottenuti dal saggio supremo?”

Je Lama Tzong Khapa Losang Dragpa: La lode alla relazione dipendente o La Lode all’Origine Dipendente o La Lode al Sorgere Dipendente o La lode a Buddha Shakyamuni per il suo insegnamento sul sorgere dipendente. Tendrel Töpa

L’interdipendenza, o originazione dipendente, è uno dei punti chiave della filosofia buddhista. Il Buddha ha insegnato che ogni fenomeno esiste solo dipendendo da un altro. Dal momento in cui essa appare fino alla sua cessazione, l’esistenza di tutte le cose si fonda su una continua relazione con qualcos’altro.

Niente e nessuno esiste in modo autonomo o indipendente. Di conseguenza, tutti i fenomeni mancano di un’esistenza intrinseca, ma al tempo stesso esisto- no. Questo pensiero ci permette di ottenere la saggezza capace di percepire la natura ultima delle cose, ovvero la vacuità, superando la nostra ignoranza innata che ci impedisce di vedere la realtà.

Inoltre, possiamo comprendere che tutti gli esseri sono legati gli uni agli altri, pertanto un comportamento incentrato su di sé è completamente illogico, e questa consapevolezza è la base dell’amore, della compassione e dell’altruismo da cui sorge la Mente dell’Illuminazione o Bodhicitta, che desidera raggiungere la Buddhità per il beneficio degli altri. Continue reading »

Khandro-la: “Bodhicitta e vacuità”.

Khandro-la: La cosa di cui sono certa è che ho forti impronte karmiche perché sono molto vicina a Sua Santità e a molti altri grandi Lama in Tibet e fuori dal Tibet. Alcuni Lama dal Tibet, che non ho nemmeno mai conosciuto, mi esprimono affetto, rispetto, mi augurano cose belle, e alcune volte mi mandano offerte e preghiere.

Khandro-la: La cosa di cui sono certa è che ho forti impronte karmiche perché sono molto vicina a Sua Santità e a molti altri grandi Lama in Tibet e fuori dal Tibet. Alcuni Lama dal Tibet, che non ho nemmeno mai conosciuto, mi esprimono affetto, rispetto, mi augurano cose belle, e alcune volte mi mandano offerte e preghiere.

Khandro-la: “L’essenza della vita e’ ottenere la realizzazione di bodhicitta e della vacuità”.

Riassunto dell’intervista realizzata dal Ven Roger Kunsang nel 2008 e pubblicata su FPMT Mandala Magazine.

Ven. Roger Kunsang: Perché hai lasciato il Tibet?

Khandro-la. Non avevo l’intenzione e nemmeno il denaro per partire. Ho seguito i segni che ho avuto in un sogno: c’era un autobus che stava suonando indicando la partenza imminente, e vi sono salita senza sapere dove sarebbe andato. Continue reading »

La recitazione dei santi nomi di Manjushri

LA RECITAZIONE DEI SANTI NOMI DI MANJUSHRI

(Tib. ‘Jam-dpal mtshan-brjod, Sansc. Manjushri-namasamgiti)

Omaggio a Manjushri nella sua forma giovanile.

SEDICI STANZE SULLA RICHIESTA DI ISTRUZIONI

(1) Allora il glorioso Detentore del Vajra,

il supremo soggiogatore di quelli difficili da domare,

l’eroe trionfante sui tre reami del mondo,

il potente signore della folgore, dominatore del nascosto,

(2) con occhi svegli di loto bianco,

volto di loto rosa completamente sbocciato,

brandendo in continuazione

in mano il supremo vajra –

(3) insieme a innumerevoli Vajrapani Continue reading »

Ghesce Ngawang Dhargyey: Canti di Milarepa sul non attaccamento

Milarepa

Milarepa

Canti di Milarepa sul non attaccamento a famiglia, amici e ricchezza

Ghesce Ngawang Dhargyey, scritto a partire da note prese da Alexander Berzin, edito da Pauline Yeats, giugno 2008, da una traduzione orale di Sharpa Rinpoche, Dharamsala, India, 1974. Traduzione in italiano a cura di Davide Curzio.

Ghesce Ngawang Dhargyey

Milarepa aveva una sorella che insisteva affinché lui trovasse moglie e avesse una casa e figli, ma invece Milarepa se ne andò di casa e incontrò il suo maestro, Marpa. Quando sua sorella venne a sapere che Marpa era sposato e che aveva casa e famiglia, cercò di fare pressioni su Milarepa. Continue reading »

Lama Zopa: Mangiare significativamente

Lama Thupten Zopa: "qualsiasi lavoro si faccia anche per ottenere uno chicco di riso, occorre aver presente che tantissimi esseri vengono uccisi o vengono danneggiati".

Lama Thupten Zopa: "qualsiasi lavoro si faccia anche per ottenere uno chicco di riso, occorre aver presente che tantissimi esseri vengono uccisi o vengono danneggiati".

Ven. Lama Thupten Zopa Rinpoche: Mangiare significativamente.

Al CPMT 2009, uno studente ha osservato che mangiare certi tipi di cibo rappresenta una crudeltà verso altri esseri. Al che Rinpoche ha così risposto:
… Nella realtà, proprio nella realtà, nella cruda realtà quotidiana, ancora più nella realtà contingente, non si può sopravvivere senza danneggiare gli altri. Non esiste altra possibilità. Non c’è modo di vivere senza che gli altri ci danneggino, senza essere uccisi, senza che gli altri non ci provochino sofferenze.
Altrimenti non ci sarebbe alcun modo di poter sopravvivere anche un solo giorno, non si potrebbe sopravvivere nemmeno per un giorno.

Quindi, è così la vita nel samsara. Continue reading »

Le ventuno Lodi di Tara

TARA

TARA

OM omaggio alla nobile dominatrice Arya Tara.

  1. Omaggio a Tara, l’eroina, la veloce, i cui occhi splendono di luce folgorante, sorta dallo stame del fiore di loto aperto del Signore dei tre mondi (Avalokiteshvara).

  2. Omaggio a Lei il cui viso é simile a cento lune piene d’autunno sovrapposte; a Lei che sfavilla luce come quella di un migliaio di stelle raggruppate. Continue reading »

Nagarjuna: Le 12 Azioni del Buddha

Nagarjuna

Nagarjuna: Ossequi a Te, che con perseveranza desiderasti raggiungere l’Illuminazione..

NAGARJUNA

LE 12 AZIONI DEL BUDDHA

Ossequi a Te, Re dei Sakya, il cui corpo risplende come una montagna d’oro; a Te che, colmo di compassione e abilità nel metodo dell’insegnamento, prendesti nascita nella stirpe dei Sakya e domasti gli eserciti del male che altri non potevano debellare.

Lode a Te, che per raggiungere l’Illuminazione risvegliasti dapprima Bodhicitta quindi accumulasti perfettamente i meriti e la saggezza trascendentale poiché, grazie alle Tue smisurate azioni, desideravi diventare in questa epoca il protettore degli esseri.

1. Ossequi a Te, reggente degli dei; avendo capito che era tempo di esibire l’autodisciplina scendesti dal cielo; sotto forma di elefante Continue reading »

Nagarjuna: Commentario sulla Mente dell’Illuminazione

Un commentario sulla Mente dell’Illuminazione Bodhicittavivarana

di Arya Nagarjuna

Omaggio al glorioso Vajrasattva.

E stato insegnato: “Poiché tutti i fenomeni sono uguali nella loro mancanza del sé, la nostra mente priva di qualsiasi esistenza vera, completamente libera da soggetto ed oggetto [rispetto agli] aggregati, elementi e sorgenti di percezione, è dall’inizio non prodotta e vuota per propria natura”. Continue reading »

Yongzin Ling Rinpoche: Preghiera per la diffusione degli insegnamenti in occidente

Yongzin Ling Rinpoche

Yongzin Ling Rinpoche

Preghiera per la diffusione degli insegnamenti in occidente di Yongzin Ling Rinpoche

Grazie alla forza dell’energia ispiratrice

dei Tre Preziosi Gioielli che non ingannano

e della sincerità delle nostre pure aspirazioni altruistiche

possa, il prezioso Insegnamento di Buddha,

fiorire e diffondersi penetrando in ogni parte dell’Occidente.

Per tutti coloro che vivono in questi paesi

insieme ai loro seguaci che sono impegnati negli insegnamenti,

e che per essi hanno fede e rispetto,

possano tutte le circostanze avverse essere disperse

ed una ricca raccolta di circostanze favorevoli

aumentare come la Luna crescente. Continue reading »

La Ruota della Vita o ruota del Samsara

La ruota della vita o ruota del samsara.La Ruota della Vita o ruota del Samsara – Tratto da: “La pratica della divinità nell’arte tibetana” di Jonathan Landaw e Andy Weber ed. Chiara Luce.

Kalu Rinpoche, “le cause del samsara sono prodotte dalla mente, e la mente è ciò che ne sperimenta le conseguenze. Null’altro che la mente crea l’universo, e null’altro che essa lo sperimenta “.

Secondo la dottrina buddhista, il cosmo non è né permanente né creato.

Al suo vertice vi sono i quattro regni di rinascita puramente mentale, senza forma; al di sotto i regni di pura forma, dove abitano gli dei, che non sono né permanenti, né eterni; al di sotto il regno del desiderio, dove vivono gli dei vedici, gli animali, gli uomini e gli dei gelosi.

Ancora al di sotto vi sono i regni degli spiriti famelici e gli inferi.

All’interno di questa ruota si trovano sei sfere d’esistenza in ognuna delle quali può rinascere l’ Esistenza.

Il diagramma noto come Ruota della Vita, che illustra i vari reami dell’esistenza ciclica e gli esseri che li abitano, è principalmente un supporto visivo che ci permette di ottenere una chiara comprensione di come opera la nostra mente. Continue reading »

Lo Yoga della Triplice Purificazione del Glorioso Chakrasamvara

Lo Yoga della Triplice Purificazione del Glorioso Chakrasamvara

Direzione Sicura (Rifugio) e Riaffermazione dello Scopo di Bodhicitta

Prendo per sempre una guida sicura dai Buddha, dal Dharma e dal Sangha.

Prendo per sempre una direzione sicura da coloro che hanno tutti e tre i veicoli della mente,

Dagli yogi del mantra nascosto e dalle dakini,

Dagli eroici vira, dalle eroiche signore virini e dalle dee potenzianti,

come pure dai bodhisattva di grande natura,

E soprattutto dai miei maestri tantrici. Continue reading »

The Yoga of the Triple Purification of the Glorious Chakrasamvara

The Yoga of the Triple Purification of the Glorious Chakrasamvara
(dPal ‘khor-lo sdom-pa’i dag-pa gsum-gyi rnal-‘byor) translated by Alexander Berzin, April 1975, revised May 2009, based on explanations by Geshe Ngawang Dhargyey and on a discourse by Tsenzhab Serkong Rinpoche on The Generation Stage of the Mahasiddha Luipa Tradition of Chakrasamvara: Personal Instructions of Manjushri (Grub-chen Lu-i pa’i lugs-kyi dpal ‘khor-lo sdom pa’i bskyed-rim he-ru-ka’i zhal-lung) by Akhuchin Sherab-gyatso (A-khu-chin Shes-rab rgya-mtsho), printed with permission from Study Buddhism, a project of Berzin Archives e.V. https://studybuddhism.com/. This practice is restricted to only those with the appropriate tantric empowerment. You must have received a Heruka Chakrasambhava initiation in order to perform this practice. Continue reading »

Nagarjuna: In lode al trascendente

Nagarjuna: Non esiste nessun agente né soggetto, non (esiste) nessun merito: essi sorgono dalla dipendenza.

Nagarjuna: Non esiste nessun agente né soggetto, non (esiste) nessun merito: essi sorgono dalla dipendenza.

In lode al trascendente

Nagarjuna: Inno al Buddha, il Trascendente del Mondo

Titolo sanscrito: Lokatitastava

Titolo tibetano: jigten le de par to pa (jigten ley depar toepa)

Omaggio a Manjushri!

1 Mi prostro a te, che trascendi il mondo,

Che sei esperto nella gnosi dell’assenza.

Per il bene del mondo

Hai accettato molte sofferenze, mosso dalla grande compassione.

2 Al di fuori dei meri aggregati,

tu sostieni, non esiste alcun essere senziente.

Tu, grande saggio, continui a rimanere

Perfettamente immerso nel bene degli esseri. Continue reading »

Pema Chodron: L’ego

L'assenza di ego è uno stato d'animo che ha completa fiducia nella sacralità del mondo.

L'assenza di ego è uno stato d'animo che ha completa fiducia nella sacralità del mondo.

L’ego è come la tua dimora, una camera con vista, con la temperatura e gli odori e la musica che ti vuoi, tutto a modo tuo. Ti piacerebbe solo avere un po’ di pace, ti piacerebbe avere un po’ di felicità, si sa, datemi solo una pausa.
Ma, più si pensa in questo modo, più si tenta di ottenere che la vita riesca nel modo che ci si confà, e più la paura di altre persone e di ciò che è fuori della propria camera cresce. Piuttosto che diventare più rilassati, si inizia a tirar giù le tapparelle e a chiudere la porta.
Quando si va fuori, si trova l’esperienza più inquietante e sgradevole. Si diventa più paurosi, più irritabili che mai. Quanto più si cerca di fare le cose a modo proprio, meno ci si sente a casa.
L’ego potrebbe essere definito come ciò che copre la nostra bontà di base. Da un punto di vista esperienziale, l’ego che cosa copre? Continue reading »

1 Nagarjuna: Lettera ad un amico

Acarya Nagarjuna: “Riconoscendo la ricchezza come effimera e priva di sostanza, esercita correttamente te stesso in azioni generose”.

Acarya Nagarjuna: “Riconoscendo la ricchezza come effimera e priva di sostanza, esercita correttamente te stesso in azioni generose”.

1 LETTERA AD UN AMICO (SUHRLLEKHA) di ACARYA NAGARJUNA con COMMENTARIO “IL SIGNIFICATO CHIARITO (SPHUTARTHA)” del VENERABILE LAMA SAKYA RENDAWA

VERSI INTRODUTTIVI

Omaggio a tutti Jina delle dieci direzioni

Insieme ai loro figli e discepoli

Dotato di miriadi bianchi raggi di pura energia

Munindra, che porta il suo bianco coniglio,

Disperde il dolore manifesto degli esseri

Tormentati dalle loro bollenti afflizioni mentali

Proprio come la luna d’autunno che diffonde

Migliaia di freschissimi raggi soffusi Continue reading »

2 Nagarjuna: Lettera ad un amico

Acarya Nagarjuna: “Ricorda che Guadagno e Perdita, Benessere e Miseria, Buona e Cattiva Reputazione, Lode e Biasimo, Sono i terribili Otto Dharma Mondani”.

Acarya Nagarjuna: “Ricorda che Guadagno e Perdita, Benessere e Miseria, Buona e Cattiva Reputazione, Lode e Biasimo, Sono i terribili Otto Dharma Mondani”.

2 Lettera ad un amico (Suhrllekha) di Acarya Nagarjuna con Commentario “Il Significato Chiarito (Sphutartha)” del Ven. Lama Sakya Rendawa.

3) EVITARE ATTITUDINI SCORRETTE

A causa del loro attaccamento a infime attività, i capifamiglia danno origine ad un gran numero di attitudini dannose, come la bramosia, e così via. Poiché tali attitudini causano la rinascita negli stati inferiori di esistenza, il verso seguente viene espresso affinché esse possano essere rigettate.

(Verso 12)

Considera come nemici: l’avidità, l’astuzia, l’inganno e la disonestà;

Come pure, l’attaccamento, l’ozio, l’arroganza, la lussuria e l’odio,

Altresì l’orgoglio che deriva dall’appartenenza ad una ricca famiglia

Nonché dall’aspetto fisico, dalla cultura, dalla salute e dall’autorità. Continue reading »

5 Nagarjuna: Lettera ad un amico

Acarya Nagarjuna: “ Poiché il Samsara si è dimostrato tale, non può esservi in esso nessuna nascita favorevole, sia tra gli dèi che tra gli umani, né tra gli esseri infernali o tra i preta, gli asura o gli animali. Ogni tipo di nascita deve venir considerata molto dannosa.”.

Acarya Nagarjuna: “ Poiché il Samsara si è dimostrato tale, non può esservi in esso nessuna nascita favorevole, sia tra gli dèi che tra gli umani, né tra gli esseri infernali o tra i preta, gli asura o gli animali. Ogni tipo di nascita deve venir considerata molto dannosa.”.

5 parte – Lettera ad un amico (Suhrllekha) di Acarya Nagarjuna con Commentario “Il Significato Chiarito (Sphutartha)” del Ven. Lama Sakya Rendawa.

7) LE SPECIFICHE SOFFERENZE SPERIMENTATE DAI CINQUE TIPI DI ESSERI.

Questa sezione ha cinque parti. La prima di esse è:

——– La Sofferenza degli Inferni ———

Il verso seguente viene esposto per indicare il numero degli Inferni, in generale.

(Verso 77)

Per gli Esseri che compiono le azioni nocive, vi sarà

L’incessante sofferenza negli Inferni di Samjiva,

Kalasutra, Mahatapana, Samghata, Raurava, Avici

E tutta la serie restante d’Inferni senza remissione…”

Gli esseri senzienti che eseguono le azioni inique delle tre porte (corpo, parola e mente), verranno a sperimentare incessantemente la sofferenza degli Inferni di Samjiva, Kalasutra, Samghata, Raurava, Maharaurava, Tapana, Mahatapana, Avici e così via, cioè ai restanti inferni, gli Inferni Parziali (Pratyekanaraka) e gli Inferni Freddi. Continue reading »

6 Nagarjuna: Lettera ad un amico

Acarya Nagarjuna: “Diffondi la fama delle immacolate Saggezza, Moralità e Generosità, in tutte le regioni del cielo, dello spazio e sulla faccia della Terra. Consegui, infine, lo Stato Trascendente del Nirvana, il cui nome incontaminato e perfetto, significa Pace ed Assenza di paura”.

Acarya Nagarjuna: “Diffondi la fama delle immacolate Saggezza, Moralità e Generosità, in tutte le regioni del cielo, dello spazio e sulla faccia della Terra. Consegui, infine, lo Stato Trascendente del Nirvana, il cui nome incontaminato e perfetto, significa Pace ed Assenza di paura”.

6 Lettera ad un amico (Suhrllekha) di Acarya Nagarjuna con Commentario “Il Significato Chiarito (Sphutartha)” del Ven. Lama Sakya Rendawa.

C. PERSEGUIMENTO DEL SENTIERO, con la Contemplazione delle VIRTU’ DEL NIRVANA.

Questa sezione include due capitoli, di cui il primo tratta di ciò che è comune a tutti i Veicoli.

CAP. 5. CIO’ CHE E’ COMUNE A TUTTI I VEICOLI.

Il primo dei due paragrafi di questo capitolo dimostra che il Nirvana possiede virtù che fanno di esso l’unico oggetto da conseguire.

1) SPIEGAZIONE DELLE VIRTU’ CHE FANNO DEL NIRVANA UN OGGETTO DA CONSEGUIRE.

Il verso che segue è formulato come una esortazione a sforzarsi per conseguire il Nirvana, una volta che si sia generata una sincera insoddisfazione nei riguardi del mondo e del samsara, così come spiegato in precedenza.

( Verso 104)

Non dovremmo perdere tempo, nemmeno per estinguere

Un fuoco che ci bruciasse gli abiti o anche la propria testa,

Ma dovremmo piuttosto esercitare noi stessi a porre fine

Ad ogni rinascita. Nessuno scopo è superiore a questo.” Continue reading »

Preghiera per l’immediato ritorno del Ven. Lama Tulku Ghiatso

Ven. Lama Tulku Ghiatso

Ven. Lama Tulku Ghiatso

Preghiera speciale per l’immediato ritorno della reincarnazione del Ven. Lama Tulku Ghiatso

Signore Buddha, onnipotente salvatore,
Yamantaka, Nero e Rosso signore della Morte,
Tara la Bodhisattva, Haryagriva e tutti i seguaci,
Rendiamo omaggio a tutti Voi per ricevere le benedizioni per le nostre sincere preghiere.

Rispettato Thupten Kalsang Namgyal,
con il tuo seguito di seguaci fedeli rimasti qui,
in questo momento soffriamo intensamente come dall’essere colpiti da palle di fuoco divampante,
per il tuo decesso improvviso.

Le modalità della tua morte non sono altro se non
il risvegliare coloro che mantengono visioni di permanenza, per seguire il Dharma.
In verità, niente, nascita-morte o crescita-decadimento, accade al tuo corpo permanente di Dharma.

Con la comunione delle nostre grandi preghiere, Continue reading »

Langri Tangpa: Gli otto versi dell’addestramento mentale

Langri Tangpa Dorje Senghe

Langri Tangpa Dorje Senghe

Gli otto versi dell’addestramento mentale o Gli otto versi di trasformazione mentale o Le otto strofe della Trasformazione del Pensiero – Blo-sbyong tsig-brgyad-ma, Lojong di Langri Tangpa Dorje Senghe

    1. Poiché sono determinato ad ottenere il massimo benessere per tutti

      gli esseri, che sono superiori alla gemma che esaudisce i desideri,

      avrò costantemente cura più di loro che di me stesso. – …

    2. Quando sono in compagnia di altre persone,

      considererò me stesso come il meno importante
      e nel profondo del cuore mi prenderò cura di loro, Continue reading »

Nagarjuna: A Commentary on the Awakening Mind, Bodhicittavivarana

Nagarjuna

BODHICITTA VIVARANA

A Commentary on the Awakening Mind

Nagarjuna

Sanskrit title: Bodhicittavivarana

Tibetan title: byang chub sems kyi ‘grel pa

Homage to glorious Vajrasattva!

It has been stated:

Devoid of all real entities;

Utterly discarding all objects and subjects,

Such as aggregates, elements and sense-fields;

Due to sameness of selflessness of all phenomena,

One’s mind is primordially unborn;

It is in the nature of emptiness. Continue reading »

Lama Zopa: Meditare sulla perfetta rinascita umana

Meditando continuamente, possiamo far diminuire gradualmente l’ignoranza che ostacola la scoperta di quanto veramente vantaggiosa sia la perfetta rinascita umana.

Meditando continuamente, possiamo far diminuire gradualmente l’ignoranza che ostacola la scoperta di quanto veramente vantaggiosa sia la perfetta rinascita umana.

Il santo e profondo insegnamento che costituisce il tema di questo discorso deriva dall’insegnamento Mahayana che guida gli esseri fortunati all’illuminazione. Quest’insegnamento fu ampiamente trattato dai grandi filosofi Nagarjuna e Asanga. E’ un profondo insegnamento sacro che contiene in sé l’essenza dei pensieri santi dei grandi bodhisattva Atisha e Guru Tsong Khapa. Include tutti gli 84.000 insegnamenti dati dal Guru Shakyamuni Buddha, il che significa che non esiste nessun insegnamento che non sia incluso nel sentiero graduale; non esiste nessun Buddhadharma separato che non sia incluso negli insegnamenti del sentiero graduale. Quest’ultimo include anche ogni singolo fenomeno esistente, non c’è niente che non sia spiegato dal Dharma. Poiché l’intero Buddhadharma è incluso nell’insegnamento del sentiero graduale, anche tutta l’esistenza è spiegata o inclusa negli insegnamenti del sentiero graduale. Continue reading »

Corrado Pensa: Il nemico dell’equanimità

1bamb-monac-tib“Il nemico antitetico dell’equanimità” (Corrado Pensa)

Abbiamo continuato a leggere dal libro di Corrado Pensa, L’intelligenza spirituale: “L’equanimità è l’opposto dell’attaccamento, è non-attaccamento. […] L’equanimità è l’anima della presenza mentale che chiamiamo consapevolezza non giudicante […]. L’equanimità è il cuore della saggezza, non si può vedere in profondità senza l’intimo equilibrio dell’equanimità.
[…] Se è assente l’equanimità, può un sentimento di amorevole gentilezza essere davvero incondizionato e privo di riserve? Continue reading »

Shantideva: Preghiera di dedica ai Precetti

Shantideva

Shantideva

Shantideva: Preghiera di dedica ai Precetti, rivista da Sua Santità il XIV Dalai Lama

Possano tutti gli esseri in ogni luogo,
Piagati dalla sofferenza di corpo e mente,
Ottenere un oceano di felicità e gioia
Per la virtù dei miei meriti.

Possa nessuna creatura vivente soffrire,
Commettere cattive azioni o anche ammalarsi.
Possa nessuno aver paura o sentirsi sminuito,
Con una mente oppressa dalla depressione. 

Possano i ciechi vedere le forme,
Ed i sordi udire i suoni.
Possano coloro i cui corpi sono esausti per la fatica
Essere ristorati trovando riposo.

Possano i nudi trovare da vestirsi
Gli affamati trovare cibo .
Possano gli assetati trovare acqua
E bevande deliziose .

Possano i poveri trovare ricchezza ,
Quelli indeboliti dal dolore trovare gioia .
Possano gli abbandonati trovare speranza,
Costante felicità e prosperità.

Possano esserci piogge al tempo giusto
E felici raccolti.
Possano tutte le medicine essere efficaci
E salutari preghiere portare frutto.

Possano tutti quelli che sono indisposti e ammalati
Velocemente essere liberati dai loro disturbi.
Qualsiasi malattia esistente nel mondo,
Possa non accadere più.

Possano gli spaventati cessare di aver paura
E coloro imprigionati essere liberati.
Possano coloro senza forza trovare vigore
E possano le persone pensare di essere di beneficio gli uni agli altri.

Sutra della Lunga Vita (Tse Do)

Sutra della Lunga Vita: Per il potere della moralità, il Buddha è il Completamente Puro ed Eccelso
Sutra della Lunga Vita: Per il potere della moralità, il Buddha è il Completamente Puro ed Eccelso

Sutra della Lunga Vita (Tse Do)

Questo è il sutra del Grande Veicolo chiamato “Vita Eccelsa e Saggezza Trascendente Incommensurabili”. In lingua indiana: Arya Aparamita Ayurgyena Nama Mahayana Sutra. In lingua italiana: Vita Eccelsa e Saggezza Trascendente Incommensurabili.

Mi prostro a tutti i Buddha e i bodhisattva

Così ho udito. Una volta il Bhagavan (il Distruttore, Il Dotato Andato Oltre) si trovava a Sravasti, nel tempio del benefattore del cibo Senza Guida, nel Parco di Jetavana, seduto in modo idoneo, con un grande sangha di 1.350 aspiranti alla virtù e mendicanti della virtù (bhikshu) e moltitudini di bodhisattva mahasattva1. Continue reading »

Il Nobile Sanghatasutra

Cari lettori di questo sorprendente sutra, che esiste nel mondo come una reale manifestazione della compassione del Buddha per noi, la prima parte è una traduzione dal tibetano; la seconda è una traduzione dal sanscrito. Possa ciò portarvi le benedizioni di tutti i testi sacri in entrambe le lingue! Quando cambiano i caratteri, inizia la traduzione dal sanscrito. Continue reading »

Dhammacakkappavattanasutta

Buddha Sakyamuni, Dhammacakkappavattanasutta: “Quando, o monaci, la conoscenza e la visione profonda rispetto a queste Quattro Nobili Verità nella loro realtá dei tre modi e dodici aspetti mi fu totalmente pura, allora rivelai a tutto il mondo con le sue divinità, ivi Mara e Brahma, e all'umanità con i suoi asceti, brahmini, e uomini che ho realizzato correttamente in me la incomparabile illuminazione”.

Buddha Sakyamuni, Dhammacakkappavattanasutta: “Quando, o monaci, la conoscenza e la visione profonda rispetto a queste Quattro Nobili Verità nella loro realtá dei tre modi e dodici aspetti mi fu totalmente pura, allora rivelai a tutto il mondo con le sue divinità, ivi Mara e Brahma, e all'umanità con i suoi asceti, brahmini, e uomini che ho realizzato correttamente in me la incomparabile illuminazione”.

Il discorso di Sarnath, quando si mise in moto la ruota del Dhamma

É il primo sermone pubblico di Gotamo il Buddha fatto al parco dei cervi , nei pressi di Sarnath, vicino a Varanasi, davanti a cinque sramana (asceti) dopo la sua illuminazione a Bodhgaya, dove appunto enuncia le Quattro Nobili Verità e l’Ottuplice Sentiero fondando così l’ordine monastico (sangha), e nacque il Buddhismo. siamo nel 528 a.cr. aveva 35 anni. Traduzione dal pali sul testo canonico: Sutta Pitaka, Samyutta Nikaya, Maha Vagga, Saccasutta;
Dhammacakka (verità prima, realtà suprema, fine ultimo, ecc.), la ruota della legge. Continue reading »

Il Nobile Ottuplice Sentiero della Virtù

E quale è, o monaci, la Nobile Verità del Cammino che conduce alla Cessazione della Sofferenza?

Buddha Sakyamuni: «Felice è l’uomo equanime ed attento ».

Buddha Sakyamuni: «Felice è l’uomo equanime ed attento ».

Essa è il Nobile Ottuplice Cammino, cioè Retta Comprensione, Retto Pensiero, Retta Parola, Retta Azione, Retta Vita, Retto Sforzo, Retta Attenzione, Retta Meditazione.
E cosa è, o monaci, la Retta Comprensione? Comprendere la sofferenza, comprendere l’origine della sofferenza, comprendere la cessazione della sofferenza, comprendere il cammino che conduce alla cessazione della sofferenza: questa è la Retta Comprensione.
E cosa è il Retto Pensiero? Pensieri liberi da bramosie, pensieri liberi da malevolenza, pensieri liberi da crudeltà: questo è il Retto Pensiero.

E che cosa è la Retta Parola? Astenersi dal mentire, dal calunniare, dal parlare aspramente, dal parlare di cose futili: questa è la Retta Parola.
E cosa è la Retta Azione? Astenersi dal togliere la vita, astenersi dal prendere ciò che non ci vien dato, astenersi da eccessi sensuali: questa è la Retta Azione. Continue reading »

Ananda Sutta

Buddha Sakyamuni, Ananda Sutra: “Così si esercita: inspirando sperimenta la gioia, espirando sperimenta la gioia. Così si esercita: inspirando sperimenta i processi mentali, espirando sperimenta i processi mentali. Così si esercita: inspirando calma i processi mentali, espirando calma i processi mentali ...”

Buddha Sakyamuni, Ananda Sutra: “Così si esercita: inspirando sperimenta la gioia, espirando sperimenta la gioia. Così si esercita: inspirando sperimenta i processi mentali, espirando sperimenta i processi mentali. Così si esercita: inspirando calma i processi mentali, espirando calma i processi mentali ...”

Consapevolezza del Respiro: Ananda Sutta

Uno dei testi più importanti per la meditazione. Dal Canone Buddhista Theravada.

Così ho udito: in quell’occasione in cui il Benedetto stava a Savatthi presso il boschetto Jeta, nel monastero di Anathapindika . Allora il Venerabile Ananda giunto da lui, inchinatosi, si sedette al suo fianco.
Una volta seduto chiese: ‘esiste una qualità che, una volta sviluppata e perseguita, porta quattro qualità a completamento? E quattro qualità che, una volta sviluppate e perseguite, portano sette qualità a completamento? E sette qualità che, una volta sviluppate e perseguite, portano due qualità a completamento?’
‘sì, Ananda, esiste una qualità che, una volta sviluppata e perseguita, porta quattro qualità a completamento. E quattro qualità che, una volta sviluppate e perseguite, portano sette qualità a completamento. Continue reading »

Metta Sutta

Buddha Sakyamuni, Metta Sutta: “Il puro di cuore, non legato ad opinioni, dotato di chiara visione, liberato da brame sensuali, di certo non tornerà a nascere in questo mondo”.

Buddha Sakyamuni, Metta Sutta: “Il puro di cuore, non legato ad opinioni, dotato di chiara visione, liberato da brame sensuali, di certo non tornerà a nascere in questo mondo”.

Discorso sulla benevolenza universale

Così dovrebbe agire chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere solerte, retto e sincero,
cortese nel parlare, gentile e umile,
dalla vita frugale, non gravato da impegni,
sereno, soddisfatto con poco,
calmo e discreto,
non altero o esigente. Continue reading »

Lama Tsongkhapa: II Fondamento di Tutte le Buone Qualità

Lama Tsong Khapa Lobsang Drakpa: II Fondamento di ogni realizzazione

Lama Tsong Khapa Lobsang Drakpa: II Fondamento di ogni realizzazione

Lama Tsongkhapa: II Fondamento di Tutte le Buone Qualità o II Fondamento di ogni realizzazione.

Riconoscendo che la giusta devozione per il mio gentile maestro, fondamento di tutte le qualità eccellenti, è la radice del sentiero, Vi prego beneditemi affinché mi impegni intensamente nel seguirlo con grande rispetto.

Avendo compreso che questa rinascita agiata e fortunata, ottenuta una sola volta, è grandemente significativa e molto difficile da ottenere di nuovo, Vi prego beneditemi affinché io generi ininterrottamente la mente che ne coglie l’essenza ogni giorno e ogni notte. Continue reading »

1 – Il Dhammapada: le massime del Buddha

Dhammapada 421. Chi non ha passato, né futuro, né presente, che non ha e non prende nulla, questo io dico Arhat.

Dhammapada 2. Se un uomo parla o agisce con mente serena, gliene seguirà felicità,

Il Dhammapada, o Libro della legge, raccoglie 423 aforismi che, secondo la tradizione, sono stati pronunciati dal Buddha e poi raccolti da un ignoto autore, probabilmente un suo discepolo. Essi possono considerarsi una sorta di summa del pensiero e della dottrina buddhisti, da utilizzarsi soprattutto nella vita quotidiana per iniziare quel cammino di affrancamento dalle passioni terrene e dagli affanni quotidiani che, una volta compiuto, porta alla liberazione (mukti). Il Dhammapada costituisce una delle opere più note della fede buddhista, la cui influenza si è estesa ben oltre i confini del Buddhismo.

* Strofe accoppiate

1

Tutto ciò che siamo è il prodotto della nostra mente,

è basato su di essa e da essa è formato. Continue reading »

2 – Il Dhammapada: La riflessione

Dhammapada 25: Elevandosi per mezzo della riflessione, dell'introspezione e dell'autodominio, l'uomo saggio costruisce per sé un isola che l'inondazione non può sommergere.

Dhammapada 25: Elevandosi per mezzo della riflessione, dell'introspezione e dell'autodominio, l'uomo saggio costruisce per sé un isola che l'inondazione non può sommergere.

La riflessione

21

La riflessione è la via che conduce all’immortalità,

mentre la mancanza di essa conduce alla morte:

coloro che sono riflessivi, infatti, non muoiono mai,

mentre gli sconsiderati è come fossero già morti.

22

Quanti hanno chiaro questo concetto praticano

da esperti la riflessione e se ne dilettano, rallegrandosi

di appartenere al gruppo degli eletti.

23

Costoro, gente accorta, sapiente, meditativa e sempre

in possesso di grandi energie, pervengono

alla Verità Assoluta (nirvana), al sommo bene. Continue reading »

3 – Il Dhammapada: Il pensiero

Dhammapada 35: Il pensiero dominato reca felicità.

Dhammapada 35: Il pensiero dominato reca felicità.

Il pensiero

33

L’uomo saggio raddrizza il proprio pensiero

malfermo, vacillante,

difficile da conservare e da trattenere,

così come colui

che fabbrica un dardo fa con la freccia.

34

Il nostro pensiero vacilla quando deve rinunciare

a soggiacere al dominio di Mara, Continue reading »

4 – Il Dhammapada: Il saggio

Il Dhammapada 89:Coloro il cui pensiero è pienamente raccolto sui sette componenti della perfetta illuminazione, che si rallegrano del non ricevere nulla, dell'essersi affrancati dall'attaccamento, che dominano i propri desideri, che sono colmi di luce, questi sono giunti alla liberazione ancora in questo mondo.

Il Dhammapada 89: Coloro il cui pensiero è pienamente raccolto sui sette componenti della perfetta illuminazione, che si rallegrano del non ricevere nulla, dell'essersi affrancati dall'attaccamento, che dominano i propri desideri, che sono colmi di luce, questi sono giunti alla liberazione ancora in questo mondo.

Il saggio

76

Se vedete un uomo che vi indica

quello che bisogna evitare, che vi rimprovera,

ed è intelligente, seguitelo come un saggio,

come se fosse uno che svela tesori: per chi segue

una persona simile, sarà meglio, non peggio.

77

Che vi rimproveri, che vi impartisca ordini,

che vi impedisca di fare ciò che è disdicevole:

questi sarà amato da chi è buono

e sarà odiato da chi è cattivo. Continue reading »

L’incontro con Sua Santità il XVII Karmapa

L'incontro con Sua Santita il Karmapa

Il gran lama impavido dell’amore: incontro con Sua Santità il XVII Karmapa

Non ci sono parole, talvolta per descrivere certi grandi incontri. Avevo sentito parlare innumerevoli volte di Sua Santità il XVII Karmapa, ed ero riuscito anche ad intravederlo, ogni volta accanto a Sua Santità il Dalai Lama. Ma sempre piuttosto da lontano. Lo trovavo umile e forte, come sono pieni d’energia i nomadi degli altipiani da cui proviene. Il gran lama impavido proviene dal monastero di Tsurpu, non lontano da Lhasa, la capitale del Tibet. Il tempio venne fondato alla fine del XII secolo dal primo Karmapa Dusun Khyenpa, in tibetano “Il conoscitore dei tre tempi”, Continue reading »

Ven. Prof. Samdhong Rimpoche: Satyagraha

La benedizione con la Kata del Ven Samdhong Rimpoche

La benedizione con la Kata del Ven Samdhong Rimpoche

Con la Satya congiunta all’Ahimsha potrai avere il mondo ai tuoi piedi. Satyagraha ne è l’essenza, non è altro che l’ingresso della verità e della gentilezza in politica, ovvero nella vita nazionale. M. K. Gandhi 10 marzo1920

Il Tibet ha dato i natali a grandissime figure, non starò a citarle, altrimenti sarebbe troppo lungo. Nella notte del plenilunio del luglio ’96, raggiunto il monastero di Taboo per ricevere l’iniziazione del Kalachakra, incontrai quasi per caso il Ven. Samdhong Rimpochè nella semioscurità del quartier generale dell’organizzazione. E non si trattava di una casualità, ma di un preciso incontro carmico! Di questo ne fui convinto subito, quando mi fissò con i suoi occhi penetranti e profondi, comunicandomi con il suo sorriso benevolo verso qualsiasi essere senziente, un profondo senso di pace e di caldo benvenuto. Sentivo di aver trovato il Maestro della Saggezza, e questa certezza non poteva non darmi una profonda sensazione di pienezza e di gioia. Non sapevo chi fosse, ma sapevo d’aver incontrato un grande maestro, dalla conoscenza vasta come l’oceano, in grado di alleviare la miseria delle sofferenze umane. Egli mi affidò alle gentilezze del Ven. Kabgyur Rimpochè che ospitò tutto il gruppo nella sede della sua Karuna Foundation (andate a leggevi il resoconto di quel meraviglioso pellegrinaggio a pagina 2 del n. 6 nov-dic 1996 di Avventure nel Mondo, nell’articolo “Per i 1.000 anni del monastero di Taboo”).

Quella notte non dormii, preso com’ero dalla doppia emozione di aver raggiunto da un lato il luogo dove l’indomani Sua Santità il Dalai Lama avrebbe conferito la grande iniziazione e, dall’altro, un grande Lama che di colpo lasciava un impronta di altissima spiritualità nella mia vita. L’indomani mi verrà infatti confermata l’eccezionalità del mio incontro notturno: Samdhong-la, come amo affettuosamente chiamarlo, non solo è il Presidente del Parlamento Tibetano in esilio, non solo è il Rettore del grande INSTITUTE FOR HIGHER TIBETAN STUDIES DI SARNATH (Varanasi), ma è anche un grande Maestro Reincarnato, un Lama dalla grandissima compassione che, per tutte queste qualità è tenuto in altissima considerazione dal Dalai Lama.

Ora mi trovo a Dharamsala, la capitale del Tibet in esilio, qui ci sono gli uffici centrali amministrativi del Governo del Dalai Lama, e c’è ovviamente anche la sede del Parlamento tibetano. Mi informo se è presente il Presidente. Mi riceve, gentilissimo il suo segretario che mi comunica che attualmente Rimpochè è impegnatissimo a presiedere una seduta del parlamento. Gli scrivo di mio pugno un messaggio che, su mia preghiera, si fa premura di recapitare immediatamente. La risposta non si fa attendere: si ricorda benissimo di me e mi riceverà con tutto il gruppo al termine dei lavori della giornata! E’ una giornata bizzarra di primavera, il vento soffia impetuoso dalla catena dell’Himalaya trascinando nuvole cotonose che promettono copiose nevicate. Il sole già scalda, siamo ormai prossimi all’equinozio, ma il vento a turbini solleva grandi quantità di polvere e abbassa notevolmente la temperatura. Attraversiamo quasi in punta di piedi e con grande emozione il vasto atrio salone che immette nell’ufficio del Presidente. Egli è seduto, si alza per porgere la mano ad ognuno di noi: è dolce e attento allo stesso tempo. E’ lui a farci le domande, vuole sapere i motivi della nostra visita alla “Piccola Lhasa”(così i tibetani in esilio chiamano Dharamsala) e cosa desideriamo da lui. Mentre parla, Samdhong Losang Tenzin Rimpoche mi appare tanto concentrato da sembrare in meditazione!

Luciano Villa: Mi parli delle suo Paese, come ne vive la situazione attuale?

Samdhong Rimpochè: A partire dall’invasione violenta ed opprimente del Tibet da parte del regime cinese, questi hanno governato e continuato a farlo in modo immorale tale da contravvenire sia al diritto internazionale sia alle aspirazioni del popolo tibetano. Se siamo convinti che il mantenimento dell’identità del popolo tibetano con la promozione della sua peculiare scienza e delle sue tradizioni culturali, sia utile per i popoli della terra, ugualmente, se concordiamo con l’importanza di tutelare le tradizioni sociali che promuovono il comportamento morale e corretto, allora non avremo nessuna possibilità di poter ignorare la necessità di rendere la libertà al Tibet.

Promuovere la verità attraverso la non violenza come pratica spirituale per ripristinare la libertà del Tibet

Il Paese delle Nevi ha perso la propria libertà per le manchevolezze del suo popolo, ed è solo per questo motivo che la Cina ha potuto protrarre sino ad ora l’occupazione del Tibet. Perciò, è solo tramite l’azione del suo popolo che il Tibet potrà riacquistare la libertà. Non dovremmo certo aspettarci che ci sia restituita la libertà grazie all’aiuto d’altri o per la concomitanza di circostanze favorevoli, peraltro desiderabili. Il Tetto del Mondo si trova in una situazione certamente grave che richiede soluzioni urgenti. A differenza d’altri paesi, non possiamo aspettare per molti anni il successo della nostra lotta per la libertà. Sotto l’impareggiabile guida di Sua Santità il Dalai Lama, il popolo tibetano ed il governo tibetano in esilio hanno intrapreso innumerevoli azioni, da cui è scaturita una grande solidarietà internazionale.

Pertanto ritengo un argomento d’importanza cruciale il dare il più presto possibile avvio ad un movimento di liberazione pacifica del Tibet. E lo dobbiamo fare stando tutti uniti, senza perderci in inutili discussioni. Questo che le espongo ora è un programma conciso per un movimento ispirato alla non violenza, il Satyagraha, secondo il mio semplice punto di vista senza voler costringere nessuno ad aderirvi, nemmeno con ragionamenti logici.

Luciano Villa: potrebbe spiegarmi in cosa consiste il Satyagraha?

Samdhong Rimpochè: Il significato di Satyagraha è abbastanza semplice. Esso deriva appunto dall’insieme delle due parole: SATYA e AGRAHA. Satya significa in sanscrito “la verità” e – agraha – vuol dire “insistere”, perciò l’insieme delle due equivale a “insistere nella verità” o “perseguire” la verità” o “ribadire la verità”.

Personalmente preferisco il termine “insistere”, per significare che dobbiamo insistere per raggiungere la verità, non ci può essere compromesso alcuno, “insistere” vuol dire chiedere a chiunque di seguire questo cammino; insistere presso qualsiasi persona, ente, organizzazione o paese di prodigarsi per ristabilire la verità. Ma significa anche chiedersi sul modo migliore d’insistere verso la verità.

conoscere e rifiutare la violenza in ogni suo aspetto

E il modo migliore è quello di conoscere e rifiutare la violenza in ogni suo aspetto. Se indulgerete nella violenza non sarete in grado di perseguire il cammino della verità. Perciò, la lotta non violenta e l’insistere verso la verità sono praticamente dei sinonimi. Occorre perciò maturare una forte convinzione di volere raggiungere la verità, di affidarsi ad essa ed ai suoi valori attraverso la non violenza. Ma quest’ultima non significa l’accettazione delle risposte della violenza,e, allo stesso tempo la vera non violenza significa il rifiuto della violenza e di qualsiasi ingiustizia, ovvero la disapprovazione di ogni forma di ingiustizia. Credo di aver spiegato, almeno sinteticamente il significato basilare di Satyagraha.

In ogni grande causa non è il numero dei combattenti che conta, ma sono le qualità di cui sono fatti che costituiscono i fattori decisivi. I più grandi personaggi della terra sono sempre stati soli. M. K. Gandhi 10 marzo1929

Luciano Villa: Come ritiene che questi presupposti teorici possano trovare una forma organizzata, in modo di trasformarsi in azioni concrete?

Samdhong Rimpochè: Preferisco soprattutto delle forme individuali di Satyagraha, perché ogni forma organizzata comporta una serie di mancanze e di difetti in ogni caso, di difficoltà. Costruire e far funzionare qualsiasi organizzazione è molto difficile. Gandhi asserì che il modo di funzionamento dell’organizzazione è un test, una prova seria, della efficacia dell’azione non violenta. Se si riuscirà a praticare la non violenza, ciò sarà positivo. Qualsiasi forma di organizzativa comporta delle costrizioni, una qualche forma di constrittività o contrasto, o, perlomeno, una qualsiasi forma di contraddizione. Ma, ovviamente non possiamo non costruire un’organizzazione, che comunque rappresenta un peccato necessario. Dobbiamo favorire l’attuazione dei principi etici del Satyagraha. Siamo costretti ad avere un’organizzazione per trasformare in azione i precetti filosofici. Sto tentando di costruire sì un’organizzazione, ma ad un livello minimo di forze, che concretizzi degli obiettivi, identificando le azioni necessarie per raggiungerli. In ogni caso, gli aspetti organizzativi non dovranno prendere il sopravvento su quelli di fondo, teorici.

Ma la responsabilità maggiore l’hanno i tibetani stessi

Ho potuto constatare che qualsiasi tibetano è responsabile della situazione in cui versa il suo Paese. Non possiamo criticare o condannare l’intera classe dirigente cinese, essa non è tutta composta da persone malvagie e che abbiano agito sempre negativamente.

Ma la responsabilità maggiore l’hanno i tibetani stessi. In un senso più ampio, il popolo tibetano si era dedicato ad affari mondani, ad uno stretto sviluppo materiale.

Insomma noi siamo responsabili, dobbiamo ritenerci responsabili della sofferenza del Tibet e per la perdita della nostra libertà, per le immani distruzioni subite: sia fisiche, con l’annientamento di migliaia di monasteri, ma, ancor più, della cultura. Ogni tibetano è responsabile di ciò. E dobbiamo pagare il fio di questa grave responsabilità, dobbiamo scontare le pene e soffrire, col semplice scopo di purificare l’individualismo attraverso la volontà di insistere, nella verità, accettando la sofferenza, al punto tale da poter osservare il cambiamento nel modo di pensare nei sentimenti, nel cuore e in ultima analisi nel comportamento dei governanti cinesi. Tutto ciò ci porterà a raggiungere dei positivi cambiamenti in Tibet.

Usare la non violenza per combattere le ingiustizie a livello globale

Luciano Villa: In che modo crede che si debba realizzare questa purificazione?

Samdhong Rimpoche: Ci sono molti modi, non uno solo. Certamente le pratiche spirituali ne costituirebbero la base, senz’altro uno dei metodi basilari, unito al fatto di perseverare nel rendersi conto della sofferenza, il che consiste nell’operare costantemente in modo costruttivo e nel continuare la lotta non violenta. Sono queste, solo alcune delle componenti della strada della purificazione.

Luciano Villa: In che modo intende realizzare l’attività di opposizione? Ricorda i morti tibetani a Delhi per lo sciopero della fame? E’ corretto quel metodo?

Samdhong Rimpochè: Si, penso che rappresenti un modo corretto di opposizione.

Luciano Villa: In che modo crede che si debba far lievitare questa consapevolezza tra i tibetani e non solo, anche a livello mondiale, perché non pensa che quello della consapevolezza sia un problema universale?

Samdhong Rimpochè: Sì, il metodo corretto è quello dell’utilizzo del Satyagraha o della non violenza per combattere le ingiustizie a livello globale

.Luciano Villa: Non è forse un metodo applicabile in ogni punto della terra?

Samdhong Rimpochè: Si, convengo, va bene ovunque, è universale.

Luciano Villa: Come dovrebbe essere il comportamento corretto dei tibetani in patria?.

Samdhong Rimpochè: Sono del parere che molti tibetani qualificati per il Satyagraha possono ritornare ed iniziare il Satuagraha nel Tibet stesso, perché dall’esterno è molto difficile render efficace ogni opposizione. Essi dovrebbero tornare nel Paese, vivere da Tibetani fra i tibetani, soffrire con loro, dire apertamente ai cinesi che il loro comportamento è scorretto: questo è l’unico modo per contrastarli, per opporsi a loro.

Luciano Villa: Cosa intende dire quando afferma che i tibetani sono responsabili per le distruzioni subite dal loro paese?

Samdhong Rimpoche: Lei può capire in generale i rapporti tra il Karma e i suoi effetti. Il Tibet fu una terra dedicata alla pace, ed in particolare i suoi abitanti aborrivano la violenza e amava la spiritualità. Questo è il patrimonio culturale che abbiamo ereditato. Nel lontano passato il popolo Tibetano era dedito a praticare i valori della pace, della fratellanza e dello sviluppo spirituale, trascurando ovviamente gli affari mondani e lo sviluppo materiale. In altre parole il Tibet era indirizzato ad essere di riferimento spirituale per l’intera umanità o per l’intero genere umano. Ma il popolo tibetano, durante gli ultimi 150 anni, diventò più materialista, più violento, egoista, più ingiusto e molti rinunciarono a vivere una vita spirituale, fatta o basata su valori religiosi. La qualità della vita stessa dei tibetani andò deteriorandosi. A partire da quel periodo, la nazione andò indebolendosi sempre più, fu minata l’integrità della nazione stessa, perciò la Cina poté invadere ed occupare il Tibet. Se i tibetani (il popolo tibetano) fosse rimasto integro nei suoi valori spirituali, anzi li avesse sempre più coltivati, fosse rimasto non violento, e unito, la Cina non avrebbe potuto né invadere né occupare il Tibet. Così, in tal modo, furono i tibetani stessi che offrirono ai cinesi la possibilità di invadere e di occupare il loro Paese. E, all’inizio dell’invasione cinese, una vasta parte dei tibetani li accettò e cooperò con loro. Ebbero il demerito di non denunciare le ingiustizie cinesi, perché? Per paura o per convenienza, per mantenere le ricchezze che possedevano o le loro posizioni sociali, o per paura di doverne soffrirne la loro privazione, diventarono, cioè, dei collaborazionisti. Tutto ciò li ha resi corresponsabili con quello che è accaduto.

Per non diventerne complici

Luciano Villa: La situazione in Tibet è considerata molto grave. A che punto è la consapevolezza dei tibetani della situazione in cui versano e delle possibilità di reagire? Conoscono il movimento Satyagraha? Ci sono tibetani in Tibet che aderiscono al Satyagraha?

Samdhong Rimpochè: Non sono molti, ma ce ne sono. E penso che aumenteranno.

Luciano Villa: Quale potrà essere la reazione dei cinesi a delle dimostrazioni di Satyagraha?

Samdhong Rimpochè: – La reazione dei cinesi potrà essere molto brutale, molto forte. Essi sono del parere che qualsiasi forma d’opposizione, anche la più blanda e pacifica, vada stroncata sul nascere e, particolarmente, va sottolineato com’essi abbiano adottato la cosiddetta politica “picchia duro e rieduca”. In base a queste due linee politiche essi reagiranno molto forte. Ma, nonostante la loro forte reazione, dobbiamo esprimere la nostra disapprovazione. Altrimenti diventeremmo oggettivamente complici, accettando di subire certe ingiustizie.

Luciano Villa: Cosa ne pensa dell’atteggiamento dei tibetani in India e all’estero?

Samdhong Rimpochè – I tibetani all’estero, o preferirei dire, nel mondo, non si comportano al meglio di quanto dovrebbero o sarebbe nelle loro capacità. Particolarmente da parte di coloro che hanno raggiunto delle ragguardevoli ricchezze, essi praticano uno stile di vita troppo materialistico. Essi hanno dimenticato di sostenere la causa tibetana, non si comportano coerentemente in questo, né sono seri. Pensano che è sufficiente contribuire con delle risorse finanziarie per la comunità tibetana in esilio, di partecipare alle dimostrazioni del 10 marzo, l’anniversario della rivolta di Lhasa nel 1959.

il praticante del Satyagraha deve sviluppare la compassione e la tolleranza

Eccetto ciò, essi non sono molto seri nel sostenere la questione tibetana. Ma c’è tuttavia un elevato numero di persone che dimostrano molta serietà nella causa tibetana e che si rendono conto dell’urgenza della gravità della causa stessa. A tuttora vi sono delle speranze, e penso che, se gli avvenimenti progrediranno, molte persone si uniranno a noi nel movimento del Satyagraha e molte persone si adopereranno per questo nobile scopo. Sono inoltre abbastanza ottimista per i tibetani in esilio.

Luciano Villa: Qual è la meditazione che suggerisce ai praticanti del Satyagraha?

Samdhong Rimpoche: Fondamentalmente, per praticare il Satyagraha si richiede lo sviluppo di una grande consapevolezza, così come di una profonda compassione e di propensione al senso del perdono, nonché alla tolleranza. Questi sono i requisiti di base per l’aderente al movimento del Satyagraha. Quindi tutto dipende dall’individuo, dalle sue capacità e, ancor più, dalla sua forza di volontà. Dipende se ha una consuetudine con la meditazione e se prosegue stabilmente con questa pratica. In ogni caso l’aderente al Satyagraha dovrà sviluppare la compassione, la tolleranza, e così via. Dovrà addestrare la mente a rimanere calma verso le aggressività e a reagire in modo non violento alle ingiustizie. A tutto ciò che non è basato sulla verità, che è falso, violento, dobbiamo opporci.

IL SACRIFICIO VOLONTARIO D’UN INNOCENTE È MILIONI DI VOLTE PIÙ EFFICACE DELLA MORTE DI MILIONI DI PERSONE CHE PERISCONO NELL’ATTO DI UCCIDERNE ALTRE. Il sacrificio volontario d’un innocente è il modo più formidabile per colpire la tirannia che non sia mai stato concepito da un essere divino o umano. Satyagraha rappresenta la gentilezza, non ferisce nessuno. Non può essere il risultato d’un atteggiamento rabbioso o malevolo. Praticando la Satyagraha non si dovrà mai esser impazienti, spavaldi o si dovrà alzare la voce. E’ esattamente l’opposto d’un colpo di testa, non sarà mai un atteggiamento impulsivo. Satyagraha è stata concepita come una totale alternativa alla violenza. M. K. Gandhi 15 aprile 1933.

A cura del Dott. Luciano Villa

Samdhong Rinpoche: cenni biografici

Il Venerabile Prof. Samdhong Lobsang Tenzin, il 5° Samdhong Rinpoche, è nato il 5 Novembre 1939 a Jol, nel Tibet orientale. All’età di 5 anni fu riconosciuto come reincarnazione del 4° Samdhong Rinpoche, e insediato a capo del monastero di Gaden Dechenling a Jol.

A sette anni prese i voti di “Getsul” dal Khenchen Dorjichang Kyabje Sangbhum Rimpoche. Ha ricevuto i suoi insegnamenti di base dallo studioso Ngawang Jinpa all’età di nove anni. Ha cominciato il proprio tirocinio religioso presso il monastero di Drepung, a Lhasa, e ha completato i suoi studi (Uma Nyinpa) sulla dottrina della scuola buddista Madhyamika all’età di 12 anni.

A causa dell’invasione cinese del Tibet, il prof. Samdhong Rinpoche lasciò il Paese delle Nevi nel lontano 1959, aveva 20 anni e insieme al Dalai Lama e alcune migliaia di tibetani esiliati andò a rifugiarsi a Dharamsala, al nord dell’India, dove l’allora Presidente indiano Nehru assicurò loro l’asilo politico. Il 65-enne monaco buddista, con un doppio dottorato è uno dei più’ grandi esperti mondiali della filosofia buddista, nel 1960 ha cominciato la sua attività nella comunità tibetana in esilio, come insegnante ai monaci dei monasteri di Sera, diventando autorevole membro dellAssemblea dei Deputati del Popolo Tibetano (ATPD), di cui è stato poi eletto presidente all’unanimità.

Dal 1996 al 2001 è stato eletto membro del parlamento in esilio per la provincia del Kham e poi Presidente del parlamento stesso.

Nell’Agosto del 2001 viene eletto, con l’84% dei voti validi, Presidente del Consiglio (Kalon Tripa). – … Continue reading »

5 – Il Dhammapada: L’Arhat

Dhammapada 96: Serena è la mente, serene sono le parole, serena è l'azione di colui che ha raggiunto la liberazione per mezzo della retta conoscenza e si è pacificato nell'intimo.

Dhammapada 96: Serena è la mente, serene sono le parole, serena è l'azione di colui che ha raggiunto la liberazione per mezzo della retta conoscenza e si è pacificato nell'intimo.

L’Arhat

90

Non esiste più arsura per chi ha terminato la sua strada,

che non prova sofferenza, che si è liberato in tutti i sensi,

che si è affrancato da ogni tipo di legame.

91

(L’Arhat) si accinge con la mente ben raccolta

a intraprendere la strada e non si rallegra di rimanere

nella propria abitazione: come cigni

che hanno abbandonato il loro specchio d’acqua,

essi abbandonano la loro abitazione e la loro famiglia.

92

Di quanti non possiedono ricchezze,

che sanno quale sia il cibo (consentito), che conoscono

la vacuità e la liberazione privi di condizionamenti,

di questi è difficile seguire la strada, come accade

per (chi osservi) quella degli uccelli nel cielo. Continue reading »

La storia della tigre affamata

Jataka: la tigre

Per prima cosa il Bodhisattva insegnò loro a vivere in modo puro e compassionevole,

Molti anni fa il Bodhisattva nacque nella famiglia di un ricco e potente brahmano, molto stimato per la sua saggezza e per i suoi meriti religiosi. Il Bodhisattva, che era un ragazzo molto pio e pronto nell’imparare, raggiunse in pochi anni la conoscenza dei diciotto rami della scienza e di tutte le arti che i suoi maestri brahmani potevano insegnargli. Presto diven-tò più dotto dei suoi stessi insegnanti e fu considerato quasi pari a un dio per la sua saggezza. Continue reading »

6 – Il Dhammapada: Le migliaia

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Le migliaia

100

A un sermone, anche se composto

di mille (vocaboli), ma vocaboli privi di senso, è preferibile

una sola parola ponderata,

udendo la quale un uomo si senta tranquillo.

101

A un poema, anche se composto

di mille (strofe),ma strofe prive di senso, è preferibile

un poema costituito da un solo verso,

udendo il quale un uomo si senta tranquillo.

102

Piuttosto che recitare cento poemi composti

di versi senza senso alcuno, è preferibile recitare un solo

verso, udendo il quale ci si senta tranquilli. Continue reading »

7- Il Dhammapada: Il male

Dhammapada 118: Se un uomo compie il bene, ripeta ancora la buona azione e in essa trovi compiacimento. L'accumulo di bene, infatti, è fonte di felicità.

Dhammapada 118: Se un uomo compie il bene, ripeta ancora la buona azione e in essa trovi compiacimento. L'accumulo di bene, infatti, è fonte di felicità.

Il male

116

E’ necessario che l’uomo si avvicini

sempre più al bene e si adoperi per preservare

la propria mente dalla malvagità.

La mente di colui che compie

buone azioni di malavoglia, infatti, si diletta nel male.

117

Se un uomo compie qualche azione malvagia,

eviti di ripetere ancora la cattiva azione,

non si compiaccia nel peccato.

L’accumulo di male, infatti, è fonte di dolore. Continue reading »

8 – Il Dhammapada: La punizione

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

La punizione

129

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo teme la morte: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere.

130

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo ama la vita: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere. Continue reading »

9 – Il Dhammapada: La vecchiaia

 Dhammapada 156: Chi non ha rispettato la disciplina e da giovane non ne ha fatto tesoro giace come un arco spezzato, rimpiangendo il passato.

Dhammapada 156: Chi non ha rispettato la disciplina e da giovane non ne ha fatto tesoro giace come un arco spezzato, rimpiangendo il passato.

La vecchiaia

146

Qual è il motivo per il quale si ride, si gioisce,

quando tutto è preda delle fiamme?

Avvolti dalle tenebre, non cercate una luce?

147

Volgete lo sguardo verso questa figura colorata,

questo corpo ricoperto di ferite,

tenuto insieme, malandato, pieno di fantasie, nel quale

non esiste forza, che è privo di stabilità!

148

Questo corpo è logoro, pieno di malattie, fragile:

questo coacervo putrescente

è in disfacimento; infatti la vita è contigua alla morte. Continue reading »

10 – Il Dhammapada: Se stesso

Dhammapada 160: Ognuno è signore di se stesso: quale altro signore potrebbe esistere?

Dhammapada 160: Ognuno è signore di se stesso: quale altro signore potrebbe esistere?

Se stesso

157

Se ci si riconosce come cosa cara,

ci si custodisca.

Delle tre veglie notturne, durante una vegli il saggio.

158

Prima di tutto ci si indirizzi verso ciò che è giusto,

poi si istruisca altri:

così chi è saggio non avrà danni.

159

Ci si comporti in modo da poter insegnare ad altri:

chi si domina potrà dominare

poiché è difficile dominare se stessi. Continue reading »

11 – Il Dhammapada: II mondo

Dhammapada 173: Chi riscatta un'azione cattiva con una buona illumina il mondo come luna non offuscata da nubi.

Dhammapada 173: Chi riscatta un'azione cattiva con una buona illumina il mondo come luna non offuscata da nubi.

II mondo

167

Non vivete nel male e nella distrazione, non seguite false

dottrine, non esaltate il vivere mondano!

168

Alzati! Non essere disattento! Pratica la legge della virtù!

Chi pratica la buona legge

è seguito dalla felicità in questo mondo e in quello futuro.

169

Segui la legge della virtù, non quella del cattivo

comportamento. Chi pratica la buona legge è seguito dalla

felicità in questo mondo e in quello futuro. Continue reading »

12 – Il Dhammapada: Il Buddha

Dhammapada 183: Non fare il male, compi il bene, purifica la mente, questo insegna il Buddha.

Dhammapada 183: Non fare il male, compi il bene, purifica la mente, questo insegna il Buddha.

Il Buddha

179

Colui la cui vittoria non può essere riconquistata,

nelle cui conquiste nessuno può entrare,

questo Buddha che domina l’infinito, che non ha via,

su che via vorreste condurlo?

180

Chi nessun desiderio, coi suoi lacci venefici,

può deviare, questo Buddha che domina l’infinito,

che non ha via, su che via vorreste condurlo?

181

Quei forti, dediti alla meditazione,

che godono nella pace della liberazione! Anche gli dei

invidiano chi è risvegliato e cosciente. Continue reading »

Nagarjuna: Letter to a Friend

Nagarjuna (1st – 2nd century CE), the great Indian Buddhist master, wrote this letter of advice Suhrllekha, in verse, to a king that was a friend. Although short at only 123 verses, it is considered to be a monument in the Indian Buddhist tradition, and covers the Mahayana path with uncommon clarity, and is for this reason much quoted by many great Tibetan masters. Continue reading »

13 – Il Dhammapada: La felicità

Dhammapada 205: Chi ha assaggiato la dolcezza della solitudine e il nettare della meditazione non ha dolori né peccato, avendo già sorbito la gaia essenza della legge.

Dhammapada 205: Chi ha assaggiato la dolcezza della solitudine e il nettare della meditazione non ha dolori né peccato, avendo già sorbito la gaia essenza della legge.

La felicità

197

Viviamo dunque felici senza odiare chi ci odia:

fra chi ci è nemico, viviamo senza odio.

198

Viviamo dunque felici senza dolore

tra chi è addolorato: fra chi è addolorato,

viviamo senza dolore.

199

Viviamo dunque felici senza desideri

fra chi è preda del desiderio:

fra chi è avido viviamo senza avidità Continue reading »

Cos’è uno Stupa?

Il gran Stupa di Gyantze Tibet

Il gran Stupa di Gyantze Tibet

Lo Stupa rappresenta la mente pura del Buddha, Dharmakaya, e ciascuna delle sue parti mostra il Sentiero verso l’Illuminazione.

· La piattaforma alla base simboleggia le 10 virtù:

3 del corpo (proteggere la vita, praticare la generosità, avere una condotta corretta)
4 della parola (dire la verità, riconciliare, parlare in modo tranquillo e dolce, fare discorsi sensati)
3 della mente (non avere attaccamento, essere altruisti, avere visioni corrette)

· I tre scalini al di sopra rappresentano i tre oggetti di Rifugio: Continue reading »

Cosa sono I Tre Gioielli?

I Tre Gioielli

I Tre Gioielli

I Tre Gioielli sono il Buddha, il Dharma e il Sangha. Buddha è colui che ha purificato tutti i difetti mentali, tutte le emozioni afflittive, le macchie e le impronte delle azioni da esse motivate, sviluppando tutte le qualità positive, come l’amore equanime e la compassione, la saggezza che conosce la vera realtà dell’esistenza e possiede i mezzi abili per guidare altri in questo sentiero.

Il Dharma rappresenta lo strumento preventivo che ci permette di prevenire lo sperimentare problemi e sofferenza. Comprende gli insegnamenti del Buddha, così come le realizzazioni di coloro che insegnano la cessazione della sofferenza e delle sue cause e le realizzazioni, o i sentieri, che ci conducono a tali cessazioni.

Il Sangha sono quegli esseri che possiedono una percezione diretta non concettuale della vacuità, ovvero della verità ultima. A livello relativo, Sangha si riferisce anche alle persone ordinate che mettono in pratica gli insegnamenti del Buddha. – … Continue reading »

Lama Zopa: L’importanza di una panoramica del sentiero graduale

Lama Thubten Zopa Rinpoche

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Attraverso la perseveranza, tutto arriverà a suo tempo”.

Durante i corsi di Lam-Rim, all’inizio degli insegnamenti di ogni giorno, spesso passo in rassegna i punti principali dello schema del Lam-Rim. Ci sono molte ragioni per fare questo. Una è che ciò vi dà una splendida visione d’insieme dell’insegnamento del Buddha. Da ciò voi potete vedere l’intero spiegamento degli argomenti trattati dal buddhismo e comprendere il sentiero che hanno seguito tutti i buddha nel loro percorso verso l’illuminazione. Inoltre, osservando le varie sezioni dell’insegnamento, così come sono esposte nello schema del lam-rim, potrete vedere che vi è contenuto tutto quello che Buddha ha insegnato, tutto quello di cui avete bisogno per ricevere voi stessi l’illuminazione. Così, in voi sorge grande fede nell’insegnamento. Quando avete fede nell’insegnamento del Buddha, ascoltarlo diviene di maggiore beneficio. Perciò non è irragionevole per un maestro ripetere più e più volte lo schema, né inutile per lo studente riascoltarlo molte volte. Lo schema in se stesso ha un grande effetto sulla vostra mente. Acquisite un’eccellente panoramica dell’insegnamento e vi rendete conto di come sia importante. Un’altra domanda che spesso si presenta è “perché le meditazioni analitiche che facciamo hanno un tracciato?” Continue reading »

Togme Sampo: Le 37 Pratiche del Bodhisattva

Buddha

Le Trentasette Pratiche dei Figli dei Vittoriosi del Ven. Togme Sampo

Namo Guru Loke Svaraya

Benché con ciò vedi tutti i fenomeni privi di andare e venire,

agisci esclusivamente per il benessere degli esseri migratori,

al supremo Lama e salvatore Cenresi

con rispetto mi prostro sempre alle tre porte. 

I Buddha completi, che sono la sorgente dei benefici e della felicità, sorgono dall’aver praticato il Dharma puro, che a sua volta

deriva dalla conoscenza di come si pratica:

spiegherò pertanto le pratiche dei figli dei vittoriosi. 

1 Adesso che hai ottenuto il raro e grande vascello di libertà e di fortune difficili da ottenere,  Continue reading »

14 – Il Dhammapada: Il piacere

Dhammapada 217: La gente ha caro chi è virtuoso, intelligente, giusto, veritiero e diligente.

Dhammapada 217: La gente ha caro chi è virtuoso, intelligente, giusto, veritiero e diligente.

Il piacere

209

Chi si dedica a cose vane e non alla meditazione,

avendo lasciato l’utile

per il futile, invidierà chi si concentra su se stesso.

210

Non avvinghiarti a ciò che piace

né a ciò che spiace. Non vedere ciò che piace è doloroso

come vedere ciò che spiace. Continue reading »

Preghiera per il veloce ritorno di Ghesce Ciampa Ghiatso

ghesce-ciampa-gyatzoPreghiera per il veloce ritorno di Ghesce Ciampa Ghiatso

di Kyabje Lama Zopa Rinpoce

Una preghiera, scritta velocemente, per la reincarnazione

dell’eccelso amico virtuoso Ghesce Ciampa Ghiatso,

ricco delle qualità dell’essere erudito, puro e di buon cuore:

il Suono Melodioso del Grande Tamburo del Deva che Risuona Addolorato.

Sebbene esistano innumerevoli buddha e bodhisattva,

il guru con cui abbiamo una connessione karmica sei solo tu, e nessun altro. Continue reading »

Chiamare il Lama da lontano

Un Gemito Tormentato, che Richiama Rapidamente le Benedizioni del Lama,

i Tre Kaya Inseparabili

Lama, pensa a me.

Lama, pensa a me.

Lama, pensa a me.

La saggezza della grande beatitudine di tutti i Buddha, di un solo sapore con il dharmakaya,

è essa stessa la natura ultima di tutti i gentili Lama.

Ti supplico, Lama dharmakaya, per favore, prenditi sempre cura di me

senza mai separarti da me in questa vita, in quelle future e nello stato intermedio.

Apparenza illusoria della saggezza stessa, il conquistatore dotato di sette rami,

è essa stessa la base ultima dell’emanazione di tutti i gentili Lama.

Ti supplico, Lama sambhogakaya, per favore, prenditi sempre cura di me

senza mai separarti da me in questa vita, in quelle future e nello stato intermedio.

Il gioco di varie emanazioni, adatte alle disposizioni dei molti esseri da domare,

è esso stesso campo d’azione del sambhogakaya dei gentili Lama. Continue reading »

Il Sutra della Luce Dorata: cap. 11-20

Capitolo XI

Conoscenza Perfetta

Allora Conoscenza Perfetta, il grande generale degli yaksa, con altri ventotto grandi generali, si levò dal suo seggio, dispose la sua veste superiore su di una spalla, poggiò al suolo il ginocchio destro e, giungendo le mani in preghiera verso il Bhagavan, si rivolse a lui in questo modo: Continue reading »

Il Maestro

Sogyal Rinpoce

Sogyal Rinpoce

Tratto da “Il libro tibetano del vivere e del morire” di Sogyal Rinpoce.

Forse la descrizione più commovente e precisa della vera natura del maestro è quella che fece Jamyang Kyentse.
Sebbene la nostra vera natura sia Buddha, diceva, è stata oscurata da un tempo senza inizio dalla nuvola dell’ignoranza e della confusione.
Ma la vera natura, la natura di Buddha, non si è mai arresa completamente alla tirannia dell’ignoranza e fomenta continuamente moti di ribellione contro la sua tirannia.
La natura di Buddha ha un aspetto attivo che è il nostro “maestro interiore”. … Continue reading »

La storia del re dei Cibis (Shibis)

jakata_tale-1

Sono venuto da molto lontano o re, perché ho sentito parlare della tua grande compassione.

Dal momento che era molto generoso e di cuore nobile, cercava di esaudire tutti i desideri dei poveri del regno, e il suo palazzo era sempre affollato dai mendicanti. Era così ricco di amore e carità che nel suo paese abbondavano gli ospizi, che erano sempre forniti del necessario per nutrire e curare i bisognosi. Continue reading »

15 – Il Dhammapada: L’ira

Dhammapada 224: Di' la verità, non ti adirare, dona anche se poco, quando ti si chiede: queste sono le tre condizioni che ti faranno essere presto vicino agli dei.

Dhammapada 224: Di' la verità, non ti adirare, dona anche se poco, quando ti si chiede: queste sono le tre condizioni che ti faranno essere presto vicino agli dei.

L’ira

221

Lascia l’ira, abbandona l’orgoglio, va al di là dei legami:

nessun dolore sfiora

chi è lontano da nome e forma e non possiede nulla.

222

Chi frena l’ira come fosse un carro

che precipita, questi io definisco un vero cocchiere,

gli altri tengono solo le briglie.

223

Che l’assenza d’ira vinca l’ira; che la bontà vinca

la cattiveria. Che la generosità

vinca l’avarizia, che la verità vinca la menzogna. Continue reading »

Langri Tangpa: Eight Verse Attitude Training


Geshe Langri Tangpa: May I, by perceiving all phenomena as illusory, be released from the bondage of attachment.

Geshe Langri Tangpa: May I, by perceiving all phenomena as illusory, be released from the bondage of attachment.

Eight Verses for Training the Mind – The Eight Verses of Thought Transformation – Eight-Verse Attitude Training by Gesce Langri Tangpa

  1. Determined to obtain the greatest possible benefit from all sentient beings, who are more precious than a wish-fulfilling jewel, I shall hold them most dear at all times.2. When in the company of others, I shall always consider myself the lowest of all, and from the depths of my heart hold others dear and supreme.3. Vigilant, the moment a delusion appears in my mind, endangering myself and others, I shall confront and avert it without delay.4. Whenever I see beings who are wicked in nature and overwhelmed by violent negative actions and suffering, I shall hold such rare ones dear, as if I had found a precious treasure. Continue reading »

Lama Yesce: Il karma

Lama Yesce: Se la nostra mente è ristretta ed ipersensibile, anche la più piccola briciola può farci indietreggiare: “io non voglio quella briciola!” Questo non è il modo di agire del praticante di Dharma.

Lama Yesce: Se la nostra mente è ristretta ed ipersensibile, anche la più piccola briciola può farci indietreggiare: “io non voglio quella briciola!” Questo non è il modo di agire del praticante di Dharma.

Per semplificare al massimo, anche secondo il modo di pensare della comune società, ogni cosa che voi dedicate al beneficio degli altri è automaticamente positiva, mentre tutto ciò che fate soltanto per il vostro stesso beneficio porta automaticamente una reazione negativa. Se agite in modo egoista, il vostro cuore si sente chiuso, ma quando realmente cercate di aiutare gli altri, psicologicamente sperimentate un’apertura ed una liberazione che porta calma e comprensione nella vostra mente. Questo è positivo, questo è un buon karma.

Comunque, se non controllate fattivamente la vostra motivazione, potreste pensare o dire le parole “Sto lavorando per il beneficio degli altri”, mentre in realtà state facendo l’opposto. Per esempio, alcune persone ricche donano denaro con l’idea che essi stiano aiutando gli altri, ma ciò che realmente vogliono fare è accrescere la loro stessa reputazione. Tale generosità non è sincera e non ha niente a che fare con le azioni positive o con la moralità.

Dare con l’aspettativa che gli altri vi ammirino è dare per il vostro stesso piacere. Continue reading »

Lama Zopa: Benefici della recitazione di Om Mani Pedme Hum

Il Ven. Lama Zopa Rinpoche

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “E’ la sacra parola del Buddha della Compassione che si manifesta in un modo esterno per esserci di beneficio”.

I benefici della recitazione di OM MANI PEDME HUM sono come il cielo infinito. A seconda di quanto perfettamente è qualificata la mente e la motivazione, anche recitare OM MANI PEDME HUM una volta, può purificare il karma negativo. Per esempio, se un monaco pienamente ordinato ha ricevuto tutti e quattro gli errori radice, può purificare completamente il suo grandissimo karma negativo recitando OM MANI PEDME HUM una volta. E’ quindi molto potente.

Recitare 1000 mantra al giorno

Negli insegnamenti è detto che i benefici del recitare OM MANI PEDME HUM sono così tanti che la spiegazione non finirebbe mai. E’ spiegato che se uno recita OM MANI PEDME HUM mille volte al giorno, allora i suoi figli fino alla settima generazione non rinasceranno nei reami inferiori. Se quindi, per esempio, un genitore recita mille mantra ogni giorno, allora i suoi figli, i figli dei suoi figli e così via per sette generazioni, non rinasceranno mai nei reami inferiori. Quindi i genitori hanno una bella responsabilità! Continue reading »

La storia d’Avishahya l’invincibile

Il Bodhisattva: Ogni persona deve essere caritatevole, perché non esiste una felicità maggiore di quella provata per gli atti di compassione.

Il Bodhisattva: Ogni persona deve essere caritatevole, perché non esiste una felicità maggiore di quella provata per gli atti di compassione.

Fu per il buon Karma di un ricco mercante che il Bodhisattva nacque, molto tempo fa, come suo figlio. Il ragazzo seguì le orme paterne diventando, una volta adulto, il capo della Gilda dei Mercanti. Aveva ricevuto un’ottima educazione e possedeva un intuito innato per ogni genere di affari, ma era anche molto generoso e praticava la carità nel senso più ampio della parola. Continue reading »

Vimalakirti Nirdesa Sutra

Buddha Sakyamuni, Vimalakirti Nirdesa Sutra 3: Il Dharma è onnipresente, perché è come lo spazio infinito. Esso è senza colore, marchio, o forma, perché è libero da ogni processo. È privo del concetto di "mio", perché è libero dalla abituale nozione di possesso. È senza ideazione, perché è libero da mente, pensiero, o coscienza. È incomparabile, perché non ha antitesi.

Buddha Sakyamuni, Vimalakirti Nirdesa Sutra 3: Il Dharma è onnipresente, perché è come lo spazio infinito. Esso è senza colore, marchio, o forma, perché è libero da ogni processo. È privo del concetto di "mio", perché è libero dalla abituale nozione di possesso. È senza ideazione, perché è libero da mente, pensiero, o coscienza. È incomparabile, perché non ha antitesi.

IL VIMALAKIRTI NIRDESA SUTRA: Capitoli 1 – 2

Vimalakirti Nirdesa o Vaishali Sutra tradotto da Robert Thurman e in Italiano da Aliberth (A.Mengoni) che si ringraziano per la loro grande gentilezza.

Capitoli:

1. Purificazione del Campo di Buddha

2. Inconcepibile Abilità nella Tecnica di Liberazione

3. La Riluttanza dei Discepoli nel Visitare Vimalakirti

4. La Riluttanza dei Bodhisattva

5. Il Conforto dell’Invalido

6. La Liberazione Inconcepibile

7. La Dea

8. La Famiglia dei Tathagata

9. La Porta-Dharma della Nondualità

10. La Festa Prodotta dall’Emanazione Incarnata

11. Lezione del Distruttibile e dell’Indistruttibile Continue reading »

Vimalakirti Nirdesa Sutra 3 – 13

IL VIMALAKIRTI NIRDESA SUTRA: Capitoli 3 – 13

Vimalakirti Nirdesa Sutra tradotto da Robert Thurman e in Italiano da Aliberth (A.Mengoni) che si ringraziano per la loro grande gentilezza.

3. la Riluttanza dei Discepoli nel Far Visita a Vimalakirti

Allora, il Licchavi Vimalakirti pensò tra di sé, “Io sono ammalato, e giaccio sul mio letto nel dolore, eppure il Tathagata, il santo, il Buddha perfettamente compiuto, non lo considera né ha pietà per me, e non manda nessuno a chiedere della mia malattia.”  Continue reading »

La storia del sacrificio

buddh1

Il Bodhisattva pensava: Come possono gli dei compiacersi dell’assassinio di animali innocenti?

Molto spesso accade che quando un re è nobile e buono anche il suo popolo è giusto e pacifico. Così era nel regno del Bodhisattva. Non c’erano conflitti e povertà, non c’erano epidemie e regnava la pace con i paesi confinanti. Il re non si interessava solo al benessere materiale del suo popolo, ma anche a quello spirituale e la luce della bontà che si irraggiava dal trono illuminava il cuore di tutti i sudditi.

Ma un anno, una terribile calamità cadde sul paese portando la paura e il dubbio in tutto il popolo. Nessuno sapeva perché il Dio della Pioggia fosse adirato, ma quell’anno ci fu una grande siccità e tutti soffrivano per la mancanza d’acqua.  I pozzi erano secchi e la vegetazione iniziava a morire, con essa morivano gli animali e la carestia era prossima. Il re temeva che qualcuno dei suoi sudditi avesse compiuto qualche atto sacrilego e che la siccità fosse una punizione mandata dagli dei. Così chiese consiglio ai ministri, ai brahmani e agli uomini più saggi del regno, per sapere che cosa dovesse essere fatto per mettere fine a quella calamità. I conoscitori dei Veda dissero che per far cessare la siccità era necessario sacrificare molti animali, Continue reading »

La storia di Ajastya l’asceta

Bodhisattva: “Possano i saggi venire su quest’isola, essere miei ospiti e parlare con me. Il saggio cammina sulla strada della virtù e conduce gli altri su quella stessa strada. Ha buona educazione e ascolta ciò che è detto per il suo bene; per questo sono amico del saggio.”
Bodhisattva: “Possano i saggi venire su quest’isola, essere miei ospiti e parlare con me. Il saggio cammina sulla strada della virtù e conduce gli altri su quella stessa strada. Ha buona educazione e ascolta ciò che è detto per il suo bene; per questo sono amico del saggio.”

Molti anni fa, il Bodhisattva nacque nella famiglia di un famoso brahmano, che era stimato da tutti per la sua grande pietà. La sua nascita fu considerata un grande dono ed egli fu allevato affinché diventasse un uomo sapiente. Furono compiuti tutti i riti e i sacrifici prescritti e gli furono insegnati i Testi Sacri e tutte le scienze: l’astronomia, i mantra, la geometria, l’origine delle parole, la grammatica, ecc. Crescendo il Bodhisattva divenne molto famoso per la sua saggezza e, grazie ai doni dei suoi discepoli, anche molto ricco. Così la sua fama di saggio crebbe con le sue ricchezze, che distribuiva generosamente ai parenti, agli amici e ai discepoli più poveri. – …Quando raggiunse l’età prescritta per formare una famiglia, il Bodhisattva si sentì infelice, perché vedeva che ora tutti si aspettavano che continuasse ad accumulare ricchezze e a compiere i doveri che la vita familiare impone: sentiva che tutte queste cose lo ostacolavano dal praticare le sue severe pratiche ascetiche. Allora il suo occhio intcriore si aprì e vide in modo chiaro che solo la rinuncia al mondo gli avrebbe donato la libertà necessaria per incamminarsi sulla Via della Perfezione. Così diede via le sue ricchezze come se fossero acqua e si ritirò dalla vita familiare per vivere in solitudine, meditando e praticando ogni tipo di virtù. Continue reading »

La storia di una ciotola di zuppa d’orzo

Bodhisattva: “Possano i saggi venire su quest’isola, essere miei ospiti e parlare con me. Il saggio cammina sulla strada della virtù e conduce gli altri su quella stessa strada. Ha buona educazione e ascolta ciò che è detto per il suo bene; per questo sono amico del saggio.”

Bodhisattva: “Possano i saggi venire su quest’isola, essere miei ospiti e parlare con me. Il saggio cammina sulla strada della virtù e conduce gli altri su quella stessa strada. Ha buona educazione e ascolta ciò che è detto per il suo bene; per questo sono amico del saggio.”

Questa storia dimostra che un dono sia esso grande o piccolo, dato col cuore a una persona meritevole, produce sempre una grande ricompensa.

Nei tempi antichi il Bodhisattva nacque come re del Koshala. Aveva tutte le virtù che un rè de-ve possedere ed era come un padre per il suo popolo. Era giusto, energico e sapiente, ma fra tutte le sue virtù una splendeva come un raggio luminoso di sole, ed era il suo costante buon umore. Questa sua allegria aveva un effetto miracoloso sull’intero paese, e tutti i suoi sudditi sembravano sempre felici e contenti.

Un giorno, mentre il re stava meditando, ritornò alla sua mente il ricordo di una delle sue precedenti incarnazioni e, molto colpito da quello che vide, divenne da allora più caritatevole che mai. Shramani e Brahmani, mendicanti e anziani, ricevevano continuamente dal re doni e consigli. Da quando aveva imparato a guardare indietro, alle sue vite precedenti, il re era diventato molto più pensieroso. Nel suo palazzo e nel salone delle udienze era solito declamare versi che incuriosivano l’intero suo popolo. Questi erano i versi: Se qualcuno esaudisce i desideri di un Santo, anche con una piccola offerta, il frutto di questa azione non sarà mai piccolo. Ho udito questo detto molte volte, ma ora so che è vero. Ho visto la ricca ricompensa prodotta da una piccola ciotola di zuppa d’orzo. Continue reading »

La storia della lepre

buddha

Una sera i tre amici andarono ad ascoltare il Bodhisattva predicare il Dharma.

Molto tempo fa una lepre gentile viveva in una foresta, famosa per offrire rifugio ad asceti e saggi. Questa foresta era un luogo magnifico: i fiori i frutti e i rampicanti crescevano rigogliosi e un fiume dalle profonde acque azzurre scorreva tranquillo in mezzo agli alberi. Il Bodhisattva, in forma di lepre, viveva vicino alla sponda del fiume con tre amici, una lontra, una scimmia e uno sciacallo.

La lepre era considerata dai suoi amici quasi come un re ed essi pensavano che fosse superiore a ogni altro animale. Il Bodhisattva insegnava a loro e agli altri animali più piccoli, vivendo come un asceta. Anche i grandi predatori della foresta lo rispettavano Continue reading »

Atisha: La lampada sul sentiero verso l’illuminazione

Lama Atisha Lama Atisha

La lampada sul sentiero verso l’illuminazione di Atisha Dipamkarashrijnana.

Il titolo in sanscrito è Bodhipatapradipam, byang chub lam gyi sgron ma in tibetano.

Mi prostro al Bodhisattva, il giovane Manjushri.

1. Rendo omaggio con grande rispetto ai Conquistatori dei tre tempi, ai loro insegnamenti e a coloro che aspirano alla virtù. Esortato dal perfetto discepolo Cianciub Ö illustrerò la lampada sul sentiero verso l’illuminazione.

2. Comprendi che ci sono tre tipi di individui poiché essi hanno capacità inferiore, media e superiore.

Scriverò distinguendo chiaramente le loro caratteristiche individuali.

3. Sappi che coloro che ricercano per se stessi, con qualunque mezzo, nient’altro che i piaceri dell’esistenza ciclica, sono individui di capacità inferiore. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: cap. IX Bodhisattvacharyavatara

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Insegnamenti del VEN. GHESCE CIAMPA GHIATSO conferiti il 16 – 17 luglio 2005 all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa), dal capitolo IX dal Bodhisattvacharyavatara LO STILE DI VITA DEL BODHISATTVA” di Shantideva. Appunti di Alessandro Tenzin Villa, Sabato 16 luglio 2005 Ore 10.30

Per comprendere la vacuità dobbiamo riconoscere qual è l’oggetto di negazione. Per i Prasangica l’oggetto di negazione è l’esistenza intrinseca. Potremmo svolgere questo esercizio ragionando per assurdo: mentalmente dovremmo immaginare il sé come se esistesse di per sé. E’ come immaginare degli esseri umani con la coda, il terzo occhio, le corna. Continue reading »

Ghesce Yesce Tobden: Le ragioni che sostengono la rinascita

Il Ven Ghesce Yesce Tobten

Potremmo domandarci se esistono vite future e per arrivare ad affermarlo, bisogna prima chiederci se ci sono state delle esistenze precedenti a questa. Noi siamo costituiti da una parte fisica e da una mentale. La prima, il corpo, è composta di atomi, di materia, mentre la seconda, la mente, non è fatta di parti fisiche ma di fattori mentali, che non hanno alcuna forma. Corpo e mente hanno ciascuno una loro propria causa, una loro origine. Distinguiamo due tipi di cause: quella sostanziale, che poi si trasforma nel suo specifico effetto e ne ha la stessa sostanza, e quella circostanziale che è una causa ambientale, o secondaria, e aiuta la causa sostanziale a trasformarsi nel suo effetto.
Facciamo un esempio: per avere un albero di mele devono esserci la causa sostanziale, che è il seme del melo, e le cause circostanziali, rappresentate dal terreno, il sole, l’acqua, senza le quali non potremmo avere come risultato quel frutto.
Anche la mente deve avere due tipi di cause. Siccome non è materia e non è fatta come il corpo di atomi, deve avere una causa sostanziale della sua stessa natura e questa è rintracciabile solo nella mente di un momento precedente: non può esserci una mente che nasce così, all’improvviso, autonomamente. Continue reading »

Lama Yesce: Sii il tuo terapeuta

LAMA YESCE Kopan Nepal 1974

Lama Tubten Yeshe (foto a Kopan Nepal 1974): “Non sto decidendo della tua vita al posto tuo, sei tu che devi farlo”.

“Devi conoscere la tua psicologia o, come forse si direbbe in termini religiosi, la tua natura interiore.”
” Quando indagherai a fondo, vedrai che il problema scompare automaticamente. Semplice, vero? Perché questo accada, non hai bisogno di credere in qualcosa.”
Il nostro modo di vivere, il nostro modo di pensare, ogni cosa è diretta al piacere dei sensi. Riteniamo che gli oggetti materiali siano molto importanti, estremamente importanti, e siamo materialisticamente dediti a tutto ciò che ci rende felici, famosi e popolari. Nonostante tutto questo sia un prodotto della mente, siamo talmente presi dagli oggetti esterni che non li guardiamo mai a fondo , non ci chiediamo mai cosa ce li rende tanto interessanti. Questa mente, comunque, è inseparabile da noi; finché esisteremo, la nostra mente sarà con noi. Così ci capita di essere di essere di buon umore o di essere avviliti, su e giù, ma non è il nostro corpo che va su e giù: è la nostra mente, proprio quella mente di cui non conosciamo il funzionamento.

Sarebbe il caso, quindi, che ogni tanto osservassi te stesso. Però non devi guardare il tuo corpo, ma la tua mente: è lei che ti dice cosa fare. Devi conoscere la tua psicologia o, come forse si direbbe in termini religiosi, la tua natura interiore. Comunque la vuoi chiamare, devi conoscere la tua mente. Continue reading »

Lama Yeshe: Rendete la mente vasta come un oceano

LAMA YESCE India 1970

Lama Tubten Yeshe (foto in India 1970 ): “Siate il più possibile saggi con la vostra mente, per rendere la vostra vita di valore”.

Guardate nella vostra mente. Se ferventemente credete che tutte le gioie vengano dagli oggetti materiali e dedicate l’intera vita per ottenerli, siete sotto il controllo di una grave concezione sbagliata. Questa attitudine non è solo intellettuale. Quando all’inizio sentite queste parole, potreste pensare: “Oh, io non ho questo tipo di mente, non ho la fede completa che gli oggetti esterni mi porteranno felicità”.Ma cercate più profondamente nello specchio della vostra mente. Troverete che, oltre l’intelletto, tale attitudine è davvero là e che le vostre azioni di ogni giorno mostrano che, nel vostro inconscio, realmente credete in questa concezione sbagliata. Prendetevi un momento, ora, per cercare in voi stessi e vedere se siete o no sotto l’influenza di una tale mente inferiore.
Una mente che ha una forte fede nel mondo materiale è ristretta, limitata; non ha spazio. La sua natura è malata, senza salute; nella terminologia buddhista si dice che è una mente dualistica.
In molti paesi i governanti hanno paura delle persone che agiscono fuori dagli schemi, come, per esempio, quelli che usano droghe. Essi fanno leggi contro il loro impiego e allestiscono elaborati sistemi di controllo per arrestare i contrabbandieri. Continue reading »

Lama Yesce: Perché abbiamo bisogno della meditazione

Lama YESCE 1982

Lama Tubten Yeshe (foto in India 1982 ): “La natura della mente incontrollata è malata. l’insoddisfazione è una malattia della mente. Qual è l’antidoto appropriato per questa malattia? E’ la saggezza della conoscenza: comprendere la natura dei fenomeni psicologici, conoscere come funzioni il mondo interiore”.

Dall’inizio dell’evoluzione umana su questo pianeta, le persone hanno fatto del loro meglio per essere felici e godere della propria vita. E sino ad oggi hanno sviluppato un incredibile numero di metodi differenti per il conseguimento delle loro mete. Tra questi metodi troviamo differenti interessi, differenti occupazioni, differenti tecnologie e differenti religioni. Dalla manifattura del più piccolo cioccolatino alla più sofisticata astronave, la motivazione che vi soggiace è trovare la felicità. Le persone non hanno fatto tutte queste cose per niente, o no? Conosciamo bene il corso della storia umana, nel suo sottofondo vi è sempre la costante ricerca della felicità.

Comunque – e la filosofia buddhista è estremamente chiara su questo – indipendentemente da quanto progresso facciate nello sviluppo materiale, non troverete mai felicità duratura nè soddisfazione, è impossibile. Il Signore Buddha ha affermato questo in modo del tutto categorico: E’ impossibile trovare felicità e soddisfazione attraverso i soli mezzi materiali. Continue reading »

Lama Yeshe: Capire la realtà

Lama Tubten Yeshe (foto del 1983): “Perché, quando l’ambiente cambia, anche il vostro comportamento cambia immediatamente ?”.

Lama Tubten Yeshe (foto del 1983): “Perché, quando l’ambiente cambia, anche il vostro comportamento cambia immediatamente ?”.

Ai nostri giorni, in Occidente, sentiamo molto parlare di apertura del cuore, di aprire il proprio cuore. Questa è una cosa comune. Dal punto di vista Buddhista, per poter aprire il proprio cuore bisogna prima realizzare qualcosa. “Voglio aprire il mio cuore, ma come?” — questo è il problema. L’aprirsi ha a che fare con la realizzazione; se non c’è realizzazione, non si apre niente. Non importa se noi diciamo in maniera emotiva, “Sono aperto. Ti amo e tu mi ami moltissimo”. Questo non significa essersi aperti. Noi diciamo queste cose, non è vero? “Non importa quanto io mi apra con te, tu non ti apri mai con me”. Questa è una sciocchezza. Non è vero.

Bene, forse è vero in un certo senso, ma in realtà la vera apertura implica lo spazio — la vostra coscienza che abbraccia un qualche tipo di totalità. Questa esperienza stessa di abbracciare la totalità diviene la soluzione o antidoto alla mente ristretta, fanatica, che concettualizza in maniera dualistica. Ma poi vi è il pericolo del sorgere di un atteggiamento del tipo “Wow! La realtà universale è incredibilmente speciale!” Abbiamo l’impressione che shunyata sia un fenomeno fantastico, realmente speciale. Quest’atteggiamento è sbagliato. Invece di pensare “Oh, la non-dualità è speciale, lassù in alto; la bolla ordinaria, relativista del samsara è quaggiù”, il che è completamente sbagliato, la nostra posizione dovrebbe essere più realistica: ovunque vi sia l’apparenza della bolla della relatività, dovremmo simultaneamente vedere in essa la non-dualità. Continue reading »

Lama Yeshe: I due fattori dell’ego e dell’attaccamento

Lama Thupten Yesce 1982

Lama Tubten Yeshe (foto del 1982): “Siate naturali. Se amate vostro marito o vostra moglie, invece di afferrarvi e soffocare l’altro con l’attaccamento, cercate di capire meglio gli alti e i bassi della mente di entrambi e su quella base, aiutatevi e sostenetevi a vicenda. Ciò porterà un bel sentimento, pieno di calore, nella vostra relazione, la quale, a sua volta, durerà più a lungo”.

In un certo senso, voi siete intellettualmente molto forti. Questa è una cosa buona, perché anche il Buddhismo è molto forte. E’ come un coltello nel vostro ego: quando meditate, il vostro ego viene fuori. Quindi, molte persone credono che l’approccio alla mente proposta dal Lama non sia una cosa semplice. Sono d’accordo; può essere abbastanza difficile. Vi faccio lavorare duramente, vero? Ma quando lavorate, quando affrontate i vostri problemi e riconoscete il modo in cui agisce il vostro ego, ne vale veramente la pena.

Non devo necessariamente farlo in questo modo. Potrei facilmente presentarvi il Buddhismo in maniera molto diplomatica; potrei spiegarvelo con parole molto dolci. Potremmo gestire questo corso di cinque giorni come fossimo in un locale notturno, con molte parole carine, ballando e divertendoci. E’ possibile farlo, ma non è questo il punto. Siete venuti qui per la meditazione, non per uno spettacolo. In realtà, siete venuti qui proprio perché sapete già tutto quello che c’è da sapere sul tipo di divertimento che potete trovare in un locale notturno.

Inoltre non voglio scherzare con voi. Siamo tutti stanchi dei giochetti. Per un infinito numero di vite e dal momento in cui siete nati fino ad ora tutto quello che avete fatto è stato scherzare e giocherellare. Qual è il punto, dunque, del partecipare a questo ritiro e continuare a giocare ancora una volta, ma stavolta con il Lama? E’ una perdita di tempo, per voi e per me. Quindi, solo se lavorate seriamente, ne vale la pena. Questo è il vostro corso, non il mio. Se sentite veramente che: “Questo è il mio corso di meditazione, sto lavorando, sono ben sveglio, non sto dormendo”, allora ne vale veramente la pena.

Ciò che rende la vostra presenza qui altamente significativa è il fatto che, pur conoscendo la natura del nightclub esterno, che vi esaurisce, vi crea conflitto e vi agita, siete qui per cercare il vostro nightclub interiore di gioia eterna. Questa è la perfetta motivazione per venire a questo corso. Invece di ignorare quello che il vostro ego sta facendo alla vostra mente, siete qui per cercare di familiarizzarvi con il vostro atteggiamento mentale, con quello che succede nel vostro mondo interiore. Qui potete imparare ad esaminare la vostra attività psicologica. In altre parole, state studiando per diventare il vostro psicologo personale, il vostro Lama personale. Continue reading »

Atisha: La ghirlanda di gemme di un Bodhisattva

Atisha

Atisha

La ghirlanda di gemme di un Bodhisattva

In tibetano Byang-chub-sems-dpa’nor-bu’i phreng-pa; in sanscrito: Bodhisattvamaniavali.

Testo composto dal grande pandita indiano Dipamkara Shrijnana, conosciuto come Atisha.

Omaggio alla grande compassione

Omaggio a tutte le guide spirituali

Omaggio alle divinità di meditazione

Abbandona ogni dubbio e

dedicati con entusiasmo alla pratica.

Abbandona la pigrizia, l’apatia e il torpore e

coltiva sempre un impegno colmo di entusiasmo.

Tramite la consapevolezza, la vigilanza e l’attenzione,

ricordati di sorvegliare costantemente ogni porta dei sensi.

Sia di giorno sia di notte, per tre volte,

esamina ripetutamente il tuo continuum mentale. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: I tre aspetti principali del sentiero

Je Tzong Kapa: "Senza una pura Rinuncia, non vi è modo di placare l’ardente desiderio dei piaceri".

Je Tzong Kapa: "Senza una pura Rinuncia, non vi è modo di placare l’ardente desiderio dei piaceri"

Lama Tzong Khapa: I Tre Aspetti Principali del Sentiero.

In questo breve insegnamento Lama Tzong Khapa ha concentrato tutti i principali punti della filosofia e della pratica buddhista, organizzandoli in modo da mostrare come il Sentiero interiore verso l’Illuminazione sia un graduale proces- so di maturazione della mente. Cominciamo con l’identificare la natura dell’esistenza ciclica (samsara) e ciò vita al primo aspetto del sentiero, ovvero la rinuncia. Visto che tutti gli esseri senzienti soffrono nel samsara, proprio come noi, sviluppiamo la Mente dell’Illuminazione (Bodhicitta), il secondo aspetto del sentiero, per renderli tutti liberi dalla sofferenza. Dato che la causa radice di tutte le sofferenze è l’ignoranza dell’aggrapparsi al sé, dobbiamo ottenere la saggezza che realizza la vacuità, il terzo aspetto del sentiero.

Namo Guru Manjushri

Mi prostro ai Venerabili Maestri Continue reading »

Lama Tzong Khapa: L’essenza delle buone esposizioni

Lama Tzong Khapa: "Tu hai proclamato che così come nulla esiste oltre l’aspetto dell’interdipendenza".

Lama Tzong Khapa: “Tu hai proclamato che così come nulla esiste oltre l’aspetto dell’interdipendenza”.

Lama Tzong Khapa: L’essenza delle buone esposizioni o L’essenza delle buone spiegazioni. 

La lode a Buddha Shakyamuni per i suoi Insegnamenti sulla Interdipendenza dei fenomeni.

Mi prostro a Guru Manjughosha!

Io prego il Buddha perfetto, il Supremo Filosofo,

Colui che ci ha insegnato l’interdipendenza di ogni fenomeno;

libero da ogni (reale) inizio o fine, oltre i concetti di nichilismo o di (reale) esistenza, ed anche di unità o pluralità, la pacificazione di ogni costruzione mentale, la Beatitudine Suprema. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Gli Approccianti e i Dimoranti

Lama Tsong Khapa Lobsang Drakpa: II Fondamento di ogni realizzazione

Lama Tzong Khapa: Gli Approccianti e i Dimoranti

Colui che dimora nei sentieri tra la singola sessione del sentiero della preparazione fino alla pazienza susseguente, e non abbandona

il sesto [livello delle afflizioni] del reame del desiderio è un approcciante

al (risultato) di colui che è entrato nella corrente. 

Rispetto a coloro che prendono sette rinascite, ve ne sono di due [tipi],

gli esseri ordinari e gli arya.

Anche rispetto agli arya ve ne sono di due tipi, [coloro che] sono definiti e

[coloro che] non sono definiti [nel prendere sette rinascite].

Benché rinascano ventotto volte, essi vengono chiamati ‘sette’ poiché sono simili nell’essere stabilite come sette.  Continue reading »

Lama Tsongkhapa: The Three Principal Aspects of the Path

Lama Je Tsongkhapa: Furthermore, appearance eliminates the extreme of existence

Lama Je Tsongkhapa: Furthermore, appearance eliminates the extreme of existence

The Three Principal Aspects of the Path (lam ghi tsowo nampa soom) By Lama Tsongkhapa

Expressing the Homage
I bow down to my perfect gurus.

The Promise to Compose
[1] The essential meaning of the Victorious Ones’ teachings,
The path praised by all the holy Victors and their Children,
The gateway of the fortunate ones desiring liberation –
This I shall try to explain as much as I can.

Persuading to Listen
[2] Those who are not attached to the pleasures of circling [
samsara],
Who strive to make freedom and endowments meaningful,
Who entrust themselves to the path pleasing the Victorious Ones
You fortunate ones: listen with a calm mind. Continue reading »

La storia della scimmia ed il coccodrillo

buddha

Quindi il Coccodrillo nuotò fino all’albero dove viveva la Scimmia.

Una Scimmia viveva su un grande albero su una sponda del fiume. Nel fiume c’erano molti coccodrilli. Un Coccodrillo guardava da lungo tempo le Scimmie, ed un giorno lui disse a suo figlio: “Figlio mio, prendi una di quelle Scimmie per me. Io voglio il cuore di una Scimmia per mangiarlo”.

“Come potrei prendere una Scimmia?” chiese il piccolo Coccodrillo. “Io non vado sulla terra ferma, e la Scimmia non viene nell’acqua.”

“Usa la tua intelligenza e troverai un modo”, gli disse la mamma-coccodrillo. Continue reading »

Kalama Sutta

Buddha Sakyamuni, Kalama Sutta: “O Kalama, non abbandonandosi all'odio, e non trovandosi mentalmente sopraffatto e vinto dall'odio, questa persona non prenderà la vita altrui, non ruberà, non commetterà adulterio e non racconterà bugie; inciterà anche gli altri a farne altrettanto. Gli ci vorrà molto per che ne risulti il proprio beneficio e la propria felicità? ”.

Buddha Sakyamuni, Kalama Sutta: O Kalama, non abbandonandosi all'odio, e non trovandosi mentalmente sopraffatto e vinto dall'odio, questa persona non prenderà la vita altrui, non ruberà, non commetterà adulterio e non racconterà bugie; inciterà anche gli altri a farne altrettanto. Gli ci vorrà molto per che ne risulti il proprio beneficio e la propria felicità?

Kalama Sutta

(Anguttara Nikaya, Tika Nipata, Mahavagga, Sutta No. 65)

L’insegnamento ai Kalama

[I Kalama di Kesaputra vanno a vedere il Buddha]

1. Così l’ho sentito. Un giorno il Bhagavan, mentre stava passando per il Kosala in compagnia di una grande folla di bhikkhu, entrò in una città dei Kalama chiamata Kesaputra. I Kalama ch’erano gli abitanti di Kesaputra si dissero: “Il Venerabile Gotama, il monaco, il figlio dei Shakyan, mentre stava vagando per il Kosala, è entrato in Kesaputra. La buona fama del Venerabile Gotama è giunta fino qui: è vero, il Bhagavan è così provetto, pienamente illuminato, dotato della conoscenza e della pratica, sublime, conoscitore dei mondi, senza pari, guida per gli uomini domabili, istruttore degli esseri divini e umani, di quel che ha chiaramente e per diretto conoscimento capito da sé. Ha lanciato il Dharma, buono all’inizio, buono nel mezzo, buono al fine, dotato del senso e della lettera, e completo in tutto; e proclama la vita santa che è perfettamente piena e perfettamente pura. Vedere gente così perfetta è difatti buono.”

2. I Kalama quindi, abitanti di Kesaputra se ne andarono laddove stava il Beato. Arrivando lì, certuni gli resero omaggio, e si sedettero di lato; altri scambiarono saluti con lui ed alla fine di una cordiale e memorabile discussione, si sedettero di lato; certuni lo salutarono alzando le loro palme giunte e si sedettero di lato; certuni annunciarono il loro nome e la loro famiglia e si sedettero di lato; certuni, senza dire niente, si sedettero di lato.

[I Kalama di Kesaputra chiedono consiglio presso il Buddha]

3. I Kalama, abitanti di Kesaputra seduti di lato dissero al Beato: “O venerabile signore, ci sono dei rinuncianti e dei brahmani che passano per Kesaputra. Non espongono e non spiegano altro che le loro proprie dottrine; quelle altrui, le disprezzano, le ridicolizzano e le mettono a pezzi. Anche altri rinuncianti e brahmani, venerabile signore, passano per Kesaputra. Continue reading »

Dharmarakshita: The Peacock’s Neutralizing of Poisons

Dharmarakshita

Dharmarakshita

The Peacock’s Neutralizing of Poisons by Dharmarakshita

The peacocks roam freely in the forests of poison.

Homage to the venerable Lord Yama.

When he was born as the prince Vessantara,

He gave away his son, his daughter and his kingdom.
So too must you give away entirely, with no feelings of possessiveness,
The objects of strong attachment, your wealth and your friends and family.

When he was born as the prince Mahasattva,
As he nourished the tigress with his own flesh.
So too must you joyfully give to the flesh-eating demons
This illusory body which you cherish such care. Continue reading »

Padmasambhava: The garland of views

padmasambhavaTHE GARLAND OF VIEWS: AN INSTRUCTION

Attributed to PADMA SAMBHAVA

Tibetan title: man ngag lta ba’i phreng ba

A note summarizing the different views, vehicles and so on.

Homage to the Blessed Manjushrikumara and Vajradharma!

The Worldly paths

The countless erroneous views that exist in the realms of the world may be subsumed into four categories:

  1. the unreflective,

  2. the materialists,

  3. the nihilists and

  4. the extremists.

The unreflective do not understand whether or not all things and events have causes and conditions; they are thoroughly ignorant. Continue reading »

16 – Il Dhammapada: Le impurità

Dhammapada 252: L'errore degli altri è facile da vedere, non così il proprio.

Dhammapada 252: L'errore degli altri è facile da vedere, non così il proprio.

Le impurità

235

Ora sei come una foglia ingiallita;

i messaggeri di Yama (dio della morte) ti sono già vicini:

la tua dipartita è prossima,

non si trovano però provviste per il viaggio.

236

Fa’ dite stesso un’isola, lavora duramente, sii saggio.

Quando l’impurità

sarà soffiata via, senza colpa entrerai nel celeste mondo

degli Eletti.

237

La tua vita è alla fine.

Sei ora vicinissimo a Yama, non c’è fermata sulla strada

e non si trovano ancora le provviste.

238

Fa’ di te stesso un’isola, lavora duramente,

sii saggio. Quando l’impurità

sarà soffiata via, non tornerai più a vivere e ad invecchiare. Continue reading »

Lama Yesce: L’educazione dei bambini

Il Ven Lama Thupten Yesce Rinpoche fondatore FPMT

Lama Tubten Yeshe: “Se decidete di diventare insegnanti, dovete essere molto saggi e abili nel vostro approccio in modo da poter offrire agli altri un’istruzione che sia di beneficio per loro e per voi allo stesso tempo”.

Durante la sua visita in Australia nel 1975, Lama Yeshe fu invitato da uno dei suoi studenti, che stava facendo un tirocinio per diventare insegnante, a parlare nel suo College di fronte agli altri studenti-tirocinanti.

Lo scopo dell’educazione è quello di dare beneficio alle persone. Tutti noi lo sappiamo. Comunque, ogni paese ha le sue proprie convinzioni su cosa significhi ‘beneficio’, a seconda delle proprie particolari inclinazioni. Ciò che in alcuni paesi viene considerato negativo viene visto in maniera positiva da altri. In altre parole, ciò che rende l’istruzione buona o cattiva dipende da come si interpretano i concetti di bene e male.

Al giorno d’oggi, la gente vive in ambienti, società e comunità così differenti tra loro – rurali, urbani, industriali, intellettuali e così via – che il concetto stesso di educazione è diventato confuso. Tanto per cominciare, nessuna persona può imparare ogni tecnologia esistente; ciò è ovviamente impossibile. Continue reading »

1 The Tigress

Jataka on tigress

Jataka on tigress

The compassion of the Buddha touches every living being.
His perfect love, dispassionate and unlimited,

Resonates throughout all his former lives.

Pg 3 – Before he became the Buddha, the Bodhisattva, in a series of lives too numerous to mention, through his wisdom blessed the world with countless demonstrations of his compassion, shown through giving, kind words, help­fulness, and consistency between words and deeds.

In one of his lifetimes, the Bodhisattva took birth in a family of brahmans which was renowned for purity of con­duct and spiritual devotion. And as a result of merit earned in former lives, he found himself showered with wealth, dis­tinction, and fame.

As a youth, the depth of his intellect was matched only by his eagerness to learn. He soon mastered the arts and sciences so well that the brahmans revered him as an au­thority dependable as the law itself; to the ksatriya warriors, he was as venerable as a king. To those thirsty for knowledge, he seemed a reservoir never empty; to ordinary people, he seemed a god.

Pg 4 – But he did not delight in power or wealth or fame. His former actions and his constant reflection on the Dharma had purified his mind; he saw all too clearly the inevitable suffer­ing that accompanies worldly pleasure, and the thought of renunciation was familiar to him. Without remorse, he shook off the householder’s life as if it were an illness, and moved to a forest retreat which became ornamented by his presence. – … Continue reading »

A song on the view openning the eyes to suchness

Gyal Khenpo Drakpa Gyaltsen, an illuminator of the Buddha’s doctrine

Gyal Khenpo Drakpa Gyaltsen, an illuminator of the Buddha’s doctrine

A SONG ON THE VIEW OPENNING THE EYES TO SUCHNESS

by Gungthang Tempai Dromé (1762-1823)

Tibetan title: lta ba’i mgur ma de nyid lta ba’i mig ‘byed

1 The glorious embodiment of great bliss and compassion,

Which through immersing in the expanse free of elaborations,

You bring relief to desperate mother sentient beings –

Most venerable teacher, I honor the dusts under your feet.

2 Whatever sufferings there are in the cycle of existence,

Since they are produced by the self-grasping enemy,

All children who desire liberation should strive for

In the ways that help eliminate this from its root.

3 Though this is so before understanding

This truth, suchness that is most profound,

There are numerous stages such as coarse impermanence, Continue reading »

Lama Tzong Khapa: The Abbreviated Points of the Graded Path

Lama Tzong Khapa: The Abbreviated Points of the Graded Path – Lines of Experience

Homage to Guru Manjughosha!

(1) (Bowing my) head, I prostrate to you, Foremost One from the Shakya (Clan): your body is born with a host of splendid, constructive and excellent (signs); your speech grants the wishes of limitless wandering beings; your mind sees all knowables just as they are. Continue reading »

Atisha: istruzioni a Yeshe Barwa

Lama Atisha: Finché non siete padroni di voi stessi, non potrete conquistare gli altri, perciò, per prima cosa, dominate voi stessi.

Lama Atisha: Finché non siete padroni di voi stessi, non potrete conquistare gli altri, perciò, per prima cosa, dominate voi stessi.

Mentre il venerabile Atísha si trovava a Yerpadrak, vicino a Lhasa, diede le seguenti istruzioni a Yeshe Barwa di Olgud: “Nobili figli, riflettete profondamente su queste parole. Nel kaliyuga (era dei conflitti la vita umana è breve e ci sono molte cose da capire. La durata della vita è incerta, non sappiamo quanto vivremo. Per questo motivo dovete fare un grande sforzo, fin da adesso, per esaudire i vostri retti desideri. Continue reading »

Advice from Atisha’s Heart

Atisha Dipankara Shrijnana

Atisha Dipankara Shrijnana

Advice from Atisha’s Heart

When Venerable Atisha http://en.wikipedia.org/wiki/Atisha came to Tibet he first went to Ngari, where he remained for two years giving many teachings to the disciples of Jangchub Ö.

After two years had passed he decided to return to India, and Jangchub Ö requested him to give one last teaching before he left.

Atisha replied that he had already given them all the advice they needed, but Jangchub Ö persisted in his request and so Atisha accepted and gave the following advice.

How wonderful!

Friends, since you already have great knowledge and clear understanding, whereas I am of no importance and have little wisdom, it is not suitable for you to request advice from me. However because you dear friends, whom I cherish from my heart, have requested me, I shall give you this essential advice from my inferior and childish mind. Continue reading »

La storia della tartaruga

Quando la tartaruga sentì quello che aveva detto il vecchio, tirò fuori la sua testa e chiese: “Amico, cosa ho fatto per meritarmi una cosa orribile come quella?

Quando la tartaruga sentì quello che aveva detto il vecchio, tirò fuori la sua testa e chiese: “Amico, cosa ho fatto per meritarmi una cosa orribile come quella?

Un Re una volta aveva costruito un lago nel suo cortile per far giocare in esso i giovani principini. Essi vi nuotavano dentro, e con le loro barche e zattere navigavano su di esso. Un giorno il re disse loro di aver chiesto agli uomini di mettere dei pesci nel lago. I ragazzi corsero subito a vedere i pesci. Ora, insieme ai pesci, c’era una tartaruga. I ragazzi si dilettavano coi pesci, ma essi non avevano mai visto una tartaruga, e avevano paura di lei, pensando che fosse un demone. Così corsero piangendo dal Re loro padre, dicendo:”C’è un demone sulla riva del lago!” Il re ordinò che i suoi uomini prendessero il demone, e lo portassero al palazzo.

Continue reading »

17 – Il Dhammapada: L’uomo giusto

Dhammapada 279: "Tutta la realtà non ha esistenza inerente": chi comprende questo si sottrae alla sofferenza. Questa è la strada per la purificazione.

Dhammapada 279: "Tutta la realtà non ha esistenza inerente": chi comprende questo si sottrae alla sofferenza. Questa è la strada per la purificazione.

L’uomo giusto

256

Un uomo non è giusto

se tratta una questione con violenza, ma se discerne

tra il reale e ciò che non lo è.

257

Chi guida gli altri con calma, secondo la legge,

che custodisce il diritto

ed è attento, questi e un uomo giusto.

258

Non è saggio

chi parla molto, ma chi è paziente,

tranquillo e coraggioso.

259

Non si è esperti di dottrina perché se ne parla molto;

anche se si è imparato poco,

ma si reputa il dharma una cosa concreta, allora si è esperti

di dottrina e non la si trascura. Continue reading »

2 – King of the Shibis

2 – KING OF THE SHIBIS

Pg 11- Only after hundreds of hardships did

the Lord Buddha obtain the Dharma for our benefit.

Knowing this, we should listen to the Teachings

with deep respect and close attention.

Pg 11- Once when the Buddha was still a Bodhisattva, the vast store of meritorious actions amassed in many previous lives caused him to take birth as a king of the Shibis. Respectful toward the elders from earliest childhood and modest in his behavior, he was deeply loved by all his subjects.

Blessed with boundless energy, discretion, majesty, and power, knowledgeable in many sciences, and favored by fortune, he ruled his subjects as if they were his children. In the Bodhisattva, all the finest qualities, both spiritual and worldly, blended harmoniously despite their contrasts. Glory, which mocks those who win high rank by wrong means, glory, which brings calamity to fools and intoxicates the feeble-minded, had found a true dwelling place within him.

Overflowing with compassion even greater than his wealth, this best of kings was happiest when granting the wishes of beggars and when seeing their delighted faces. Continue reading »

Atisha: A Lamp for the Path of Enlightenment

Atisha Dipankara Shrijnana

Atisha Dipankara Shrijnana

A Lamp for the Path of Enlightenment

by Atisha Dipankara Shrijnana

1 I bow in great reverence to all past, present and
Future Victors, to their Doctrine and Communities.
I shall light a Lamp for the Path to Enlightenment,
At the request of my good disciple Byang-chub-‘od.

2 In that they are Inferior or Mediocre or Superior,
Persons should be understood as three:
The characteristics of each are very clear,
and I shall note how they differ from one another.

3 One who by every means he finds,
Seeks by the pleasure of samsara,
And cares but for himself alone, that one
Is known as the Inferior Person. Continue reading »

Un breve consiglio di meditazione – Ghesce Tenzin Tenphel

il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

La pratica della meditazione non è solo ascoltare musica, immaginare paesaggi e inebriarsi d’incenso. Al limite, questi accessori rischiano dei distrarre dall’obbiettivo primario, quello di sviluppare la vigilanza interna, la consapevolezza.
Molte persone pensano di meditare ascoltando musiche rilassanti, immaginando paesaggi meravigliosi, come montagne, prati fioriti, oceani… Musica buona e buone immagini: a loro piace così. Non c’è niente di male in questo, ma certamente questo tipo di meditazione aiuta soltanto a trovare una calma temporanea, non porta a una pace durevole. …Non è detto che ogni tanto non faccia bene meditare così, ma se vuoi essere colmo di una pace stabile e durevole devi fare un’unica cosa: conoscere veramente te stesso. Continue reading »

Je Tsongkhapa: Songs of spiritual experience

Je Tsongkhapa: Wisdom is the eye that sees the profound suchness.

Je Tsongkhapa: Wisdom is the eye that sees the profound suchness.

SONGS OF SPIRITUAL EXPERIENCE

Condensed Points of the Stages of the Path by Je Tsongkhapa,

Tibetan title: lam rim nyams mgur

1 Your body is created from a billion perfect factors of goodness;

Your speech satisfies the yearnings of countless sentient beings;

Your mind perceives all objects of knowledge exactly as they are –

I bow my head to you O chief of the Shakya clan.

2 You’re the most excellent sons of such peerless teacher;

You carry the burden of the enlightened activities of all conquerors,

And in countless realms you engage in ecstatic display of emanations – Continue reading »

Campo del rifugio e campo dei meriti

Ven. Birgit Schweiberer

Ven. Birgit Schweiberer

Una breve spiegazione orale data dalla Ven. Birgit Schweiberer durante il ritiro finale del Basic Program. Aprile 2007

È il primo Campo a cui ci affidiamo nel momento in cui prendiamo rifugio. Normalmente, viene in seguito dissolto e allora visualizziamo il Campo dei Meriti. Alle volte i due Campi sono uguali, altre volte sono diversi: dipende dalle pratiche. Nel nostro caso sono leggermente diversi tra loro.

Occorre ricordare che i Maestri dicono sempre che non c’è un modo ideale, prestabilito, secondo cui visualizzarli, ma che la cosa più importante è sviluppare fede. Di solito non siamo capaci di visualizzare tutti i dettagli del Campo del Rifugio e di quello dei Meriti, ma è essenziale generare la convinzione che gli esseri che compaiono nei rispettivi campi siano effettivamente lì. Sono davvero presenti, sono in grado di darci ispirazione, e quindi noi generiamo fede: non è così importante avere una visualizzazione del tutto chiara. Continue reading »

Nagarjuna: Sunyatasaptati

SUNYATASAPTATI

by

Arya Nagarjuna

Translated by Christian Lindtner

[1] Though the Buddhas have spoken of duration, origination, destruction, being, non-being, low, moderate, and excellent by force of worldly convention, [they] have not done [so] in an absolute sense.


[2] Designations are without significance, for self, non-self, and self-non-self do not exist. [For] like nirvana, all expressible things are empty (sunya) of own-being.


[3] Since all things altogether lack substance — either in causes or conditions, [in their] totality, or separately — they are empty.

[4] Being does not arise, since it exists. Non-being does not arise, since it does not exist. Being and non-being [together] do not arise, due to [their] heterogeneity. Consequently they do not endure or vanish. Continue reading »

III Dalai Lama: The Essence of Refined Gold

The Third Dalai Lama, Sonam Gyatso

The Essence of Refined Gold by the Third Dalai Lama Sonam Gyatso

The text is a commentary on Lama Tzong Khapa’s lamrim text, “Songs or Lines of Experience.” https://www.sangye.it/altro/?p=603

The Nature of the Instruction

To the feet of the Venerable Lama,

Embodiment of the Three Jewels,

Profoundly I turn for refuge;

Bestow upon me your transforming powers.

Here, for spiritually inclined beings who wish to take advantage of the opportunities afforded by human life, is a treatise on the Lamrim Tradition of meditation, a tradition known as Stages on the Spiritual Path Leading to Enlightenment. Continue reading »

La storia del mercante di Seri

buddha

La nonna non sapeva che quella era una pentola d’oro

In una casa viveva una povera vecchia e la sua nipotina. La sua famiglia una volta era stata ricca, ma ora l’unica cosa che essa aveva lasciato di tutta la ricchezza era una pentola tutta d’oro. La nonna non sapeva che quella era una pentola d’oro, ma lei l’aveva tenuta perché in passato suo marito era abituato a mangiare fuori. Essa stava su una mensola fra altre pentole e tegami, e non veniva usata spesso. .. Continue reading »

Lama Yesce: Il trasferimento della coscienza

Lama Tubten Yeshe: “Conoscere la natura caratteristica della vostra coscienza è l’unico modo per portare la pace dentro voi stessi e in tutto il mondo poiché la pace diventa una vostra personale esperienza interiore, non qualcosa che deriva dall’esterno”.

Lama Tubten Yeshe: “Conoscere la natura caratteristica della vostra coscienza è l’unico modo per portare la pace dentro voi stessi e in tutto il mondo poiché la pace diventa una vostra personale esperienza interiore, non qualcosa che deriva dall’esterno”.

Stasera dovrei parlare del trasferimento della coscienza secondo l’esperienza degli yogi dell’ Himalaya. In realtà, questo metodo che sto per descrivere deriva dagli insegnamenti di Buddha Shakyamuni, non è qualcosa inventato dai monaci tibetani. Il Signore Buddha dette questo insegnamento ai suoi discepoli, essi lo trasmisero a loro volta ai loro discepoli, e in tal modo il lignaggio di questo metodo si è tramandato attraverso i secoli come pratica della tradizione buddhista tibetana.

Chi ha bisogno di fare tale pratica e quali benefici ne derivano?

Prima di tutto, dal punto di vista buddhista, la vita umana e la morte sono eventi ugualmente importanti. Nel nostro modo di pensare non vi è alcuna ragione per considerare la vita importante e la morte come un fatto negativo, non importante. Entrambi sono importanti.

Così come la maggior parte della gente vuole avere una vita gioiosa e felice, allo stesso modo gli yogi dell’ Himalaya desiderano una morte felice. Non vogliono che la loro morte sia disastrosa, infelice o confusa. Naturalmente, coloro che ottengono l’illuminazione durante la propria vita non hanno bisogno di trasferire la propria coscienza, ma coloro che non ottengono l’illuminazione in questa vita hanno bisogno di un’altra vita per cercare di ottenerla. Continue reading »

18 – Il Dhammapada: Miscellanea

Dhammapada 314: E' preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente.

Dhammapada 314: E' preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente.

Miscellanea

290

Se tralasciando un piccolo piacere, se ne può provaré

uno grande, abbandoni pure

chi è forte il piacere piccolo per contemplare quello grande.

291

Chi per raggiungere la propria

felicità causa dolore agli altri esseri, stretto nei vincoli

dell’odio, non si affranca dall’odio.

292

Quando si rifiuta quello che si deve fare e si fa quello

che non si dovrebbe,

aumentano i vincoli per gli arroganti e gli sbadati.

293

Ma chi è bene attento,

si impegna nel controllo del proprio corpo, non fa ciò Continue reading »

3 – A SMALL PORTION OF GRUEL

3 – A SMALL PORTION OF GRUEL

Any gift that comes from the heart and is upon a bestowed worthy recipient will produce a great result. No gift of such a nature, however small, is without merit.

Pg 21 – Once, when the Buddha was still a Bodhisattva, he lived as a great king of Koshala. Energy, discretion, majesty, power, these and other royal virtues were his to the highest degree. Yet the strength of one quality surpassed all others: his talent for gaining prosperity. Enriched by this felicitous ability, his other qualities shone all the brighter, as the splendor of moonlight increases in autumn.

Fortune followed him everywhere like a lover, abandoning his enemies and holding his followers dear. Although his sense of fairness prevented him from harming any living being, his fortune was such that his adversaries did not flourish even though he refused to oppress them.

Now it happened one day that this king came to recall one of his previous lives, and was deeply moved. And with this recollection he increased the gifts of charity he was used to bestowing on the shramanas and brahmans, on the poor, on the wretched and the helpless. For giving is the basis and

Pg 22 – cause of happiness. More than ever before, he strove to practice good conduct; more than ever he followed the restrictions on holy days.

Intent on illustrating to his people the power of meritorious action, every day he made the same proclamation in his assembly hall as well as in the innermost apartments of his palace. These were the words that issued from his heart with deep feeling: Continue reading »

The Six Meditation

Manjushrimitra

Manjushrimitra

The Six Meditation Techniques of Acarya Manjusrimitra

O Noble One, should you wish to experience the Continuum of Awareness (vidya-santana) in all its unveiled nakedness, then:

(1) focus on absolute Awareness as the object [of Meditation];

(2) press the points of the body with the mudra1;

(3) retain the coming and going of the breath2;

(4) aim [the arrow] at the target [of the crown bindu];

(5) rely on the immovability (acala) of body, eyes, consciousness;

(6) and grasp the Vast Openness [of absolute Awareness].3

Colophon

This is the last testament of Sri Manjusrimitra.


Footnotes

1 For further reference to the mudra, see in particular the description given in the Sri Hevajra-dakini-jalasamvara-tantra, vol: ii, ch. 5, line 69: svasavyetarapanes tu vrddha vanamika ca ya/ tabhyam prapidayed yogi sambhoge laharidvayam//.

2 To retain the coming and going of the breath here means to practice what in Yoga is called the kumbhaka, or vase-breath. Continue reading »

Leveling Out All Conceptions

Atisha Dipankara Shrijnana: Self is the root of negative actions.

Atisha Dipankara Shrijnana: Self is the root of negative actions.

Leveling Out All Conceptions

A Commentary on the “Leveling out all Conceptions”

Seeking refuge, I pay homage to the precious spiritual teacher Protector Serlingpa, and to the entire lineage of this master and his disciples. Pray, bless me!

Embodiment of wisdom and great compassion, the protector Serlingpa once said to Atisha. ‘O my son, if you wish to serve others in these degenerate times, you must distill the sacred words of all three collections of discourses, scriptures, and reasonings, as well as all the heartwood instructions of the spiritual teachers, and practice them in one sitting. To accomplish this you need the teachings I shall now give you, teachings that will make you invulnerable to sickness, harm, interference from obstructive forces, demons, or upholders of false teachings, and any other adverse conditions and impediments.’ Then, he taught the following:

Level out all preconceptions,
Bring forth the force of all antidotes,
Cultivate the aspiration that embodies all wishes,
And seek the path where all paths converge.
These are the antidotes, the four enlightened factors. Continue reading »

Ganga-Mahamudra-Upadesa of Sri Tilopa

Tilopa

Tilopa

Homage to the Vajra Dakini!

Mahamudra is beyond all words and concepts.
But for your sake, O Naropa, my most devoted disciple,
who is diligent in ascetic practice and exertion,
this shall be said:

Space lacks any locality at all.
Likewise, Mahamudra rests on naught.
Thus, without making effort, abide in the pure primordial state,
and the fetters that bind you will simply drop away.

Just as when looking into the open sky,
fixed concepts of centre and circumference dissolve,
So, if with mind one perceives the mind, mental activity ceases; then is it, that Enlightened-mind is realized.

Clouds that arise and take form in the sky,
pass away quite automatically according to natural law.
Likewise, the flow of concepts arising in the mind,
naturally pass away when mind perceives mind.

Space has neither shape nor colour;
it is changeless, and not tinged by either white or black. Continue reading »

Mahamudra

The First Panchen Lama Lozang Chokyi Gyeltsen

The First Panchen Lama Lozang Chokyi Gyeltsen

A root text for the precious Gelug/Kagyu tradition of Mahamudra

The Main Road of the Triumphant Ones

The First Panchen Lama Lozang Chokyi Gyeltsen

Namo mahamudraya: Homage to mahamudra, the great seal of reality.

I respectfully bow at the feet of my peerless guru, lord of that which pervades everywhere, master of those with actual attainment, who expounds the all-pervasive nature of everything, the great seal of reality, mahamudra, inseparable from the diamond-strong sphere of mind that is beyond speech. Continue reading »

La storia della tartaruga che parlava troppo

Una tartaruga viveva in uno stagno ai piedi di una collina. Due giovani Oche selvatiche, cercando il

I bambini del villaggio videro le due Oche che volavano insieme alla tartaruga e gridarono: “Oh, guarda la tartaruga su nell’aria!"

I bambini del villaggio videro le due Oche che volavano insieme alla tartaruga e gridarono: “Oh, guarda la tartaruga su nell’aria!"

cibo, videro la tartaruga, e si misero a parlare con essa. Il  giorno seguente le Oche vennero di nuovo a trovare la tartaruga e fecero subito conoscenza. Presto erano diventati grandi amici. “Amica tartaruga”, dissero un giorno le Oche, “noi abbiamo una bella casa lontano da qui. Noi domani andremo in volo da essa. Sarà un viaggio lungo ma piacevole. Vuoi venire con noi?”. “Come potrei? Io non ho ali”, disse la tartaruga.

“Oh, ti porteremo noi, se soltanto tu terrai la tua bocca chiusa, e non dirai una parola a nessuno”, dissero loro. “Posso farlo”, disse la tartaruga. “Prendetemi con voi. Farò esattamente come voi desiderate”. Continue reading »

19 – Il Dhammapada: L’elefante

Dhammapada 372: Non c'è meditazione senza conoscenza, né conoscenza senza meditazione. Chi le possiede entrambe è vicinissimo al nirvana.

Dhammapada 372: Non c'è meditazione senza conoscenza, né conoscenza senza meditazione. Chi le possiede entrambe è vicinissimo al nirvana.

L’elefante

320

Io soffrirò in silenzio,

come un elefante centrato da una freccia in battaglia,

mentre il popolo è privo di virtù.

321

Si porta in battaglia (l’elefante) domato, il re monta

l’elefante domato. L’uomo migliore

è colui che è domo, colui che soffre in silenzio.

322

I muli domati sono buoni,

come pure i purosangue Shindu e gli elefanti

imponenti. Chi ha domato

se stesso è ancora migliore di loro.

323

Non sarebbe però possibile andare con quei quadrupedi

nel Paese non calpestato

(il nirvana), mentre chi ha domato se stesso vi va per mezzo

di se stesso ben domo. Continue reading »

4 -THE MERCHANT

4 –THE MERCHANT

Pg 29 – Even in the face of imminent peril

the virtuous never shrink from practicing charity.

Who, then, when safe and happy, should not be charitable?

Once, when the Buddha was still a Bodhisattva, he took birth as the son of a good family. Blessed with boundless energy and great good fortune, he became head of his guild. He acquired a large estate, and by his fairness and integrity in business, earned the deepest respect of all. In addition, his study of various branches of the arts and sciences purified his mind and produced qualities which, together with his noble virtues, brought him honor even from the king.

Devoted to the precept of giving, he constantly endeavored to share his wealth with the people. The mendicants praised his name far and wide, spreading his reputation for charity in all directions; they trusted him entirely, becoming bold enough to tell him their desires freely. For his part, untouched by avarice, he never held back his wealth, either for his own pleasure or to gain influence over others-for he found it impossible to witness any sort of suffering and refuse to help.

One day a mendicant, a Pratyekabuddha in whom the fire of knowledge had burned away all fettering passions, approached the Bodhisattva’s dwelling. –

Pg – 30 Now this beggar’s sole desire was to increase the merit of the Bodhisattva, and to that end he had appeared in the gateway at meal time, just as the Great Being, having bathed and anointed himself, was about to sit down to a feast. Many and various dishes had been prepared by the finest of cooks, dishes pleasing in their color, smell, taste, texture, and so on. In the quiet of the evening, the monk stood outside the house without apprehension or agitation, looking firmly and quietly a small distance before him, his lotus-like hands holding a wooden alms bowl. Continue reading »

La storia del bue che vinse la scommessa 

the-miracle-at-shravasti

Quindi il Bue e l’uomo tornarono a casa, felici.

Gli uomini risero, e dissero: “Molto bene; porta il tuo bue, e noi allacceremo cento carri in una fila e vedremo se il tuo bue saprà trascinarli a lungo.”
Quindi l’uomo portò il suo bue nel villaggio. Una folla si raggruppò per vedere la cosa. I cento carri furono messi in fila, ed il forte bue fu assoggettato al primo carro. Poi il proprietario frustò il bue, e disse: “Svegliati disgraziato! Vai avanti, canaglia! ”

Ma siccome al Bue non era mai stato parlato così, quindi restò ancora fermo. Né i colpi né le male parole, riuscirono a farlo muovere. Alla fine il pover’uomo dovette pagare la sua scommessa, e malinconicamente andò a casa. Continue reading »

20 – Il Dhammapada: L’Arhat

407 Chi ha fatto cadere passione; odio, arroganza e ipocrisia, come l'ago fa con un seme di senape, questo io dico Arhat.

407 Chi ha fatto cadere passione; odio, arroganza e ipocrisia, come l'ago fa con un seme di senape, questo io dico Arhat.

L’Arhat

383

Ferma la corrente fluviale con coraggio, oh Arhat,

dissipa i desideri: dopo aver compreso il dissolvimento

degli elementi dell’esistenza, comprenderai anche

ciò che non fu creato (il nirvana).

384

Quando un Arhat giunge all’altra riva

per mezzo delle due leggi, quella del controllo

e quella della meditazione, ogni legame verrà meno

per lui che ha conosciuto.

385

Chi non conosce questa riva è l’altra ed entrambe,

che non ha paura e vincoli, questo io chiamo Arhat.

386

Chi medita senza contaminazioni e fa quello

che bisogna fare senza passione e in maniera distaccata è

giunto alla meta finale e questo io chiamo Arhat.

387

Durante il giorno splende il sole,

durante la notte la luna, splende il guerriero nell’armatura,

splende l’Arhat quando medita,

ma il Buddha splende sempre, di giorno e di notte. Continue reading »

5 – THE INVINCIBLE ONE

5 – THE INVINCIBLE ONE

Neither fear of fortune’s loss nor hope of future gain can

distract the virtuous from the practice of giving

Pg 35 -At one time when the Buddha was still a Bodhisattva, he was born in an illustrious family and later became head of his guild. He radiated generosity and morality, and excelled in sacred learning, self-discipline, and spiritual knowledge, embodying both wisdom and humility.

Blessed with such boundless riches, he seemed like Kuvera himself. Charity was for him a perpetual practice-and so he became a constant source of wealth. Best of almsgivers, he lived only to benefit humanity; truly oblivious to all manner of greed and selfishness, he soon came to be known as Avishahya, `the Invincible One’. He was as happy to see beggars as they were to see him: At first sight, both knew that their fondest wish had been granted. He was, indeed, incapable of refusing any request, and his great compassion left no room in his heart for attachment to wealth. His highest joy, therefore, was to watch the mendicants carry off the finest objects from his home. He saw those so-called goods for what they were, sources of desire and discontent that would quickly lead to dissatisfaction without any apparent cause.

Indeed, riches joined with greed may be called swift caravans on the road to despair. His riches, on the other hand, brought true benefit both to himself and to others. The Great Being gave the mendicants whatever they desired and ornamented his gifts with respect and freedom from emotionality, in this way satisfying them wholly. Continue reading »

La storia del mercante nel deserto

Una volta, molto tempo fa, un Mercante, coi suoi beni impacchettati in vari carri, arrivò ad un deserto. Egli era in viaggio proveniente da un paese sull’altro lato del deserto.

il Mercante disse fra sé e sé, "Questo per me non è il momento di dormire. Io devo trovare l’acqua.

il Mercante disse fra sé e sé, "Questo per me non è il momento di dormire. Io devo trovare l’acqua.

Il sole splendeva sulla finissima sabbia, facen-dola essere calda come la pancia di una stufa. Nessun’uomo alla luce del sole avrebbe potuto camminarvi sopra. Ma di notte, dopo che il sole era calato, la sabbia si sarebbe rinfrescata, e allora gli uomini avrebbero potuto viaggiare su di essa.

Quindi il Mercante aspettò fino a che scese il buio, e poi venne fuori. Oltre ai beni che doveva vendere, prese alcuni vasi di acqua e di riso, e legna da ardere, così che il riso poteva essere cucinato.

Lui ed i suoi uomini cavalcarono per tutta la notte. Un uomo faceva da guida. Egli, poiché conosceva le stelle, seguendole avanzava cavalcando per primo e guidava gli altri conducenti. Continue reading »

6 – THE HARE

6 – THE HARE

Pg 43- If even in lives as beasts the Great -Minded

have been known to practice charity,

who then, being human, should not be charitable?

In the middle of a forest was a clearing once frequented by ascetics. There the earth was carpeted with soft green grass; rich soil put forth flowers and fruits in lush profusion, and trees and greenery of all sorts abounded. Bordering this lovely spot was a sparkling river as blue as lapis lazuli.

In this forest, the Bodhisattva lived as a hare-an animal that shone with such goodness, such vigor, such strength and beauty that all the other animals in the forest looked to him as their king, none fearing him, none causing him fear. Satisfying his needs by simple blades of grass, wearing his own fur for the ascetic’s garments, he glowed like a Great Being. Everything he thought, everything he spoke, everything he did was motivated by a friendliness so pure and simple that even those beasts usually given to wickedness became his students and friends.

Among his devoted following, three in particular were attracted by the love and respect which his eminent qualities inspired, and they grew to be his constant companions: an otter, a jackal, and a monkey. These three loved the hare as if he were their kin, their mutual bond of respect binding them together in joy. They spent all their days with him, soon for-getting their lower natures-and compassion for all living creatures flowed from their hearts. Greed no longer tempted them, they forgot how to steal, and their lives began to con-form closely to the Dharma. Their minds became disciplined, clear, and strong. Continue reading »

Padmasambhava: Self Liberation through Seeing with Naked Awareness

Padmasambhava: This self-liberation through seeing with naked awareness is of such great profundity, and, this being so; you should become intimately acquainted with self-awareness.

Padmasambhava: This self-liberation through seeing with naked awareness is of such great profundity, and, this being so; you should become intimately acquainted with self-awareness.

Padmasambhava: Self Liberation through Seeing with Naked Awareness

  1. Here is contained “Self-Liberation through Seeing with Naked Awareness,” this being a Direct Introduction to the State of Intrinsic Awareness, From “The Profound Teaching of Self-Liberation in the Primordial State of the Peaceful and Wrathful Deities.”
    2. Homage to the Trikaya and to the Deities who represent the inherent luminous clarity of intrinsic awareness.
    3. Herein I shall teach “Self-Liberation through Seeing with Naked Awareness,” which is a direct introduction to intrinsic awareness From “The Profound Teaching of Self-Liberation in the Primordial State of the Peaceful and Wrathful Deities.”
    Truly, this introduction to your own intrinsic awareness should be contemplated well, O fortunate sons of a noble family!
    SAMAYA! Gya! Gya! Gya!
    4. Emaho!
    It is the single (nature of) mind, which encompasses all of Samsara and Nirvana.
    Even though its inherent nature has existed from the very beginning, you have not recognized it;
    Even though its clarity and presence has been uninterrupted, you have not yet encountered its face. Continue reading »

Aryasura: Fifty stanzas of guru devotion

STANZAS OF GURU DEVOTION

By Aryasura written in the first century B.C.

With an oral commentary by Geshe Ngawang Dhargey

Homage to the Bhagavan Vajrasattva.

Bhagavan is one of the many epithets used for an Enlightened Being, a Buddha. The Tibetan term for it, “Chom-dan-da (bCom-ldan ‘das)”, is etymologies as follows. “Chom” means to overcome. Buddhas have overcome both the obstacles preventing Liberation and those preventing Omniscience. Continue reading »

La storia delle quaglie 

Il saggio leader capì il piano del cacciatore per prendere le quaglie

Il saggio leader capì il piano del cacciatore per prendere le quaglie.

La storia delle quaglie.

Vi fu un tempo in cui molte quaglie vivevano insieme in una foresta. La più saggia di esse era il loro leader.

Vicino alla stessa foresta viveva un uomo che si guadagnava la vita prendendo le quaglie e vendendole. Ogni giorno lui ascoltava il richiamo del leader che chiamava le altre quaglie. Dai e dai questo cacciatore di uccelli, imitando il richiamo, fu capace di chiamare le quaglie. Sentendo la nota le quaglie pensavano che fosse il loro leader che le chiamava. Continue reading »

7 – AJASTYA THE ASCETIC

7 – AJASTYA THE ASCETIC

As generosity is such a great ornament even to ascetics,

how wonderful it is when displayed by householders!

Once when the Buddha was still a Bodhisattva travelling

through samsara for the good of the world, he was born as the child of an illustrious Brahman family whose purity of conduct was an ornament for the earth. As the full and spotless autumn moon beautifies the heavens, so did the birth of Ajastya enhance the luster of his family. In due time, after he had obtained the sacraments called for by the sacred texts and traditions, and after he had studied the Vedas and their many rituals, fame of his knowledge spread far and -aide.

The offerings he received from charitable lovers of virtue swiftly multiplied into considerable wealth. And, in turn, as an expansive cloud showers the fields, he regaled with treasures his relations and friends, beggars, guests, and teachers-the distressed as well as those worthy of honor. And so the bright glory of his learning, augmented by his generosity, shone forth all the greater, just as the beauty of the moon increases in autumn.

Yet the Great-minded One realized that the state of a householder is a source of sorrow, affording little comfort. A householder must involve himself in countless activities which lead to indiscretions and even greater difficulties. Turmoil surrounds the gaining of a fortune and the necessity of guarding it; struck by suffering’s hundreds of arrows, one slowly becomes careless in spiritual affairs, until tranquility is destroyed. Continue reading »

1 Ghesce Ciampa Ghiatso: Conversazione fra l’amore e la collera

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Graziella Romania

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Graziella Romania

Collera, tu fai perdere la felicità e la gioia a tutti gli esseri migratori,

ti insinui nella mente di tutti gli esseri viventi

separando gli amici e allontanando ulteriormente chi è già in disarmonia.

Se non ti contieni,

io, Amore, ti getterò nella bocca della Pazienza!”.

Io, Collera, sono una potente guerriera! Continue reading »

8 – The Strength of Love

8 – The Strength of Love

The truly compassionate take no heed of their own pleasure; it is the suffering of others which concerns them.

At a time when the Bodhisattva was established in the practice of compassion, intent on becoming a refuge for all beings, he set his mind on increasing the qualities which benefit the world-giving, self-discipline, devotion, and love for all beings. And so he was born as a king named Maitribala, ‘He Whose Strength is Kindness’.

Maitribala felt the suffering of his subjects as if it were his own, and protected his people skillfully. His sword was a mere ornament, for the other kings respectfully accepted his word as law, a law which was demonstrated in the measures he took to promote his people’s welfare. He ruled with right action; even punishment was but a means to increase benefits for his kingdom. He was like a father to his people, in that he protected them with the Dharma. While his liberality, his tranquility, his honesty and wisdom were all directed toward the welfare of others, he increased his own store of lofty actions, essential for the attainment of enlightenment. – … Continue reading »

La storia della misura di riso 

Una volta, un re disonesto aveva nella sua corte un uomo chiamato l’Estimatore. L’Estimatore era

Un giorno un rivenditore di cavalli portò cinquecento cavalli alla corte di questo re.

Un giorno un rivenditore di cavalli portò cinquecento cavalli alla corte di questo re.

colui che stabiliva il prezzo che doveva essere pagato per cavalli ed elefanti e gli altri animali. Egli metteva anche il prezzo su oro, gioielli,e cose di questo genere. Quest’ uomo era giusto ed onesto, e stabiliva il corretto prezzo che doveva essere pagato ai proprietari dei beni.

Il re non era contento di questo Estimatore, perché era onesto. “Se avessi un altro tipo di uomo come Estimatore, forse guadagnerei più ricchezza”, pensava il Re.

Un giorno, egli vide un misero e stupido contadino entrare nel recinto del palazzo. Il re fece subito chiamare il tizio e gli chiese se avesse gradito essere l’Estimatore. Il contadino disse che gradiva quella posizione. Quindi il re lo nominò Estimatore. Così cacciò via l’Estimatore onesto dal palazzo. Continue reading »

2 Ghesce Ciampa Ghiatso: Conversazione fra l’amore e la collera.

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Luciano Villa

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Luciano Villa

Il Commentario

Ora iniziamo la spiegazione del testo Conversazione fra l’Amore e la Collera.

Ho composto questo scritto nel 1987, mentre stavo facendo il ritiro del mandala del corpo di Chakrasamvara. Un mattino, prima della conclusione della sessione di meditazione, mi sono venuti alla mente questi versi che poi ho trascritto.

Collera, tu fai perdere la felicità e la gioia a tutti gli esseri migratori,

ti insinui nella mente di tutti gli esseri viventi

separando gli amici e allontanando ulteriormente chi è già in disarmonia.

Se non ti contieni,

io, Amore, ti getterò nella bocca della Pazienza!”.

La Collera Continue reading »

9 – Vishvantara

9 – Vishvantara

If ordinary beings are not capable of even appreciating the Bodhisattva’s actions, how can they follow his example?

Once the Shibis were ruled by a king whose every action was crowned with virtue. Samjaya was his name, a man whose valor, discretion, and modesty kept his passions firmly in check, and led him to become victorious and mighty. Because of his great virtue, Glory, faithful as an honest lover, followed him as fervently as a lion guards its den.

Due to his constant and strict respect for the elders, he had mastered the mysteries of the Vedas and metaphysics, and had become skilled in the administration of justice. His subjects therefore enjoyed the benefits of security and peace, and performed their tasks with the utmost joy and devotion. He honored all who came before him, whether they demonstrated their merit in spiritual practices, science, or the arts. – … Continue reading »

La storia dell’elefante

elefante

Devo essere gentile e buono. Non devo fare male ad alcuno.

Ora, una notte alcuni ladri entrarono nel cortile e si sedettero in terra appena fuori della stalla dove Volto Gentile dormiva. Il discorso dei ladri alla fine svegliò Volto Gentile.

“Questa è la strada per irrompere in casa”, essi stavano dicendo. “Una volta nella casa uccideremo chiunque si svegli. Un ladro non deve avere paura di uccidere. Un ladro deve essere crudele e non deve avere pietà. Egli non deve essere mai buono, neanche per un momento.”

Volto Gentile pensò, “Questi uomini mi stanno insegnando come io dovrei agire. Continue reading »

la storia del coniglio

Una volta un Coniglio si era addormentato sotto un albero di palme. Tutt’ad un tratto si svegliò, e

 “È vero che la terra sta per rompersi?” chiese il Leone.

“È vero che la terra sta per rompersi?” chiese il Leone.

pensò: “Oddio, se il mondo dovesse finire, cosa succederebbe mai di me?”

In quel momento, alcune Scimmie lasciarono cadere una grossa noce di cocco. Questa precipitò a terra proprio dietro al Coniglio.

Sentendo il rumore, il Coniglio disse: “Ecco! La terra sta crollando!”- Egli saltò sù e corse via più velocemente che poteva, senza neanche guardare per vedere cosa avesse provocato il rumore.

Un altro Coniglio lo vide correre, e gli gridò dietro, “Perché stai correndo così velocemente?”- “Non chiederlo a me!” piagnucolò il primo.

Ma l’altro Coniglio gli corse dietro, implorando di fargli sapere quale fosse il problema. Allora il primo Coniglio disse: “Non lo sai? La terra si sta rompendo!”. Continue reading »

3 Ghesce Ciampa Ghiatso: Conversazione fra l’Amore e la Collera.

Sua Santità il Dalai Lama, Ghesce Ciampa Ghiatzo e Lama Zopa Rinpoche

Sua Santità il Dalai Lama, Ghesce Ciampa Ghiatzo e Lama Zopa Rinpoche

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’amore come antidoto alla collera

L’amore è quell’attitudine mentale che desidera la felicità e la causa della felicità per tutti gli esseri senzienti. Tutti vorrebbero essere felici e, del pari, nessuno vuole soffrire. Anche insetti piccolissimi, come le formiche, se avvertono il pericolo scappano e, al contrario, quando trovano del cibo riescono a comunicarlo a tutto il formicaio, che arriva per prenderlo. In questo modo si aiutano fra loro. Anche noi, osservandole, possiamo sviluppare maggiore coraggio. Continue reading »

10 – The Sacrifice

10 – The Sacrifice

Those whose minds are virtuous cannot be seduced by the enticements of the wicked. Knowing this, strive to be pure in heart.

Long ago, the Bodhisattva, due to merit accrued during previous lives, was born a king. All the lesser rulers bowed before him, and so he ruled in peace, having no need to subdue either his own or other peoples. His claim to the throne was universally acknowledged, and his relations with other countries were calm and balanced. His land was free from every kind of disturbance, disruption, or disaster and all his subjects obeyed his commands without question.

Having subdued his only enemies, the senses, and having become totally unattached to the fruits of his own labors, the king had as his sole object the happiness of his subjects. And this he pursued with all his heart. Like a true Muni, he made the Dharma the only purpose of his actions. He also knew that human nature was drawn to emulate the highest, and so was particularly intent on the performance of his religious duties. In order to bring about the salvation of his people, he practiced giving and moral conduct, cultivated forbearance, and worked for the benefit of all sentient beings. With a countenance as mild as his thoughts, he appeared to his people to be an embodiment of the Dharma. – … Continue reading »

La storia del cervo di Banyan 

Quindi fecero un parco, vi piantarono l’erba e provvidero che i Cervi avessero l’acqua,

Quindi fecero un parco, vi piantarono l’erba e provvidero che i Cervi avessero l’acqua,

C’era una volta un Cervo color dell’oro. I suoi occhi erano come tondi gioielli, le sue corna erano bianche come argento, la sua bocca era rossa come un fiore, i suoi zoccoli erano duri e brillanti. Lui aveva un corpo grande ed una coda lunga e sottile.

Esso viveva nella foresta di Banyan ed era il capo di un branco di cinquecento Cervi. Lì vicino viveva un altro branco di Cervi, chiamati Cervi Scimmia. Anche loro avevano un capo. Al Re di quel paese piaceva cacciare i Cervi e mangiare la carne di cervo. Non gli piaceva però andarci da solo così un giorno lui chiamò le persone della sua città chiedendo loro di andare a caccia con lui.

Al popolo tutto ciò non piaceva perché mentre loro erano via nessuno faceva il loro lavoro. Quindi decisero di fare un parco e portare i Cervi in esso. Così il re avrebbe potuto andare e cacciare nel parco e loro potevano proseguire nel loro lavoro quotidiano. Continue reading »

La storia dei due mercanti

C’era una volta, in un certo paese, un Mercante economo che, arrivando ad una grande città, comprò una grande provvista di beni. Lui caricò i carri coi beni che doveva poi vendere, allorchè avrebbe viaggiato attraverso il paese.

Un giovane Mercante, più stupido, stava comprando beni nella stessa città. Anche lui avrebbe venduto ciò che aveva comprato, nei suoi viaggi attraverso il paese.  Continue reading »

11 – Shakra

11 – Shakra

Neither adversity nor the majesty of sovereign power will diminish the compassion of the noble minded toward sentient beings.

For countless lifetimes, the Bodhisattva performed virtuous actions, thoroughly actualizing the meaning of giving, self-discipline, responsibility, and compassion. When his every action was directed toward the benefit of others, then, it is said, he became Shakra, Lord of the Gods.

During the time the Bodhisattva held this high rank, he displayed greater majesty than had any of his predecessors, just as moonlight is reflected more brilliantly from a newly painted palace. Such was his mighty state, such was his brilliance that the asuras were willing to expose themselves to the tusks of his world, conquering elephants in order to challenge his position. But though he readily enjoyed the happiness and glory at his command, the bliss that was his due did not swell his heart with pride. Ruling heaven and earth in the proper manner, he acquired a glory that pervaded the entire universe. –  … Continue reading »

La storia dei tre principi

buddha

Una volta c’era un re che aveva tre figli. Il primo si chiamva Principe delle Stelle. Il secondo si chiamava Principe della Luna ed il terzo Principe del Sole. Il re fu così felice quando nacque il terzo figlio che promise di dare alla regina qualunque cosa che lei avesse chiesto.

La regina serbò la promessa, aspettando finché il terzo figlio fu cresciuto, prima di chiedere al re di darle il beneficio. Nel ventunesimo compleanno del Principe Sole lei disse al re, “Gran Re, quando il nostro bambino più piccolo nacque tu dicesti di darmi un beneficio. Ora io ti chiedo di dare il regno al Principe Sole”.

Ma il re rifiutò, dicendo che il regno doveva andare al figlio più grande, perché gli apparteneva di diritto. Poi il diritto sarebbe andato al secondo figlio, e finché essi non fossero entrambi morti, il regno non poteva andare al terzo figlio.

La regina andò via, ma il re capì che lei non fu soddisfatta dalla sua risposta. Lui temeva che lei avrebbe danneggiato i due principi più vecchi per far posto al Principe Sole. Continue reading »

12 – The Brahman

12 – The Brahman

What is it that keeps the virtuous on the path of good conduct? Their sense of shame and decency.

Once the Bodhisattva took birth as the son of illustrious brahmans, well-respected for their ancestry and their conduct, a family which upheld traditional customs, self-discipline, and practice. He received the usual sacraments and purification rites in due course, and at the proper age was gent to live with a teacher distinguished for his learning, his birth, and his exemplary conduct.

The boy’s quick grasp of what he was taught, his sense of responsibility (for which his family was noted), his good manners, and his tranquil demeanor ― all rare ornaments in a youth ― led his teacher to look upon him with particular love and pleasure. Indeed, if the magic of virtue can charm even those burning with the fires of hatred, how much more will it erect those who are good-hearted? – … Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Sei cause ed un effetto.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Quindi, riconoscendo la grande gentilezza degli esseri, sorgerà un senso di gratitudine nei loro confronti e il desiderio di ricambiarla. Il desiderio di donare loro la felicità è lo sviluppo della mente amorevole. Dobbiamo meditare in questo modo sull’amore.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Quindi, riconoscendo la grande gentilezza degli esseri, sorgerà un senso di gratitudine nei loro confronti e il desiderio di ricambiarla. Il desiderio di donare loro la felicità è lo sviluppo della mente amorevole. Dobbiamo meditare in questo modo sull’amore.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

Il metodo mahayana per lo sviluppo della mente dell’illuminazione utilizzando il metodo delle sei cause ed un effetto..

Nel testo La preziosa ghirlanda di consigli per il re, Acharya Nagarjuna afferma che la radice per l’ottenimento dell’illuminazione è la generazione della grande compassione e della mente dell’illuminazione (bodhicitta); inoltre, occorre avere la comprensione della non dualità.

Tutte le qualità degli uditori, dei realizzatori solitari, dei bodhisattva e dei Buddha, provengono dalla grande compassione, dunque è importante che anche noi generiamo la forte motivazione di volerla ottenere.

La grande compassione ha come oggetto d’osservazione tutti gli esseri senzienti, nessuno escluso. Ma cosa si intende con questo termine? Per compassione intendiamo il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza e da ciò che la causa, le oscurazioni e le impronte. Continue reading »

13 – She Who Drives Men Mad

13 – She Who Drives Men Mad

The virtuous are always reluctant to follow a low road. Even when sick with heavy sorrow, their constancy allows them to maintain a steady course.

The Bodhisattva, during his many lives of striving to benefit beings by means of the special qualities of truthfulness, generosity, tranquility, and wisdom, once took birth as a king of the Shibis. Embodying the Dharma and self-discipline, he was able to secure the welfare of his subjects much as a father cares for his children ― influencing them to increase their virtuous qualities and to turn away from wrong actions. And so his subjects rejoiced both in this world and the next.

The king administered justice according to the Dharma, treating both kinsman and commoner alike. And because the people were encouraged to cultivate right action and to obstruct the path of wrongdoing, a ladder to the heavenly realms gradually came into being.

Understanding that the welfare of the world rested in righteousness, the king delighted in the path of the Dharma. :always acting in accord with the Dharma, not allowing — others to violate its precepts, the king thus protected his people. … Continue reading »

La storia del bue invidioso del maiale

C’era una volta un Bue chiamato Grande Rosso. Lui aveva un fratello più giovane chiamato Piccolo Rosso. Questi due fratelli facevano tutto il lavoro di trasporto con un carro in una grande fattoria.

Ora il coltivatore aveva un’unica figlia e lei si sarebbe presto sposata. Sua madre allora diede ordini che si fosse ingrassato il Maiale per la festa di matrimonio.

Piccolo Rosso notò che il Maiale veniva alimentato con cibo di prima qualità. Disse allora a suo fratello, “Come mai, Grande Rosso, che a noi che facciamo tutto il lavoro duro della fattoria, viene dato solamente paglia ed erba da mangiare? Quel pigro Maiale non fa niente tutto il giorno, ma mangia il cibo di prima qualità che il coltivatore gli dà.” Continue reading »

Presentazione del sentiero intermedio

bbhPresentazione del sentiero intermedio del ragionamento della Raccolta dei Soggetti

Omaggio ai Lama e al Protettore Manjushri

Contraddizione:

Definizione di contraddizione: (Due cose) che sono differenti e che sono riferite a una base comune impossibile a essere.

Per esempio: fenomeno impermanente e fenomeno permanente, forma e coscienza, definizione e definendum, e così via.

Quando viene divisa: 1) contraddizioni mutualmente esclusive, e

2) contraddizioni che non dimorano insieme

1) Definizione di contraddizioni mutualmente esclusive: ciò che dimora senza armonia, in modo tale che quando uno è stabilito, l’altro è escluso. Contraddizione mutualmente esclusiva e contraddizione sono mutualmente inclusivi.

Quando viene divisa: a) contraddizione diretta, e

b) contraddizione indiretta. Continue reading »

14 – Suparaga

14 – Suparaga

When one dwells in the Dharma, the truth is enough to dispel destruction. What more could one say of the good that comes from observing the Dharma? Thus, one should follow the Teachings.

During one of his many lifetimes, the Bodhisattva was a very wise ship captain. Great Beings, because of their innate acuity and clarity of mind, invariably surpass any other great men in the world in whatever art or science they undertake. Thus it was that during his life as a helmsman, the Bodhisattva possessed all the extraordinary qualities one could imagine.

Knowing the course of celestial bodies, he always knew his exact location and was therefore never lost; knowing all the different types of prognostication, he was always in tune with the shifting pattern of events and therefore knew whatever was timely or untimely; by observing the color of the water, the composition of the shore, the shape of the rocks, the species of birds, fish, and other creatures, he could easily place himself in any sea. In addition, he was always vigilant and never dull-witted, and was able to endure great cold, heat, rain, and fatigue. Being always careful and observant, and so skilled he never deviated from course, he was in great demand among sea merchants to guide them to their destinations, since his navigation was so very successful, he came to be known as Suparaga, ‘Good Passage’, after the seaport where he lived. – … Continue reading »

La storia dell’elefante nero

C’era una volta un uomo ricco che diede un piccolo Elefante ad una donna. Lei si prese la miglior

Gli uomini hanno un re, e fra gli animali, sia le bestie che i pesci anche ne hanno uno

Gli uomini hanno un re, e fra gli animali, sia le bestie che i pesci anche ne hanno uno

cura di questo grande cucciolo e presto divenne molto affettuosa con lui. I bambini nel villaggio la chiamavano ‘Nonna’, e il suo Elefante lo chiamavano “Il Nero della Nonna”. L’Elefante portava sulla sua schiena tutti i bambini del villaggio. Loro dividevano le loro caramelle con lui e lui giocava volentieri con loro.

“Per favore, Nero, facci fare un giretto”, gli dicevano quasi tutti i giorni. “Avanti! Chi sale prima?” Nero rispondeva e li prendeva con la sua proboscide, li penzolava in alto per aria, e poi li rimetteva di nuovo  giù, con molta cura. Ma Nero non faceva mai alcun altro lavoro. Lui mangiava e dormiva, giocava coi bambini, e faceva compagnia alla Nonna.

Un giorno Nero volle che la Nonna venisse nei boschi con lui.

“Io non posso venire, mio caro Nero. Io ho troppo lavoro da fare.”

Allora Nero la guardò e si accorse per la prima volta che lei era diventata vecchia e debole. Continue reading »

15 – The Fish

15 – The Fish

If those who practice good conduct successfully realize virtuous ideals in this life ― how much more will they be able to realize virtuous ideals in the next! Therefore strive for pure conduct.

Once the Bodhisattva was born as king of all the fishes that lived in a certain large lake ― a lake with lovely waters adorned by water-lilies and red lotuses, by lotuses of white and blue, its surface sprinkled with the blossoms of neighboring trees. This was a lake much favored by swans and ducks and geese.

By long and sustained practice, good or wicked actions become inherent in one’s nature to such a degree that in future existences they are performed without effort, as if in a dream. Thus it was that the Bodhisattva was intent on acting solely for the good of others, even in his existence as a fish.

The Great Being cared for his fellow fish as if they were his own offspring, ministering to their every need with gifts, the kindest of words, and the like. Through skillful means he gradually restrained them from desiring to harm each other, and so they gave up their cruel manner of feeding. In time, a mutual affection even developed among the fishes. – … Continue reading »

16 – The Baby Quail

16 – The Baby Quail

Not even fire can destroy the power of speech purified by truth; knowing this, who would not always endeavor to speak the truth?

Once the Bodhisattva lived in a forest as a baby quail. Together with his many brothers, he lived in a nest built with great care by his parents on a vine in the middle of a thicket, firmly protected by a strong covering of grass. Having emerged from the egg only a few days before, his wings were not yet developed, and in his small, weak body his tender limbs were barely discernible.

Yet even in such a life, the Bodhisattva had not lost his awareness of the Dharma, and refused to feed on any of the living beings brought by his mother and father. Instead he sustained himself on the vegetable food they gathered, such as grass seeds, figs, and the like. Continue reading »

Mahâsaropama Sutta – Il paragone del legno

Buddha Sakyamuni: E così il frutto dell'ascetismo, non è elemosina, onore e gloria, non virtù dell'Ordine, non grazia del raccoglimento, non chiarezza del sapere. Ma quella imperturbabile redenzione dell'animo, ciò è lo scopo: questo, monaci, è l'ascetismo, questo ne è il nocciolo, questo il fine.

Buddha Sakyamuni: E così il frutto dell'ascetismo, non è elemosina, onore e gloria, non virtù dell'Ordine, non grazia del raccoglimento, non chiarezza del sapere. Ma quella imperturbabile redenzione dell'animo, ciò è lo scopo: questo, monaci, è l'ascetismo, questo ne è il nocciolo, questo il fine.

Il paragone del legno

Questo ho sentito.

Una volta il Sublime soggiornava presso Râjagaham, sull’alpe del Picco dell’Avvoltoio, poco dopo che Devadatto s’era staccato dall’Ordine. Là egli si rivolse ai monaci pensando a Devadatto:

“Ecco un nobile figlio che ha lasciato la casa per l’eremo pensando: ‘Sono precipitato nella nascita, nella vecchiaia e nella morte; in guai, sofferenze e pene; nello strazio e nella disperazione; immerso e perduto nel dolore! Continue reading »

17 – The Jar

17 – The Jar

Drink is the source of many ills. Knowing this, the virtuous attempt to influence others against drinking even more so do they deter themselves.

Once the Bodhisattva manifested as Shakra, Lord of the Gods. Compassion having purified his mind, every one of his actions was directed toward fostering the happiness and good of others, through deeds of giving, morality, and self-restraint. Although he deeply enjoyed all the sensual pleasures which were due the gods, not once did he relax his exertions for the benefit of the world.

As a rule, those who drink deeply of the strong liquor of glory lose their alertness and forget even their own interests. They are like those gone mad. Shakra, however, did not let the intoxication of power go to his head. Continue reading »

La storia del granchio e la gru

Nell’antichità, vi fu un’estate molto calda in cui non vi furono molte precipitazioni. Tutti gli Animali soffrirono per la mancanza di acqua, ma la maggior parte dei Pesci soffrì più di tutti gli altri.

In un stagno pieno di Pesci, l’acqua era davvero molto bassa. Una gru stava appollaiata sulla riva guardando i Pesci.

“Cosa stai facendo?” le chiese un piccolo Pesce. Continue reading »

18 -The Wealthy Prince

18 -The Wealthy Prince

The life of a householder is beset with concerns that are in conflict with spiritual pursuits; those searching for the Truth gladly spurn such a life.

Once the Bodhisattva was born into a family of great wealth, renowned for its virtue and good conduct, and highly esteemed by the people. Like a refreshing well to those who led good lives, this family shared their store of treasures and grain with a and Brahmans, and opened their home to friends and kin. The poor and the needy were sustained by their gifts, while artisans received their patronage and protection. Even the king was pleased to secure their favor and hospitality.

As the Bodhisattva grew older, his scholarly interests led him to study all branches of the usual worldly sciences, as well as the more esoteric arts. His scholastic accomplishments, his physical beauty, and the worldly knowledge he displayed without infringing on the precepts of the Dharma won the hearts of his fellow citizens, who thought of him as kinsman. For not family ties alone, but the virtues or vices which bring esteem or scorn, are what make others friends or strangers. Continue reading »

19 – The Lotus Roots

Chapter 19 – The Lotus Roots

One who has learned to appreciate the happiness of detachment will turn away from worldly pleasures, avoiding them as if they were bringing him disgrace or harm.

Once the Bodhisattva was born to an illustrious family of Brahmans renowned for their virtues and freedom from vice. He had six younger brothers whose bearing and traits were similar to his own, and a sister, all of whom imitated him in every way, out of affection and esteem.

Having studied the sacred Vedas and mastered the sciences of medicine, martial arts, music, and craftsmanship, he was highly regarded by all the people. He was a devoted son to his parents, respecting them as if they were gods; to his brothers he was like a spiritual teacher or a father, instructing them in all the sciences. He was skilled in worldly affairs and distinguished by his impeccable discipline and way of life. Continue reading »

La storia dei corvi e dei gufi

Gli uomini hanno un re, e fra gli animali, sia le bestie che i pesci anche ne hanno uno

Gli uomini hanno un re, e fra gli animali, sia le bestie che i pesci anche ne hanno uno

Perché i Corvi tormentano i Gufi quando essi dormono di giorno? Per la stessa ragione per cui i Gufi tentano di uccidere i Corvi mentre loro dormono di notte.

Ascoltate una storia di tanto tempo fa e poi capirete il perché.

Una volta, le persone che vivevano insieme quando il mondo era giovane, scelsero un certo uomo come loro re. Anche gli animali a quattro zampe presero uno della loro razza come loro re. I pesci nell’oceano scelsero il proprio re che li dominasse. Infine anche gli uccelli si radunarono insieme su una grande pietra piatta, gridando:

“Gli uomini hanno un re, e fra gli animali, sia le bestie che i pesci anche ne hanno uno; ma noi uccelli non ne abbiamo alcuno. Noi dovremmo avere un re. Ora vediamo di sceglierne uno”.

E così gli uccelli discussero su, e alla fine della questione tutti loro dissero, “Facciamo in modo che il Gufo sia il nostro re.” Continue reading »

20 -The Treasurer

20 -The Treasurer

Assumed to possess a virtue they lack, the virtuous are spurred on to attain it. Considering this, all should strive for virtue.

Once the Bodhisattva lived as a king’s treasurer, renowned for his learning, his nobility, and his modest behavior. He had both lofty aspirations and a fine intellect, and a love for honesty in business as well as for the study of the many branches of science. These virtues gave his speech an eloquence for which he had become well-known. His compassion overflowed; through gifts of charity, he dispersed his wealth in all directions ― it was no wonder he was considered the jewel of householders. The many virtues which ornamented his nature, a love of spiritual things and the like, caused the people to revere him above all others.

One day, when the Great Being had gone to the king’s palace on business, his mother-in-law appeared at his door to visit her daughter. After the usual welcome and inquiries about each other’s health, the mother, being alone with her daughter, plied her with questions: “And your husband, my dear?” she asked. “Does he love you? Does his work rob you of his time? Does he show you the proper attention? I do hope he never does anything to cause you grief?” Continue reading »

21 – The Story of Kuddhabodhi

21 – The Story of Kuddhabodhi

Those who can master their anger are able to pacify their enemies; those who cannot, inflame them.

Once the great Bodhisattva was born in this world to a certain noble family of brahmans renowned for their practice of virtue. Favored by the gods and honored by the king, they owned a large and flourishing estate. From early youth, the Great Being devoted his energies to cultivating the virtue of learning, so that by the time he was fully grown, his fame had already spread widely. As swiftly as a hero becomes known on the battlefield, as rapidly as a beautiful jewel gains note among collectors of gems, so quickly did his reputation grow among the learned.

Because of the Bodhisattva’s constant practice of the Dharma in previous existences, he soon reached the stage of wisdom where the idea of renunciation was so familiar that home life no longer gave him pleasure. He understood that worldly pleasures can never give true satisfaction ― that they are attended by the suffering of greed, quarrels, wars, and a host of other evils; that worldly pleasures are forever threatened by the fear of loss from acts of kings or thieves, from water, fire, one’s enemies, and so forth. Continue reading »

22 – The Noble Geese

22 – The Noble Geese

Even when in distress, the virtuous display right conduct of a kind impossible for the non-virtuous. How much more perfect their conduct must be when they are favored by fortune!

Once the Bodhisattva took birth as a king of the geese named Dhritarachtra, ruler of a vast flock living on Lake Manasa. Sumukha was his commander-in-chief, the protector of the king’s hundreds of thousands of subjects. Only slightly less exalted than the king himself, Sumukha was well skilled in the management of the king’s affairs, for he knew clearly what constitutes correct policy, and had a prodigious memory for events spanning vast extents of space and time.

Born of an illustrious family, Sumukha was endowed with constancy, honesty, and courage, his natural nobility embellished by talent, courtesy, and modesty. Distinguished by the purity of his conduct and mode of life, he was always vigilant, always clever, and his skill in management was faultless. Capable of enduring endless hardship, in military matters he was fearless, and he loved his king deeply. Sumukha was, indeed, a previous incarnation of the Buddha’s disciple Ananda. Continue reading »

23 – The Wise One

23 – The Wise One

The compassion felt by the virtuous for their benefactors does not diminish, no matter what injuries those benefactors might later inflict upon them: Such is the gratitude shown by the virtuous, Such their forbearance.

Once when the Bhagavat was still a Bodhisattva, he took birth as a wandering ascetic known as the Wise One, Mahabodhi. While still a householder, he had acquainted himself thoroughly with most branches of worldly learning, particularly the fine arts. After renouncing the world, however, he directed his mind exclusively to the study of the Dharma, in hopes of bringing benefit to all sentient beings.

Soon he had become a master in that field as well, and this accomplishment, when added to his already great store of merit, his knowledge of the world, and his lively intelligence, brought him great renown. And so it was that wherever Mahabodhi went, in whatever land he found himself, he was highly praised by the learned, by royalty, by brahmans and householders, as well as by those who lived in forest groves. For so it always is: Although virtues are always highly respected, it is their graceful practice that gains the affection of the people. Such grace will win even the praise of one’s enemies, who cannot respond otherwise for fear of their reputations. Continue reading »

24 – The great ape

24 – THE GREAT APE

When the virtuous are injured by others, they cry less for their own pain than for the merit thus forfeited by those who have injured them. At one time the Bodhisattva showed just this.

Near the Snow Mountains lies a blessed region, rich and inviting, fragrant as the sweetest of aloes, its mantle of magnificent forests as lush as dark silk. Birds of myriad colors and shapes enhance the landscape, which is so harmonious in shape and color that it appears to express a grand design. Here celestial beings sport in the clear waters of spring-fed mountain streams that flow over rocky ledges and tumble down cliffs in great waterfalls. Humming bees abound, and breezes fan the flowering trees. Here, the Bodhisattva once took birth as a great ape that lived alone. Continue reading »

25 – The fabulous Sharabha deer

25 – THE FABULOUS SHARABHA DEER

The truly compassionate show love even for those with murder on their minds; even when they themselves are in great distress, they would never desert such beings.

Once the Bodhisattva took the shape of a sharabha deer who lived in a forest far away from the sound of man, a forest inhabited by many different kinds of animals. Trees and shrubs and thick high grass covered this remote land, which was untrod by travelers and bare of any trace of carts or other vehicles. It was, indeed, a land traversed only by rivulets and ant trails.

This sharabha was no common deer. Extraordinarily vigorous and swift, he was also distinguished by his beautiful color. Full of compassion, he felt nothing but friendliness towards all animals; he lived happily in the forest, always content, subsisting totally on grasses, leaves, and water. Although he had the shape of a forest creature, he nonetheless possessed the firm intellect of a man. The qualities of this deer, demonstrated by his mercy toward every sentient being, his forest retreat, and his simple fare, were like those of a yogin longing for total detachment. Thus he ornamented the forest by his presence. Continue reading »

La storia dell’elefante bianco

Una volta c’erano dei falegnami che vivevano su una riva di un fiume vicino ad una grande foresta. Ogni giorno i falegnami andavano in barca fino alla foresta per tagliare gli alberi e farli diventare legname.

Un giorno mentre erano al lavoro, un Elefante venne da loro zoppicando su tre piedi. Esso alzò un piede ed i falegnami videro che era gonfio e dolente. Poi l’Elefante lo posò giù e gli uomini videro che nel piede dolente c’era una grande scheggia. Essi la estrassero e lavarono con cura la zampa indolenzita così che in breve tempo l’elefante stette di nuovo bene.

Grato per la cura, l’Elefante pensò: “Questi falegnami hanno fatto molto per me, io dovrò ricambiare essendo utile a loro.” Continue reading »

27 – The monkey king

27 – THE MONKEY KING

Those who walk the path of virtue can win over the hearts of even their fiercest enemies.

In the heart of the Snow Mountains is a blessed region. Watered by mountain currents clear as crystal, its soil is finely carpeted with herbs of healing powers. Hundreds of forest trees display an extraordinary variety of fruit and flowers, and throngs of birds fill the air with song.

In that forest the Bodhisattva lived as a monkey king. But even in that bestial form, his mind was formed by the constant practice of giving and compassion; depending on such friends as these, jealousy, selfishness, and cruelty would have nothing to do with him.

The monkey lived in a banyan tree, so tall that it seemed the lord of the forest. Like a mountain peak, it seemed to touch the sky; its thick, deep foliage was like a mass of clouds. Its long branches arched under the weight of large fruit, sweet and fragrant, and of a lovely bright color. Continue reading »

28 – The teacher of restraint

28 – THE TEACHER OF RESTRAINT

The immense forbearance of those who practice patience makes nothing too great to bear.

In a previous lifetime, the Bodhisattva once became a certain ascetic. He had seen that the life of a householder was full of suffering, and he knew that such a life was not conducive to spiritual pursuits. Beset with temptations, the householder’s life was exposed to the inroads of material and sensual pleasures which entailed the loss of modesty and spiritual goals. Such a life, in emphasizing the passions, was sure to lead to desire, hatred, impatience, anger, arrogance, pride, and greed. Continue reading »

Culamalunkyasutta

Buddha Sakyamuni, Culamalunkyasutta: Sia che viga la teoria: " il mondo ha fine ", e sia che viga la teoria: " il mondo non ha fine ", certo è che vi è nascita, che vi è vecchiezza, che vi è morte, che vi sono lamenti, pene, dolore, disperazione e mancanza di serenità, di cui già in questa stessa vita io insegno a realizzare la fine.

Buddha Sakyamuni, Culamalunkyasutta: Sia che viga la teoria: " il mondo ha fine ", e sia che viga la teoria: " il mondo non ha fine ", certo è che vi è nascita, che vi è vecchiezza, che vi è morte, che vi sono lamenti, pene, dolore, disperazione e mancanza di serenità, di cui già in questa stessa vita io insegno a realizzare la fine.

Il piccolo discorso di Malunkyaputta
Culamalunkyasutta
(Majjhima Nikaya, 63)

Così ho udito. Una volta il Beato soggiornava presso Savatthi, nel boschetto di Jeta, nel giardino di Anathapindika. In quel tempo, al venerabile Malunkyaputta, che meditava solitario, sorse il seguente pensiero: “Vi sono teorie che il Beato non ha spiegato, ha trascurato e rigettato, come ? Il mondo è eterno o non è eterno ‘. ‘ il mondo ha fine o non ha fine ‘. ‘ la vita e il corpo sono la stessa cosa o due cose diverse ‘. ‘ il Tathagata esiste o non esiste dopo la morte ‘. ‘ esiste o non esiste dopo la morte o né esiste né non esiste dopo la morte ‘. Il Beato non mi ha spiegato queste teorie.

E il fatto che non me le abbia spiegate, non mi piace, non le accetto; dunque, mi recherò da lui e lo interrogherò in proposito. Se il Beato vorrà spiegarmi se il mondo è eterno oppure non è eterno, se ha fine o non ha fine e così via, allora io condurrò vita religiosa; ma se non vorrà spiegarmi queste cose, rinuncerò all’ascesi (sikkha) e tornerò al mondo”.

Così verso sera, il venerabile Malunkyaputta, appena uscito dalla sua meditazione, si recò ove si trovava il Beato e, ivi giunto, dopo averlo salutato con riverenza, gli si sedette accanto.

Dopo essersi seduto, il venerabile Malunkyaputta disse al Beato: “O signore, mentre solitario stavo meditando, sorse in me il seguente pensiero: ‘ Vi sono teorie che il Beato non ha spiegato, ha trascurato e rigettato, come ? Il mondo è eterno o non è eterno ‘. ‘ il mondo ha fine o non ha fine ‘. ‘ la vita e il corpo sono la stessa cosa o due cose diverse ‘. ‘ il Tathagata esiste o non esiste dopo la morte ‘. ‘ esiste o non esiste dopo la morte o né esiste né non esiste dopo la morte ‘. Il Beato non mi ha spiegato queste teorie. Continue reading »

Anapanasati Sutta

Buddha Sakyamuni: “Ogni volta che un monaco, mentalmente presente, inspira ed espira, in quel momento, egli dimora praticando la contemplazione del corpo sul corpo, ardente, chiaramente comprendendo e mentalmente presente, avendo vinto il desiderio e l’angoscia nei riguardi del mondo”.

Buddha Sakyamuni: “Ogni volta che un monaco, mentalmente presente, inspira ed espira, in quel momento, egli dimora praticando la contemplazione del corpo sul corpo, ardente, chiaramente comprendendo e mentalmente presente, avendo vinto il desiderio e l’angoscia nei riguardi del mondo”.

Anapanasati Sutra o Discorso sulla consapevolezza del respiro

La presenza mentale del respiro, monaci, coltivata e regolarmente praticata, è di gran frutto e di gran beneficio.”

La presenza mentale del respiro, coltivata e regolarmente praticata, porta a compimento i quattro fondamenti della presenza mentale; i quattro fondamenti della presenza mentale, coltivati e regolarmente praticati, portano a compimento i sette fattori di illuminazione; i sette fattori di illuminazione, coltivati e regolarmente praticati, portano a compimento la saggezza e la liberazione.”

E in che modo coltivata e regolarmente praticata, la presenza mentale del respiro è di gran frutto e beneficio?”

Quanto a questo, monaci, un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero o in un luogo deserto, siede con le gambe incrociate, mantiene il corpo eretto e l’attenzione vigile. “

Consapevole inspira, e consapevole espira.”

I. Prima tetrade (Contemplazione del corpo)

1. Inspirando un lungo respiro, egli sa, “Io inspiro un lungo respiro”; espirando un lungo respiro, egli sa, “Io espiro un lungo respiro”.

2. Inspirando un breve respiro, egli sa, “Io inspiro un breve respiro”; espirando un breve respiro, egli sa, “Io espiro un breve respiro”. Continue reading »

29 – A visitor from Brahmaloka

29 – A VISITOR FROM BRAHMALOKA

Because wrong views have hellish consequences, those who follow such views are especially deserving of the compassion of the virtuous.

In one of the Bhagavat’s previous lives as a Bodhisattva, because of his constant practice of meditation and his vast store of good karma led him to take the shape of a Devarshi dwelling in the realm of Brahmaloka, the region of heavenly delights. Through the ripening of merit engendered in countless past lives, he had earned the privilege of enjoying the blissful meditations of the gods. However, because of his practice of compassion in previous lifetimes, even this supreme joy did not turn him from the desire to benefit others. Continue reading »

Ghesce Chekawa: L’Addestramento Mentale in Sette Punti

Chekawa Yeshe Dorje
Chekawa Yeshe Dorje

L’Addestramento Mentale in Sette Punti (Wyl. blo sbyong don bdun ma) (Tib.) “Lojong-Nyimai-Hoeser.” portato in Tibet da Atisha e scritto da Ghesce Chekawa (1102-1176), che formulò la tradizionale dottrina chiamata dei « Sette punti» in cui vengono insegnati: i preliminari e l’addestramento alla Bodhicitta, come trasformare le circostanze avverse in favorevoli, come comprendere i criteri per trasformare la mente, i consigli per l’esecuzione di questa pratica. Il testo originale di Chekawa non era organizzato in questi sette punti, il che è stato fatto in seguito dal suo discepolo Sechilphuwa Özer Shyönnu (aka Chökyi Gyaltsen) (1121-1189).

I Sette Punti sono:

1 I preliminari dell’addestramento mentale.

2. La pratica principale dell’addestramento mentale alla Bodhicitta. Continue reading »

Kamalashila: Gli stadi intermedi della meditazione

Kamalashila

Kamalashila

Gli stadi intermedi della meditazione.

In lingua indiana Bhavanakrama, e in lingua tibetana “Gompai Rimpa”.

Composta dal Maestro spirituale Acharya Kamalashila.

Omaggio al giovane Manjushri. Vorrei spiegare in breve gli stadi di meditazione per coloro che seguono il sistema dei sutra Mahayana. L’intelligente che intende attualizzare l’onniscienza in modo estremamente veloce dovrebbe fare uno sforzo deliberato per realizzare le sue cause e condizioni.

Non è possibile per l’onniscienza essere prodotta senza cause, perché se così fosse, tutto potrebbe essere sempre onnisciente. Se le cose fossero prodotte senza fare riferimento a qualcosa d’altro, potrebbero esistere senza vincolo, non ci sarebbe alcun motivo per cui tutto non possa essere onnisciente. Pertanto, poiché tutte le cose funzionali insorgono solo occasionalmente, esse dipendono strettamente dalle loro cause. Anche l’onniscienza è estremamente rara, perché non si verifica in ogni momento ed in ogni luogo, e non è che tutto può diventare onnisciente. Quindi, dipende certamente da cause e condizioni. Continue reading »

The Three

by Acarya Sri Pramodavajra

Homage to the Realization [that is] born out of faith1 in Self-Reflexive Awareness.2

Intelligence3 is free from existence, and yet the diversity of auto-appearances ceaselessly arise. Thus, all of phenomena4 is a manifestation of the Pure Field of Dharmakaya, simultaneously becoming liberated in its own nature. Thus:

  1. Direct5 introduction6 to one’s essential nature.7

  2. Direct recognition8 of that singular state.

  3. Direct continuation9 [of that recognition], with faith in Liberation.

The nature of mind10 from the beginning, is the Buddha-Absolute.11 Mind-in-itself, having neither origin nor end, is empty like space. Having completely realized the meaning of the nonduality12 of all phenomena: to abide thus, without seeking, this is the meditation. Continue reading »

Sallena Sutta

Buddha Sakyamuni: “L’uomo saggio, concretamente addestrato nella pratica del retto insegnamento, rimane equanime di fronte alle sensazioni gradevoli e sgradevoli che sorgono nella sua persona”.

Buddha Sakyamuni: “L’uomo saggio, concretamente addestrato nella pratica del retto insegnamento, rimane equanime di fronte alle sensazioni gradevoli e sgradevoli che sorgono nella sua persona”.

Il discorso del Buddha sulle due frecce o Sallena Sutta

Meditatori, sia l’uomo ignorante che l’uomo saggio che percorre il sentiero percepiscono sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Ma qual’è la differenza tra i due, ciò che li caratterizza?

Facciamo l’esempio di una persona che, trafitta da una freccia, ne riceva una seconda, sentendo quindi il dolore di entrambe le ferite. Ecco, la stessa cosa accade quando un ignorante, che non conosce l’insegnamento, viene a contatto con una sensazione spiacevole e – come reazione – si preoccupa, si agita, piange, grida, si batte sul petto, perde il senso della realtà. Continue reading »

30 – The Elephant

30 – THE ELEPHANT

Pain is a prize to the virtuous, if its end be the happiness of others.

Once the Bodhisattva took birth as a huge elephant who lived in a forest far remote from civilization. A lake both deep and wide ornamented this wilderness, which was surrounded on all sides by a barren desert. But the forest of this oasis was well-suited for elephants and many other forest creatures. The trees were laden with flowers and fruit; young shrubs and grasses carpeted the earth. Mountain ridges and plateaus bordered the forest, as if detained there by its charm.

Here in the forest the elephant lived the solitary life of an ascetic, satisfied by the leaves and lotus roots, the clear lake waters, and the virtues of contentment and tranquility. Continue reading »

Aggivacchagottasutta

Buddha Sakyamuni: “Alla cessazione del godimento segue la cessazione dell’appropriazione; dalla cessazione dell’appropriazione la cessazione del divenire; dalla cessazione del divenire, la cessazione della nascita; dalla cessazione della nascita, la cessazione della vecchiaia e della morte”.

Buddha Sakyamuni: “Alla cessazione del godimento segue la cessazione dell’appropriazione; dalla cessazione dell’appropriazione la cessazione del divenire; dalla cessazione del divenire, la cessazione della nascita; dalla cessazione della nascita, la cessazione della vecchiaia e della morte”.

Il discorso di Vacchagotta e del fuoco o Aggivacchagottasutta (Majjhima Nikaya, 72)

Così ho udito. Una volta il beato soggiornava presso Savatthi, nel boschetto di Jeta, nel giardino di Anathapindika. Ed ecco che l’asceta Vacchagotta si recò là dov’era il Beato. Dopo esservi giunto, scambiò con lui saluti cortesi e amichevoli egli sedette accanto. Una volta seduto, l’asceta Vacchagotta disse al Beato: “che cosa pensi, o Gotama? La tua opinione è, forse, che il resto del mondo sia eterno, che questo solo sia verità e stoltezza il resto?”.
“O Vaccha, non ho l’opinione che il mondo sia eterno, che questo solo sia verità e stoltezza il resto”.

Che cosa pensi allora, o Gotama? La tua opinione è, forse, che il mondo non sia eterno, che questo solo sia verità e stoltezza il resto?”.
“O Vaccha, non ho l’opinione che il mondo sia non eterno, che questo solo sia verità e stoltezza il resto”.
Che cosa pensi allora, o Gotama? La tua opinione è, forse, che il mondo abbia una fine, che questo solo sia verità e stoltezza il resto?”.
“O Vaccha, non ho l’opinione che il mondo abbia fine, che questo solo sia verità e stoltezza il resto”. Continue reading »

31 – Sutasoma

31 – SUTASOMA

Even a chance meeting with a virtuous person promotes well-being. For this reason alone, those who long for awareness and balance in their lives should seek out the virtuous.

Once the Bodhisattva was born into the illustrious royal family of the Kauravas, into a dynasty known the world over for its glory. It was a family held in deep affection by the people; even their proud neighbors had become their vassals, partly because of the sheer splendor of the Kauravas’ power, but also because of the purity of the family’s intentions.

Because the Bodhisattva was blessed with a face that reflected his hundreds of virtues, he was named Sutasoma, ‘Lovely as the Moon’. And like the moon in the bright half of the month, his glory and grace increased every day. Continue reading »

Lama Zopa: Riconoscere l’oggetto di negazione

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Milarepa è un esempio, ma ci sono molti altri esempi di praticanti che hanno realizzato la vacuità impegnandosi nella pratica ”.

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: Riconoscere l’oggetto di negazione

Per il gentile guru convenzionale Buddha Shakyamuni, lo scopo di apparire in questo mondo era quello di rivelare le quattro nobili verità, il fondamento del Buddha-Dharma, e il sentiero mahayana, sia dei sutra che dei tantra – i mezzi per liberare gli esseri senzienti dall’oceano delle sofferenze samsariche. Il Buddha ha detto che i il modo in cui i Buddha liberano gli esseri senzienti non è tramite il lavare via con l’acqua il loro karma negativo – la causa della sofferenza – né tramite la rimozione a mano simile al rimuovere una spina. Inoltre non liberano gli esseri senzienti impiantando le proprie realizzazioni nelle menti degli altri esseri senzienti. Invece, il modo in cui i Buddha liberano gli esseri senzienti è tramite il rivelare loro la verità: la perfezione della saggezza, la vacuità – la natura ultima dell’io, degli aggregati, della mente, dei fenomeni. Questo viene presentato indirettamente ne L’ornamento per la chiara realizzazione e direttamente negli insegnamenti de La via di mezzo e ne Il sutra del cuore, l’essenza della perfezione della saggezza. Continue reading »

The Cuckoo of Awareness

An Ornament for Acquiring Realization known as

The Six Diamond Stanzas

Translation of the Tun-huang manuscript:

Svasti: Holy Of Holies! Homage To The Body-Speech-Mind Of
The All-Beneficent Lord, Vajra Of Great Bliss!

I. The intrinsic nature of diversity is nondual, Continue reading »

32 – Prince of the iron house

32 – PRINCE OF THE IRON HOUSE

Those once struck by the weariness of existence are distracted by nothing on their road to enlightenment not even by the brilliance and lure of royalty.

A one time when our Lord was still a Bodhisattva, he looked upon the world and found it full of the sufferings of disease, old age, and death, of separation from loved ones, of the calamity upon calamity which beset every sentient being. Knowing that beings had no refuge, no guidance, no protection, he was moved by compassion to work for their liberation; he wished to gain the highest happiness even for those unknown to him and averse to his teachings.

At this time, the Bodhisattva was born to a certain royal family distinguished by both modesty and splendor. Their prosperity insured by the affection of their subjects, the family grew wealthy with ease and without oppressing their vassals, who proudly paid them homage. And so their fame and glory spread far and wide. All the citizens shared in both their joy and their grief, so it was no surprise that the child’s birth occasioned a festival for the court and capital. Continue reading »

Pema Chodron: La pratica del TongLen

Pema Chodron

Pema Chodron

Pema Chodron: La pratica del TongLen. Per avere compassione per gli altri, dobbiamo avere compassione per noi stessi.

In particolare, aver cura di altre persone che hanno paura, rabbia, gelosia, che sono sopraffatte da dipendenze di ogni genere, arroganti, orgogliose, avare, egoiste, meschine, e così via, avere compassione e cura di queste persone significa non fuggire dal dolore di trovare queste cose in noi stessi. In realtà, può cambiare tutto l’atteggiamento verso il dolore. Invece di respingerlo e di nascondersi, si può aprire il cuore e permettersi di provare il dolore, sentirlo come qualcosa che ci ammorbidirà e purificherà e ci renderà molto più amorevoli e gentili.

La pratica TongLen è un metodo per connettersi con la sofferenza, la nostra e quella che è tutt’intorno a noi, ovunque andiamo. Continue reading »

33 – The Buffalo

33 – THE BUFFALO

Forbearance exists only if there is an opportunity to show it. Knowing this, the virtuous appreciate those who would harm them, considering them benefactors.

Once the Bodhisattva took birth as a wild buffalo in a remote forest. Grim of appearance and caked with mud, he was as forbidding as a rolling thunder cloud of darkest blue. But even in that brute animal state where ignorance prevails and the concept of virtue is difficult to come by, his keen understanding led him to practice virtuous actions vigorously. He had served compassion so long it would not leave him.

Yet some influence, either of karma or of nature, must also be taken into account to explain his state. It is in reference to just such situations that the Buddha declared that the ripening of karma is inscrutable. For although the buffalo’s very nature was compassionate, he had obtained the state of a beast, albeit a beast who retained a knowledge of virtue. A series of existences cannot exist without karma ― and yet virtue (which leads to freedom from karma) could never lead to an animal birth, for its effects are always good. So it must be that even with the Bodhisttva’s consciousness of Dharma, some small residues of karma caused him, now and again, to find himself in such low states. Continue reading »

Il grande discorso della distruzione della brama

buddhaIl grande discorso della distruzione della brama o Mahatanhasankhayasutta

L’errata opinione di Sati, il figlio del pescatore.

Così ho udito. Una volta il Beato soggiornava presso Savatthi, nel boschetto di Jeta, nel giardino di Anathapindika. In quel tempo un monaco di nome Sati, figlio di un pescatore, aveva concepito quest’errata opinione: “Così io comprendo la dottrina insegnata dal Beato: questa nostra coscienza erra trasmigra immutata”.

Molti monaci udirono che costui aveva concepito tale errata opinione, perciò si recarono da lui e, giunti, gli dissero: “E’ vero, o amico Sati, che tu hai concepito questa errata opinione: ‘Così io comprendo la dottrina insegnata dal Beato: questa nostra coscienza erra trasmigra immutata ‘?. “Si, è così amici, io comprendo in tal modo la dottrina insegnata dal Beato: la nostra coscienza erra e trasmigra immutata”. Continue reading »

34 – The Woodpecker

34 – THE WOODPECKER

Even when provoked, the virtuous, being unaccustomed to such conduct, are incapable of committing a wicked act.

Once the Bodhisattva lived in a forest as a woodpecker, renowned for his beautiful feathers, so brilliant and many-colored. Owing to his inherent compassion, he refused to follow the sinful instincts of his kind, and abstained from injuring other living beings. He fed on sweet and savory flowers, fruit, and young shoots, and was content.

Manifesting his concern for others, he found occasion to teach the precepts of right living to help the distressed and to prevent the low-minded from untoward action. The multitudes of animals in that part of the forest thrived, protected by the Great Being in whom they had found a spiritual teacher, kinsman, physician, and king. The more they found themselves protected by the greatness of his mercy, the more their virtue increased. Continue reading »

Il Sutra dei dieci modi di compiere azioni virtuose

Buddha Sakyamuni: “Se uno smette di odiare, allora otterrà gli otto tipi di dharma della gioia della mente ”.

Buddha Sakyamuni: “Se uno smette di odiare, allora otterrà gli otto tipi di dharma della gioia della mente ”.

Così ho udito. Una volta il Buddha si trovava nel palazzo del Re Dragone dell’Oceano assieme a un’assemblea di ottomila grandi Bhikshu e trentaduemila Bodhisattva e Mahasattva. Allora Colui Che È Onorato Dal Mondo disse al Re Dragone: “Avendo tutti gli esseri coscienze e pensieri diversi, allora pure compiono azioni diverse e di conseguenza vi è un girare in tutti i differenti cicli dell’esistenza. Oh Re Dragone, guarda che le varietà di forme e di apparenze in questo consesso e nel vasto oceano non sono diverse l’una dall’altra. Tra tutte queste, non ve n’è alcuna che non sia creata dalla mente, causata dalle azioni di corpo, parola e mente, virtuose e non virtuose, e nonostante ciò la mente è senza forma e non può essere afferrata o percepita, ma è l’accumulazione non reale e il sorgere di tutti i dharma, che in ultimo sono senza padrone, senza io e mio.

Sebbene ciò che è manifestato da ciascun (essere), a seconda delle sue azioni, non sia lo stesso, tuttavia non c’è davvero un creatore di queste (azioni). Continue reading »

Mangala Sutra

Buddha Sakyamuni, Mangala Sutta: “Essere umili e gentili, mostrare gratitudine, essere paghi di una vita semplice e non perdere occasione di imparare il Dhamma. Questa è la più grande felicità”.

Buddha Sakyamuni, Mangala Sutta: “Essere umili e gentili, mostrare gratitudine, essere paghi di una vita semplice e non perdere occasione di imparare il Dhamma. Questa è la più grande felicità”.

Mangala Sutra  o Discorso sulla felicità

Ho sentito queste parole del Buddha una volta che il Signore viveva nelle vicinanze di Sàvatthì, al monastero di Anàthapindika, nel boschetto di Jeta. A notte fonda apparve un deva, tanto bello e luminoso da fare risplendere l’intero bosco. Dopo avere reso ossequio al Buddha, il deva gli pose una domanda in versi:

“Molti deva e uomini sono ansiosi di sapere

quali siano le azioni benedette

che conducono ad una vita di pace e felicità.

Per favore, vorresti indicarcele?”

Così rispose il Buddha:

“Non frequentare gli stolti,

ma vivere in compagnia dei saggi Continue reading »

Satipatthana Sutta

Il Sutra sui quattro fondamenti della consapevolezza

Sezione prima

Udii queste parole del Buddha a Kammassadharma, una città del popolo dei Kuru. Il Buddha si rivolse ai bhikkhu: “O bhikkhu”. I bhikkhu risposero: “Venerabile Signore”.

Il Buddha disse: “Bhikkhu, c’è una via meravigliosa per aiutare gli esseri viventi a realizzare la purificazione, superare direttamente il dolore e la tristezza, porre fine alla sofferenza e all’ansia, percorrere il retto sentiero e realizzare il nirvana. È la via dei quattro fondamenti della consapevolezza. Continue reading »

Avatasamka Sutra

Avatasamka Sutra: Lo spazio e gli esseri viventi sono infiniti, come anche le afflizioni e il frutto delle azioni passate.

Avatasamka Sutra: Lo spazio e gli esseri viventi sono infiniti, come anche le afflizioni e il frutto delle azioni passate.

AVATASAMKA SUTRA

Discorso della Ghirlanda di Fiori: le Dieci Grandi Aspirazioni del Bodhisattva Samantabhadra

Corpo, parola e mente in perfetta unità, mi inchino a infiniti Buddha del

passato, del presente e del futuro, in ogni mondo e nelle Dieci Direzioni.

Il potere del voto di Samantabhadra mi permette di essere presente in ogni luogo.

Ovunque vi sia un Buddha, sono anch’io. Incommensurabile è il Buddha e così io sono.

In un granello di polvere si trovano innumerevoli Buddha,

ciascuno di essi è presente nella nostra assemblea. Continue reading »

Preghiera al Buddha Amitayus per la lunga vita.

Buddha Amitayus

Buddha Amitayus

Preghiera al Buddha Amitayus per la lunga vita

O Buddha Amitayus, dalla lunga vita, senza fine e immutabile, che sei al di là della morte;
tu, che concedi i siddhi dell’immortalità,
protettore degli dei e degli umani,
ti prego estendi la vita e le attività illuminate della nostra santa guida spirituale.
RIN TZO TAK TEN MI GHIUR MI NUB CIN
CI ME TZE I NGO DUB CIOK TZO UE
LA MI TOM PA TZE PA ME GON KI
SCE GNE CEN PO KU TZE TZE TRIN PEL
Dotato di amorevole gentilezza e di grande compassione,
hai realizzato la pratica dell’ascolto, riflessione e meditazione,
hai rivelato completamente il significato, vasto e profondo, voluto da Buddha,
tu sei insondabile come l’oceano di saggezza di Arya Continue reading »

Preghiera a Maitreya

Buddha Maitreya

Buddha Maitreya

Composta dal Primo Dalai Lama durante la costruzione della statua di Buddha Maitreya al monastero di Tashi Lunpo, in Tibet

Quando il sole possente del Protettore

Quando il sole possente del Protettore Maitreya brilla

Sulla cima della montagna di Bodhgaya

Attraverso lo sbocciare del loto della mia saggezza

Possa io soddisfare gli esseri fortunati

Proprio come gli insetti sono soddisfatti dal nettare di un loto.

In quel momento, il Protettore Maitreya pieno di gioia

Poserà la sua mano destra sulla mia testa per

Predire il mio ottenimento dell’Illuminazione suprema e insorpassabile Continue reading »

Preghiera di dedica ai Precetti di Shantideva

Possano tutti gli esseri in ogni luogo,
Piagati dalla sofferenza di corpo e mente,
Ottenere un oceano di felicità e gioia

Per la virtù dei miei meriti.
Possa nessuna creatura vivente soffrire,
Commettere cattive azioni o anche ammalarsi.
Possa nessuno aver paura o sentirsi sminuito,
Con una mente oppressa dalla depressione.

Possano i ciechi vedere le forme,
Ed i sordi udire i suoni.
Possano coloro i cui corpi sono esausti per la fatica
Essere ristorati trovando riposo.

Possano i nudi trovare da vestirsi
Gli affamati trovare cibo .
Possano gli assetati trovare acqua
E bevande deliziose.

Possano i poveri trovare ricchezza ,
Quelli indeboliti dal dolore trovare gioia .
Possano gli abbandonati trovare speranza,
Costante felicità e prosperità.
Continue reading »

Il canto di Metta

Buddha Sakyamuni: Qualsiasi essere che si muove nell’aria possa essere libero dalla sofferenza e dal male e dalla sofferenza fisica e dal pericolo.

Buddha Sakyamuni: Qualsiasi essere che si muove nell’aria possa essere libero dalla sofferenza e dal male e dalla sofferenza fisica e dal pericolo.

Il canto di Metta, l’amorevole gentilezza buddhista

Possa io essere libero dal pericolo e dal male
essere libero dalla sofferenza mentale
essere libero dalla sofferenza fisica
avere cura di me stesso e vivere serenamente

possano mia madre e mio padre,
i miei insegnanti,
parenti ed amici
e i compagni spirituali
essere liberi dal pericolo e dal male
essere liberi dalla sofferenza mentale
essere liberi dalla sofferenza fisica
aver cura di se stessi e vivere serenamente
in questo monastero
possano tutti i meditatori
essere liberi dal pericolo e dal male
essere liberi dalla sofferenza mentale
essere liberi dalla sofferenza fisica
aver cura di se stessi e vivere serenamente

in questo monastero
possano tutti i monaci
e novizi
i laici
e le laiche
essere liberi dal pericolo e dal male
essere liberi dalla sofferenza mentale
essere liberi dalla sofferenza fisica
aver cura di se stessi e vivere serenamente Continue reading »

Gli Otto Precetti Mahayana

buddha

I precetti buddhisti non sono dei comandamenti, né semplici doveri. Si tratta piuttosto di strumenti utili per favorire il nostro cammino spirituale, la nostra comprensione, il nostro Risveglio. Sebbene i precetti si esprimano attraverso modelli di comportamento, la loro pratica non richiede un semplice adattamento forzato a tali modelli, bensì la consapevolezza che i precetti esprimono il principio secondo il quale tutti gli esseri e tutti i fenomeni sono interdipendenti.

1. Rispettare la vita di tutti gli esseri senzienti.
Si noti che non si parla semplicemente di “non uccidere”. La nostra pratica richiede piena sintonia con l’amore per tutti gli esseri viventi, quindi il rispetto non è mera astensione da comportamenti distruttivi. Rispettare la vita implica anche dei comportamenti attivi e positivi, verso tutto ciò che può tutelare o difendere la vita in tutte le sue manifestazioni. Continue reading »

Preghiere in tibetano

preghieraRifugio e Bodhicitta. Il Sutra del Cuore. Preghiera dei sette rami. Lode a Cenresig. Le Quattro meditazioni incommensurabili. Le Tre Pratiche Quotidiane per Rendere Omaggio. Dediche finali

Rifugio e Bodhicitta (viene indicata la fonetica tibetana e la traduzione letterale in italiano)

SANG GHIE CIÖ DANG TSOG CHI CIOG NAM LA

(Nei supremi Buddha, Dharma e Sangha)

GIANG CIUB BAR DU DAG NI CHIAB SU CI

(prendo rifugio fino all’Illuminazione)

DAG GHI GIN SO GHI PE Sö NAM CHI Continue reading »

Migtsema

Lama Tsong Khapadmigs brtse ma (Migtsema)

Preghiera in 5 versi a Lama Tsong Khapa

Avalokiteshvara,

grande Tesoro di Compassione senza oggetto;
Manjusri, Signore di Conoscenza Immacolata;
Padrone del Segreto, distruttore di tutte le armate dei mara;
Tsong Khapa, ornamento del capo dei Saggi della Terra delle Nevi (Tibet);
ai tuoi piedi Losang Dragpa, faccio richieste.
Continue reading »

La Preghiera che realizza tutte le Attività

Mipham Rinpoche

Mipham Rinpoche

La Preghiera che realizza tutte le Attività o La Grande Nube delle Benedizioni di Mipham Rinpoche

OM AH HUM HRI

DE CEN. BAR WA. WANG GYI. PO DRANG DÜ
Nella dimora del potere spirituale, che divampa di suprema beatitudine

DE DONG. SO SOR. DOG PE. YE SCE KÜ
ci sono le personificazioni della saggezza primordiale, unione di beatitudine e vacuità;

MA CIAG. DE DEN. PE ME. RANG SCIN LE
come i fiori di loto, sono libere dall’attaccamento e colme di beatitudine,

DOR JE. NYI MA. NANG WA. CEN PO PEL
esprimono la gloria del sole adamantino che risplende.

CIÖ KU. NANG WA. TA YE. DOR JE CIÖ Dharmakaya Amitabha, Vajradharma e Avalokiteshvara, Continue reading »

Versi per iniziare la giornata

AL RISVEGLIO

Svegliandomi al mattino, sorrido.

Ho davanti a me 24 ore nuove di zecca.

Faccio voto di vivere pienamente ogni momento

E di guardare tutti gli esseri con compassione.

IL PRIMO PASSO DELLA GIORNATA

E’ un miracolo

camminare sulla terra!

Ogni passo consapevole

Rivela il meraviglioso Dharmakaya.

APRENDO LA FINESTRA

Aprendo la finestra

Guardo fuori nel Dharmakaya.

Com’è meravigliosa la vita!

Attenta a ogni momento,

la mia mente è limpida come un placido fiume.

GUARDANDOSI ALLO SPECCHIO

La consapevolezza è uno specchio

Che riflette i quattro elementi.

Bellezza è un cuore amorevole.

Bellezza è una mente aperta. Continue reading »

Preghiera d’offerta del cibo

Preghiere d’offerta del cibo

Al prezioso Buddha, guida impareggiabile,

al prezioso Dharma, rifugio impareggiabile,

al prezioso Sangha, liberatori impareggiabili:

offriamo ai tre gioielli del rifugio

questo cibo dalle centinaia di sapori,

appetitoso e ben preparato,

al Conquistatore ed ai suoi figli offriamo con fede.

Per via di questo possano tutti i migratori

avere ricchezze,

e gioire del cibo della concentrazione.

Vedendo questo cibo come se fosse una medicina,

lo assumano senza attaccamento né avversione,

non per ingrassare, non per orgoglio,

non per sembrare più in forma,

ma solo per sostenere il corpo.

OM AH HUNG

To the Unsurpassable Guide, the Precious Buddha.

TON PA LA ME SANG GYE RINPOCHE

KYOB PA LA MED DAM CHO RINPOCHE Continue reading »

I Quattro Pensieri Illimitati

bh-kushinagarI Quattro Pensieri Illimitati
Possano tutti gli esseri separarsi dall’attaccamento
e dall’odio dall’essere vicini ad alcuni e lontani da altri
possa io essere equanime verso di loro.

Possano ottenere la straordinaria felicità degli
esseri superiori
possa io fare loro il dono dell’amore.
Possano attraversare l’oceano della sofferenza Continue reading »

Il saggio

Buddha Sakyamuni, Muni Sutta: “Equanime, avendo troncato le sue catene, libero dagli influssi impuri: gli illuminati lo chiamano saggio”.

Buddha Sakyamuni, Muni Sutta: “Equanime, avendo troncato le sue catene, libero dagli influssi impuri: gli illuminati lo chiamano saggio”.

SUTTA NIPATA 1.12
Muni Sutta
Il saggio

Il pericolo nasce con l’avere rapporti confidenziali,[ La brama e le false visioni]
la vita sociale produce la nascita delle impurità.[ Desiderio, avversione e ignoranza]
Libero da rapporti con altre persone,
libero dalla vita sociale:
così è la visione del saggio.

Chi, distruggendo ciò che nasce
non pianta nuovi semi
o nutre ciò che nascerà:
Egli viene chiamato l’errante, il saggio solitario.
Egli ha visto lo stato di pace.

Dopo aver considerato il terreno,
distrutto il seme, non nutre la linfa [ I cinque aggregati ( khandha: corpo, sensazioni, percezioni, formazioni mentali e coscienza), la sfera dei sensi e gli elementi formano il suolo che fa crescere il seme della coscienza – la coscienza che si sviluppa negli stati dell’esistenza. La linfa di questo seme è la brama inestinguibile.] Continue reading »

Buddha Akshobhya

akshobhya_-tibBUDDHA AKSHOBHYA

Akshobhya (l’Inamovibile, l’imperturbabile, il non fluttuante, l’immutabile, ciò che non può essere disturbato d’alcunché), il cui Sambhogakaya (corpo di fruizione o corpo nel paradiso dei Buddha) è Vajrasattva (l’Essere di puro Diamante), rappresenta la vittoria sulle passioni, deriva dalla sillaba blu HUM, è il Buddha che regna sul Paradiso d’Oriente ABHIRATI (in sanscrito “il gioioso” ). Colui che rinasce nel paradiso di Abhirati non può ricadere in reami inferiori, ovvero in livelli inferiori di consapevolezza, perciò tutti i praticanti devono mantenere la promessa che Akshobhya fece al Buddha. Continue reading »

Practice of Holy Transcendental Wisdom

Astasahasrika Prajnaparamita

Astasahasrika Prajnaparamita

The Stanzas on the Practice of Holy Transcendental Wisdom

Arya Prajna-Paramita Carya Gatha

Stanza I

1. vara-prema-gauravu-prasadu upasthapitva
2. prajahitva avarana-klesa malatikrantah
3. srutam jagartham abhiprasthita-suratanam
4. prajnaya paramita yatra caranti surah

1. Draw forth extreme love, yearning, and devotion; Continue reading »

Masters of Mahamudra

Songs and Histories of the Eighty-four Buddhist Siddhas

The Legends of the Eighty-four Mahasiddhas (Grub thob brgyad bcu tsa bzhi’i lo rgyus) by Mondup Sherab orally dictated by Abhayadatta Sri (12th c.) and Vajra Songs: the Heart Realizations of the Eighty-four Mahasiddhas (Grub thob brgyad bcu rtogs pa’i snying po rdo rje’i lu) by Vira Prakash, translated by Keith Dowman Continue reading »

Lama Zopa: La pratica della Devozione al Guru

Lama Zopa Rinpoche

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Il cuoco di Lama Atisha, che passava tutto il suo tempo a cucinare per Lama Atisha e non aveva mai tempo di meditare, aveva realizzazioni molto maggiori del geshe Kadampa Gombawa, un altro dei discepoli di Atisha, che passava tutto il suo tempo a meditare in una caverna”.

Come ho già detto, scopo della vita è essere di beneficio agli altri, fare sì che il vostro corpo, parola e mente portino agli altri beneficio. Tuttavia, ci sono diversi livelli di beneficio che possiamo offrire.

Innanzi tutto, possiamo donare agli altri la felicità di questa vita; più importante poi è fare sì che abbiano la felicità nelle vite future, e più importante ancora, è condurre gli altri esseri senzienti alla completa liberazione, alla definitiva libertà da tutta la sofferenza, il ciclo di morte e rinascita ed i tre tipi di sofferenza. Questi sono la sofferenza del dolore, la sofferenza del cambiamento, cioè il piacere temporaneo del samsara; e quella sofferenza che è di base alla altre due, la sofferenza pervasiva dei composti, gli aggregati che sono controllati dal karma e dalle afflizioni, ed il seme contaminato dei pensieri disturbanti, che è insieme il contenitore delle sofferenze di questa vita e la base per le sofferenze delle vite future. Il beneficio di condurre gli altri alla completa liberazione è molto più importante dei primi due. Tuttavia, il beneficio più elevato e più importante che si possa offrire agli altri esseri senzienti è il far sì che questi raggiungano la piena illuminazione, l’ottenimento completo di tutte le qualità di cessazione e realizzazione.

Per poter compiere questa opera in favore di tutti gli esseri senzienti in modo perfetto, senza errori, prima dovete raggiungere voi stessi la piena illuminazione. Continue reading »

Nagarjuna’s Mahamudra Vision

Nagarjuna

Nagarjuna

Homage to Manjusrikumarabhuta!

1. I bow down to the all-powerful Buddha
Whose mind is free of attachment,

Who in his compassion and wisdom
Has taught the inexpressible.

2. In truth there is no birth –
Then surely no cessation or liberation;
The Buddha is like the sky
And all beings have that nature.

3. Neither Samsara nor Nirvana exist,
But all is a complex continuum
With an intrinsic face of void,
The object of ultimate awareness.

4. The nature of all things
Appears like a reflection,
Pure and naturally quiescent,
With a non-dual identity of suchness.

5. The common mind imagines a self
Where there is nothing at all,
And it conceives of emotional states –
Happiness, suffering, and equanimity. Continue reading »

Ashvagosha: 50 verses on guru devotion

Ashvagosha: Be diligent in all your actions, (alert and) mindful never to forget (your word of honour).

Ashvagosha: Be diligent in all your actions, (alert and) mindful never to forget (your word of honour).

Fifty verses on guru devotion by Indian Master Ashvagosha

1. Bowing in the proper way to the lotus feet of my Guru, who is the cause for me to attain the state of a glorious Vajrasattva, I shall condense and explain in brief what has been said in many stainless tantric texts about Guru-devotion. (Therefore) listen with respect.2. All the Buddhas of the past, present and future, residing in every land in the ten directions, have paid homage to the Tantric Masters from whom they have received the highest initiations. (Is there need to mention that you should too?)

3. Three times each day, with supreme faith, you must show your respect to your Guru who teaches you (the tantric path), by pressing your palms together, offering a mandala as well as flowers and prostrating (touching) your head to his feet. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Come sviluppare amore

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Come sviluppare amore

L’amore universale – il desiderio che tutti siano felici e abbiano le cause della felicità – sorge dal comprendere come le nostre vite siano totalmente connesse con quelle di tutti gli altri. Ognuno di noi è parte dell’umanità, e il nostro benessere è intrecciato con quello dell’intera comunità globale – nessuno di noi può sfuggire agli effetti delle crisi economiche o del cambiamento climatico. Interconnessi come siamo con l’umanità, è totalmente appropriato estendere il nostro amore a tutti. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Come meditare

Sua Santità ilDalai Lama in meditazione.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Come meditare

La meditazione è uno strumento che può aiutarci a calmare le nostre menti, alleviare lo stress e sviluppare buone qualità. La maggior parte dei principianti è entusiasta di cominciare immediatamente, senza imparare molto sugli insegnamenti buddhisti. È una buona idea, tuttavia, progredire per fasi. La nostra meditazione diventerà gradualmente più profonda via via che impariamo di più su cosa abbia insegnato il Buddha. Continue reading »

Haribhadra: 22 Illustrations of the Mind of Enlightenment

Haribhadra

Haribhadra

TWENTY-TWO ILLUSTRATIONS OF THE MIND OF ENLIGHTENMENT

by

HARIBHADRA

The mind of enlightenment is like the earth, gold, the moon, fire, treasure, a jewel mine, the ocean, a vajra, the king of mountains, medicine, a guru, a wish fulfilling jewel, the sun, a song, a king, a treasure house, a highway, a horse, a spring, a sweet sound, a river and a cloud”

From Ornament of Insight by Asanga

A mind that seeks to become enlightened

for the sake of others is a mind of enlightenment .

Like the mighty earth a foundation of all that is good,

like gold never changing, Continue reading »

Chandragomin: Twenty Verses on the Bodhisattva Vow

Bodhisattva, Dunhuang cave

Bodhisattva, Dunhuang cave

Chandragomin: Twenty Verses on the Bodhisattva Vow

Make prostration with reverence and offer what you can

To the Buddhas and their disciples;

Then the moral code of bodhisattvas

Who abide in all time and space

That treasury of all merit

Should be taken, with lofty intention,

From a lama maintaining and learned in the vow,

Who is capable [of bestowing it].

At which time, because of the virtue in that

The Jinas and their disciples

With their virtuous hearts, forever

Consider you their beloved son. Continue reading »

Chod

Chod – Cutting Through the Ego

Yangthang Rinpoche, Hawaii 1991

Many texts have been written for the practice of chod and many treasure finders have revealed chod practices. All chod practices share certain characteristics which should be known. Since we are striving to gain buddhahood by following buddhist doctrine rather than non-buddhist doctrine, it is important for us to know the origins of buddhist practices. Chod and dzogchen are the sacred teachings of Lord Buddha who taught 84,000 different categories of teachings classified into nine systems of sutra and tantra. Chod belongs to both sutra and tantra.

Sutra contains both hinayana and mahayana and each vehicle contains a system of view, meditation and action. Chod is a mahayana practice and from the sutra point of view, Chod is an expression of the philosophical view of the Prajnaparamita Sutra or on Transcendental Wisdom. This sutra is a discourse on the wisdom of the two types of identitylessness: identitylessness of self and identitylessness of meanings or appearances. Continue reading »

Il sutra mahayana del nobile cumulo di prosperità

Buddha Sakyamuni: "Qualsiasi prosperità dei tre gioielli vi sia, possa quella prosperità apparire ora qui".

Buddha Sakyamuni: "Qualsiasi prosperità dei tre gioielli vi sia, possa quella prosperità apparire ora qui".

IL SUTRA MAHAYANA DEL NOBILE CUMULO DI PROSPERITÀ

Che dedichiamo alla rapida reincarnazione del Venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso, alla lunga vita di Kyabje Lama Zopa Rinpoche ed alla rapida attuazione del nuovo monastero di Pomaia, sosteniamo l’Associazione Sangha Onlus http://www.sangha.it/ .

Il sutra mahayana del nobile cumulo di prosperità

In sanscrito: Arya mangala kuta nama mahayana sutra.Omaggio a tutti i Buddha e bodhisattva.

Così udii. Una volta, il Bhagavan mentre si trovava sulla Montagna Suprema, nel palazzo Cumulo di Prosperità, dimorando nel boschetto di fiori, sotto un baldacchino di vajra affastellati, su un trono di gioielli impilati, sopra un sedile di filamenti di loto, accompagnato da un vasto seguito auspicale, circondato da mille e otto bodhisattva, grandi bodhisattva, che includevano il bodhisattva Mangala Vara, il bodhisattva Mangala Samgraha, Continue reading »

Il primo insegnamento in Italia del Ven. Ghesce Yesce Tobten

Il Ven. Ghesce Yesce Tobten, Richard Gere e Dechen Dolkar Presidente dell'Associazione Donne Tibetane in Italia.
Il Ven. Ghesce Yesce Tobten, Richard Gere e Dechen Dolkar Presidente dell’Associazione Donne Tibetane in Italia.

E’ con orgoglio e piacere che presento qui il 1° Insegnamento in Italia, donato da Gheshe là il 6 / 7 Luglio 1979 all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Robero Luccioli

Grazie Roberto per l’immensa gentilezza di ricordare a tutti la profondità degli insegnamenti di Ghesce Là.

Gheshe là dice che Lama Yesce gli ha chiesto di dare un breve discorso questa sera ed un altro domani sera, per cui adesso è qui con voi.

Ven. Ghesce Yesce Tobten

La ragione per cui sono venuto in Italia, dice Gheshe là , è perchè qui ci sono alcune persone interessate allo studio e alla pratica del Dharma e gli hanno chiesto di venire per insegnare e per questo Lui è venuto.

Ora, tra tutte queste persone che hanno interesse nel Dharma, nel Sentiero Spirituale, ve ne sono alcune che hanno interesse a conioscere questo Sentiero, a vedere di cosa si tratta, ed altre che sono interessate a metterlo in pratica ora, immediatamente. Continue reading »

A Ghesce Ciampa Ghiatso: Corpo del guru, mandala del cuore

Ghesce Ciampa Ghiatso con una bellissima bimba.

Ghesce Ciampa Ghiatso con una bellissima bimba.

Omaggio al guru Kyabje Ghesce Ciampa Ghiatso da Adalia Samten Sangmo, sua discepola. Inverno 2008.

Esiste un dolore dell’anima,

tagliente

come una lama di spada.

La sua luce è pura come un diamante.

Dalle sue lacrime nascono infinite creazioni,

proprio come, si dice, è nata Tara.

È il dolore che assiste al disgregarsi di una forma

nata dalla potente forza dell’Amore Incondizionato.

E’ un dolore puro,

della stessa forza creativa.

Per questo sono già  nati

piccoli meravigliosi fiori

dai mandala dei cuori.

Shantideva

Shantideva

Prima di conferire la trasmissione orale della Via del Bodhisattva, conosciuta in Sanscrito come la Bodhisattvacharyavatara, Shantideva fu deriso dalla sua comunità come un monaco pigro e poco studioso.

Shantideva (Sk: Shantideva; Tib: Shyiwa Lhà), fu un grande studioso indiano buddhista dell’ottavo secolo d.C. dell’Università di Nalanda ed un seguace della filosofia Madhyamaka di Nagarjuna . La Chan Ssu Lun della scuola cinese Madhyamika individua due diversi personaggi col nome di “Shantideva”: il fondatore del Sangha Avaivartika nel 6 ° secolo, e un successivo Shantideva che studiò a Nalanda nell’8° secolo che sembra essere la fonte delle biografie tibetane. Scoperte archeologiche sono a sostegno di questa tesi. Due fonti tibetane della vita di Shantideva sono gli storici Butön e Jetsün Tāranātha. Studi recenti hanno portato alla luce un manoscritto nepalese in sanscrito del 14° secolo sulla vita di Shantideva. Shantideva nacque come un bramino nel paese di Saurastra (nell’attuale Gujarat), era figlio del re Kalyanavarman ed ebbe il nome di Shantivarman. Shantideva era uno grande studioso e maestro buddista indiano che studiò presso l’Università monastica di Nalanda nell’VIII secolo c.C. Continue reading »

Jadho Rinpoche: Commentario al Guru Yoga di Kalachakra – 1

Kalachakra con la consorte Vishamata

Kalachakra con la consorte Vishamata

Jadho Rinpoche – Commentario al Guru Yoga in Sei Sessioni di Kalachakra (prima parte)

Vorrei quindi innanzitutto salutare tutti voi che siete qui presenti per questo insegnamento. Come sapete, l’argomento dell’insegnamento di questo incontro è il Guru Yoga della divinità Kalachakra, il Guru Yoga in Sei Sessioni di Kalachakra. Il commentario su questo testo richiede in generale delle condizioni, la prima condizione è che tutti gli ascoltatori dovrebbero avere ricevuto l’iniziazione e che siano intenzionati a praticare il Guru Yoga, queste sono le condizioni necessarie per potere partecipare al commentario. Penso che molti di voi abbiano già ricevuto l’iniziazione, però non penso che tutti l’abbiano ricevuta, coloro che non hanno ancora ricevuto l’iniziazione di Kalachakra, credo che siano intenzionati a riceverla in futuro. Continue reading »

La pratica in sette rami

Il Buddha della Medicina
Il Buddha della Medicina

Spiegazione semplice della pratica preliminare in sette rami

Alexander Berzin, Città del Messico, Messico, 21 Settembre 2001. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza

Calmarsi concentrandosi sul respiro La prima cosa che dobbiamo fare prima di iniziare qualsiasi pratica meditativa o di assistere ad un insegnamento è calmarci. Lo facciamo concentrandoci sul respiro. Respiriamo normalmente dal naso, non troppo velocemente, non troppo lentamente, in modo non troppo profondo né superficiale e contiamo i cicli del respiro. Ci sono vari modi di contare. Il modo abituale consiste in un ciclo che inizia con un’espirazione quindi, senza una pausa, un’inspirazione e si inizia a contare dopo l’inspirazione ma senza trattenere il fiato. Comunque la maggior parte delle persone trova più facile iniziare il ciclo inspirando, espirando in modo naturale e poi facendo una breve pausa dopo l’espirazione, e contare durante la pausa. Continue reading »

Il Buddhismo e la scienza

physique-quantiqueIl Buddhismo e la scienza

Singapore, 10 Agosto 1988. Estratto riveduto tratto da Berzin, Alexander e Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Domanda: Potresti dire qualcosa in più sulla relazione tra il Buddhismo e la scienza, e dare degli esempi specifici di alcuni punti in comune tra i due?

Risposta: I vari dialoghi tra i maestri buddhisti come Sua Santità il Dalai Lama e gli scienziati si sono finora concentrati principalmente su tre aree. La prima è l’astrofisica, fondamentalmente riguardo al modo in cui si è sviluppato l’universo. Ha avuto un inizio? È stato creato oppure è parte di un processo eterno? Un altro argomento è la fisica delle particelle, riguardo alla struttura degli atomi e della materia. La terza area è quella della neuroscienze, riguardo al modo in cui funziona il cervello. Queste sono le aree principali. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Bodhicitta, la mente dell’illuminazione

Il ven ghesce Ciampa Ghiatzo

Il ven ghesce Ciampa Ghiatzo

Ghesce Ciampa Ghiatso: Bodhicitta, la mente dell’illuminazione

In silenzio esaminiamo e scopriamo lo stato della nostra mente. Impostiamo una motivazione positiva, il desiderio di raggiungere l’illuminazione e ottenere lo stato di Buddha per essere in grado di beneficiare tutti gli esseri senzienti. Per questa ragione ora ci accingiamo all’ascolto. L’argomento che mi è stato richiesto è bodhicitta. Bodhicitta è un termine sanscrito: ‘bodhi’ vuol dire illuminazione, ‘citta’ significa mente, quindi ‘mente dell’illuminazione’, il desiderio di illuminarsi. Nel contesto di bodhicitta possiamo distinguere due tipi di aspirazione: quella causale e quella simultanea o concomitante. L’aspirazione causale è la grande compassione, cioè il desiderio che tutti gli esseri senzienti siano liberi dalla sofferenza, quella concomitante è il desiderio di ottenere l’illuminazione. Continue reading »

Tokmé Zangpo: How to Transform Sickness

Gyalse Tokme Zangpo

Gyalse Tokme Zangpo

How to Transform Sickness and Other Circumstances by Gyalsé Tokmé Zangpo

Namo guru!

This illusory heap of a body, which, like others, I possess
If it falls sick, so be it! In sickness I’ll rejoice!
For it will exhaust my negative karma from the past,
And, after all, many forms of Dharma practice,
Are for the sake of purifying the two obscurations.

If I am healthy, so be it! In freedom from sickness I’ll rejoice!
When body and mind are well and remain at ease,
Virtuous practice can develop and gain strength, Continue reading »

Nagarjuna: Great Praise of the Ten Acts of the Buddha

Arya Nagarjuna

Arya Nagarjuna

Great Praise of the Ten Acts of the Buddha

by Arya Nagarjuna

With skilful means and compassion, you were born in the Shakya clan,

Unconquerable by others, you vanquished Mara’s hordes,

Your physical form resplendent, like a mountain of gold.

To you, the King of the Shakyas, I pay homage!

You I shall praise, who first awakened the mind of enlightenment,

Then completed the accumulations of merit and wisdom, Continue reading »

Il Bodhisattvacharyavatara di Shantideva, Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva

Sua Santità il Dalai Lama: Il principale scopo degli insegnamenti del Mahayana è lo sviluppo di una mente che desidera fare il bene degli altri esseri viventi.
Sua Santità il Dalai Lama: Il principale scopo degli insegnamenti del Mahayana è lo sviluppo di una mente che desidera fare il bene degli altri esseri viventi.

Il Bodhisattvacharyavatara o Bodhicaryāvatāra, a volte tradotto in inglese come Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva o Guida alla Via del Bodhisattva, è un famoso testo buddhista Mahāyāna scritto in versi in sanscrito nel 700 d.C. circa da Shantideva, un grande maestro buddista dell’Università Monastica di Nalanda in India. È in dieci capitoli dedicati allo sviluppo della bodhicitta (la mente dell’illuminazione), attraverso la pratica delle sei perfezioni (paramita Skt.). Il testo inizia con un capitolo che descrive i benefici del desiderio di raggiungere l’illuminazione. Il sesto capitolo sulla paramita della pazienza (sanscrito Kṣānti) è considerato da molti buddisti come l’apice della produzione su questo argomento ed è la fonte di numerose citazioni attribuite a Shantideva. Studiosi tibetani considerano il nono capitolo sulla “Saggezza” come la più succinta e chiara esposizione del punto di vista Madhyamaka. Il decimo capitolo è una delle preghiere più popolari Mahāyāna.

Continue reading »

Jadho Rinpoche: Commentario al Guru Yoga di Kalachakra – 2

Particolare del cuore del mandala di Kalachakra

Particolare del cuore del mandala di Kalachakra

Jadho Rinpoche – Commentario al Guru Yoga in Sei Sessioni di Kalachakra (Seconda parte)

Ora ripassiamo velocemente gli argomenti di cui abbiamo parlato ieri. Potete quindi prendere il testo. La prima cosa importante è correggere la propria motivazione, successivamente prendere Rifugio tre volte e poi meditare sulla generazione della motivazione di Bodhicitta. Si effettua quindi la meditazione sui Quattro Pensieri Incommensurabili. Prima di proseguire con il verso relativo alla meditazione sulla generazione della Bodhicitta dell’aspirazione e successivamente Bodhicitta dell’impegno, prima ancora di meditare sul verso, farebbe bene riflettere per qualche istante sull’importanza di coltivare la motivazione di Bodhicitta Continue reading »

Lama Tsong Khapa: Canto di esperienze spirituali

Lama Tzong Khapa: La saggezza è l'occhio con cui comprendere la profonda realtà.

Lama Tzong Khapa: La saggezza è l’occhio con cui comprendere la profonda realtà.

Canto di esperienze spirituali o Linee d’esperienza spirituale o

Il significato conciso del Sentiero Graduale o 

I Punti Abbreviati degli Stadi della Via dell’Illuminazione

Lam-rim bsdus-don

di Lama Tsong Khapa

1 Mi prostro davanti a Te, o Buddha, capo della stirpe dei Sakya.

Il Tuo corpo illuminato ha origine da decine di milioni di virtù eccellenti e da perfette realizzazioni. (1)

La Tua parola illuminata esaudisce i desideri di innumerevoli esseri.

La Tua mente illuminata percepisce la realtà di ogni oggetto di conoscenza esattamente cosi’ com’è.

2 Mi prostro davanti a Voi, Maitreya e Manjushri, supremi figli spirituali di questo impareggiabile maestro. Assumendovi la responsabilità di tutte le azioni illuminate del Buddha, manifestate Vostre emanazioni in innumerevoli mondi. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Preghiera finale del Lam Rim

Lama Tzong Khapa il fondatore della Scuola Ghelupa

Lama Tzong Khapa il fondatore della Scuola Ghelupa

PREGHIERA FINALE DEL LAM RIM composta dal Venerabile Maestro Sumati Kirti, Lama Tzong Khapa

A causa delle due raccolte, vaste come lo spazio, da me accumulate

impegnandomi con sforzo in questa pratica per lungo tempo,

possa io divenire il Buddha principale per tutti coloro Continue reading »

1 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: I benefici della mente dell’illuminazione.

Bodhisattvacharyavatara I, 27: Se il semplice pensiero di voler aiutare gli altri ha davvero più valore della venerazione dei Buddha, cosa dire allora di quello di impegnarsi nelle azioni a favore di tutti gli esseri per donargli tutti i possibili benefici?

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 1 – I BENEFICI DELLA MENTE DELL’ILLUMINAZIONE

I meriti del pensiero del risveglio: Bhodicitta

Omaggio a tutti i Budda e i bhodhisattva

1 Con rispetto m’inchino a tutti i Buddha che risiedono nel nirvana, al Dharma che hanno insegnato, ai loro figli Bhodisattva ed a coloro che sono degni di venerazione.

2 Nulla è esposto qui che non sia già stato spiegato precedentemente, io non possiedo alcuna abilità nell’arte della scrittura.

Non pretendo che tutto ciò possa essere di beneficio ad altri, perciò ho scritto tutto questo al solo scopo di approfondire la mia comprensione.

3 A causa di questi miei versi, possa la mia fede aumentare cosi da aver io condotta positiva.

Se per caso verranno letti da altri, possano essi trovarvi significato utile.

4 La preziosa rinascita umana è difficilissima da ottenere, ed altrettanto è difficile ottenere liberazioni e realizzazioni.

Se non approfitto durante questa vita ai benefici accumulabili in essa, quando mi si ripresenterà l’occasione?

Continue reading »

Gendun Tenzin Gyatso: The Sun Radiating Light of Goodness and Munificence

The Fourth Amdo Zhamar Gendun Tendzin Gyatso (a mdo zhwa dmar 04 dge ‘dun bstan ‘dzin rgya mtsho)

The Sun Radiating Light of Goodness and Munificence: Laying Out the Points of Guided Meditations Of the Path of Bliss, A Treatise on the Path to Enlightenment” by the Fourth Amdo Zhamar Gendun Tenzin Gyatso. Translated by Tenzin Tsepag.

Draft One [Page 1]

The Sun Radiatiing Light of Goodness and Munificence: Laying Out the Points of Guided Meditations Of the Path of Bliss, A Treatise on the Path to Enlightenment.

Equalling the expanse of the space of knowledge (she-ja) in the three times, Magnificent with the sacred light of excellent (rab) wisdom,

From the depths of my heart I bow to my kind master skilled in spreading out The delightful lotus of scripture and realization until the end of the ocean (gya tsho). Continue reading »

The Jewel Rosary of the Bodhisattvas

Atisha Dipankara Shrijnana: When giving advice or instructions, do so with compassion and goodwill.

Atisha Dipankara Shrijnana: When giving advice or instructions, do so with compassion and goodwill.

The Jewel Rosary of the Bodhisattvas by Atisha Dipamkara

In the language of India: Bodhisattvamaṇyāvalī
In the language of Tibet:
byang chub sems dpa’i nor bu’i phreng ba
In the English language: The Jewel Rosary of the Bodhisattvas

Homage to great compassion!
Homage to the masters!
Homage to the deities who inspire devotion!

Put aside all doubt and hesitation,
And take delight in earnest practice,
Abandon entirely lethargy, dullness and laziness,
And exert yourself constantly with enthusiasm.

With mindfulness, vigilance and carefulness,
Guard the doors of your senses at all times.
Again and again, thrice by day and by night,
Examine the continuum of your mind. Continue reading »

A. Berzin: Introduzione al Tantra

Il punto più importante da considerare prima di prendere un´iniziazione sono le qualificazioni del maestro.

Il punto più importante da considerare prima di prendere un´iniziazione sono le qualificazioni del maestro.

Introduzione al Tantra

Alexander Berzin, 1997.

La necessità di avere un approccio realistico

Diventare un Buddha – qualcuno che è completamente risvegliato – significa sormontare tutti i difetti e realizzare tutte le potenzialità per aiutare gli altri. È urgente trovare i metodi più efficaci per raggiungere questo scopo, perché c’è così tanta sofferenza nel mondo. Continue reading »

Il fascino del Buddismo

Il Buddismo si sta adattando ponendo l´enfasi su un approccio razionale e scientifico ai suoi insegnamenti. Il Buddismo spiega con chiarezza l’origine delle esperienze della vita e come possiamo relazionarci ad esse nel modo migliore.

Il Buddismo si sta adattando ponendo l´enfasi su un approccio razionale e scientifico ai suoi insegnamenti. Il Buddismo spiega con chiarezza l’origine delle esperienze della vita e come possiamo relazionarci ad esse nel modo migliore.

Il fascino del Buddismo nel mondo moderno

Singapore, 10 Agosto 1988. Estratto riveduto da Alexander Berzin e Thubten Chodron. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999.
Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Domanda: Quest´anno hai intrapreso un tour di conferenze che ti ha condotto in ventisei paesi. Raccontaci le tue osservazioni su come il Buddismo si sta diffondendo in posti nuovi. Continue reading »

Il Lam rim in base alle Quattro Nobili Verità

Il vero sentiero che porta a questo risultato prevede in primo luogo di sviluppare la motivazione di bodhicitta, che consiste nell’allargare o nell’aprire il nostro cuore agli altri e all’illuminazione, lo stato di Buddha, per poter essere di aiuto a tutti.

Il vero sentiero che porta a questo risultato prevede in primo luogo di sviluppare la motivazione di bodhicitta, che consiste nell’allargare o nell’aprire il nostro cuore agli altri e all’illuminazione, lo stato di Buddha, per poter essere di aiuto a tutti.

Il Lam rim strutturato in base alle Quattro Nobili Verità

Alexander Bezin, Varsavia (Polonia), 31 Luglio 1986.

Le quattro Verità di Fatto

Dopo che Buddha Shakyamuni dimostrò di aver raggiunto l’illuminazione, insegnò diversi metodi perché potessimo anche noi raggiungere quello stato. Il metodo principale consiste nell’adottare misure preventive, cioè nel praticare il Dharma. Prima di tutto ci sono (1) veri problemi, che ciascuno di noi deve affrontare; questi hanno (2) vere cause. Ciononostante possiamo ottenere una (3) vera cessazione di questi problemi ponendo fine alle loro cause, e per ottenere queste vere cessazioni dobbiamo sviluppare (4) veri percorsi mentali.

Livello iniziale

Queste quattro verità di fatto (Quattro Nobili Verità) possono essere comprese a molti livelli differenti. Al livello iniziale ci sono i veri problemi di prendere rinascita in stati di esistenza inferiori. Se ci trovassimo in uno stato di estrema sofferenza, dovuta per esempio a terribili malattie o a grandissima fame o sete, o se fossimo continuamente in preda a dolori atroci, non avremmo né il tempo né la possibilità di uno sviluppo spirituale. La nostra mente sarebbe completamente sopraffatta da questi problemi e difficoltà gravi. Continue reading »

Aspirare alla rinascita nel Dewachen

Buddha Amithaba

Buddha Amithaba

Per rinascere nel Dewachen o Deuacen: la Terra Pura di Buddha Amithaba.

E MA HO ! In questa Terra Pura conosciuta come La Grande Felicità risiede il meraviglioso Amithaba il Buddha della luce infinita, alla sua destra c’è il Signore della Grande Compassione (Cenrezig), alla sua sinistra il Signore dai Grandi Poteri (Vajrapani), sono circondati da innumerevoli Buddha e Bodhisattva.
Possiamo io e tutti gli esseri, non appena lasceremo questa vita, senza altre esistenze intermedie, prendere nascita in questa terra chiamata Deuacen, pervasa da inesprimibile meravigliosa felicità e vedere il viso del Buddha della luce infinita
Buddha e Bodhisattva delle dieci direzioni. Datemi le vostre benedizioni affinché possa essere realizzata senza ostacoli questa preghiera.

E MA HO NGO TSAR SANGHIE NANG UA TA YE DANG
IE SCIU GIO UO TU GE CEN PO DANG
ION DU SEMPA TU CEN TOB NAM LA
SANGHIE GIANG SEM PA ME COR GI COR Continue reading »

Lama Yeshe: L’importanza della comprensione

Il Ven. Lama Thupten Yesce
Il Ven. Lama Thupten Yesce: “se siete interessati a capire, fate in modo che ciò che fate diventi effettivo”.

Quando i cinesi torturano i tibetani, li chiudono in una cella senza cibo e vestiti e gli dicono: ”credi nel Buddha? Digli di portarti cibo e vestiti! Chi ha poca comprensione potrebbe pensare: “ se il Buddha non mi ha portato del cibo e dei vestiti in prigione, il Buddha non esiste”, ma gli insegnamenti di Dharma non dicono che il Buddha dà cibo. Chi pensa che gli insegnamenti di Dharma diano da mangiare o che il Buddha sia la causa dei loro problemi non ha capito la dottrina buddista: quando gli si dice: “quando eri in prigione ed hai chiesto al Buddha cibo e vestiti lui non te ne ha dati: perciò non c’è Buddha” costoro accetteranno questo come verità: anche una piccola logica falsa può distruggere la fede di chi non ha comprensione. Lo stesso può succedere a te: venite agli insegnamenti con delle aspettative, e quando le condizioni cambiano inventate una scusa e ve ne andate. Questa è la dimostrazione che non avete una dimensione razionale, logica della filosofia adamantina buddista. Non credo che nemmeno la filosofia occidentale sia solo conversazione, è qualcosa di più profondo: è a riguardo di come quello che strutturate come pensiero influenza la realtà: quali cause portano a quale risultato e cosa può fermarle. Continue reading »

Lama Yesce: Trovare Se Stessi col Buddhismo

Lama Yesce: "Ognuno di noi necessita di metodi differenti che si accordino alla nostra costituzione psicologica, alle nostre attitudini mentali e personalità; ognuno di noi necessita di un approccio differente per poter ottenere l’illuminazione".

Lama Yesce: "Ognuno di noi necessita di metodi differenti che si accordino alla nostra costituzione psicologica, alle nostre attitudini mentali e personalità; ognuno di noi necessita di un approccio differente per poter ottenere l’illuminazione".

LAMA YESCE, Estratto dal libro: DIVENTARE IL PROPRIO ANALISTA, ed: Chiara Luce. Primo capitolo: Trovare Se Stessi con il Buddhismo

Ma se la vostra ricerca della felicità causa in voi il sorgere di un attaccamento emotivo per il mondo dei sensi, ciò può essere molto pericoloso, perché potreste perdete ogni controllo di voi stessi.

Ora, non crediate che il controllo della propria mente sia solo una tradizione orientale o una mania buddhista. Tutti ne abbiamo bisogno, specialmente coloro che sono coinvolti in uno stile di vita troppo materialista e che sono psicologicamente ed emotivamente troppo attaccati agli oggetti esteriori. Secondo il punto di vista buddhista, una mente di questo tipo non è sana, è malata. In effetti, voi già sapete che il solo sviluppo tecnologico e scientifico non può soddisfare i desideri derivanti dal vostro attaccamento, né risolvere i vostri problemi emotivi. Il metodo esposto negli insegnamenti del Buddha ha lo scopo di mostrarvi la natura della mente umana con le sue potenzialità, affinché possiate svilupparle al massimo. Quando studiate il buddhismo, imparate cosa siete e come progredire ulteriormente; invece di sottolineare l’importanza di qualche credo soprannaturale, i metodi buddhisti vi insegnano come ottenere una profonda comprensione di voi stessi e di tutti gli altri fenomeni. Continue reading »

2 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: Confessare le negatività.

Acharya Shantideva, Bodhisattvacharyavatara II, 65: Supplico tutti i Condottieri di questo mondo: accettate vi prego la mia confessione delle azioni negative da me compiute, e proprio perché negative, mi propongo e vi faccio promessa di non ricommetterle più nel futuro.

Acharya Shantideva, Bodhisattvacharyavatara II, 65: Supplico tutti i Condottieri di questo mondo: accettate vi prego la mia confessione delle azioni negative da me compiute, e proprio perché negative, mi propongo e vi faccio promessa di non ricommetterle più nel futuro.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 2: CONFESSARE LE NEGATIVITÀ

1. Al fine di tale sviluppo prezioso Bdhicitta, offro ai Tathagata, al santo Dharma, gioiello immacolato, e ai Bodhisattva oceani di perfezione.

2 Tutti i fiori ed i frutti esistenti sulla terra, tutti i generi di medicine, ogni gioiello che esiste in questo mondo e tutte le varietà di acqua fresca e pura.

3 Montagne incastonate di pietre preziose, boschi e foreste, luoghi ameni e solitari, ogni pianta celestiale adornata di fiori e alberi dai rami ricoperti dai frutti,

4 Profumi dei reami celesti, incenso, alberi che esaudiscono i ed alberi di pietre preziose, raccolti che spontaneamente crescono e tutti gli oggetti degni di essere offerti.

5 Grandi specchi d’acqua e stagni ricoperti dai fiori di loto, ricolmi del dolce richiamo delle oche selvatiche ed ogni cosa non posseduta all’interno dell’ infinite sfere dello spazio

6 Questi oggetti nella mente visualizzo e li offro come un dono perfetto a tutti gli esseri supremi, i Buddha, ed ai loro figli. O compassionevoli ,pensate con amore a me, accettate le offerte che vi porgo.

7 Non posseggo nessun merito , ne risorse, non ho altre ricchezze da offrire. O voi che proteggete, voi che vi impegnate solo nell’aiutare gli altri , con il vostro grande potere accettate ciò che vi offro per il mio bene.

8 Offro a voi tutti i miei corpi di tutte le mie esistenze, a voi Vittoriosi ed ai vostri figli. Per favore accoglietemi , o saggi e supremi eroi, ed io con devozione diverrò vostro discepolo.

Continue reading »

Serkong Rinpoche: il samsara è la sofferenza, 
il Dharma la felicità

Il Ven. Lama Tsenzhab Serkong Rinpoche maestro dei grandi meditatori, qui nel suo eremo nei boschi e sulle montagne nivali sopra Dharamsala.

Il Ven. Lama Tsenzhab Serkong Rinpoche maestro dei grandi meditatori, qui nel suo eremo nei boschi e sulle montagne nivali sopra Dharamsala. 

Alla fine del samsara c’è la sofferenza, 
alla fine del Dharma c’è la felicità

Insegnamento del Ven. Lama Tsenzhab Serkong Rinpoche I a Longueuil, Quebec (Canada) il 19 Agosto 1980, tradotto da Alexander Berzin. –

Tutti gli esseri desiderano essere felici, nessuno vuole essere infelice. Il Dharma insegna i metodi per liberarci dalla sofferenza e raggiungere la felicità; il Dharma che noi pratichiamo è, letteralmente, qualcosa che ci sostiene. Questo si può spiegare in molti modi: ci trattiene dalla sofferenza e detiene tutte le vere fonti della felicità.

La felicità può essere sia fisica che mentale, e analogamente ci sono due tipi di sofferenza: fisica e mentale. Molti di noi, sebbene desiderino la felicità, non conoscono i metodi per ottenerla; così i metodi che utilizziamo ci portano alla sofferenza. Continue reading »

3 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: La Bodhicitta.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara III, 18: Che io divenga il protettore per quelli che non lo hanno, una guida per coloro che camminano sul sentiero, divenga un ponte, un'imbarcazione, una nave per coloro che vogliono attraversare le acque.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara III, 18: Che io divenga il protettore per quelli che non lo hanno, una guida per coloro che camminano sul sentiero, divenga un ponte, un'imbarcazione, una nave per coloro che vogliono attraversare le acque.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 3:

ACCETTARE COMPLETAMENTE LA BODHICITTA

1 Mi rallegro con gioia della virtù che da sollievo alla miseria di tutti gli esseri, che tramite rinascite appaiono in stati sfortunati, e che conduce alla beatitudine quelli che sono nella sofferenza.
2 Esulto della virtù che diviene causa per l’ottenimento dell’illuminazione, ed esulto per la liberazione definitiva degli esseri senzienti dalle sofferenze delle esistenze condizionate.
3 Esulto per l’illuminazione dei protettori, i Buddha, e del raggiungimento dei vari stadi spirituali dei loro figli, i Bodhisattva.
4 Con enorme gioia esulto dell’oceano di bene che genera la Bodhicitta, il quale si propone di guidare tutti gli esseri senzienti alla beatitudine, ed allo stesso modo esulto per le azioni positive compiute per il bene di tutti.
5 Le mani giungo unite e prego i Tathagata che in tutte le direzioni hanno dimora: propagate la luce del Dharma, per tutti coloro che sono dispersi nel buio della sofferenza.
6 Con mani giunte imploro voi Vittoriosi che avete desiderio di abbandonare il corpo: vi prego di restare per innumerevoli ere, non lasciate il mondo prigioniero della sua ignoranza.
7 Perciò tutte le qualità che io abbia accumulato attraverso la pratica da me effettuata, le dedico perché scompaia definitivamente la sofferenza di ogni essere vivente.

8 Che io divenga il medico, la medicina, l’infermiere per ogni malato nel mondo, finché ognuno non abbia raggiunto la guarigione. Continue reading »

Longchenpa: A Precious Garland for the Four Themes

Longchenpa: A Precious Garland for the Four Themes by Gampopa (Klong-chen Rab-‘byams-pa Dri-med ‘od-zer) translated by Alexander Berzin and Matthew Kapstein, 1974, revised by Alexander Berzin, February 2007.

Prologue

In Sanskrit, (this text) is called Dharma-chatur-ratna-mala. In Tibetan, it is called Chos-bzhi rin-po-che’i ‘phreng-ba. [In English, it is called A Precious Garland for the Four Themes (of Gampopa).]

I prostrate to all the Buddhas and bodhisattvas.

(1) With a crown of a hundred-fold belief in what’s fact, I make offerings to you, O sun (like Buddhas) Gone to Bliss. Continue reading »

4 Shantideva, Bodhisattvacharyavatara: La coscienziosità

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara IV, 47: Ma i difetti mentali non esistono negli oggetti, né nelle facoltà sensoriali, né tra questi e né in nessun altro luogo. Allora dove dimorano e da dove feriscono tutti gli esseri? Essi sono vuoti come un illusione, un miraggio, per cui con coraggio possiamo eliminare qualsiasi paura dal nostro cuore per sforzarci di comprendere la loro vera natura attraverso la saggezza.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 4:

ASSENZA DI DISTRAZIONE DELLA BODHICITTA, LA COSCIENZIOSITÀ, CONSAPEVOLEZZA, ATTENZIONE NELL’APPLICAZIONE DELLA BODHICITTA

1 I figli del Vittorioso, i Bodhisattva che fermamente hanno prodotto il pensiero del risveglio dovrebbero perennemente impegnarsi nel coltivarlo senza mai deviare dalla giusta strada.
2 Qualunque compito cominciato senza la giusta considerazione, oppure senza la corretta motivazione, nonostante si sia preso come impegno, dobbiamo sempre porre attenzione se terminarlo o meno.
3 Ma i Buddha ed i Bodhisattva hanno con grande saggezza analizzato tutto questo, pure io ho meditato e fatto lunghe riflessioni, perché adesso dovrei quindi esitare e dubitare?
4 Nel caso che, avendo io promesso di seguire lo stesso sentiero, non mi impegnassi poi nel compierlo, e cosi ingannassi ogni essere vivente, quale rinascita il destino mi riserverebbe?
5 Visto che negli insegnamenti viene detto “Chi produce il pensiero di donare un oggetto e poi non compie l’azione di donarlo, rinascerà come essere famelico, anche se l’oggetto da donare era una cosa di poco valore.”
6 E se dopo aver invitato tutti gli esseri senzienti con grande clamore a seguirmi verso la beatitudine suprema, dopo di che io li ingannassi, quale sarebbe la mia sorte? Quale rinascita felice otterrei?
7 Solo Colui che tutto conosce può comprendere le insondabili vie del karma , anche di quelli che pur abbandonando la bodhicitta egli salva portandoli alla liberazione.

Continue reading »

Saraha: Song for a King

Saraha: The stable mind works to benefit others

Saraha: Song for a King 

Doha kosha nama tsarya giti

Doha mdzod ces bya ba spyod pa’i glu

I prostrate to the one who has vanquished the power of the maras.

Just as when the wind blows
And still water is turned into moving waves,
So the appearing Saraha is just one,
Yet the king creates diverse aspects.

The ignorant press their eyes
And see one lamp as two.
Like this, in mind’s nature where seer and seen are not two,
Alas! The mind appears as two things.

Though many lamps are lit throughout the house,
Those with eyes to see remain in darkness.
Like this, though spontaneous wisdom is all-pervasive and nearby,
For the ignorant it is far, far away.
Continue reading »

Sua Santità Sakya Trizin: Meditare in città

Sua Santità Sakya Trinzin riceve una delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, da sinistra in alto: Donatella ed Alice Tommasini,Luciano Villa, Anna Maria Driol, Alessandro Tenzin Villa, Graziella Romania, Luca Gianoli e Gabriele Erba.

Sua Santità Sakya Trinzin riceve una delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, da sinistra in alto: Donatella ed Alice Tommasini,Luciano Villa, Anna Maria Driol, Alessandro Tenzin Villa, Graziella Romania, Luca Gianoli e Gabriele Erba.

MEDITARE IN CITTA’

Perché e in che modo crearsi uno spazio ed un tempo per la meditazione in città? Preziosi consigli per la pratica quotidiana da uno dei massimi rappresentanti del Buddhismo tibetano: Sakya Trizin. Continue reading »

Gampopa: 14 meaningless things and 11 signs of a sublime person

Gampopa, an important lineage lama in the Kagyu lineage, student of MilarepaGampopa: 14 meaningless things and 11 SIGNS OF A SUBLIME PERSON

Gampopa: 14 meaningless things

Like returning empty-handed from an island of precious gems,
it is meaningless to
ignore the sacred Dharma
after having obtained a human body.

Like a moth diving into a flame,
it is meaningless to
return to family life
after having entered the gateway to the Dharma.

Like dying of thirst at the shore of the ocean,
it is meaningless to
live near a noble Dharma master
while having no trust.

Like leaning an axe against a tree trunk, Continue reading »

Lama Yesce: Questo è il Lamrim!

Lama Yesce: Non credo che la rinuncia significa fare a meno d’un qualcosa di desiderabile. Ma ad un fuoco pericoloso che brucia in te. Questo è quello che devi spegnere, è quello cui devi rinunciare, devi lasciar andare, è la mente ardente dell’attaccamento. Questo è quello che ti sta bruciando.

LamaYesce: Noncredo che la rinuncia significa fare a meno d’un qualcosa di desiderabile. Ma ad un fuoco pericoloso che brucia in te. Questo èquello che devi spegnere, è quello cui devi rinunciare, devi lasciarandare, è la mente ardente dell’attaccamento. Questo è quello cheti sta bruciando.

Lama Yesce: Questo è il Lamrim !

Quelli che capiscono l’intera evoluzione del samsara vedono che per ignoranza le persone dedicano tutta la loro vita, dall’inizio alla fine, alla ricerca del piacere materiale senza stancarsi.

Quindi c’è bisogno di meditare, non solo da parte delle persone religiose, ma anche da parte di coloro che non sono religiosi. La liberazione non è solo per le persone religiose. Continue reading »

Vasubandhu: Karikas On The Three Natures

Vasubandhu

Vasubandhu

Vasubandhu: Karikas On The Three Natures Trisvabhavakarika

trisvabhAvakArikA AcAryavasubandhukrtA nevArAksaralikhitA prAcInatApatrodgatA namo maNjuSriye kumArabhUtAya
The karikas on the three natures composed by Master Vasubandhu, written in Newari characters, coming from an old manuscript.
Homage to the Virgin Youth Manjusri

1 kalpitah paratantras ca parinispanna eva ca /
trayah svabhAvA dhIrAnAm gambhIram jneyam isyate //1//
It is admitted that the three natures, the imaginary, the dependent and the absolute one, are the profound object of the wise men’s knowledge.
The imagined, the other-dependent and
The consummate.
These are the three natures Continue reading »

5 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la vigilanza

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, V, 100: In modo diretto o indiretto, tutto quello che faccio deve essere per il bene degli altri. Ed al solo fine del bene per tutti gli esseri senzienti dedicherò tutte le mie azioni per raggiungere l'illuminazione.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, V, 100: In modo diretto o indiretto, tutto quello che faccio deve essere per il bene degli altri. Ed al solo fine del bene per tutti gli esseri senzienti dedicherò tutte le mie azioni per raggiungere l'illuminazione.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 5:

LA VIGILANZA, L’INTROSPEZIONE.

1 Colui che desidera proteggere la sua pratica dovrebbe salvaguardare con ogni sforzo la sua mente, poiché senza applicare la vigilanza sulla mente non sarà possibile mantenere una disciplina.
1 In questo mondo non vi sono bestie selvagge e furenti che possano causare tanti danni quanto quelli che può causare una mente che sia simile ad un elefante impazzito il quale può trascinarci nel dolore e negli inferi.
2 Ma se l’elefante del pensiero è ben trattenuto dalla fune della consapevolezza, ogni nostra paura cesserà e tutte le virtù ed i benefici saranno in nostro possesso.
3 Tigri, leoni, orsi, elefanti, serpenti e tutti gli animali ostili, ogni guardiano degli inferi, demoni e tutti gli spiriti maligni.
4 Verranno sottomessi unicamente avendo il controllo della nostra mente. Tutti sono domati se il pensiero è domato.
5 Come ha detto infatti il Maestro della Verità tutte le sofferenze e le paure sorgono dalla nostra mente.
6 Chi è stato a costruire le lame che torturano negli inferi? Chi ha costruito il suolo di metallo rovente? Da dove provengono i demoni femminili che tormentano gli adulteri ?

7 Il Savio ha affermato che tutte queste cose sono unicamente prodotte dalle negatività della nostra mente. Perciò nei tre reami dell’esistenza l’unico nemico terribile da temere è la nostra mente. Continue reading »

The 9° Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 1

The Ninth Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 1

Introduction

I make heartfelt obeisance to the precious Kagyu line. Although manifestly enlightened countless ages ago, you have been emanating in whatever bodies have been suited for taming those needing to be tamed, so that even hearing your names eliminates the fears of recurring samsara. Continue reading »

Ushnisha-Sitatapatra

Ushnisha-Sitatapatra

Ushnisha-Sitatapatra

White Umbrella Ushnisha-Sitatapatra
(gTsug-tor gdugs-dkar)
Praise
Great repulser, queen of mantra,
Invincible lady, very strong!
To great White Umbrella and her host
Of buddhas and bodhisattvas, praise!
Mantra:
TADYATHA OM ANALE ANALE KHASAME KHASAME BHAIRE BHAIRE SAUME SAUME SARVA BUDDHA ADHISHTHANA ADHISHTHITE SVAHA
and
OM SARVA TATHAGATA USHNISHA SITATAPATRE HUM PHAT HUM MAMA HUM NI SVAHA
N.B.: The above mantras can be combined into one as follows:
TADYATHA OM ANALE ANALE KHASAME KHASAME BHAIRE BHAIRE SAUME SAUME SARVA BUDDHA ADHISHTHANA ADHISHTHITE SARVA TATHAGATA USHNISHA SITATAPATRE HUM PHAT HUM MAMA HUM NI SVAHA

http://www.fpmt.org/teachers/zopa/advice/pdf/whiteumbrellaDTB.pdf

The 9° Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 2

The Ninth Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 2

Mahamudra Shamatha Meditation

The Essential Points concerning the Body and Mind

As for the actual fundamental part, there are two (sections): a stilled and settled state of shamatha and an exceptionally perceptive state of vipashyana.

As for the first, in general, there are many methods for developing samadhi, absorbed concentration. But, if you know one set of essential points, then hindrances and interferences will not come about and, parted from any faults regarding shamatha or vipashyana, boon experiences and stable realizations of primordial deep awareness will occur without any labor. Continue reading »

6 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la pazienza.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VI, 125: Da oggi in poi allo scopo di compiacere i Vittoriosi dominerò i miei difetti mentali e la mia rabbia, servirò gli altri, e se anche molti di loro mi ferissero, mi battessero con bastoni od altro, o mi uccidessero, non reagirò contro costoro e così allieterò i Vittoriosi.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VI, 125: Da oggi in poi allo scopo di compiacere i Vittoriosi dominerò i miei difetti mentali e la mia rabbia, servirò gli altri, e se anche molti di loro mi ferissero, mi battessero con bastoni od altro, o mi uccidessero, non reagirò contro costoro e così allieterò i Vittoriosi.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 6°: LA PAZIENZA

1 Tutte le azioni positive, portate a compimento per un periodo di mille ere cosmiche, come ad esempio offerte fatte ai Tahagata e praticare la generosità, verranno distrutte da un solo breve istante di collera.
2 Non esiste altra negatività simile alla rabbia, né esiste di contro una forza d’animo pari alla pazienza, per questo devo meditare su essa con impegno ed in molti modi.
3 Il mio pensiero non troverà mai pace finché sarà preda ed alimenta il nocivo seme dell’odio. Non troverò ne gioia ne felicità, non sarò in grado di addormentarmi e mai mi riposerò.
4 Nobili condottieri, se ottenebrati dall’odio, verranno attaccati ed uccisi, perfino dai servi che da loro ricevono doni e sostentamento.
5 Lasciati soli da parenti ed amici, ed isolati perfino da coloro che sono attirati dalle loro ricchezze, gli individui che sono colmi di ira non godono di gioia ne di pace mentale.
6 Per cui la collera, questo nemico, è la causa di tutti questi mali. Ciononostante chi fermamente si impegna ad eliminare la propria ira troverà la felicità in questa vita e nelle altre. Continue reading »

The 9° Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 4

The Ninth Karmapa: Mahamudra Eliminating the Darkness of Ignorance – 4

Enhancing Mahamudra Meditation

Combining Mahamudra with Other Sutra and Tantra Practices and with the Four Types of Behavior

As for the third part, the concluding material, there are also the actions for enhancing your progress.

When, without meandering, you have totally immersed yourself in the mental hold of the mindfulness Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 1 – 15

buThe Tibetan Dhammapada, the Udanavarga – compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

The Tibetan Dhammapada

capp 1 – 15

Chapter 1 – IMPERMANENCE

1 I I will relate correctly here

The Conqueror’s indicative teachings.Dispel dullness and sleepiness

And listen well with a joyful mind. Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 16 – 28

buddha-tushita11The Tibetan Dhammapada, the Udanavarga – capp 16 – 28 Compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

Chapter 16 – MISCELLANEOUS

1 Do sentry work, one’s task, at the outset

Because the time for work reverts.

2 When first you have done like this ― Continue reading »

Insegnamenti del Ven. Gheshe Yeshe Tobten

Il ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo a Boll Dharamsala India

Il ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo a Boll Dharamsala India

Insegnamenti dati da Gheshe Yeshe Tobten (I° Parte)

Trascritti da Roberto Luccioli su Facebook (Per sua gentile concessione)

Comincio, con la mia proverbiale lentezza a trascrivere un Insegnamento dato a Villorb a (Treviso) dove il Centro Lama Tzong Khapa ha avuto, per una ventina di anni, la sua sede. L’Insegnamento fu donato dal Ven. Ghesce Yesce Tobden il 26-27-28 Gennaio 1981. La venuta di Ghesce-là a Treviso sembrava improbabile: in un primo momento non sembrava disponibile il traduttore. Per questo motivo non si è potuta fare molta pubblicità. Qui ci sono molte persone che hanno già ascoltato molti insegnamenti, sanno che cosa sia il Dharma e il Buddhismo in generale.

Gheshe Yeshe Tobten – ORIGINE DELL’INSEGNAMENTO – Da chi proviene questo Insegnamento? Proviene da Buddha Sakiamuni. Questo insegnamento è esistito in altri periodi storici, è stato dato da altri Buddha, ma quello che ci perviene ora proviene da Buddha Sakiamuni. Continue reading »

7 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Perseveranza Entusiastica

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VII, 74: In ogni luogo o circostanza, in ogni momento, debbo essere consapevole delle mie azioni.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VII, 74: In ogni luogo o circostanza, in ogni momento, debbo essere consapevole delle mie azioni.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 7: LA PERSEVERANZA ENTUSIASTICA.

1 Ecco che quindi, mettendo in pratica con ferma intenzione al pazienza, debbo sviluppare la perseveranza piena di entusiasmo. Perché l’illuminazione può essere raggiunta solo impegnandosi completamente, e come su una pianura in assenza del vento nessun filo di erba si muove, senza perseveranza non nascerà alcun merito.
2 Perseverare pieni di entusiasmo significa essere contenti di compiere le azioni positive, il contrario di questa perseveranza è la pigrizia, è avere inclinazione verso le azioni negative, l’apatia e il disprezzo per se stessi.
3 I sostegni e le sorgenti da cui nasce questa insana pigrizia sono: il compiacimento per i piaceri dell’ozio, l’attaccamento al riposo e nessun timore verso le rinascite dell’esistenza ciclica.
4 Intrappolato dalle emozioni negative sono entrato nel ciclo delle rinascite , perché ancora non mi rendo conto di essere in potere del Sovrano della morte?
5 Perché non capisco che la morte egualmente e implacabilmente colpisce e falcia tutti i miei simili? Chiunque rimane tranquillo come se dormisse, si comporta come un bufalo di fronte al suo macellaio.
6 Quando il Re della morte mi ha già chiuso ogni via di fuga, come posso gioire tranquillo del cibo? Come posso provare piacere nel dormire e nel riposare? Continue reading »

Lama Thubten Zopa Rimpoché: Prendere e Dare

 Lama Thubten Zopa Rimpoché: Applicate la trasformazione del pensiero, anche quando i pensieri inquietanti sorgono in una maniera incontrollabile.

Lama Thubten Zopa Rimpoché: Applicate la trasformazione del pensiero, anche quando i pensieri inquietanti sorgono in una maniera incontrollabile.

Lama Thubten Zopa Rimpoché: Prendere e Dare

Quando avete un problema, applicate la pratica della trasformazione Mahayana del pensiero chiamato Tong-Len (Prendere e Dare). Prendete tutte le sofferenze di tutti gli esseri nel vostro cuore, e date tutto – il vostro proprio corpo, i vostri beni, la vostra felicità e il merito – agli altri. Continue reading »

Ashvagosha: Devozione al Guru

La devozione al guru. Lukhang, Lhasa, Tibet
La devozione al guru. Lukhang, Lhasa, Tibet

I 50 versi di Devozione al Guru, del maestro indiano Ashvagosha

1. Mi inchino nel modo appropriato ai piedi di loto del mio guru che è la causa del raggiungimento dello stato glorioso di Vajrasattva. Sintetizzerò e spiegherò in breve ciò che è stato detto in tanti testi tantrici ineffabili sulla devozione per il guru. Ascoltate perciò con rispetto.

2. Tutti i Buddha del passato, del presente e del futuro che dimorano in ogni luogo nelle dieci direzioni, hanno reso omaggio ai maestri tantrici da cui hanno ricevuto le più alte iniziazioni. (E’ necessario sottolineare che anche voi dovreste?) Continue reading »

8 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Meditazione.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VIII, 167: Mente mia, questo è il modo di agire! Se non ti impegni per il bene degli altri tramite gli antidoti della consapevolezza e della vigilanza io ti domerò, se trasgredisci questa condotta il tuo egoismo ti porterà alla tua fine.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara, VIII, 167: Mente mia, questo è il modo di agire! Se non ti impegni per il bene degli altri tramite gli antidoti della consapevolezza e della vigilanza io ti domerò, se trasgredisci questa condotta il tuo egoismo ti porterà alla tua fine.

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 8: LA MEDITAZIONE

1 Dopo avere incrementato la mia perseveranza devo stabilizzare la mente, attraverso la meditazione concentrativa, poiché chi ha il pensiero distratto e debole diviene preda fra le zanne dei difetti mentali.
2 Restando solo il mio corpo e la mia mente non possono esser danneggiati dalle distrazioni, così rinunciando alla falsità del mondo devo eliminare tutte le speculazioni mentali. Continue reading »

Lama Zopa: Ton Len

Lama Thubten Zopa Rimpoche, 1970.

Lama Thubten Zopa Rimpoche, 1970.

La pratica del Tong Len: di Lama Thubten Zopa Rimpoche.

I saggi, vedendo che ogni tipo di felicità e sofferenza dipendono dalla mente, cercano in essa la felicità, e non guardano a qualcosa di esterno. La mente ha in sé stessa le cause della felicità. È possibile poterlo verificare con la pratica della trasformazione del pensiero, in particolare se si utilizza la propria sofferenza nel sentiero di illuminazione. Quando non si pensa ai benefici degli stessi problemi – mescolando i problemi con la trasformazione del pensiero Mahayana e utilizzandoli nel sentiero Mahayana, – e ci si  concentra esclusivamente sugli svantaggi, si concepiscono le difficoltà come problemi e quindi queste vi appaiono come i problemi. Perciò, è la vostra mente che li ha creati.
Questo è un modo di descrivere il processo attraverso il quale la vostra mente diventa la causa dei vostri problemi, di descrivere come i problemi in realtà provengono dalla vostra mente. Qualcosa di simile succede quando si pensa ai benefici dei problemi e li si utilizza nel sentiero Mahayana. Quando si distrugge il pensiero di rifiutare i problemi e si stabilisce il pensiero di apprezzarli, si vedranno i propri problemi come benefici, come un qualcosa di meraviglioso. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Scambiare se stessi con gli altri

Ghesce Ciampa Ghiatso intento a riempire lo stupa del Ven. Ghesce Yesce Tobten a Pomaia

Ghesce Ciampa Ghiatso intento a riempire con Luciano Villa lo stupa del Ven. Ghesce Yesce Tobten a Pomaia

SCAMBIARE SE STESSO CON GLI ALTRI di Ghesce Ciampa Ghiatso

Non è pensare agli altri come lui è ‘me’ e i suoi occhi sono i miei, ma si riferisce al generare una disposizione mentale che scambia il modo di considerare questi due:

(1) l’egoismo, ossia [l’abitudine a] mettere gli altri sullo sfondo, e il considerare gli altri cari quanto se stessi, ponendo se stessi sullo sfondo laddove sarebbero [abitualmente messi] gli altri. Anche per questo è insegnato che la propria felicità andrebbe scambiata con la sofferenza degli altri, guardando all’egoismo come fosse un nemico, cessando di considerare più importante la propria felicità; Continue reading »

Le offerte per l’altare

L’altare d’offerte ai tre gioielli e le offerte di ciotole con acqua   

       In ogni casa tibetana, un posto è riservato per fare offerte ai tre gioielli, il Buddha, il Dharma e la comunità spirituale. I tre gioielli vengono spesso rappresentati da una statua o una tanka (pittura) da una scrittura e uno stupa o da una reliquia. Davanti ad essi c’è uno spazio per le offerte, rappresentate da ciotole con acqua, e occasionalmente la torta rituale chiamata torma o altre offerte di cibo. L’acqua nelle ciotole va cambiata ogni mattina. Per un praticante, queste offerte  forniscono una base per la trasformazione in offerte insuperabili. Continue reading »

Buddha Ratnasambhava

dhyani_buddha_ratnasambhava_ze99LA SAGGEZZA DELL’UGUAGLIANZA E DELLA GENEROSITÀ: IL DHYANIBUDDHA RATNASAMBHAVA

 

Dalla gialla sillaba seme SOHA – TRAH – TRAM d’oro splendente, a mezzogiorno, al culmine d’una calda e limpida giornata d’autunno, dalla terra pura di Ratnakuta o Shrimat s’origina a sud il giallo Buddha Ratnasambhava (tib. Gyalwa Rinjung, Rinchen Jung ne, Rin jung), rappresentante la chiarezza della mente, quintessenza dell’aggregato  delle sensazioni, simbolo dell’elemento terra, capo della Famiglia Ratna simboleggiante il dono dei Tre Gioielli coi quali il Buddha dona la propria persona, la propria dottrina (Dharma) e la propria comunità (Sangha), in quanto nato dal giallo gioiello ratna, connesso al regno samsarico dei preta.  Continue reading »

9 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Saggezza

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 9: LA SAGGEZZA

Il nono capitolo, eccetto i versi introduttivi e finali, è in forma di prosa e di dibattito fra la scuola di Shantideva, la Madhyamaka ed altre scuole buddiste e non. Lo scritto in carattere corpo normale è dell’autore Shantideva, il corsivo ( o italico) fa parte di un commentario.

Ogni parte della Dottrina venne insegnata dal Possente Re per accrescere la saggezza degli esseri senzienti, perciò chi vuole abbandonare la sofferenza deve sviluppare la saggezza.

I come riconoscere la natura delle saggezza.

A accertamento delle Due Verità

2. le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono considerate le due verità. Quelle assolute non vengono apprese dalla mente convenzionale, la quale ottiene la conoscenza delle verità assolute. Continue reading »

La morte di un maestro tibetano in Italia

Lama Yesce e Ghesce Ciampa Ghiatzo

Lama Yesce e Ghesce Ciampa Ghiatzo

La morte di un maestro tibetano in Italia di Silvia Bianchi

L’esperienza diretta di Silvia Bianchi psicologa per l’Associazione Nazionale Tumori e psicoterapeuta di psicologia buddhista ed occidentale.

La morte di un Maestro Tibetano in Italia, del mio Maestro, dell’unica persona che conosco (è ancora in me anche se è morto qualche anno fà) che “è” ciò che insegna: amore, compassione, sforzo entusiastico, saggezza, vera empatia, gioia, costanza, lealtà, pazienza, concentrazione, umiltà,…non c’è una qualità di cui si parli nei testi antichi e moderni di Buddismo che lui non incarni. L’unica persona che con il passare degli anni e della conoscenza, mi sono accorta strada facendo, era molto di più di ciò che potevo riconoscere Continue reading »

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Originazione dipendente e vacuità.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Quando diciamo che ciascun singolo fenomeno ha la sua propria entità, la sua propria natura, questa è la natura che è stabilita in dipendenza, nominalmente, sulla base dell’essere un sorgere dipendente, e così via.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Quando diciamo che ciascun singolo fenomeno ha la sua propria entità, la sua propria natura, questa è la natura che è stabilita in dipendenza, nominalmente, sulla base dell’essere un sorgere dipendente, e così via.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Originazione dipendente e vacuità.
Quando parliamo di esseri senzienti ordinari immaturi si tratta di coloro che non hanno realizzato la vacuità. Tutto quello che essi percepiscono – ad es. i colori come blu, giallo, verde e così via, le forme, i suoni, i sapori, ecc. – non lo percepiscono nel loro modo reale di dimorare; il loro modo reale è quello di sorgere in modo dipendente dalle cause e dalle condizioni, ma essi sono oscurati dal vederlo. Continue reading »

Ven. Khenrab Rinpoche: La Storia del Buddha

Ven. Lama Khenrab Rinpoche

Ven. Lama Khenrab Rinpoche

Ven. Khenrab Rinpoche: La Storia del Buddha.

Cominciamo subito col dire che il termine ‘Buddha’ non è un nome di persona, significa semplicemente “Risvegliato”. Risvegliato alla vera realtà del mondo. Tuttavia, esistette davvero un personaggio storico con il nome di Buddha.Dopo moltissime vite condotte in piena santità, il Buddha viveva tranquillo nel più alto dei cieli, quando Brahma, il grande dio degli indù, e i quattro Re Celesti lo pregarono di rinascere sulla Terra. La madre del Buddha era una regina, e si chiamava Srimahamaya. La notte prima del concepimento del suo bimbo, lei sognò che un elefante bianco era disceso dalle montagne d’oro e d’argento e le aveva portato un fiore di loto. La madre del futuro Buddha, secondo le consuetudini del tempo, volle tornare alla casa paterna per dare alla luce la sua creatura. Ma lungo la strada, mentre la madre si stava chinando per raccogliere un fiore, il bimbo nacque. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Toccare la Terra

Thich Nhat Hanh: Apro il mio cuore e trasmetto la mia energia d’amore e di comprensione a tutti coloro che mi hanno fatto soffrire e su quella delle persone a cui voglio bene.

Thich Nhat Hanh: Apro il mio cuore e trasmetto la mia energia d’amore e di comprensione a tutti coloro che mi hanno fatto soffrire e su quella delle persone a cui voglio bene.

Thich Nhat Hanh: Toccare la Terra

La pratica del Toccare la Terra (detta anche pratica delle Prosternazioni) consiste nel ritornare alla Terra, alle nostre radici, ai nostri antenati, e riconoscere che non siamo soli ma che siamo invece connessi ad un’intera corrente di antenati spirituali e di sangue. Siamo la loro continuazione, e con loro continueremo nelle generazioni future. Tocchiamo la terra per lasciar andare l’idea di essere sconnessi da tutto il resto, e per ricordarci che siamo la Terra e parte della Vita.

Quando tocchiamo la Terra diventiamo piccoli, con l’umiltà e la semplicità di un bambino. Quando tocchiamo la Terra diventiamo grandi, come un vecchio albero che affonda le sue radici giù nella terra, dissetandosi alla sorgente di tutte le acque. Quando tocchiamo la Terra inspiriamo tutta la forza e la stabilità della Terra, ed espiriamo tutta la nostra sofferenza – le sensazioni di rabbia, odio, paura, inadeguatezza e dolore.

Le nostre mani si congiungono a formare un bocciolo di loto e dolcemente ci sdraiamo, in modo che gambe, braccia e fronte siano poggiate comodamente a terra. Toccando la Terra giriamo i palmi delle mani verso l’alto, mostrando la nostra apertura verso i tre gioielli, il Buddha, il Dharma e il Sangha. Dopo aver praticato il Toccare la Terra (i Tre o i Cinque Toccare la Terra) per una o due volte, riusciamo già a lasciar andare molta della nostra sofferenza e del nostro senso di alienazione, Continue reading »

Thich Nhat Hanh: I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza

Thich Nhat Hanh: Praticherò la Retta Diligenza per alimentare la mia capacità di comprensione, amore, gioia e inclusività, e trasformare gradualmente la rabbia, la violenza e la paura che giacciono nel profondo della mia coscienza.

Thich Nhat Hanh: Praticherò la Retta Diligenza per alimentare la mia capacità di comprensione, amore, gioia e inclusività, e trasformare gradualmente la rabbia, la violenza e la paura che giacciono nel profondo della mia coscienza.

Thich Nhat Hanh: I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza

I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza rappresentano la visione buddhista di una spiritualità e di un’etica universali; sono espressione concreta degli insegnamenti del Buddha sulle Quattro Nobili Verità e il Nobile Ottuplice Sentiero, la via della retta comprensione e del vero amore che conduce alla guarigione, alla trasformazione e alla felicità nostra e del mondo. Praticare i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza significa coltivare la visione profonda dell’interessere, la Retta Visione che è in grado di rimuovere ogni discriminazione, intolleranza, rabbia, paura e disperazione. Se viviamo seguendo i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza siamo già sulla Via del Bodhisattva. Sapendo che siamo su quel cammino evitiamo di perderci nella confusione riguardo alla nostra vita di oggi o nelle paure riguardo al futuro.

Il Primo Addestramento alla Consapevolezza

Consapevole della sofferenza causata dalla distruzione della vita, mi impegno a coltivare la visione profonda dell’interessere e la compassione e a imparare modi di proteggere la vita di persone, animali, piante e minerali. Sono determinato(a) a non uccidere, Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Sull’alimentazione

Thich Nhat Hanh: Nella dimensione ultima, ogni nascita e morte è un fenomeno superficiale. Non-nascita e non-morte sono la vera natura di tutte le cose. Questo è l'insegnamento della Via di Mezzo nel Buddhismo.

Thich Nhat Hanh: Nella dimensione ultima, ogni nascita e morte è un fenomeno superficiale. Non-nascita e non-morte sono la vera natura di tutte le cose. Questo è l’insegnamento della Via di Mezzo nel Buddhismo.

Lettera di Thây sull’alimentazione

Monastero Blue Cliff, 12 ottobre 2007

Cara famiglia spirituale,

Blue Cliff è molto bello in autunno. Le foreste sono ornate di foglie gialle. Oggi fin dalle undici del mattino da molti luoghi diversi sono cominciati ad arrivare i partecipanti al ritiro intitolato Sedendo nella brezza autunnale. Si sono iscritti in tanti, ma non potendo accoglierli tutti, ne abbiamo dovuti rimandare indietro un gran numero. Le sorelle e i fratelli e gli amici laici ne erano molto dispiaciuti, ma purtroppo non c’è altra soluzione. Questo è il ritiro più numeroso che si sia mai tenuto a Blue Cliff: tutti vogliono venire a praticare con il Sangha e, nello stesso tempo,”testare” il nuovo monastero.

Il pomeriggio del 9 Ottobre 2007 la rivista Time Magazine è venuta a intervistare Thây su quanto sta avvenendo in Birmania e sul problema del riscaldamento globale. L’intervista sarà messa in rete.

A proposito della Birmania, Thây ha dichiarato che i monaci birmani sono stati coraggiosi a sollevarsi per mostrare al popolo la via dei diritti umani e della democrazia, Continue reading »

Surangama Sutra

Dal Sbh4urangama Sutra

Un giorno il Buddha chiese a venticinque illuminati ivi presenti di
parlare dei vari mezzi grazie ai quali essi avevano conseguito
l’illuminazione, in modo che tutti i presenti potessero conoscerli. Dopo
che ebbero parlato ventiquattro di questi, il Bodhisattva Avalokitesvara
rivelò di essere stato risvegliato per mezzo del senso dell’udito. Per
educare il discepolo Ananda e tutta la congregazione, il Buddha domandò a
Manjusri il suo parere su i procedimenti esposti. Manjusri affermò che
il criterio utilizzato da Avalokitesvara era il più consono agli esseri
umani e che egli stesso l’aveva impiegato per la propria comprensione.
Quello che segue è il racconto delle esperienze che vengono incontrate
lungo questa via: Continue reading »

Sutra del Karma

Buddha Sakyamuni: La legge del Karma è sempre efficace, e il frutto di una buona azione giungerà a tempo debito.

Buddha Sakyamuni: La legge del Karma è sempre efficace, e il frutto di una buona azione giungerà a tempo debito.

Sutra del Karma

Una volta, tra la folla riunita di 1250 seguaci, il venerabile Ananda,dopo aver girato tre volte, con le mani giunte, attorno al Buddha ed essersi inchinato, con rispetto disse : “Nella nostra oscura epoca, dove la maggior parte del nostro popolo è indulgente nei confronti delle ingiustizie, insolente per l’insegnamento del Signore, senza alcun dovere per i loro genitori, immorale, miserabile e sordida, tra questi alcuni sono sordi, alcuni ciechi, altri muti, qualche schiocco e portatore di difetti in altri aspetti, e la maggior parte delle persone abituate ad uccidere. Come potremmo comprendere l’enigmatico e fondamentale principio o cause che ci hanno condotti a questa realtà e quali conseguenze è costretto a vivere ciascun individuo per le sue azioni. Continue reading »

10 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Dedica dei Meriti

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara X, 41: Che ogni essere non soffra mai, che nessuno si ammali mai, e non commetta più il male. Che nessuno provi più paura, ne che faccia o subisca insulti, e che le menti siano sempre libere da angosce.

Shantideva, Bodhisattvacharyavatara X, 41: Che ogni essere non soffra mai, che nessuno si ammali mai, e non commetta più il male. Che nessuno provi più paura, nè che faccia o subisca insulti, e che le menti siano sempre libere da angosce.

Dedica dei meriti
1 tramite la forza positiva accumulata nel comporre questo testo, possano tutte le creature seguire il sentiero dell’illuminazione.

2 grazie ai miei meriti possano coloro che sono tormentati, in qualsiasi luogo essi siano, ottenere felicità e gioia.

3 Per tutto il tempo che saranno nel ciclo delle rinascite, possano essere felici e tutti provino beatitudine.

4 Tutte le creature che soffrono dolori infernali, in qualunque luogo dell’universo esse siano, possano giungere a provare la pace e la beatitudine di Sukhavati.

5 Coloro che sono chiusi nell’inferno di ghiaccio possano provare calore, quelli prigionieri delle fiamme possano avere refrigerio da piogge torrenziali nate da nuvole di meriti dei bodhisattva.

6 Che la foresta di foglie affilate come rasoi divenga un delizioso boschetto, che gli alberi di spade e pugnali si trasformino nelle piante che esaudiscono i desideri.

7 Che le zone più terribili degli inferi divengano zone di felicità, con specchi d’acqua pieni di profumati fiori di loto, con il suono piacevole delle voci di cigni anatre ed oche.

8 Che i tizzoni in fiamme divengano gioielli, che il terreno rovente divenga di cristallo lucente, che le ” montagne stritolanti” degli inferi divengano palazzi celestiali, pieni di Buddha da onorare. Continue reading »

Jamgon Kongtrul: Buddha Nature

shakyamuni

Buddha Nature by Jamgon Kongtrul

Toronto, August 8, 1990

Translated by Ken McLeod

The principal reason for my visiting Toronto at this time is to present what is known as the empowerment of Kalachakra, Wheel of Time. This is a preliminary talk on Buddhism, about the Dharma, the teachings of Buddha. What I wish to talk about this evening is a very important teaching from the final cycle of teachings, which come from Buddha Shakyamuni. The principal theme of this cycle of teachings is Buddha Nature.

Generally the teachings of Buddhism, teachings which come down to us from the Buddha Shakyamuni, are extraordinarily profound and extensive. The reason for this spread in both profundity and extent is basically the very varied motivations, temperaments and capabilities of individual people. Some of the teachings, which Buddha presented, were directed towards people very much in the midst of their lay lives, ordinary lives and daily lives. Some were provisional teachings, which were intended to lead a person into a deeper appreciation. Some of the teachings were about how things actually are what we call the definitive or certain sections of the teachings.

Continue reading »

Lama Tzong Khapa: L’oceano Dei Ragionamenti

Lama Tzong Khapa

Je Rinpoche Tzong Khapa: L’oceano Dei Ragionamenti

Capitolo 26: L’analisi delle Dodici Diramazioni dell’Esistenza o Dodici Anelli dell’Origine Dipendente

Se si rimane nel samsara o se ci si libera dal samsara dipende dal realizzare o meno il sorgere dipendente:

La spiegazione del capitolo.

Tutto ciò che sorge per relazione dipendente è spiegato come vacuità.”

Qualcuno potrebbe chiedere: che cos’è l’origine dipendente a cui si riferiscono questi versi?

Colui che vede il sorgere per relazione dipendente vede anche la sofferenza…”

E cos’è quella relazione dipendente vedendo la quale, come spiegato in questi versi, si vede la realtà delle quattro nobili verità?

Questa spiegazione è suddivisa in due parti: Continue reading »

Atisha: Light Offering Prayer

Atisha Dipankara Shrijnana

Atisha Dipankara Shrijnana

Light Offering Prayer

by Atisha Dipankara Shrijnana http://en.wikipedia.org/wiki/Atisha

May this vessel become as vast as the entire billionfold universe!
May its wick grow as large as Sumeru, the king of mountains!
May the oil within become as vast as the great ocean at the edge of the world!
And may a billion such lamps appear before each and every buddha!
Their light banishing the darkness of ignorance everywhere, from the very peak of existence down to the lowest hell, may they reveal all the realms of buddhas and bodhisattvas throughout the ten directions!

Om vajra aloke ah hum

Emaho! This wondrous and amazing light, burning brightly,
I offer to the gurus, yidam deities, dakinis Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Lode al sorgere dipendente

Lama Tzong Khapa: In tutte le mie vite future, anche a costo della vita o di parti del corpo, Possa io non fermarmi, né essere incostante neppure per un momento,

Lode del sorgere dipendente, chiamata il cuore delle buone spiegazioni.

Una lode al Maestro insuperabile, il Buddha Bhagavan, in considerazione del suo insegnamento del profondo sorgere dipendente.

Di Lama Tzong Khapa

Dal Mala-Madhyamaka-karika [Trattato in versi sulla Via di Mezzo, di Nagarjuna]:

Mi prostro alle sante parole

Del perfetto Buddha,

Che insegnano il sorgere dipendente

– Senza cessazione né produzione,

Senza annullamento né permanenza,

Senza venire né andare,

Senza differenza né identità –

E a quella pace che è la [totale] pacificazione

Di tutte le elaborazioni.

Namo Guru Manjughoshaya! Continue reading »

La relazione spirituale tra maestro e discepolo

Possiamo analizzare la relazione sia dal lato dello studente che dal lato del maestro tramite sei fattori o dimensioni.

Possiamo analizzare la relazione sia dal lato dello studente che dal lato del maestro tramite sei fattori o dimensioni.

La relazione spirituale tra maestro e discepolo

Schema utile per analizzare la dinamica della relazione con un maestro spirituale.

Alexander Berzin, Maggio 2001.

Considerazioni introduttive

Tutte le tradizioni del Buddismo attribuiscono grande importanza al maestro spirituale. Un maestro spirituale non si limita a

  • fornire informazioni;

  • rispondere a domande;

  • verificare quello che gli studenti hanno imparato;

  • verificare il grado di sviluppo intellettuale o emotivo degli studenti, e il livello raggiunto nella meditazione.

Egli inoltre Continue reading »

Come evitare confusione nella relazione spirituale fra lo studente e il maestro

Noi ricercatori spirituali dobbiamo tenere presente le nostre caratteristiche e quelle del maestro. È quindi importante procedere con attenzione e lentamente.

Noi ricercatori spirituali dobbiamo tenere presente le nostre caratteristiche e quelle del maestro. È quindi importante procedere con attenzione e lentamente.

Come evitare confusione nella relazione spirituale fra lo studente e il maestro

Alexander Berzin Maggio 2001, revisionato Maggio 2002, con brani tratti da: Berzin, Alexander. Il rapporto con il maestro spirituale. Come costruire una relazione sana. Astrolabio Ubaldini 2001.

[Come introduzione, vedi: Schema utile per analizzare la dinamica della relazione con un maestro spirituale.]

Dati di fatto empirici sulla relazione spirituale fra lo studente e il maestro Continue reading »

Shantideva: Engaging in Bodhisattva Behavior – Bodhisattvacharyavatara

Shantideva: May no limited being ever have pain, 
Nor act with negative force, nor be sick, 
Nor be frightened, nor be derided, 
Nor ever be depressed.

Engaging in Bodhisattva Behavior – Shantideva

(sPyod-‘jug, Bodhisattvacharyavatara) 
by Shantideva 
translated from the Tibetan, as clarified by the Sanskrit 
by Alexander Berzin, 2004

Contents

Introductory Note on the Translation

The Diversity of Textual Versions and Editions

Translation Method for Resolving Discrepancies between Tibetan and Sanskrit

Acknowledgements

Translation

1. The Benefits of Bodhichitta Continue reading »

Lama Geshe Lobsang Tenkyong: La radice della sofferenza.

Gheshe Lobsang Tenkyong: Ognuno di noi è responsabile di se stesso, ognuno è responsabile di costruire il proprio cammino interiore e sviluppare le proprie qualità interiori.

Gheshe Lobsang Tenkyong: Ognuno di noi è responsabile di se stesso, ognuno è responsabile di costruire il proprio cammino interiore e sviluppare le proprie qualità interiori.

Lama Geshe Lobsang Tenkyong: La radice della sofferenza.

Per il ciclo di conferenze “Filosofia tra oriente e occidente. Dialoghi e pratiche per la verità”. La Filosofia del Buddismo Tibetano e l’inesistenza dell’Io Dialogo con Lama Geshe Lobsang Tenkyong (14 dicembre 2006 presso Asia Modena).

Domanda: Lama Tenkyong, nella sua tradizione vengono accuratamente descritte diverse forme di distorsioni mentali ed emozioni distruttive. Viene data l’indicazione di elaborare un buon “programma di investimento emotivo” per contenere la collera e per coltivare le buone qualità interiori, sviluppare la compassione e la benevolenza verso noi stessi e gli altri. Ma quale è la fonte di queste emozioni distruttive che ci fanno soffrire? È possibile porvi rimedio attraverso una realizzazione, oltre che con i comportamenti etici e compassionevoli?

Lama Tenkyong: la causa principale della nostra sofferenza e la radice di tutte le passioni disturbanti come collera e attaccamento, è l’ignoranza. Continue reading »

IL karma

bh-aratLezione introduttiva sul karma

Alexander Berzin. Xalapa, Messico, 2 Maggio 2006. Traduzione in italiano a cura di Valentina Tamiazzo.

Le quattro nobili verità nel linguaggio quotidiano

Sono molto felice di essere ancora una volta qui a Xalapa, e l’argomento di cui mi è stato chiesto di parlare stasera è il karma. Naturalmente quando si studia un argomento nel Buddhismo è importante che si abbia un’idea del perché lo si vuole studiare, di quale sia la sua importanza, e di come questo si inserisca all’interno dell’intero contesto buddhista. Il Buddha fondamentalmente parlava dell’esperienza di tutti noi, di ciò che sperimentiamo nella vita, di ciò che succede. Qual è la cosa più fondamentale di cui tutti abbiamo esperienza? E’ che a volte siamo infelici, a volte invece felici. Questo è ciò che sperimentiamo nelle nostre vite, non è vero?

Quando esaminiamo questa situazione, di essere a volte infelici e a volte felici, scopriamo che ci sono un sacco di problemi associati a questo. Continue reading »

Alagaddupama sutta – La zattera

Buddha Sakyamuni: Or così anche appunto, o monaci, io ho esposto il Dhamma come zattera, atto a salvarsi, non a tenersi.

Buddha Sakyamuni: Or così anche appunto, o monaci, io ho esposto il Dhamma come zattera, atto a salvarsi, non a tenersi.

Alagaddupama sutta – La zattera

“Come zattera, o monaci, voglio mostrarvi il Dhamma, atto a salvarsi, non a tenersi. Questo ascoltate e fate bene attenzione al mio discorso”. “Sì, o Signore!” replicarono allora attenti quei monaci al Sublime. Il Sublime parlò così: “Così come quasi, o monaci, se un uomo in cammino pervenisse ad una grande distesa d’acqua, la riva di qua piena di pericoli e paure, la riva di là sicura e senza pericoli, e nessuna barca vi fosse pel traghetto, nessun ponte per passare all’altra riva. Allora quest’uomo pensasse: ‘Questa è una ben grande distesa d’acqua, questa riva piena di pericoli e paure, l’altra riva sicura e senza pericoli, e nessuna barca v’é qui pel traghetto, nessun ponte per passare all’altra riva. Dunque, se io ora raccogliessi canne e tronchi, fascine e foglie, costruissi una zattera e mediante questa zattera, lavorando con mani e piedi, traghettassi in salvo all’altra riva?’ E l’uomo, o monaci, raccogliesse ora canne e tronchi, fascine e foglie, costruisse una zattera e mediante questa zattera, lavorando con mani e piedi, traghettasse in salvo all’altra riva. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobten: I Tre aspetti principali del sentiero – 1

Ven. Ghesce Yesce Tobten
Ven. Ghesce Yesce Tobten

Insegnamento sui “Tre aspetti principali del sentiero” conferiti dal Ven. Ghesce Yesce Tobten nel dicembre 1983: prima parte

Mi è stato chiesto di venire qui per passare un po di giorni, cosi ho pensato di usare il tempo in un modo significativo insegnando un breve testo che si chiama “I tre aspetti principali del sentiero”
Se condensiamo gli 84,000 tipi di insegnamenti che sono stati esposti dal Budda, questi possono essere trovati negli insegnamenti del Lam Rim, e, se vogliamo vedere quali sono i principali aspetti di questo Lam Rim, possiamo dire che sono Tre: appunto i Tre aspetti principali del sentiero.
Questi tre aspetti sono:
– l’ATTITUDINE EMERGENTE (NISHARANA)
o DISGUSTO PER IL SAMSARA è, appunto, un’attitudine che sorge quando si arriva a comprendere realmente il Dharma).
– il PENSIERO ATRUISTICO DI OTTENERE l’ILLUMINAZIONE (BODHICITA)

– la COMPRENSIONE DELLA VACUITA’ (GIUSTA VISIONE) Continue reading »

L’equanimità

bamb-monac-6L’equanimità viene talvolta descritta come una spaziosa tranquillità della mente, una calma radiosa o un equilibrio interiore. Tuttavia questo saldo equilibro non è qualcosa di lontano o distante dalla vita, ma si sviluppa all’interno della nostra disponibilità e capacità di andare incontro a tutti i momenti della vita con eguale rispetto, compassione e sensibilità.

Per incontrare tutti i momenti della nostra vita con eguale rispetto dobbiamo rinunciare a essere favorevoli o contrari a qualcosa, rinunciare al rigetto e al perseguimento, alla ricerca e al rifiuto.  Nella tradizione tibetana l’equanimità viene descritta come qualcosa ugualmente vicina a tutte le cose, come un precursore della compassione, uno dei suoi aspetti essenziali.
Per sapere cosa significa rimanere tranquilli e aperti in mezzo alla sofferenza, dobbiamo in qualche modo rinunciare alle nostre idee su cosa sia giusto o sbagliato, su ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe fare, in modo da poter ascoltare senza timore dolore e sofferenza. Continue reading »

Avijja Sutta – Ignoranza

bodhisattvAvijja Sutta – Ignoranza

Un Monaco si recò dal Benedetto e, ivi giunto, dopo averlo salutato con riverenza, si sedette ad un lato. Appena seduto, disse al Benedetto:
“Signore, cosa bisogna abbandonare per sradicare l’ignoranza e far sorgere la chiara conoscenza?
“Sì, monaco, c’è una cosa che bisogna abbandonare per far nascere la chiara conoscenza.”
“E qual è?”
“L’ignoranza, monaco, che abbandonandola fa sorgere la chiara conoscenza. (
in altre parole, l’ignoranza è così predominante che deve essere direttamente abbandonata e distrutta.). Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 29 – 33

budThe Tibetan Dhammapada, the Udanavarga (capp  29 – 33) – Compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

Chapter 29 – ANTITHESES

1 Just as the fireflies appear

Until the sun begins to shine,

And when the sun is shining

Turn dowdy and do not appear,

So too philosophers appearUntil the Ones Thus Gone start to shine

And when the Universal Buddha shines

Those [philosophers] with their listeners do not show up. Continue reading »

Advice for a Dying Practitioner

Hundred Peaceful & Wrathful Deities

Hundred Peaceful & Wrathful Deities

Advice for a Dying Practitioner

by Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

You will need to make preparations before the time comes to pass away. There are many aspects to this, but I will not go into too much detail here. Briefly, then, this is what you should do as you approach the time of death.

Think to yourself again and again: “Whether death comes sooner or later, ultimately there is no alternative but to give up this body and all my possessions. This is just how it is for the world as a whole.” Thinking along these lines, sever completely the bonds of desire and attachment. Confess all the harmful actions you have committed in this and all your other lives, as well as any downfalls or breakages of vows you may have incurred, wittingly or unwittingly, and make repeated pledges never to act in such a way in future. Continue reading »

Ashvaghosha: The Awakening of Faith in Mahayana

Ashvaghosha: The Awakening of Faith in Mahayana

Invocation

I take refuge in the Buddha, the greatly Compassionate One, the Savior of the world, omnipotent, omnipresent, omniscient, of most excellent deeds in all the ten directions; And in the Dharma, the manifestation of his Essence, the Reality, the sea of Suchness, the boundless storehouse of excellencies; And in the Sangha, Continue reading »

Chandragomin: 20 Versi sul Voto del Bodhisattva

Acharya Chandragomin: Non c’è mancanza in un pensiero positivo, sia compassionevole e che agisca per amore.

Venti Versi sul Voto del Bodhisattva di Acharya Chandragomin

Prostrandoti con riverenza e offrendo ciò che puoi

Ai Buddha con i loro discepoli.

Il codice morale dei Bodhisattva

Che frequentano tutti i tempi e lo spazio

Quel Tesoro di tutti i meriti –

Con Esso come tua nobile causa.

Da un lama che mantiene e conosce i voti

Da colui che è capace, tu dovresti prenderli.

In quel momento, a causa della virtù di questo,

i Jina e i loro discepoli Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobten: I Tre aspetti principali del sentiero – 2

Ven. Ghesce Yesce Tobten: La mente che comprende la vacuità è una mente che comprende che ogni fenomeno esiste solo come designazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobten: La mente che comprende la vacuità è una mente che comprende che ogni fenomeno esiste solo come designazione.

Insegnamento sui “Tre aspetti principali del sentiero” conferiti dal Ven. Ghesce Yesce Tobten nel dicembre 1983: seconda parte

Una delle libertà di questa rinascita umana è quella di essere nati in un paese centrale. Di solito questo paese centrale è considerato lo stato di Magada, in India in particolare la zona che comprende Bodhygaia: e questo è il luogo particolarmente adatto se uno vuole prendere l’ordinazione da monaco. In genere si può considerare un paese centrale un luogo dove ci sono dei monaci pienamente ordinati. Anche l’Europa, quindi, ora può essere considerata un paese centrale. Un’altra opportunità consiste nel fatto di non essere barbari, avere i sensi non lesi, essere in grado di udire, vedere, ricordare, un’altra opportunità è data dal fatto che non abbiamo visioni particolarmente distorte, errate come ad es. pensare che la pratica del Darma non dia frutti. Si dice, quindi, che questa esistenza umana per queste libertà od opportunità sia estremamente favorevole. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobten: Cambiare se stesso con gli altri

Il Ven. Ghesce Yesce Tobten col suo attendente Ven. Lobsang Donden e Graziella Romania nel 1997.

Il Ven. Ghesce Yesce Tobten col suo attendente Ven. Lobsang Donden e Graziella Romania nel 1997.

Ven. Ghesce Yesce Tobten: Cambiare se stesso con gli altri

28.09.1991

Tutti quanti vogliamo essere felici e abbiamo il diritto di esserlo, dobbiamo fare il possibile per eliminare completamente la sofferenza che nessuno di noi vuole esperimentare.

Sia la felicità che la sofferenza derivano dalle proprie cause, e dal momento che tutti quanti noi desideriamo la felicità dobbiamo coltivare le giuste cause per ottenerla e dal momento che nessuno di noi desidera sperimentare la sofferenza dobbiamo fare il possibile per eliminare quelle cause che portano alla sofferenza. Continue reading »

Dagri Rinpoche: Mente, Pensiero ed Emozioni

Ven. Dagri Rinpoche: La mente distratta, non introspettiva, fa sì che tutto avvenga a nostra insaputa, mentre dovremmo osservare con maggiore consapevolezza ciò che facciamo, pensiamo.

Ven. Dagri Rinpoche: La mente distratta, non introspettiva, fa sì che tutto avvenga a nostra insaputa, mentre dovremmo osservare con maggiore consapevolezza ciò che facciamo, pensiamo.

Ven. Dagri Rinpoche: Mente, Pensiero ed Emozioni

Lezione magistrale presso Università degli Studi di Parma, Facoltà di Psicologia il 7 dicembre 2006. Traduzione da tibetano in italiano di Andrea Cappellari. Trascrizione delle annotazioni di Alessandra Martelli.

La mente, o coscienza, è chiarezza e conoscenza. La coscienza è in natura priva di difetti e oscurazioni (perché questi non fanno parte della sua vera natura e sono rimovibili), ma li presenta nella sua parte più superficiale e aleatoria. Queste oscurazioni, o klesha, si traducono in una inaccuratezza percettiva o cognitiva che in essenza la mente non ha ma acquisisce per via di cause e condizioni. Un esempio è il cielo momentaneamente oscurato dalle nuvole: le nuvole non fanno parte della natura del cielo e sono rimovibili. Anche l’acqua è di sua natura trasparente e i sedimenti ne oscurano solo temporaneamente l’essenza; quando i sedimenti ricadono sul fondo la trasparenza originaria torna a manifestarsi. E’ proprio per via della naturale trasparenza e mancanza di colore e caratteristiche della mente che una persona può mutare nel corso della vita: o degenerare incrementando le tendenze negative, o progredire portando la mente a uno stato di maggiore lucidità e chiarezza, realizzando un progresso verso una maggiore libertà. Il sentiero che è stato disegnato porta ad allontanare le mente da stati mentali negativi e a riportarla verso il suo stato naturale di chiarezza e lucidità. Quando parliamo di una mente che deve essere pacificata si intende un percorso a ritroso verso la sua natura originaria… Continue reading »

Ghesche Ciampa Ghiatso: La pazienza

Ghesche Ciampa Ghiatso

Ghesche Ciampa Ghiatso

LA PAZIENZA

insegnamenti di Ghesche Ciampa Ghiatso sul Lam Rim medio:

1. L’entità della pazienza è una mente che si trova a proprio agio senza essere sopraffatta dal danno ricevuto o dall’esperienza della sofferenza, e che rimane focalizzata nell’aspirazione per il Dharma. Odio, scoraggiamento, mancanza di apprezzamento e mancanza di desiderio sono la sua classe discordante.

2. Il completamento della perfezione della pazienza consiste nella sola completa abitudine della mente nel porre fine alla propria bellicosità e così via, e non consiste nel liberare gli altri esseri senzienti dalla loro turbolenza. Continue reading »

Il Buddhismo, Scienza della Mente

Il Buddhismo ha come scopo ultimo la cessazione della sofferenza.

Il Buddhismo ha come scopo ultimo la cessazione della sofferenza.

L’Importanza del Dalai Lama nel mondo moderno.
Alexander Berzin, Riga, Lettonia, Agosto 2013. Traduzione italiana a cura di Benedetta Lanza.

Nella religione cristiana si afferma che Dio abbia creato l’uomo a propria immagine e somiglianza e questo nell’intento di ricordare all’uomo stesso, attraverso le sue sembianze divine, che Dio è sempre presente tra noi. Tuttavia, potrebbe venir spontaneo domandarsi se invece non sia possibile l’esatto contrario e cioè che l’uomo, sin dalla sua prima comparsa sulla terra, abbia sentito la necessità di crearsi un Dio onnipotente al quale potersi appellare in tutti i suoi momenti difficili. Se si accetta questa prospettiva, ne consegue allora che questo “Dio personale” non è altro che l’emanazione della natura divina dell’uomo stesso. Il Buddha, 500 anni prima della nascita di Cristo , si prefiggeva appunto di dimostrare, in maniera assolutamente pragmatica, che la mente di ogni uomo possiede veramente questa natura “divina”.

Ogni uomo, sosteneva, è un potenziale Buddha, cioè un risvegliato, un illuminato, ma a causa della sua ignoranza non riesce a realizzarsi in quanto tale. Il Buddhismo quindi non è propriamente una religione in quanto non venera nessun Dio creatore, non è neanche una filosofia perché non vi è una mera speculazione del pensiero, ma il suo approccio è invece squisitamente pratico, esperienziale e non dogmatico. Il Buddhismo potrebbe forse essere definito come una “Scienza della mente” che mira ad eliminare gradualmente dall’uomo ogni forma di emozione disturbante causa di notevole sofferenza.

A fronte di queste considerazioni, non bisogna però confondere il Buddhismo con la moderna psicoanalisi, anche se le due discipline possiedono molte affinità. Continue reading »

Le Prostrazioni

Lama Gendun Rimpoche: Perché facciamo le prostrazioni?

1. La purificazione dell’orgoglio

Prima di tutto, dobbiamo sapere perché facciamo le prostrazioni. Noi non le facciamo per ingraziarci qualcuno. Non le facciamo per il Buddha. Tali concetti sono completamente errati. Il Buddha non è un dio di questo mondo. Noi ci prostriamo per purificare tutte le situazioni del passato nelle quali non abbiamo rispettato gli altri. Essendo interessati alla nostra soddisfazione e a noi stessi, abbiamo commesso molte azioni negative. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobten: I Tre aspetti principali del sentiero – 3

Ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo di Bool nellemontagne sopra Dharamsala, India

Ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo di Bool nellemontagne sopra Dharamsala, India

Insegnamento sui “Tre aspetti principali del sentiero” conferiti dal Ven. Ghesce Yesce Tobten nel dicembre 1983: terza parte.

Questa concezione che afferra la reale esistenza delle cose può essere eliminata dal pensiero altruistico che aspira all’illuminazione?
Nel testo si dice che se non si dimora nella comprensione dell’ultimo modo di essere delle cose, anche se si medita su Bodicitta o sull’attitudine emergente è impossibile tagliare la radice del samsara per questo è importante generare la consapevolezza della vacuità.
Comunque, questo non significa che non generiamo bodicitya sia impossibile comprendere la vacuità, perché ci sono molta che la comprendono senza generare boddicita. Coloro che hanno una attitudine hinaiana, praticando quel particolare sentiero realizzano la vacuità, ma non sviluppano il pensiero altruistico. Continue reading »

Meditazione di pulizia dei ciakra

A questo punto inizia la vera meditazione di vacuità dove si cerca di rimanere in questo stato di luminosità più tempo possibile.

A questo punto inizia la vera meditazione di vacuità dove si cerca di rimanere in questo stato di luminosità più tempo possibile.

Meditazione di pulizia dei ciakra

La meditazione inizia con la corretta postura e il rilassamento, poi si inizia a visualizzare il corpo sottile, partendo dal ciakra bianco fino a quello verde, quindi visualizzare il canale centrale di colore bluet e all’interno rosso, per passare poi a visualizzare i canali laterali.

Una volta visualizzato il corpo sottile (ognuno con i particolari che riesce chi ha le capacità può visualizzare anche i nodi che i canali laterali formano in corrispondenza dei ciakra) si inizia a far scorrere le tig-le rossa e bianca che entrano dalle rispettive narici destra e sinistra, attraverso la forza pneumatica del respiro, per farle percorrere i canali laterali fino a raggiungere il ciakra verde della base. Continue reading »

Longchenpa says

longchenpa

Longchenpa says

The Omniscient Longchenpa, King of Dharma, says

Assailed by afflictions, we discover Dharma
And find the way to liberation. Thank you, evil forces !
When sorrow invades the mind, we discover Dharma
And find lasting happiness. Thank you, sorrows !
Through harm caused by spirits we discover Dharma
And find fearlessness. Thank you, ghosts and demons !
Through people’s hate we discover Dharma
And find benefits and happiness. Thank you, those who hate us !
Through cruel adversity, we discover Dharma
And find the unchanging way. Thank you, adversity !
Through being impelled to by others, we discover Dharma
And find the essential meaning. Thank you all who drive us on !
We dedicate our merit to you all, to repay your kindness.

Sangye Khadro: Meditazione sulla consapevolezza della morte

Sangye Khadro (Kathleen McDonald): Il principale beneficio della pratica di questa meditazione è che ci obbliga a decidere quali atteggiamenti e attività hanno veramente valore.

Sangye Khadro (Kathleen McDonald): Il principale beneficio della pratica di questa meditazione è che ci obbliga a decidere quali atteggiamenti e attività hanno veramente valore.

Sangye Khadro: Meditazione sulla consapevolezza della morte

Quando affrontiamo per la prima volta l’idea di meditare sulla morte possiamo avere una reazione di sconcerto. Forse pensiamo che la meditazione dovrebbe avere come oggetto delle esperienze felici, mentre la morte e le cose a essa associate, lacrime di dolore, abiti neri, scheletri e cimiteri evocano sentimenti di timori e panico. Consideriamo la morte come la negazione della vita, della bellezza e della felicità: appartiene al regno dell’indicibile, dell’impensabile. Ma perché siamo incapaci di accettare la morte con la stessa calma con la quale accettiamo che i fiori freschi di ieri siano appassiti oggi? Il cambiamento, la disintegrazione e la morte sono aspetti naturali ed inevitabili dell’esistenza.
Il Buddismo spiega la morte come la separazione della mente dal corpo, Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Nature of The Mind

His Holiness Sakya Trizin: With the two together, method and wisdom, one can realize the true nature.

His Holiness Sakya Trizin: With the two together, method and wisdom, one can realize the true nature.

Nature of The Mind by His Holiness Sakya Trizin

One of the main teachings of the Buddha is the law of karma, the teaching that all the lives we have are not without cause, are not created by other beings, and are not by coincidence, but are all created by our own actions. All the positive things such as love, long life, good health, prosperity and so forth are also not given by anybody else. It is through our own positive actions in the past that today we enjoy all the good things. Similarly all the negative aspects, like short life, sickness, poverty, etc. and all the undesirable things are also not created by any outsider but by our own actions, the negative deeds we committed in the past.
If one really wishes to be free from suffering and to experience happiness, it is very important to work on the causes. Continue reading »

Il Sutra della Liberazione Individuale Pratimoksha-Sutra

L’ottenimento della saggezza è felicità, l’estinguersi dell’orgoglio “Io sono” è felicità.

L’ottenimento della saggezza è felicità, l’estinguersi dell’orgoglio “Io sono” è felicità.

In lingua Indiana: Pratimoksha – Sutra
In lingua Italiana: Il Sutra della Liberazione Individuale

Omaggio all’Onnisciente

1. Il tuo stendardo di gloria è famoso nei tre mondi,
la tua voce da leone ha proclamato le parole del Santo Dharma,
tu sei l’Onnisciente che ha trovato la tesoreria dei rari e supremi,
i tuoi piedi sono stati toccati dalle corone ingioiellate di Brahma e Indra. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: meditazione sulle circostanze della morte.

Lama Zopa Rinpoche: Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo neppure a rimuovere una scheggia.

Lama Zopa Rinpoche: Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo neppure a rimuovere una scheggia.

Lama Zopa Rinpoce: meditazione sulle circostanze della morte.

Ora ho ricevuto una perfetta rinascita umana, ma durerà ancora a lungo? Questa rinascita umana esisterà per sempre? No, non esisterà sempre; finirà dopo un certo tempo. In breve tempo il corpo che ho si svuoterà, sarà finito. Arriverà presto un tempo in cui questo corpo sarà visto solo nelle vecchie fotografie. Tale momento arriverà tra non molto. Continue reading »

Sangye Khadro: Solo la conoscenza spirituale ci può aiutare al momento della morte

Sangye Khadro (Kathleen McDonald): Una consapevolezza della morte ci dà un’enorme energia per non sprecare la nostra vita, e per viverla nel modo più significativo.

Sangye Khadro (Kathleen McDonald): Una consapevolezza della morte ci dà un’enorme energia per non sprecare la nostra vita, e per viverla nel modo più significativo.

Sangye Khadro: Solo la conoscenza spirituale ci può aiutare al momento della morte.

Niente di tutto quello che abbiamo acquisito o accumulato durante la nostra vita in termini di famiglia ed amici, ricchezza, potere, esperienze di viaggi e così via, ci segue dopo la morte. Solo il flusso della nostra coscienza continua portando in sé le impronte di tutto quello che abbiamo pensato, sentito, detto e fatto. Dovremmo cercare di morire in pace con noi stessi, sentendoci soddisfatti di come abbiamo vissuto la nostra vita e senza lasciarci dietro dei conflitti irrisolti con delle persone.

Le uniche cose da cui trarremo momentaneamente beneficio al momento della morte saranno le impronte lasciate dallo sviluppo del nostro amore, della nostra saggezza, pazienza, compassione ed altre attitudine positive.

Se possiamo renderci conto di questo adesso, avremo l’energia e la determinazione di vivere una vita significativa. Potete provare una forte sensazione di questa realtà esaminando i seguenti tre punti visualizzando voi stessi in punto di morte. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: I Quattordici Addestramenti alla Consapevolezz

Sua Santità il Dalai Lama col Ven. Thich Nhat Hanh

Sua Santità il Dalai Lama col Ven. Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh: I Quattordici Addestramenti alla Consapevolezza della Comunità dell’Interessere.

La Comunità dell’Interessere, in vietnamita Tiep Hien, è stata fondata da Thich Nhat Hanh in Vietnam, nel 1966, come mezzo per aiutare ad alleviare le sofferenze attraverso la pratica del vivere consapevole. In quel periodo la violenza della guerra si stava intensificando e c’era un disperato bisogno degli insegnamenti del Buddha per affrontare l’odio e le divisioni che sconvolgevano il Paese.
‘Tiep’ in vietnamita significa ‘essere in contatto con’, e qui è inteso nel senso di essere in contatto con la realtà del mondo e della mente. Continue reading »

Sukha Sutta – Sutra della Gioia o della felicità

bh5Sukha Sutta – Sutra della Gioia o della felicità

Ci sono, o monaci, queste tre sensazioni: piacevoli, dolorose e neutre.
Sia una sensazione piacevole, sia dolorosa, sia neutra,
propria o altrui, sensazioni di ogni genere
vengono conosciute tutte come malate, ingannevoli, evanescenti.
Sapendo come nascono e come scompaiono
Si ottiene il distacco dalle sensazioni e da ogni brama.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Nyanaponika Thera fonte: www.accesstoinsight.org.
Tradotto in italiano da Enzo Alfano
Fonte http://buddhismoitalia.forumcommunity.net/?t=37337190

Preghiera per il ritorno di Ribur Rinpoche

Il Ven Lama Ribur Rinpoche

Il Ven Lama Ribur Rinpoche

Lama Zopa RInpoce ha composto questa preghiera per il veloce ritorno di Ribur Rinpoce, chiedendo di diffonderla subito sebbene non sia stata ancora ultimata la revisione finale. Potete trovare questa preghiera anche sul sito della FPMThttp://www.fpmt.org/teachers/ribur.asp, insieme alle foto della cerimonia della cremazione.

Il Suono Melodioso del Grande Tamburo degli Dei

Una Dolente Richiesta per il Veloce Ritorno

dell’Incredibilmente Gentile Padre Lama

Lama Chakrasamvara, tu che tutto pervadi e tutto comprendi, la cui santa mente è inseparabile dalla grande compassione, te ne sei andato nella terra pura di Takpa Kacho. Come un bambino in una terra desolata privato delle cure amorevoli dei genitori, ci domandiamo: Non ci vedi, noi esseri trasmigratori miserevoli discepoli rimasti senza guida e senza rifugio? Per favore ascolta il nostro pianto addolorato. Ricordiamo che solo da te, il Salvatore, riceviamo la gentilezza di felicità, pace e perfezione del passato, del presente e del futuro. Continue reading »

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima: Transforming Suffering

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima:  We need to stop looking at harmful circumstances as problems and make every effort to view them as beneficial.

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima: We need to stop looking at harmful circumstances as problems and make every effort to view them as beneficial.

Transforming Suffering and Happiness

by Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Homage

I pay homage to Noble Avalokiteśvara, recalling his qualities:
Forever joyful at the happiness of others,
And plunged into sorrow whenever they suffer,
You have fully realized Great Compassion, with all its qualities,
And abide, without a care for your own happiness or suffering![1]

Statement of Intent

I am going to put down here a partial instruction on how to use both happiness and suffering as the path to enlightenment. This is indispensable for leading a spiritual life, a most needed tool of the Noble Ones, and quite the most priceless teaching in the world.

There are two parts:

1) how to use suffering as the path, Continue reading »

Bodhicaryavatara’s Commentary by Geshe Tenzin Zopa

Shantideva: Just as by the fires at the end of time
Great sins are utterly consumed by bodhicitta Thus its benefits are boundless
As the Wise and Loving Lord explained to Sudhana

Shantideva’s Guide to the Bodhisattva’s Way of Life (Bodhicaryavatara) by A Commentary of Geshe Tenzin Zopa

Editor’s Note – Kyabje Lama Zopa Rinpoche said it best: “Buddhas are born from Bodhisattvas; Bodhisattvas are born from bodhicitta.” The Guide to the Bodhisattva’s Way of Life or in Sanskrit, Bodhicaryavatara, is the most celebrated and spectacular exposition on the mighty altruistic intention and conduct of the Bodhisattva.

To embark on the reading, let alone the study of, the Bodhicaryavata takes guts. Its 914 verses challenge every fibre in your body, every corner or your mind and when you complete the book, it leaves you feeling embarrassed at having your innermost thoughts and deeds spread out on a page in front of you. Yet, hope is a little brighter because the possibilities are infinite. Continue reading »

Lama Zopa: Meditations to Generate Realizations

Lama Zopa Rinpoche: Meditate on bodhicitta

Lama Zopa Rinpoche: Meditate on bodhicitta

Lama Zopa Rinpoche: Meditations to Generate Realizations

A student wrote to Rinpoche asking for practice advice.

Lama Zopa Rinpoche. With regard to your meditation, you can train your mind in the generation stage, until one sees all gurus as buddha and all buddhas as the guru, until one has very strong, stable devotion, not the devotion that arises after just a few hours or days, but devotion spontaneously arising from the heart. Continue reading »

Geshe Yeshe Tobden: Divinity yoga

Ven Ghesce Yesce Tobten and Ven. Ghesce Ciampa Gyatzo

Ven Ghesce Yesce Tobten and Ven. Ghesce Ciampa Gyatzo

The Teachings of Ven.Geshe YesheTobden during a seminar in Turin, November 1-3, 1985. by Mariangiola Fracasso

REALITY: SUFFERING AND ITS CAUSES

Ven. Geshe Yeshe Tobden.

We will talk about the practice of Dharma. If we analyze the reality of our condition, we see that we want happiness and of course we do not want misery and suffering. We can have the happiness that comes from material things, but the eternal happiness can not be obtained through them.
You can say the same thing about suffering and misery: we can partially get rid of them through material objects, but not completely. Continue reading »

Chandrakirti: Supplemento alla Via di Mezzo, Madhyamakavatara

Chandrakīrti

Chandrakirti: Supplemento alla Via di Mezzo, Ingresso nella Via di Mezzo, Introduzione alla Via di Mezzo’, Madhyamakavatara

LA PRIMA GENERAZIONE DELLA MENTE

Nella lingua indiana: Madhyamakavataranama In tibetano: dbu ma la ’jug pa zhes bya ba
[In italiano: Supplemento alla “Via di Mezzo”]

Omaggio al giovanile Manjushri.

[1.1] Gli uditori e i mediani che realizzano la talità nascono dai Sovrani dei Soggiogatori. I Buddha nascono dai Bodhisattva.
La mente della compassione, la comprensione non dualistica,
e la mente altruistica dell’illuminazione sono le cause dei figli di conquistatori.

[1.2] La compassione sola è vista come il seme
del ricco raccolto d’un conquistatore, come l’acqua per la crescita,

e come il maturare a uno stato di gioia duratura,
per questo all’inizio lodo la compassione.

[1.3] Omaggio a quella compassione per i migratori che sono

impotenti come un secchio che si muove in un pozzo
per il fatto di afferrarsi a un sé, un ‘io’,
e poi sviluppare attaccamento per le cose, ‘Questo è mio.’
Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Se cade la pioggia nei campi crescono dei buoni raccolti, similmente se ascoltiamo bene gli insegnamenti e cerchiamo di sviluppare ciò che abbiamo ascoltato, allora anche nella nostra mente possono svilupparsi delle buone qualità.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Se cade la pioggia nei campi crescono dei buoni raccolti, similmente se ascoltiamo bene gli insegnamenti e cerchiamo di sviluppare ciò che abbiamo ascoltato, allora anche nella nostra mente possono svilupparsi delle buone qualità.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma presso la Badia di Torrechiara in provincia di Parma. Traduzione della Ven. Losan Trime (Birgit Shweiberer) e trascrizione immediata di Ivan Zerlotti. Attenzione: questa è la trascrizione simultanea degli insegnamenti, non è stata né rivista né corretta, pertanto potrebbe contenere degli errori. Nel corso del testo della trascrizione le parti tra parentesi quadre indicano una mancata trascrizione eventualmente sostituita con una sintesi.

Prologo

Cercate di sviluppare una buona motivazione che desidera ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, e per questo scopo ci impegniamo ad ascoltare gli insegnamenti.

Pensate che tutti gli esseri senzienti sono tormentati dalla sofferenza e mancano di felicità e per questo generiamo il desiderio di liberarli dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza e porli nella felicità e nelle cause della felicità.

Per quello cerchiamo di sviluppare nel nostro cuore amore e compassione verso tutti gli esseri senzienti. Non è giusto escludere dal nostro amore e dalla nostra compassione nessun essere senziente. Non è giusto generare amore e compassione verso alcuni e non verso altri. Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: Buddha Sakyamuni disse: “le sofferenze degli esseri senzienti non si possono portare via con le mani, come si eliminano le spine dalla pelle. Non possono neppure essere lavate”. Non si possono eliminare le sofferenze e le emozioni afflittive con un’abluzione. “Non è neppure possibile per i Buddha trasferire le proprie realizzazioni negli esseri”. Allora cosa può fare? “dare insegnamenti della vacuità, talità, di tutti i fenomeni. In questo modo se i discepoli usano lo sforzo gioioso e praticano e meditano possono eliminare le emozioni afflittive e liberarsi di tutte le sofferenze”.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Buddha Sakyamuni disse: “le sofferenze degli esseri senzienti non si possono portare via con le mani, come si eliminano le spine dalla pelle. Non possono neppure essere lavate”. Non si possono eliminare le sofferenze e le emozioni afflittive con un’abluzione. “Non è neppure possibile per i Buddha trasferire le proprie realizzazioni negli esseri”. Allora cosa può fare? “dare insegnamenti della vacuità, talità, di tutti i fenomeni. In questo modo se i discepoli usano lo sforzo gioioso e praticano e meditano possono eliminare le emozioni afflittive e liberarsi di tutte le sofferenze”.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma..

Primo verso

Sul cuscino immutabile, unificazione di metodo e saggezza,

siede il gentile lama, la natura di tutti rifugi

un Buddha che ha completato gli abbandoni e le realizzazioni è lì.

Avendo abbandonato il concepire difetti in lui,

fagli richieste con una pura apparenza.

Poni la tua mente senza permetterle di vagare

in uno stato di apprezzamento e rispetto per lui.

Avendola resa consapevole, priva di dimenticanza,

mantienila in uno stato di apprezzamento e rispetto.

Nel primo verso viene offerta una descrizione dell’unificazione di metodo e saggezza indicati in metafora come un cuscino. Dobbiamo generare metodo e saggezza nel nostro cuore. In sanscrito si dice guru, in tibetano lama, e si indica il maestro che ha la natura dei tre rifugi. Dobbiamo sviluppare il rifugio nella nostra mente e non cercarlo al di fuori. Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: Ora cerchiamo di fare un po’ di meditazione. Cercate di concentrarvi sulla mente nell’aspetto di amore e compassione. Cercate di manifestare quella mente e poi di mantenerla in quello stato. Cercate di sviluppare una buona motivazione che desidera ottenere la buddhità per il beneficio di tutti gli esseri senzienti e per questo ci impegniamo nell’ascolto.

GhesceCiampa Ghiatso: Oracerchiamo di fare un po’ di meditazione. Cercate di concentrarvisulla mente nell’aspetto di amore e compassione. Cercate dimanifestare quella mente e poi di mantenerla in quello stato. Cercatedi sviluppare una buona motivazione che desidera ottenere la buddhitàper il beneficio di tutti gli esseri senzienti e per questo ciimpegniamo nell’ascolto.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma.

Secondo verso

Il secondo verso tratta della compassione incommensurabile.

Nella prigione di sofferenza dell’esistenza ciclica senza fine

Gli esseri senzienti delle sei classi vagano privi di felicità

I genitori che ci hanno nutrito con la loro gentilezza sono li.

Abbandona attaccamento e odio,

medita sulla compassione e sul prenderti cura di loro.

Poni la tua mente senza permetterle di vagare

in uno stato di compassione Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Cercate di riconoscere le vostre emozioni negative.

GhesceCiampa Ghiatso: Cercate di riconoscere le vostre emozioni negative.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma.

Terzo verso

Nella dimora celestiale di grande beatitudine,

una sensazione piacevole, dimora il corpo di una divinità,

i puri aggregati e costituenti del proprio corpo

una divinità di meditazione inseparabile dai tre corpi di Budda è li.

Non apprenderla come ordinaria

ma addestrati nell’orgoglio [divino] e nella pura apparenza. Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 5

Ghesce Ciampa Ghiatso: Talvolta la nostra mente vaga ovunque. Cerchiamo invece di mantenerla in uno stato naturale. Cerchiamo di non farla vagare e mantenerla nella vacuità. Dobbiamo sempre cercare di mantenere la consapevolezza. Ogni tanto sorge il suo contrario, la dimenticanza, ma dovremmo invece mantenere consapevolezza. Qualunque cosa facciamo dobbiamo sempre cercare di mantenere consapevolezza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Talvolta la nostra mente vaga ovunque. Cerchiamo invece di mantenerla in uno stato naturale. Cerchiamo di non farla vagare. Dobbiamo sempre cercare di mantenere la consapevolezza. Ogni tanto sorge il suo contrario, la dimenticanza, ma dovremmo invece mantenere consapevolezza. Qualunque cosa facciamo dobbiamo sempre cercare di mantenere consapevolezza.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma.

Quarto verso

Il mandala degli oggetti di conoscenza, l’apparire e l’esistere,

è pervaso dallo spazio di chiara luce, realtà ultima:

l’effettivo inesprimibile modo di esistenza è lì.

Avendo abbandonato le fabbricazioni intellettuali

vedi la natura del completamente vuoto.

Poni la tua mente, senza permetterle di vagare, in uno stato di realtà.

Avendola resa consapevole, priva di dimenticanza,

mantienila in uno stato di realtà.

Qui si parla di tutti gli oggetti che possono essere oggetto di conoscenza e appaiono come mondani. Tutti gli oggetti di conoscenza, tutti i fenomeni, possono essere suddivisi nelle verità convenzionali e nelle verità ultime. Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 6

Ghesce Ciampa Ghiatso: Talvolta ci sono difficoltà, situazioni difficili. Cercate di comprendere in quei momenti che si tratta del karma accumulato precedentemente che matura in quel momento, per cui sono fortunato di non dover più sperimentare questo karma negativo. Cerchiamo di avere meno desideri per le cose materiali e di far crescere il desiderio per lo sviluppo delle qualità interiori.

GhesceCiampa Ghiatso: Talvolta ci sono difficoltà, situazioni difficili.Cercate di comprendere in quei momenti che si tratta del karmaaccumulato precedentemente che matura in quel momento, per cui sonofortunato di non dover più sperimentare questo karma negativo.Cerchiamo di avere meno desideri per le cose materiali e di farcrescere il desiderio per lo sviluppo delle qualità interiori.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma.

Quinto verso

Alla confluenza della varietà di apparenze e delle sei raccolte

vedi la confusione dei fenomeni, dualità senza base e senza radice:

uno spettacolo magico, che ci conduce ingannevolmente, è lì.

Senza pensare “è vero” vedi la natura della vacuità.

Poni la tua mente, senza permetterle di vagare,

in uno stato di apparenza e vacuità.

Avendola resa consapevole, Continue reading »

1 Ghesce Giampa Ghiatso “I Tre Aspetti Principali del sentiero”

Ghesce Ciampa Ghiatzo: "Il creatore dei problemi è la nostra mente".

Ghesce Ciampa Ghiatzo: "Il creatore dei problemi è la nostra mente".

Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce: Insegnamenti sul testo di Lama Tzong Khapa “I Tre Aspetti Principali del sentiero” Prima parte. Leggi il testo radice https://www.sangye.it/altro/?p=489 Centro ScenPhen GiamTse Ling, Parma, 23/25 aprile 2004. Traduzione dall’inglese del Ven. monaco Losan Tarcin (Lorenzo Rossello).

Ghesce Giampa Ghiatso

Per prima cosa vi dico buona sera. Ora cerco di dirvi qualcosa di generale come introduzione.

Domani cercherò di parlare della vacuità, della visione corretta.

Dei tre principali aspetti del sentiero il primo è la rinuncia, il secondo è la bodicitta o la mente dell’illuminazione, che ho insegnato qui due anni fa. Ora quello che rimane da spiegare è il terzo aspetto.

Cercate di generare una buona motivazione che desidera ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Questa è la motivazione corretta. Continue reading »

Preghiera per la propagazione degli insegnamenti di Je Tzong Khapa

Gli insegnamenti del Vittorioso Losang (Lama Tzong Khapa) possano prosperare!

Gli insegnamenti del Vittorioso Losang (Lama Tzong Khapa) possano prosperare!

Preghiera per la propagazione degli insegnamenti di Je Tzong Khapa

di Gungtang Tenpe Drönme

Sebbene sei il padre che produce tutti i conquistatori,

Nell’aspetto del figlio dei conquistatori nelle molteplici terre pure

Hai generato l’intenzione di mantenere il Dharma dei Vittoriosi.

Per il potere di queste verità, gli insegnamenti del Vittorioso Losang possano prosperare!

In passato, al cospetto di Indraketu,

Quando hai fatto la promessa, chiamandoti Grande Coraggio

I vittoriosi e i loro figli ti hanno lodato. Continue reading »

2 Ghesce Giampa Ghiatso “I Tre Aspetti Principali del sentiero”

"Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce :Dobbiamo comprendere che tutti i fenomeni sono in relazione dipendente e simultaneamente comprendiamo la loro mancanza di esistenza intrinseca".

"Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce :Dobbiamo comprendere che tutti i fenomeni sono in relazione dipendente e simultaneamente comprendiamo la loro mancanza di esistenza intrinseca".

Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce: Insegnamenti al Centro ScenPhen GiamTse Ling, Parma, 23/25 apr sul testo di Lama Tzong Khapa “I Tre Aspetti Principali del sentiero”, seconda parte.  Leggi il testo radice https://www.sangye.it/altro/?p=489 .

Cosa significa esistenza ciclica? Ciclico si riferisce al ripetersi in un ciclo. L’esistenza ciclica può essere presa in considerazione sulla base dei dodici rami: ignoranza, formazioni carmiche, la coscienza, nome e forma, le sei entrate, contatto, sensazione, attaccamento, afferrarsi o attaccamento forte, esistenza o divenire, rinascita, invecchiamento e morte. Noi giriamo in questo modo. Questi dodici anelli possono essere suddivisi in due categorie, le cause e risultati. Le cause proiettanti (i primi tre anelli). Gli anelli dal quarto al settimo, sono risultati proiettati. Gli anelli dall’ottavo al decimo sono le cause attualizzanti. Continue reading »

Prayer to the Lineage of the Bodhicaryāvatāra

Patrul Rinpoche: All dualistic clinging to ourselves and objects may be cut right through,

Patrul Rinpoche: All dualistic clinging to ourselves and objects may be cut right through,

Prayer to the Lineage of the Bodhicaryāvatāra

by Patrul Rinpoche

སྟོན་མཆོག་ལྷ་མའི་བླ་མ་ཤཱཀྱའི་གཙོ། །

tön chok lhamé lama shakyé tso

Supreme guide, teacher of gods and men, chief of the Śākyas,

རྒྱལ་སྲས་དཔལ་དཔལ་དབྱངས་དང་ཞི་བ་ལྷ། །

gyalsé pal pal yang dang shyiwa lha

The bodhisattva Mañjughoṣa, Śāntideva, Continue reading »

Sakya Paṇḍita: Instruction for the Moment of Death

Sakya Paṇḍita

Sakya Paṇḍita

A Wondrous Instruction for the Moment of Death by Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen

To the guru and the protector Mañjughoṣa, I pay homage!

First take refuge in the Three Jewels,
Then cultivate
bodhicitta, awakening-mind,
Visualize Amitābha before you,
And pay homage and make offerings to him.
These are the preliminaries.

Generate conviction that your misdeeds have been purified.
Let go of all forms of attachment.
And with a mind lacking any fear of death, Continue reading »

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima: Condurre la gioia e il dolore verso l’illuminazione

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Condurre la gioia e il dolore sulla via verso l’illuminazione

di Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Omaggio

Rendo omaggio al nobile Avalokiteśvara elogiandone le virtù:

Colui che gioisce sempre per la gioia degli altri
e che soffre per il dispiacere degli altri con estremo dolore;
colui che ha realizzato la virtù della Grande Compassione;
egli rinuncia, abbandonando sia la propria gioia sia il proprio dolore.”[1]

Comunicazione d’intento

Illustrerò brevemente come condurre sulla retta via la gioia e il dolore. Continue reading »

Atiśa: Prayer to Ārya Tārā

Atiśa Dīpaṃkara

Atiśa Dīpaṃkara

Prayer to Ārya Tārā
by Atiśa Dīpaṃkara
ཨོཾ། འཇིགས་པ་བརྒྱད་སྐྱོབ་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །
om, jikpa gyé kyobma la chaktsal lo
Oṃ! Homage to you, lady who protects us from the eight fears!
བཀྲ་ཤིས་དཔལ་འབར་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །
tashi palbarma la chaktsal lo
Homage to you, lady who blazes with the splendour of auspiciousness!
ངན་སོང་སྒོ་འགེགས་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །
ngensong go gekma la chaktsal lo
Homage to you, lady who closes the door to lower rebirth!
མཐོ་རིས་ལམ་འདྲེན་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །
tori lam drenma la chaktsal lo
Homage to you, lady who leads us on the path to higher realms!
རྟག་ཏུ་ཁྱེད་ཀྱིས་སྡོང་གྲོགས་མཛད། །
taktu khyé kyi dongdrok dzé
You are the one who holds us always in your care—our guide, support and friend;
ད་དུང་ཐུགས་རྗེས་བསྐྱབ་ཏུ་གསོལ། །
dadung tukjé kyab tu sol
So protect us still, we pray, with all of your vast compassion!
འདི་ནི་ཇོ་བོ་རྗེ་ཨ་ཏི་ཤའི་བླ་མ་གསེར་གླིང་པ་མཇལ་དུ་ Continue reading »

Milarepa: Song to Shakya Guna

Milarepa: Don’t you know that pleasures are just a dream?

Milarepa: Don’t you know that pleasures are just a dream?

Milarepa’s Song to Shakya Guna

Salutation to the teacher of the sacred.
Jetsün Milarepa then went from Happy Valley in Mang-Yül to Nyanang and his former benefactors we overjoyed. “Please stay always here in Nyanang,” they begged. There was a cave below a belly-shaped boulder between some old trees, and while he resided there, the monk-teacher Shakya Guna and some laypeople of Nyanang came before him.
“While elsewhere in meditation in mountain retreats, please tell us about the progress you reached and the confidence that you attained,” they asked. In reply, the Jetsün sang this song.

I bow at the feet of Marpa the Translator.

While meditating at other mountain retreats, Continue reading »

1 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Lo scopo del bodhisattva è raggiungere lo stato di pieno risveglio, lo stato di Buddha.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Lo scopo del bodhisattva è raggiungere lo stato di pieno risveglio, lo stato di Buddha.

1 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Introduzione dell’autore: Via di Mezzo e Vacuità

Nel corso dei miei insegnamenti ho enfatizzato il modo di rendere l’antica saggezza della Via di Mezzo un pratico strumento spirituale accessibile a tutti i tipi di esseri umani, per portare armonia, rispetto e tolleranza nel mondo odierno. Lo scopo di ciò è semplificare il Dharma e fare in modo che questo non rimanga un argomento puramente filosofico o una qualche performance rituale. Nel corso di queste lezioni ho cercato di cogliere l’essenza del Dharma, presentandolo come un “mezzo abile” Continue reading »

2 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: La madre è dentro di noi, la natura ultima della mente è la madre stessa.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: La madre è dentro di noi, la natura ultima della mente è la madre stessa.

2 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Madre di tutti gli Illuminati

Il titolo è in sanscrito: Bhagavati Prajna Paramita Hridaya; in tibetano: Chom Den De Ma She Rab Kyi Pa Rol Tu Chin Pe Nying Po; in italiano:

Il cuore della Bhagavati, la Perfezione della Saggezza o il sutra dell’essenza della saggezza. Chom Den De significa bagavan, Buddha o essere illuminato che ha eliminato tutti gli ostacoli e ottenuto tutte le qualità. Chom vuol dire colui che ha eliminato ogni confusione, che ha distrutto tutti gli ostacoli e le oscurazioni mentali; Den che ha ottenuto tutte le qualità ; De che è andato al di là di tutte le confusioni e della sofferenza. Continue reading »

3 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Una buona pratica non significa stare seduti in posizione meditativa con un’espressione concentrata sul volto, si tratta di continuare la pratica durante ogni momento della nostra vita.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Una buona pratica non significa stare seduti in posizione meditativa con un’espressione concentrata sul volto, si tratta di continuare la pratica durante ogni momento della nostra vita.

3 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Il sentiero dell’accumulazione

La domanda di Shariputra riceve come risposta: i cinque aggregati sono vacui, non hanno un’esistenza intrinseca. Questo è il primo passo per praticare la meditazione sulla saggezza. Fino a questo punto,‘’dovrebbero vedere distintamente che anche i cinque aggregati sono vuoti di natura intrinseca’’, si descrive come praticare il primo dei cinque sentieri del bodhisattva-yana. Quando si parla della pratica del bodhisattva, bisogna sottolineare che deve essere sempre basata sulla motivazione di bodhicitta. Basandoci su questa motivazione, la bodhicitta, dovremmo meditare sui cinque aggregati, che sono i costituenti che ci fanno esistere, che fanno sì che il nostro io esista, che noi stessi esistiamo. Continue reading »

4 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il sentiero dell’accumulazione è lo sviluppo della pura rinuncia e bodhicitta.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il sentiero dell’accumulazione è lo sviluppo della pura rinuncia e bodhicitta.

4 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Ka Dam Pa

Dunque per praticare il Dharma non è necessario conoscere tutti i sutra, i mantra, i tantra, ecc…basta vedere la pratica di mia madre e di Geshe Ben Kun Je. Non si deve pensare di non saper praticare il Dharma perché non si hanno delle grandi conoscenze filosofiche, non si sa abbastanza: praticare il Dharma è qualcosa di naturale, essendo nati come esseri umani si possiedono già tutte le dotazioni necessarie per praticarlo. Questo è un punto fisso ed essenziale che caratterizza la tradizione Ka Dam Pa. Ka significa insegnamento di Buddha, Dam consiglio, quindi la Ka Dam Pa è la tradizione che si basa nel dare in pochi consigli quelli che sono gli insegnamenti del Buddha. Ma oggi Ka Dam non si riferisce solo agli insegnamenti di Buddha, ma a tutti gli insegnamenti di tutte le religioni e tradizioni spirituali di tutto il mondo, a qualsiasi buon consiglio, ad ogni sistema d’istruzione.

Ka Dam Pa è una parola molto significativa, che indica umiltà e armonia, significa in un certo senso “abbassarsi”. La tradizione Ka Dam è basata sugli insegnamenti di Atisha. Il primo Geshe di questa tradizione fu Drom Ton Pa, da cui è scaturita la tradizione basata sugli insegnamenti Lam Rim e Lo Jong.È in questo contesto che è nato anche il termine Geshe, utilizzato per riferirsi con rispetto ai propri amici spirituali, fratelli spirituali. Per questi motivi Ka Dam è un buon termine e indica colui che prende qualsiasi buon consiglio, ovunque, per portare avanti la sua pratica spirituale. Continue reading »

5 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il riconoscimento dell’Io, del sé è fondamentale nel mondo buddista.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il riconoscimento dell’Io, del sé è fondamentale nel mondo buddista.

5 Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Il sentiero della preparazione

La seconda parte della risposta indica il modo in cui si può riflettere su questa prima frase, secondo quattro modalità diverse. Si entra maggiormente nel dettaglio su come riflettere circa la vacuità dei cinque aggregati. Si dice che il tuo corpo è vacuo e la vacuità è il tuo corpo, il tuo corpo non è altro che la vacuità e la vacuità non è altro che il tuo corpo o : La forma è vuota, la vacuità è forma; la vacuità non è altro che forma, la forma non è altro che vacuità. Allo stesso modo sono vuote le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza.”

Questi quattro modi diversi di riflettere sulla vacuità appartengono al sentiero della preparazione. Continue reading »

Ju Mipham Namgyel: Le istruzioni sulla natura della mente

Il grande maestro Nyingma: Ju Mipham Rinpoche o Jamgön Mipham Gyatso (1846-1912)

Le istruzioni essenziali sulla natura della mente: Il Buddha nel palmo della mano

di Ju Mipham Namgyel maestro Dzogchen vissuto tra la seconda metà dell’800 e l’inizio del ‘900

I. Mi inchino a Padmasambhava,
e al glorioso Lama emanazione di saggezza Manjusri pari a tutti i Buddha
ed i Bodhisattva.
Per coloro che desiderano apprendere la meditazione del riconoscimento
della realtà ultima della mente, spiegherò in breve il sentiero iniziale
delle istruzioni essenziali.
Prima di tutto è necessario seguire gli insegnamenti di un Lama che
possiede l’esperienza della realizzazione. …
Se non si penetra nell’esperienza delle istruzioni del Lama, qualsiasi
sforzo e perseveranza nella meditazione sarà come scagliare una freccia nell’oscurità. Continue reading »

6 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il motivo per cui abbiamo tutti i problemi è che ci prendiamo cura di un’Io illusorio, lasciando senza cura il vero Io.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il motivo per cui abbiamo tutti i problemi è che ci prendiamo cura di un’Io illusorio, lasciando senza cura il vero Io.

6 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Il sentiero della visione

Le cose si dividono in esistenti e non esistenti. Un esempio classico di cosa non esistente sono i peli di una tartaruga: le cose che sono inesistenti, che proprio non esistono, non possono neppure essere vacue. Quindi la vacuità non deve essere cercata in ciò che non esiste, ma deve essere trovata in ciò che esiste. Proprio perché quel fenomeno esiste, quel fenomeno ha una natura vacua. Proprio per via della sua natura vacua, quel fenomeno esiste. I peli della tartaruga non esistono e quindi non sono vacui. Esempi di cose che non esistono sono i fiori nel cielo, i già citati peli della tartaruga, il corno del coniglio, ecc… non si può meditare sulla vacuità dei peli della tartaruga.

Mentre si percorrono questi quattro sentieri volti alla realizzazione della vacuità occorre, parallelamente, realizzare i cinque poteri o cinque forze. Continue reading »

7 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il punto non è recitare il Sutra, ma meditare sulla vacuità.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Il punto non è recitare il Sutra, ma meditare sulla vacuità.

7 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Stato di Buddha

Quando si dice: Non avendo oscuramenti nelle loro menti, essi non hanno paura, ed essendo andati totalmente oltre l’errore, essi raggiungono la meta finale: il nirvana.”, si fa riferimento al quinto sentiero, il sentiero della cessazione dell’apprendimento, che coincide con lo stato di Buddha. Abbiamo pertanto cinque sentieri: il sentiero dell’accumulazione, il sentiero della preparazione, il sentiero della visione, il sentiero della meditazione e il sentiero della cessazione dell’apprendimento. Le caratteristiche di questi sentieri vengono descritti nel Prajnaparamita-sutra.

Vi è un famoso testo di Maitreya chiamato Abhisamayalamkara,L’ornamento della chiara realizzazione” che si focalizza sulla descrizione dei cinque sentieri. I dieci livelli sono descritti in modo approfondito nel testo di Chandrakirti, Madhyamakavatara,Introduzione alla via di mezzo”. L’esame della vacuità, della natura ultima di ogni categoria dei fenomeni si trova nei Mulamdhyamakakarika,Versi sulla saggezza fondamentale” di Nagarjuna. Continue reading »

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: L’arte buddista di saper morire

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Cosa ci porta a deprimerci rispetto ad un problema? È pratico? È funzionale?

 Insegnamenti del Ven. Gheshe Tenzin Tenphel al Centro Tara Cittamani di Padova 7–8.12.02 sul tema: “L’arte buddista di saper morire”. Le potenzialità e le ricchezze della rinascita umana. Acquisizione di consapevolezza. La natura della mente. Trasformare la nostra mente. La perseveranza.

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel

Il tema principale dell’incontro di questo fine settimana sarà l’esaminare quelle che sono le potenzialità e le ricchezze insite nella rinascita umana, per poter rivalutare la nostra vita. Lama Tsong Khapa scrive: “Questa base preziosa della nascita umana è di maggior valore di una gemma che esaudisce i desideri”.

Questo dovrebbe essere un punto di riflessione nel senso che in questa rinascita, che metaforicamente viene comparata ad una pietra preziosa che può esaudire qualsiasi desiderio, c’è grandissima ricchezza. In generale, quando si prospetta l’incamminarsi in un percorso spirituale, si tratta di adottare uno stile di vita e di stili di vita fondamentalmente ce ne sono di due tipi: uno virtuoso e uno non virtuoso. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso : l’attaccamento e la morte

il Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatzo

il Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatzo

VEN. LAMA GHESCE CIAMPA GHIATSO : SULL’ATTACCAMENTO

Definizione di attaccamento. Percepisce un fenomeno contaminato interno ed esterno come piacevole, in termini della sua propria entità e, a causa di ciò lo ricerca. Ha la funzione di generare sofferenza. L’attaccamento è entrare in affanno per un qualcosa: può essere paragonato alla macchia d’olio per la sua apparente indivisibilità. Allo stato attuale di esseri ordinari, le sensazioni di piacere fanno aumentare l’attaccamento.

L’attaccamento negli ultimi giorni: Continue reading »

8 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Quando si osservano le cose nella loro verità ultima non c’è più spazio per l’attaccamento e l’afferrarsi, non solo agli oggetti esterni, ma anche a se stessi. Tutto diviene più semplice, limpido, facile.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Quando si osservano le cose nella loro verità ultima non c’è più spazio per l’attaccamento e l’afferrarsi, non solo agli oggetti esterni, ma anche a se stessi. Tutto diviene più semplice, limpido, facile.

8 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Il senso letterale del “Sutra del Cuore” si articola in un duplice significato: il primo, diretto, ha come oggetto la vacuità, e il secondo, indiretto, si riferisce al Lam Rim, cioè al percorso graduale dei cinque sentieri. E’ essenziale non perdere mai di vista questi due aspetti che ne costituiscono la caratteristica davvero speciale.

Leggendo le parole sulla vacuità è sempre bene riportare alla mente i cinque sentieri: dell’accumulazione, della preparazione, della visione, della familiarizzazione, e di colui che non deve più apprendere.

Il significato del “Sutra del Cuore” è talmente ampio e completo che è quasi impossibile spiegarlo dettagliatamente in un tempo limitato, vi consiglio quindi di ampliarne la conoscenza tramite la lettura dei numerosi commenti, comparandoli tra loro e cogliendo in ognuno l’aspetto particolarmente approfondito. Continue reading »

Atisha: The Bodhisattva’s Jewel Mala

Atisha

The Bodhisattva’s Jewel Malaa
A Bodhisattva’s Garland of Gems
by Lama Atisha

1 Abandon all doubt,

And earnestly apply yourself to practice.

Abandon laziness, dullness and drowsiness,
And always cultivate joyous effort.
5
With mindfulness, alertness and conscientiousness
Protect the doors of the senses at all times.

During the three times of day and night
Check your mental continuum again and again

Proclaim your own faults,
10
But do not look for the mistakes of others.

Hide your own good qualities,
But proclaim the good qualities of others.

Abandon wealth and honors,
And reject profit and reputation always.
Continue reading »

Lung-Ta: le bandiere di preghiera tibetane

Lung Ta o bandiere di preghiere evocano la saggezza, l'amore, la compassione e la forza.
Lung Ta o bandiere di preghiere evocano la saggezza, l’amore, la compassione e la forza.

Lung-Ta Sono le bandiere di preghiera tibetane. Lung-ta, letteralmente “cavalli (ta) di vento (lung)”, sono rettangoli di stoffa di differenti colori, infilati su lunghe corde, su cui sono stampati diversi mantra (parole sacre). Il vento che le lambisce sparge le benedizioni che contengono verso tutti gli esseri, pertanto tradizionalmente in Tibet venivano appese ai valichi di montagna. Le bandiere di preghiera invocano la compassione, l’armonia, la pace, la saggezza, e forza e protezione contro i pericoli ed il male.

LUNG-TA, le bandierine di cotone stampato e colorato che si vedono ovunque in Himalaya. Il simbolo più riconoscibile agli occhi del viaggiatore, della profondità e della spiritualità dei popoli che vivono le terre più alte del mondo. Il termine tibetano (lung-ta), che porta il gioiello dell’illuminazione che esaudisce i desideri il simbolo più frequentemente riportato sulle bandiere di preghiera. Ovunque sventolano, le tradizionali bandiere tibetane di preghiera creano un’atmosfera di pace, serenità e speranza. Continue reading »

Canto delle quattro consapevolezze

jetzonkapaUna pioggia di ottenimenti.

Un canto ornato con le quattro consapevolezze che illustra la visione Madyamika.

Sul cuscino immutabile, unificazione di metodo e saggezza,

siede il gentile lama, la natura di tutti rifugi

un Buddha che ha completato gli abbandoni e le realizzazioni: è lì.

Avendo abbandonato il concepire difetti in lui,

fagli richieste con una pura apparenza.

Poni la tua mente senza permetterle di vagare

in uno stato di apprezzamento e rispetto per lui. Continue reading »

Il Vajra e la La campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra

Il Vajra può avere nove, cinque o tre raggi. I raggi di un Vajra pacifico si congiungono in punta, mentre quelli di un Vajra adirato sono leggermente allargate in cima. Quando sono accompagnati ad una campana, la loro lunghezza può variare da quattro a ventotto dita. I gruppi superiori di raggi di un Vajra a cinque raggi simbolizzano Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Praticanti saggi

Lama Yesce e Lama Zopa

Lama Thubten Yesce e Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Quando perveniamo spontaneamente e costantemente a vedere il maestro come un Buddha, allora abbiamo sviluppato la realizzazione di devozione al guru”.

Lama Zopa Rinpoche: I praticanti saggi.

I praticanti saggi, quelli che sanno come praticare il Dharma con perizia, prestano la loro attenzione giorno e notte al fatto di votarsi correttamente all’amico virtuoso. Sua Santità Serkong Dorje Chang, che viveva a Swayambhunath in Nepal, una volta disse ai suoi monaci: “Se compite in modo corretto la pratica di devozione all’amico virtuoso, tutto andrà bene, anche se non studiate. Potete rilassarvi e divertirvi, solo mangiare e dormire. Potete godervi la vita.”

Rinpoche ha espresso proprio il cuore della pratica di Dharma. Se pratichiamo bene la devozione al guru, possiamo goderci la vita nel modo migliore, perché la nostra pratica contribuisce ad avere successo ed eliminare tutti gli ostacoli. Continue reading »

Generiamo la mente dell’illuminazione

Sua Santità il Dalai Lama ed Arthur Kaufmann, che ha lasciato il corpo nel dicembre 2011 e che ricordiamo con profondo affetto e stima.

Sua Santità il Dalai Lama ed Arthur Kaufmann, che ha lasciato il corpo nel dicembre 2011 e che ricordiamo con profondo affetto e stima.

Generare la mente dell’illuminazione di Bodhicitta

Il cuore totalmente aperto

1. Riconoscere tutti gli esseri senzienti come proprie madri

Che tutti gli esseri senzienti sono stati mia madre è dimostrato da: Fonte scritturale: Continue reading »